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mercoledì 3 marzo 2010

Il Sindaco di Minerbio

Scrivo questo post sulla falsariga di quello scritto precedentemente da Christian sul Sindaco Lorenzo Minganti.
Lo scritto di Chris è anche troppo benevolo, anche se ironico e sintomatico dell’espressione di una sconcertante realtà che è quella dell’abbandono e del degrado in cui versano molte realtà minerbiesi.
A riprova di quello che affermo con decisione ci sono le tante evidenze contro cui ci si imbatte quotidianamente, già eviscerate e portate all’attenzione del Primo Cittadino, ma rimaste appunto, bolle di sapone.
E’ triste altresì verificare con quale solerzia si siano approntati invece i preparativi elettorali, ad un mese di distanza dal giorno delle elezioni.
Sono spuntati come funghi i cartelloni appositi su cui affiggere le varie faccione dei politici di turno, smandibolati in sorrisi che vogliono apparire come accattivanti, ma che rivelano ai più smaliziati una sostanziale ebbrezza da poltrona, fine ultimo di tale affabile interpretazione.
Il Partito ordina, e tutti si prostrano nell’affannoso tentativo di compiacerlo.
La priorità ora è quella di identificarsi nel tentativo di incamerare quante più seggiole e poltrone per il proprio schieramento politico, per poter continuare poi a fare quello che già si fa ora, e cioè niente.



Infatti, ad esempio, a Minerbio le cose non cambiano mai…
Il Parco pubblico è ridotto ad una palude fangosa talmente degradata che neppure le zanzare hanno il coraggio di depositare le nuove larve per la prossima primavera.
Coloro che attraversano i passaggi pedonali, poco segnalati e scarsamente illuminati, rischiano la vita ogni qualvolta tentano la titanica impresa.
I marciapiedi in alcuni tratti scompaiono, sostituiti da scarpate di terreno erboso inclinato come una pista da sci, mentre in altri sono caratterizzati da pericolose buche e avvallamenti.
Il nostro caro Sindaco, però ha pensato bene di ignorare completamente questi problemi e di dedicarsi anima e corpo al progetto per la realizzazione della pista ciclabile di Cà de Fabbri.
Peccato che questa sia ubicata parallelamente all’argine del canale e che tra i pochi fruitori della stessa ci siano quelle zanzare, precedentemente citate, sopravvissute al degrado del parco pubblico.
Peccato che sia sprovvista delle misure di sicurezza necessarie al fine di evitare che i piccolo fruitori della pista possano rovinare a lato, su una strada ad alta velocità di scorrimento.
La priorità sembra essere un vocabolo sconosciuto nel patrimonio culturale e lessicale del nostro dotto Sindaco, che però è bravo a dilapidare i soldi dei cittadini.
Ne è prova una serie di iniziative sconcertanti, per le quali io personalmente lo proporrei per essere insignito di una benemerenza particolare : quella del miglior sperperatore pubblico delle Terre di Pianura.

Mi riferisco alle generose elargizioni di denaro pubblico (160.000 euro in 5 anni) verso una struttura privata e cattolica (la Scuola del Sacro Cuore di Minerbio) , senza tenere conto alcuno delle gravi problematiche che investono lo stesso settore, pubblico, causate dai tagli degli investimenti.
Mi riferisco anche al progetto in corso di realizzazione di una nuova scuola a Cà de Fabbri.
Il Sindaco la cita sempre nel suo “alter ego” mediatico (Prometeo), senza contare però che una Scuola esiste già in quel comprensorio, e che sarebbe stato sufficiente ristrutturarla, o ampliarla.
Piacerebbe anche a me progettare e realizzare opere faraoniche, anche se inutili…finchè pagano gli altri, e indipendentemente dalle priorità.

Forse è per questo che non ho mai pensato di fare il Sindaco…ho un certo ritegno…io.

Ci sarebbe anche un discorsetto da fare sulle fermate degli autobus, di cui ho trattato in un post precedente.
Esiste una unica pensilina, in uscita dal paese, che però sembra scaturire da uno scavo archeologico per come è ridotta : fatiscente, sporca, e rifugio di batteri e microbi di ogni tipo, riuniti in convegno permanente.
Il Sindaco ha sempre fatto finta di niente…
Su tutto….
L’importante è cercare di conservare la poltrona facendo il compitino di prammatica…quello che in pratica è obbligato a fare istituzionalmente….
Noi cittadini però vediamo molto bene, e constatiamo quotidianamente, che il Primo Cittadino non va al di là di questo compitino…non c’è l’entusiasmo necessario per portare a termine progetti di interesse collettivo, da tutti richiesti.
Ma ecco che diventa oggetto del massimo riferimento una magica parola : elezioni regionali.
Il Palazzo del potere cittadino si infervora improvvisamente di nuova alacre attività, e di compiacenza verso i politici di riferimento, quelli per intenderci che alla faccia nostra si prendono 10.000 o 20.000 euro al mese per la loro attività preferita che è quella di prenderci per il culo.

I disoccupati aumentano e le Ditte che chiudono i battenti sono sempre più numerose.
I padri e le madri di famiglia che devono recarsi alla Caritas per dare da mangiare ai propri figli non sono mai state così tante come adesso, ma i politici sembrano indifferenti a tutto ciò.
Sfido il Sindaco Minganti a produrre una qualsiasi prova di una sua iniziativa a favore dei disoccupati, come ad esempio quelli della Caterpillar, per i quali avevo chiesto specificatamente un fondo di solidarietà.
Purtroppo sembra che i neuroni dei politici e le loro sinapsi non riescano a collegarsi al mondo reale di noi tutti, ma siano saldamente ancorati a una realtà virtuale composta esclusivamente dalla loro poltrona, dai loro privilegi, dalla loro arroganza, dalla prevaricazione, dalla negazione del dialogo, dalla mancanza di quella intelligenza necessaria ad un civile progresso, e alla totale assenza di umiltà.
Per fortuna che siamo in democrazia !
Se questa situazione fosse proiettata al 1789 (Rivoluzione Francese) ci sarebbero molte ghigliottine sparse in ogni città, e sicuramente lavorerebbero a tutto spiano.
Ma la democrazia ci salva, e li salva…

Ci lascia liberi di subire le loro perverse attività, come quella di farsi corrompere (la cronaca è piena di esempi) e di continuare imperterriti, complice l’impunità parlamentare.
Ci lascia liberi di votare per un referendum, ad esempio, il cui esito viene poi disatteso da volontà contrarie a quella popolare.
Ci lascia liberi di odiare profondamente queste persone, e il ruolo da loro interpretato, che si avvicina sempre di più ad uno stereotipo che si consolida quotidianamente.

Ci lascia liberi di dire : VERGOGNA !
VERGOGNA !
VERGOGNA !

Una vergogna che dovrebbe palesarsi in chi, come ad esempio l’ex Sindaco di Bologna, Flavio Delbono, ha perseguito fini legati ad interessi personali, fregandosene dei cittadini.
L’uso del denaro pubblico è diventato per lui una disinvolta prassi per soddisfare i suoi sollazzi personali.

Un altro personaggio che tutti sicuramente ricorderanno è l’ex Governatore della Regione Lazio, Piero Marrazzo, che ha confuso il suo ruolo di paterna e integerrima figura istituzionale con quello di bieco fruitore di perverse attività sessuali.
Complimenti, la categoria dei politici è piena zeppa di episodi similari, che costituiscono oramai non più rare eccezioni, bensì una regola costante.

Se uniamo a queste deleterie caratteristiche anche alcune prerogative tipiche del ruolo interpretato, quali l’indifferenza ai problemi dei cittadini, la superbia e l’arroganza, la mancanza di dialogo, la supponenza, la dipendenza dagli interessi di partito, e l’apoteosi di onnipotenza, si crea un quadro di insieme che esprime una figura istituzionale alquanto negativa.
Cosa ce ne facciamo noi cittadini di personaggi del genere ?
Forse sarebbe meglio avere un semplice comitato cittadino, espressione della pluralità contestuale al territorio, che potesse agire autonomamente.
Mandiamo a casa tutti questi parassiti che in barba alla crisi e ai bisogni delle famiglie ci tocca pagare lo stesso, nonostante la loro palese inutilità e nocività.

Mandiamo a casa i rappresentanti di una casta che sta rovinando l’Italia.

Mandiamo a casa tutti coloro che non rispondono ai bisogni dei cittadini.
La lista dei corrotti, degli indagati, dei condannati, dei mafiosi, dei collusi, e degli incapaci non deve essere un lasciapassare per agevolare il loro ingresso in Parlamento, come avviene ora.

I partiti politici fanno quadrato intorno ai loro beniamini colpiti dalla magistratura e li difendono finchè riescono a farlo, a muso duro, come se per loro, appartenenti ad una casta di eletti non valessero le stesse nostre regole.
Rifiutano l’idea di essere nostri dipendenti, pagati da noi, a nostro servizio permanente.
La Democrazia si basa su principi che sono in antitesi con il comportamento di gran parte dei politici attuali.

Il proseguimento del percorso civile e democratico del nostro Paese iniziato nell’immediato dopoguerra, nonostante Togliatti, il Comintern, e gli irriducibili comunisti filo sovietici, è oggi ostacolato dalla prepotente arroganza di chi, approfittando di un potere datogli da noi, agisce secondo modalità che non appartengono al progetto di sviluppo e di pace che tutti auspichiamo.
Oggi, per fare carriera politica è necessario avere una tentacolare predisposizione alla corruzione, al maneggio di pratiche equivocamente intrise di ambiguità, alla mediazione con frange delittuose che si rifanno ai poteri della mafia e delle altre organizzazioni criminali, al superamento di quegli ideali di vita che dovrebbero essere alla base della politica.

Sono contento di non appartenere alla casta dei politici….

Sarebbe imbarazzante condividere una bandiera con personaggi come Delbono, Marrazzo, da un lato, e Dell’Utri dall’altro.

Potrei citarne mille altri, come ad esempio Totò Cuffaro.
Lei, Sindaco Minganti, come fa a rappresentare un Partito che al suo interno ha scheletri nell’armadio che si rifanno a vicende tristemente famose per la nostra storia recente…?

Lei, Sindaco Minganti, come fa a fare il Sindaco, quando oramai è dimostrato che non ha la benchè minima capacità per poter continuare a farlo ?

Non si sente avvampare da una vergogna che dovrebbe appartenerle, visti i risultati…?

Lei forse vorrà proseguire la sua carriera politica, appoggiato magari da un D’Alema accondiscendente, lo stesso che fu indagato per la storia dell’Unipol e della scalata bancaria (tutto successivamente messo a tacere).
Io, francamente, sono orgoglioso di essere un semplice cittadino…e perlomeno ho una certezza, che è quella di non poter mai diventare deputato….purtroppo infatti sono incensurato.
Comunque, tornando a noi, lascio ai miei concittadini le considerazioni sul suo operato, anzi sul suo non operato, sui suoi compitini, e sulla “rilassatezza” con cui Lei e il partito che rappresenta andate avanti.
Sicuramente Lei non gode della mia stima come amministratore pubblico, e neanche come politico.
Su piano umano non posso e non voglio giudicarla anche se, visto il suo mancato appoggio ai lavoratori licenziati dalla Caterpillar, credo che la realtà dei fatti parli da sola.

Lei dà la netta impressione di essersi sedimentato proprio su quella poltrona in cui noi l’abbiamo messa a sedere, adagiandovisi, e sprofondando in un processo letargico che è colpevolmente rimarchevole.
La cittadina di Minerbio indietreggia nel suo percorso verso una migliore civiltà, così com’è mal gestita, mentre i disservizi aumentano, persistono e si fossilizzano, diventando una caratteristica costante della nostra quotidianità.

Il disinteresse palese da lei dimostrato verso le problematiche sollevate dal blog nei mesi scorsi, evidenziano una sua totale mancanza di volontà di approccio, che non sia quella rivolta invece alle tematiche care al partito e ai suoi interessi di palazzo.

L’arroganza non le difetta, mentre il dialogo non esiste, oppure è a senso unico, dogmatico, impositivo, e risultante da una affermazione di roboante estrinsecazione di un potere che Lei, e quelli come Lei, viene abusato e sintomaticamente usato a proprio piacimento.

L’umiltà invece, non le appartiene, anche se le farebbe bene, così come dovrebbe essere per un servitore dello Stato e un esecutore delle volontà popolari.

Non mi dilungo oltre poichè il quadro è abbastanza chiaro e delineato, caro Primo Cittadino.
Purtroppo.

Speravo che il suo modo di fare fosse dettato dalla giovane età, e che magari, avrebbe potuto modificarsi in meglio, ma ora posso solo constatare che purtroppo è insito e radicato in Lei, forse come esito di una prolungata assimilazione del modus operandi di un sistema politico standardizzato e disumanizzato.

Lei non mi rappresenta e non sarà mai la mia figura locale di riferimento istituzionale.

Gli itinerari che lei percorre non appaiono lineari e convergenti, rispetto alle nostre esigenze di cittadini minerbiesi, per cui la lasciamo libero di seguire e di raggiungere le sue mete e i suoi obiettivi, con la condiscendenza del suo partito e dei suoi collaboratori, ma si ricordi…la Democrazia è un’altra cosa..

Dissenso

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