Recentemente abbiamo avuto modo di contestare la scelta del Sindaco riguardo alla illuminazione cittadina, per la quale non si è pensato di ricorrere alla tecnologiaa LED, ma alle classiche lampade ad incandescenza oppure a quelle a fluorescenza.
Gli abbiamo chiesto, senza ottenere risposta (prassi da lui abitualmente usata) se nel “salotto buono” fossero state installate appunto lampade a fluorescenza, pericolose per la salute e per l’ambiente nell’eventualità di una rottura, a causa del loro contenuto di mercurio.
Gli abbiamo chiesto, senza ottenere risposta (prassi da lui abitualmente usata) se nel “salotto buono” fossero state installate appunto lampade a fluorescenza, pericolose per la salute e per l’ambiente nell’eventualità di una rottura, a causa del loro contenuto di mercurio.
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Discorrendo di LED e del loro utilizzo, abbiamo riscontrato una critica di un lettore del blog, che ci sollecitava a indagare sul fatto che un ente di ricerca francese (l’Anses, agenzia per gli alimenti, l’ambiente e la sicurezza) aveva effettuato uno studio dal quale si evincevano alcune controindicazioni all’uso delle lampade, appunto, a LED.
Discorrendo di LED e del loro utilizzo, abbiamo riscontrato una critica di un lettore del blog, che ci sollecitava a indagare sul fatto che un ente di ricerca francese (l’Anses, agenzia per gli alimenti, l’ambiente e la sicurezza) aveva effettuato uno studio dal quale si evincevano alcune controindicazioni all’uso delle lampade, appunto, a LED.
Lo stesso studio sembra avesse individuato nell’emissione di luce blu nella stessa luce bianca che insieme all’intensità troppo forte un fattore di rischio per la retina, soprattutto per i ragazzi.
Ci siamo puntualmente attivati, spulciando centinaia di siti e di pagine web, telefonando e colloquindo con addetti ai lavori, e alla fine di tutto abbiamo estratto delle indicazioni molto significative, che ci lasciano assolutamente tranquilli e liberi da pregiudiziali di sorta.
La normativa che consente alle aziende di produrre le lampade a tecnonologia a LED è sviluppata proprio per tenere conto della sicurezza fotobiologica delle lampade e dei sistemi di iluminazione.
Per LED e moduli LED valgono anche le prescrizioni relative alla protezione dell’occhio umano da radiazioni in dosi eccesive.
Le seguenti norme sono tutte rivolte ad una attenzione focalizzata ad evitare qualunque tipo di rischio in questa tipologia di produzione, per cui è intrinseco il fatto che ottemperando a queste regole ci si trovi di fronte ad un prodotto sicuro e incontrovertibilmente adatto all’uso da parte di chiunque ne voglia fruire.
I riferimenti per la soglia di radiazioni sono i valori limite stabilti da ICNRP.
Inoltre, i moduli LED non producono interferenze rilevanti nel contesto EMC.
Le principali norme sono:
1. EN 60825-1 : Sicurezza da radiazione.
2. ANSI IESNA RP - 27.1 to 27.3
3. ACGIH (American Conference of Governamental Industrial Hyienists)
4. CIE TC 6-47 Photobiological Safety of LAmps and Lamp System
I LED rientrano nello scopo di tutte queste norme.
In particolare la normativa EN 60825-1 si occupa della classificazione degli apparecchi, delle marcature degli stessi a seconda della classe di appartenenza, dei gruppi di rischio, e dei limiti di emissioni per i gruppi di rischio delle lampade, in relazione ai colori e alla ricezione della retina dell’occhio.
A tutto ciò, a ulteriore garanzia di sicurezza, va evidenziato il fatto che i LED non emettono infrarossi né ultravioletti (se non ordinati appositamente con frequenze verso l’UV.
I LED non emettono calore (LED a basso segnale) e non emettono alcun tipo di rumore.
I LED sono previsti per funzionare anche a temperature di –30°/-40°.
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A volte le leggende metropolitane inducono in errori, come ad esempio nel caso seguente di cui riporto un dialogo, puramente indicativo, tratto da un forum sull’argomento.
Domanda :
“ Non capisco : ho preso oggi una lampada per lavori in garage a 60 led bianchi e nelle istruzioni c’e scritto LED Classe 1 e dice di non avvicinarla agli occhi perché causa danno alla retina !
Sapevo dei diodi led laser, ma i NORMALISSIMI led bianchi (e allora magari anche i BLU che si avvicinano come spetto agli UV) danno davvero danni alla retina ? ”
A volte le leggende metropolitane inducono in errori, come ad esempio nel caso seguente di cui riporto un dialogo, puramente indicativo, tratto da un forum sull’argomento.
Domanda :
“ Non capisco : ho preso oggi una lampada per lavori in garage a 60 led bianchi e nelle istruzioni c’e scritto LED Classe 1 e dice di non avvicinarla agli occhi perché causa danno alla retina !
Sapevo dei diodi led laser, ma i NORMALISSIMI led bianchi (e allora magari anche i BLU che si avvicinano come spetto agli UV) danno davvero danni alla retina ? ”
Risposta :
“ No, è l'intensità luminosa del punto che è molto forte, non è una questione di spettro come nelle lampade abbronzanti.
Anche il led blu non è dannoso, perchè emette una frequenza ben precisa nel campo del luminoso, al contrario di certe lampade a largo spettro che spaziano dall'infrarosso all'UV ( ma in questo caso, come i lampioni stradali di vecchio tipo, hanno un vetro supplementare filtrante).
Infine, il led bianco è ottenuto in realtà da tre led colorati, rosso, verde blu che hanno emissioni con proporzioni esatte ( 0,11+0,56+0,33) .
Usala tranquillamente, ormai le vendono anche per casa. ”
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Aggiungo le considerazioni desunte da un approfondimento sul tema, a cui ha dato risposte precise il tecnico di uno staff specializzato nel settore lampade.
La norma di riferimento è la EN62471:2008 (CIE S009) “Sicurezza fotobiologica delle lampade e dei sistemi di illuminazione”.
La norma fissa i requisiti in termini di valori limite, metodi di misura e criteri di classificazione.
La classificazione delle lampade/apparecchi è basata su valori di rischio valutati a una distanza che produce 500 lux, ma che non sia inferiore a 200 mm.
Le sorgenti luminose LED per l’illuminazione generale non emettono normalmente IR o UV, in generale non si include il rischio infrarosso e ultravioletto.
Le sorgenti LED non raggiungono mai il rischio 3 che vale solo per sorgenti speciali in circostanze estreme.
Infine, è necessario sottolineare che, in termini di sicurezza fotobiologica, le sorgenti LED non cosituiscono un’eccezione nei riguardi di altre sorgenti convenzionali (ad esempio le lampadine ad alta intensità di scarica o le lampadine fluorescenti ad alte performance utilizzate in molte applicazioni).
La norma di riferimento è la EN62471:2008 (CIE S009) “Sicurezza fotobiologica delle lampade e dei sistemi di illuminazione”.
La norma fissa i requisiti in termini di valori limite, metodi di misura e criteri di classificazione.
La classificazione delle lampade/apparecchi è basata su valori di rischio valutati a una distanza che produce 500 lux, ma che non sia inferiore a 200 mm.
Le sorgenti luminose LED per l’illuminazione generale non emettono normalmente IR o UV, in generale non si include il rischio infrarosso e ultravioletto.
Le sorgenti LED non raggiungono mai il rischio 3 che vale solo per sorgenti speciali in circostanze estreme.
Infine, è necessario sottolineare che, in termini di sicurezza fotobiologica, le sorgenti LED non cosituiscono un’eccezione nei riguardi di altre sorgenti convenzionali (ad esempio le lampadine ad alta intensità di scarica o le lampadine fluorescenti ad alte performance utilizzate in molte applicazioni).
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Mi verrebbe anche da considerare da che pulpito viene la predica, come si userebbe dire in un contesto socio-clericale…
Ricordo che la Francia è il Paese del nucleare, e delle centrali il cui modello si sta cercando di emulare, almeno nelle intenzioni di Silvio berlusconi.
Che valenza può avere uno studio che, contrariamente a quanto sancito dalle nostre normative, denigra una tecnologia dai tanti risvolti positivi.
Se poi il dictat è pronunciato da chi, a casa sua, usa tecnologie ben più devastanti come quelle del nucleare, ed ha come riferimento uno Stato che sembra refrattario all’uso delle energie rinnovabili, a favore appunto del nucleare, allora il quadro si delinea più chiaramente.
L’intento dei francesi è quello di venire a casa nostra a costruire i loro mostri, le loro centrali di morte, con la complicità di una classe politica italiana che persegue come finalità il raggiungimento di obiettivi che facciano il gioco delle potenti lobbies e delle multinazionali di cui sono ostaggio.
Ricordo che gli interessi in gioco sono dell’ordine di miliardi di euro.
Ricordo l’intreccio tra gruppi imprenditoriali, massonerie, e politica.
Prenderei quindi con le molle le dichiarazioni, peraltro isolate nel contesto generale, di pseudo studiosi francesi che lanciano il sasso e nascondono la mano.
Io, personalmente, sto dalla parte della tecnologia a LED, e voi ?
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E.B.
Ricordo che la Francia è il Paese del nucleare, e delle centrali il cui modello si sta cercando di emulare, almeno nelle intenzioni di Silvio berlusconi.
Che valenza può avere uno studio che, contrariamente a quanto sancito dalle nostre normative, denigra una tecnologia dai tanti risvolti positivi.
Se poi il dictat è pronunciato da chi, a casa sua, usa tecnologie ben più devastanti come quelle del nucleare, ed ha come riferimento uno Stato che sembra refrattario all’uso delle energie rinnovabili, a favore appunto del nucleare, allora il quadro si delinea più chiaramente.
L’intento dei francesi è quello di venire a casa nostra a costruire i loro mostri, le loro centrali di morte, con la complicità di una classe politica italiana che persegue come finalità il raggiungimento di obiettivi che facciano il gioco delle potenti lobbies e delle multinazionali di cui sono ostaggio.
Ricordo che gli interessi in gioco sono dell’ordine di miliardi di euro.
Ricordo l’intreccio tra gruppi imprenditoriali, massonerie, e politica.
Prenderei quindi con le molle le dichiarazioni, peraltro isolate nel contesto generale, di pseudo studiosi francesi che lanciano il sasso e nascondono la mano.
Io, personalmente, sto dalla parte della tecnologia a LED, e voi ?
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E.B.
Credo che le luci a LED stanno entrando la nostra vita in un modo molto elegante ed è meraviglioso.
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