Pagine del Blog

domenica 16 gennaio 2011

UN ALTRO GASDOTTO IN ARRIVO A MINERBIO !

.
Apprendiamo dai media che è in progetto l’arrivo, sul nostro territorio, di un nuovo gasdotto che partendo da Taranto confluirà nei depositi di stoccaggio sotterranei della Stogit a Minerbio.

Ci rammarichiamo che, ancora una volta, il Sindaco non si sia minimamente preoccupato di informare i cittadini su questa importante novità che coinvolge in pieno la realtà locale.

Le problematiche inerenti, infatti, sono molteplici e degne di attenzione e non si capisce come mai il Sindaco non abbia chiesto ai cittadini una opinione sull’argomento.

Fors non tutti sanno che la zona prospiciente la Stogit, in cui vivono parecchie famiglie Minerbiesi, non è a tutt’oggi servita dal metano, e gli abitanti devono ancora ricorrere all’uso del bombolone.

Il paradosso è quindi che in un paese che vanta il più grosso sito di stoccaggio europeo, immagazzinando infatti una quantità di gas impressionante, si lamenti la carenza di gas tra le famiglie immediatamente a contatto territoriale con il deposito stesso.

Le altre famiglie minerbiesi, per contro, non ricavano il minimo vantaggio, in termini economici, dalla presenza invasiva di questo sito di stoccaggio.

Sarebbe logico che dato l’enorme impatto ambientale conseguente all’immagazzinamento del gas, si pensasse a forme compensative di risarcimento per i cittadini di Minerbio, quali, ad esempio, un sostanzioso sconto tariffario sulla bolletta del gas.

Anche la comunità, intesa come gruppo globalmente costitutivo della società locale, dovrebbe fruire di risarcimenti annuali, regolarmente e periodicamente corrisposti dalla Stogit al Comune di Minerbio.

Fino ad oggi, invece, ci si è accontentati di indennizzi “una tantum”, come quello di 662.000 euro introitato dalle casse comunali per il gasdotto proveniente da Rovigo.

C’è anche un problema riguardo al nuovo gasdotto, al quale non possiamo non rivolgere la nostra attenzione.

Sembra che per il tragitto da Taranto a Minerbio, sia stato individuato un percorso di interramento dei tubi che attraverserà la dorsale appenninica per tutta la sua lunghezza, anziché raddoppiare il gasdotto già presente sulla dorsale adriatica.

Se il progetto non cambierà itinerario, assisteremo all’ennesimo scempio delle nostre montagne, dopo quello che si è già effettuato per realizzare i nuovi percorsi dell’”alta velocità”.

Gli effetti e l’impatto causati dalla realizzazione del gasdotto saranno il disboscamento di fasce di territorio che ospitano fauna e flora importantissime per l’ecosistema nazionale.

L’impatto sarà devastante per un ambiente già troppo depauperato dalle sue prerogative essenziali, e i danni causati saranno irreversibili.

E’ di importanza primaria opporci a questo progetto, che ci priverà dei doni che la natura e l’ambiente sono riuscite a regalarci, e per cui sono occorsi milioni di anni di evoluzione.

Ora si vuole distruggere questo patrimonio con un’opera invasiva altamente distruttiva, senza che ci si preoccupi di valutare le alternative, come appunto quella di una diversa logistica.

Le opere come queste sono senza dubbio importanti per i cittadini, ma vanno gestite con estrema attenzione, poiché toccano ognuno di noi, oltre che l’ambiente in cui viviamo e in cui dovrebbero prosperare i nostri figli e nipoti.

Inoltre i Minerbiesi non hanno riscontri di carattere sistematico che comportino rientri di carattere economico per l’economia locale, da questo impatto non indifferente.

La sicurezza è uno dei problemi che gravano sui Minerbiesi come una spada di Damocle.

Basti pensare che nelle immediatezze dell’impianto Stogit si ergono imponenti i cartelloni di avvertimento quali :

ATTENZIONE GAS INFIAMMABILE
PERICOLO DI INCENDIO
SPEGNERE IL TELEFONO CELLULARE
VIETATO FUMARE E USARE FIAMME LIBERE

Se fossimo in assenza di pericolo, non ci sarebbero questi cartelli, che quindi ci danno la giusta dimensione di un fenomeno che pur rispettando i parametri di sicurezza e di attenzione, potrebbe incorrere in imprevedibili casi limite per la stessa sicurezza.

Pensiamo ad un terremoto !

Quale sarebbero le conseguenza di eventuali crepe sulle tubature, oppure di crolli e compressioni nelle sacche di stoccaggio del sottosuolo, causate da un sisma ?

Come mai in tanti anni di attività è stato concesso solamente una volta ai Minerbiesi di visitare gli impianti ?

Come mai non vengono indicati ai cittadini i quantitativi di CO2 e di ossido di azoto immessi nell’atmosfera a Minerbio da Stogit ?

Esiste un monitoraggio costante di Arpa sulle emissioni inquinanti ?

Sarebbe indispensabile che si costituisse un Comitato di controllo che, vigilando sulle attività della Stogit, permettesse ai cittadini di conoscerne il funzionamento, gli standard di sicurezza, le quantità di gas stoccate, le caratteristiche tecniche e le criticità riscontrabili, in un contesto globale che dia una visione contestuale di questa grande ipotetica mina sul nostro territorio.

Chiediamo quindi al primo Cittadino e alla Amministrazione Comunale di accettare l’arrivo di questo nuovo gasdotto, a condizione che :

1 - Il percorso attraverso cui si svilupperà la costruzione del gasdotto stesso si snodi lungo la dorsale adriatica, a lato di quello già esistente, evitando così uno scempio ambientale devastante.

2 - Sia costituito un comitato locale di controllo sulla Stogit e sulle attività di stoccaggio, rappresentato da abitanti di Minerbio, supportati da eventuali studiosi e tecnici che compensino eventuali carenze cognitive della commissione stessa.

3 - Si provveda a realizzare gli allacciamenti di tutte le famiglie del circondario tutt’ora prive di metano.

4 - Si raggiunga un accordo con la Stogit per individuare forme di indenizzo che compensino l’impatto ambientale e l’uso del territorio a così alto rischio intrinseco dell’attività stessa.

5 - Si raggiunga, nell’insieme degli accordi miranti alle forme di indenizzo, una precisa convergenza di intenti per quanto riguarda la tutela dei residenti sul territorio minerbiese, che individui forme di compensazione economica riscontrabili nella bolletta del gas.

Solamente se queste proposte saranno prese in considerazione e accettate, potremo guardare alla Stogit e al nuovo progetto di gasdotto come ad una risorsa, e non come ad una nuova invasiva presenza, impostaci senza chiedere il nostro parere.

Auspicando che l’Amministrazione minerbiese non si dimostri cieca e sorda ai bisogni della popolazione, come invece spesso purtroppo è accaduto in passato, ci aspettiamo una sollecita risposta costruttiva propositiva sull’argomento.

E’ necessario che il Sindaco, invece di glorificarsi con decine e decine di fotografie sulle sue pagine di Faceebook, teatro di uno stomachevole autoincensamento, si dedichi invece ad ascoltare quei cittadini che su Facebbok stesso lo bacchettano, richiamandolo a comportamenti meno stereotipati e più sinceri.

Da molte parti vedo infatti arrivargli segnali di dissenso e di contestuali puntualizzazioni, che contrastano con i Suoi proclami farneticanti e la sua continua vanagloria.
.
Il Blog
.
~ ~ ~
.
Propongo, di seguito, testo di un articolo tratto da Virgilio notizie, molto interessante ed esaustivo sull’impatto devastante di questo progetto :
.
L'autostrada del metano taglierà in due l'Appennino. Il gas accende la polemica .
.
Il tracciato solca parchi naturali, zone sismiche, aree a vincolo idrogeologico.
Il nuovo gasdotto vuole fare dell'Italia l'hub del metano, ma l'impatto ambientale rende il progetto controverso.

Sarà lungo quasi 700 chilometri e condurrà metano da Massafra, in provincia di Taranto, a Minerbio, cittadina a una ventina di chilometri da Bologna.

Il gasdotto "Rete Adriatica", progettato dalla Snam, ha un diametro di 1,2 metri e va interrato in una trincea profonda 5 metri, ai lati della quale viene riservata una fetta di territorio di 20 metri per parte, come "servitù di pertinenza".

L'operazione, inoltre, rende necessaria la costruzione numerose vie di accesso per permettere il transito ai mezzi impegnati nelle operazioni di scavo e di sbancamento.

Un'opera importante, che tuttavia non manca di suscitare polemiche :
il percorso della nuova via del gas passa lungo il crinale appenninico centrosettentrionale e presenta un elevato impatto ambientale.

Il tracciato del gasdotto infatti interessa numerose aree naturali protette, come i parchi nazionali della Maiella, dei monti Sibillini e del Gran Sasso, oltre al parco regionale del Velino - Sirente e 21 Siti di importanza comunitaria e/o zone di protezione speciale, ritenute strategiche per la conservazione degli habitat naturali della flora e della fauna selvatiche.

Inoltre il percorso si estende in zone a elevato rischio sismico, come fa notare Stefania Pezzopane intervistata in merito da Repubblica :
segue infatti la faglia del terremoto in Abruzzo ed entra poi in Umbria, sulla faglia del sisma del settembre 1997.

Enti locali territoriali, alcune associazioni ecologiste e diversi comitati civici hanno inoltrato un ricorso alla Commissione europea affinché valuti la rispondenza alle normative comunitarie in materia di valutazione ambientale strategica e di valutazione di impatto ambientale.

Ma gli interessi in gioco sono alti.

Da un articolo pubblicato su Altreconomia lo scorso marzo si apprende che Snam ha ottenuto un finanziamento pubblico di 300 milioni di euro garantito dalla Banca europea d'investimenti (Bei) nel dicembre 2009.

Serviranno a coprire quasi il 50% del costo di realizzazione del metanodotto tra Massafra e Biccari (Fg), il primo dei tratti previsti fino a Minerbio.

L'obiettivo è fare sì che l'Italia controlli le reti di trasporto del metano in transito per l'Europa.

Scrive Luca Martinelli sul mensile Ae :
" Oggi ci arriva il metano importato dall’Algeria e dalla Russia ;
un domani, se davvero verranno costruiti 9 nuovi impianti di rigassificazione del gas naturale liquido previsti nel nostro Paese (due sono già attivi), il progetto farà del nostro Paese l'hub del metano, il baricentro europeo, come non perde l'occasione di ripetere il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola.
Anche se non produciamo direttamente gas naturale, controlleremo tutte le reti di trasporto ".

Ma l'Unione Europea ha recentemente inferto un duro colpo al progetto.

La Commissione di Bruxelles ha infatti imposto a Eni, per evitare un abuso di posizione dominante, di cedere il controllo di tre gasdotti (Transigas, Tenp e Tag) che portano il metano nel nostro Paese dalla Russia e dal Nord Europa.

La guerra del gas si gioca sull'accesso alle infrastrutture.

Le ferite all'ambiente passeranno per danni collaterali ?

(LF)
.
~ ~ ~

1 commento:

  1. Riguardo al controllo della Stogit, tenevo a precisare che è sotto il controllo continuo del Ministero dello sviluppo economico e da una commissione composta da Arpa, Vigili del Fuoco con supervisioni sul posto. Indubbiamente una percentuale di pericolo c'è ma è veramente bassa, e in ogni caso vi sono comandi automatici che intervengono in caso di emergenza per mantenere lo stato di sicurezza. Per le "ferite dell'ambiente" questa società e la sua capogruppo si impegnano in modo da arrecare meno danni possibili all'ambiente, in africa per esempio espiantano gli alberi e li ripiantano in zone lontane alle centrali di estrazione del petrolio per non inquinare la flora. Infine in caso di terremoto la centrale di stoccaggio si comporta automaticamente e mette in sicurezza l'impianto, come ad esempio in abruzzo, dove la Stogit ha un'altra centrale, dove in seguito al disastroso terremoto la centrale non ha avuto nessun tipo di danno serio e pericoloso.

    RispondiElimina

I commenti sono proprietà dei rispettivi autori.
Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.