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domenica 29 marzo 2015

ATTENTI ALLA PROCESSIONARIA

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La stagione primaverile ci porta, oltre al suo carico di straordinari colori e profumi, anche alcuni pericoli che vanno tenuti nella debita considerazione.
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Uno di questi è rappresentato dalla comparsa della “Processionaria del Pino” e dalla “Processionaria della Quercia”
Si tratta in entrambi i casi di un piccolo bruco, nato dalla deposizione delle uova di una farfalla, che proprio in questo periodo si schiudono.
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Le larve appena nate si incamminano in “fila indiana”, insieme, unendosi in lunghe file, da cui trae origine il loro stesso nome : Processionaria.
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Ciò accade nei boschi, ma anche nei parchi pubblici e nei giardini delle abitazioni in cui c’è la presenza di alberi.
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Le uova infatti vengono deposte dalle farfalle sui rami più assolati, quelli più esterni e lontani dal tronco, per poi, ai primi caldi, assorbire il calore del sole e dischiudersi.
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La processionaria del pino, il cui nome scientifico è “Thaumetopoea pityocampa (Denis & Schiffermuller)”, è un lepidottero appartenente alla famiglia Notodontidae, ed è un insetto purtroppo molto nocivo per le pinete, poiché sviluppa un’azione distruttiva del fogliame, attaccando soprattutto il Pinus nigra, il Pinus sylvestris, il Pinus pinea, il Pinus mugo, il Pinus pinaster, il Pinus strobus,  i cedri, il Picea abies, e il Larix decidua.
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La processionaria della quercia, il cui nome scientifico è “Thaumetopoea processionea (Linnaeus, 1758), è anch’esso un lepidottero della stessa famiglia di quella del pino, ma con la differenza che le sue larve si nutrono di foglie di quercia, soprattutto di Quercus robur e Quercus peduncolata.
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Occasionalmente può colpire anche faggi, noccioli, castagni, carpini, betulle e cedri.
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Nel loro percorso le larve, della misura di circa 3-4 cm., si nutrono del fogliame delle piante che incontrano lungo la loro lenta ma costante processione, spogliando completamente gli alberi.
La farfalla
Le processionarie risultano quindi essere molto distruttive per l’azione parassitaria che svolgono, e molto pericolose per la sopravvivenza delle varie specie arboree.
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Questa però non è l’unica prerogativa per cui la larva è da considerare dannosa, ma anche per il fatto che i suoi peli possono causare irritazioni epidermiche.
I peli urticanti sono simili a piccoli arpioni provvisti di punte laterali dirette verso l‘apice, e la loro pericolosità si compone del risultato di una duplice azione, una fisica e una chimica.
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La loro particolare conformazione permette ai peli urticanti non solo di ancorarsi alla cute dell’uomo, o agli occhi, oppure ai polmoni se inalati, ma anche di penetrare in profondità e di permanervi per lungo tempo.
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Possibili conseguenze in caso di contatto con i peli urticanti di larve di processionarie.
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L’azione chimica consiste nel liberare una particolare proteina solubile a seguito della rottura del pelo.
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Gli effetti sulla pelle, dopo il contatto con i peli urticanti sono immediati e si manifestano con la presenza di un eritema papuloso fortemente pruriginoso.
In caso di contatto con gli occhi si sviluppa una rapida congiuntivite (con rossore e dolore agli occhi), mentre se il pelo del bruco penetra in profondità nel bulbo oculare si verificano gravi reazioni infiammatorie che possono progredire fino alla cecità.
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Nel caso di peli profondamente infissi e integrati nel tessuto oculare, questi dovranno essere rimossi chirurgicamente.
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L’inalazione provoca invece starnuti, mal di gola, difficoltà nella deglutizione e difficoltà respiratoria come nel caso di un broncospasmo simile a quello dell’asma (restringimento delle vie respiratorie).
processionaria del pino
In caso di ingestione dei peli urticanti si ha l’infiammazione delle mucose della bocca e dell’intestino, accompagnata da sintomi come : salivazione, vomito, e dolore addominale.
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I consigli generici (è sempre meglio rivolgersi ad un medico) suggeriscono di non grattare mai la parte irritata, e di mettersi sotto una doccia calda.
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Non usare ammoniaca, ma usare (previa valutazione del medico) creme a base di cortisone.
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Il prurito permane comunque per 5 giorni o più, mentre le vescicole per due settimane circa.
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In caso di reazione allergica sarà necessario, previa prescrizione medica, l’assunzione di antistaminici per via orale.

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La processionaria risulta essere molto pericolosa anche per i nostri amici animali, come i cani e i cavalli, i quali brucando l’erba o annusando il terreno possono ingerire i peli urticanti dei piccoli bruchi .
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nido di processionaria
In questi casi i danni possono essere molto gravi.
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Il contatto della lingua del cane, ad esempio, con i peli urticanti, provoca la distruzione del tessuto cellulare, e il danno può essere talmente serio da innescare un processo di necrosi tale da compromettere porzioni di lingua.
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L’animale perde vivacità e presenta sintomi come : febbre, rifiuto del cibo, vomito e diarrea, anche emorragica.
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Il rimedio di primo intervento, prima di ricorrere al veterinario, è quello di lavare abbondantemente la bocca dell’animale con una soluzione di acqua e bicarbonato, magari con l’ausilio di una siringa senza ago con la quale spruzzarvi ripetute volte la soluzione di lavaggio.
I parchi pubblici cittadini non sono esenti dalla presenza della processionaria, per cui è bene che le persone conoscano  quanto descritto sopra, al fine di  poter ugualmente approfittare e disporre della bellezza che la natura ci offre nel periodo primaverile, con i suoi colori e i suoi profumi, ma evitando al contempo di fare incontri spiacevoli.
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Esistono precise disposizioni di Legge sulla lotta obbligatoria contro la Processonaria del Pino (Traumatocampa pythiocampa) - D.M. 17 Aprile 1998 che impongono di porre la dovuta attenzione, anche istituzionale, a questo problema.
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B.E.
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