Ancora
una volta, tanto per confermare una
situazione che si ripete ciclicamente,
la giustizia a senso unico, quella delle “toghe rosse” ha puntualmente
sentenziato, schierandosi a favore di delinquenti che si ispirano alla violenza
di stampo marxista, un giudizio stereotipato, a cui oramai purtroppo a Bologna
siamo abituati.
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Si
tratta dell’ennesimo trattamento di favore verso uno dei tanti “rivoluzionari”
della domenica, che fanno dell’abuso e della violenza il loro modus operandi.
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La
guerriglia urbana, denominata semplicemente "manifestazione pubblica"
dall’imperante buonismo che accomuna la magistratura e il potere politico
felsineo, è l’elemento a cui i centri sociali ricorrono per affermarsi.
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Non
solo.
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L’imbrattamento
dei muri con scritte di stampo anarchico-insurrezionalista è prodromico alle
loro azioni, in un circuito nefasto e illegale che li caratterizza.
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Ma
tutto ciò non sembra essere rilevante per la magistratura bolognese che,
finora, ha sempre guardato con occhio benevolo all’operato di queste
organizzazioni, come Labas, Xm24, Cua, "antagonisti" e centri sociali in genere.
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L’ultima
beffa alla Giustizia è stata orchestrata dal Tar, a favore di M.G. un
pasionario dell’illegalità che si fregia del titolo di “antagonista”, iscritto
dal 2008 all’Accademia delle Belle Arti cittadina.
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A
inizio aprile la zona del Pratello fu devastata e deturpata da innumerevoli
atti di vandalismo, come decine e decine di scritte che comparvero sui muri per mano di anonimi incappucciati.
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Centri sociali : la violenza come "modus operandi"
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Le indagini della Polizia condussero alla perquisizione
dell’abitazione di M.G., appunto, in cui furono trovate un coltello in ceramica
con la lama di 10 cm, oltre ad una tanica di benzina, e a vernice spray nera
(come quella usata dal vandalismo becero e imbecille).
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La
Questura decise di emettere il foglio di via per allontanare questo
pericoloso individuo dalla nostra città, con la seguente motivazione :
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“L’ulteriore permanenza (dell’antagonista, ndr) costituisce
pericolo per la sicurezza pubblica, attesa la sua abituale frequentazione e
attuale convivenza con soggetti gravitanti nelle medesime aree di rifermento
(centri sociali e/o anarchici) anche gravati da precedenti specifici di polizia
o da misure analoghe”.
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Nulla
da eccepire, a nostro parere, considerando che questi personaggi appartengono
alla stessa area politica che si è macchiata di gravi reati, come l’occupazione
per oltre vent’anni dell’aula di Scienze politiche all’Università di Bologna,
oppure di guerriglia urbana, devastazioni e violenze.
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Finora
nessuno ha pagato, in termini giudiziari, per tutto ciò, poiché le toghe rosse
cittadine hanno sempre assolto i responsabili.
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E’
sufficiente sfogliare le cronache dei giornali per accertarsene.
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Un
vero e proprio scandalo che coinvolge la magistratura e le istituzioni.
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Tale
modus operandi, protettivo e benevolo nei confronti di questi delinquenti
comunisti o anarchici, si è ripetuto puntualmente anche nell’occasione in
questione, quella del foglio di via a M.G.
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Infatti
il Tar ha pensato bene di accogliere il ricorso di M.G. annullando il
foglio di via, appunto, asserendo che “mancano le
condizioni che caratterizzano un soggetto pericoloso socialmente : come essere
dediti a condotte criminali, vivere di proventi delittuosi, o avere
comportamenti che minano la tranquillità pubblica.”
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Il
Tar si è prodigato in spiegazioni dal sapore assurdo, come quella che recita :
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“Un caso analogo fu vagliato l’anno scorso, con conclusioni
applicabili anche alle scritte anarchiche”.
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La
delirante affermazione prosegue con altre che sembrano scaturire non da
sentenze giuridiche ma da manuali di accondiscendenza con la guerriglia.
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Eccone
il contenuto :
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“In primis, sarebbe paradossale
impedire a uno studente di poter circolare nella città dove si trova l’Istituto”.
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E
continua :
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“Ma
soprattutto l’appartenere a movimenti politici che siano particolarmente attivi
sul piano delle manifestazioni pubbliche o che siano noti alle forze di Polizia
perché alcuni dei loro componenti tendono a fomentare
disordini se non a commettere reati
non può automaticamente far attribuire alla persona la categoria di persona
pericolosa per l’ordine pubblico”.
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Tutto
chiaro dunque.
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E
se a commettere i disordini fossero stati elemnti di estrema destra ?
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Apriti
cielo, si sarebbe gridato : “al fascista !”, condannando e reprimendo,
in perfetto stile “antifa”, così come piace molto alla Presidente della Camera,
Laura Boldrini.
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Anche
il Sindaco bolognese sembra essere allineato ad una linea di permissivismo e
bonarietà verso questi che si vuol far apparire come semplici “ragazzacci” e non come criminali quali essi in realtà
sono.
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Infatti,
dopo aver effettuato alcuni sgomberi di locali occupati per anni da questi
professionisti dell’illegalità, ora ha ideato un sistema per non rendersi
troppo inviso ai loro occhi : quello di concedergli l’uso di immobili ed aree
cittadine dismesse, per consentire loro di ricomiciare l’attività.
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Sappiamo
tutti di quale attività si tratti.
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Quando
venne Salvini a Bologna, questi delinquenti misero a ferro e fuoco la città per
impedirgli di parlare !
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Ciò
spiega il perché siano così ben trattati da Magistratura e Amministrazione
locale.
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Da
anni pubblico articoli che evidenziano il connnubio tra questi gruppi criminali
marxisti e anarchici che tengono in scacco la democrazia a Bologna, e le istituzioni cittadine, a tutto
vantaggio degli eredi di Togliatti, che non perdono occasione per smentirsi.
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Dissenso
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