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venerdì 14 settembre 2018

L'INDIFFERENZA


Nella scala dei valori che riguardano la sfera dei sentimenti, quello che più di ogni altro si rivela espressione di freddo distacco e di non partecipazione emotiva è quello dell’indifferenza.
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Questa manifestazione di ostentata rinuncia di interesse verso il target di riferimento, sia esso intellettuale, morale, o materiale, confina il destinatario di tale sentimento entro i limiti di un limbo che suona peggio di una condanna, semplicemente poiché esclude ogni altra possibilità, sia esso l’amore, l’odio, la simpatia, il disprezzo, o quant’altro.
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L’indifferenza rappresenta la porta di accesso o di chiusura di quanto l’individuo voglia, oppure no, affrontare le cause stesse che lo conducono verso questo terribile stato d’animo.
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In pratica, il rifiuto di considerare aspetti che comunque ci riguardano, ma che non vogliamo prendere in considerazione per i più svariati motivi, costituisce l’essenza della indifferenza.
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Questo rifiuto implica però coinvolgimenti e considerazioni che, il più delle volte, sono di carattere etico e morale, e denotano la presenza nel protagonista di tale indifferenza di prerogative di mancanza di sensibilità oppure di marcato risentimento.
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Poniamo il caso dei diritti umani, come qulli che vengono calpestati quotidianamente nei paesi comunisti, primo fra tutti la Cina.
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E’ oramai noto a tutti che nel Paese del “Celeste Impero” (così come era definita la Cina Imperiale nei secoli scorsi) il Governo comunista attua da decenni una politica di annichilimento della dissidenza politica e delle manifestazioni di religiosità e di fede manifestate dai cittadini.
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In Cina non è consentito pensare qualcosa di diverso da ciò che impone il Regime Comunista, che esercita un controllo di tipo orwelliano sulla intera popolazione, e ricorrendo alla repressione violenta contro i trasgressori.
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L’uso della tortura è prassi abituale, così come la deportazione e le condanne a morte.
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Le famiglie vengono straziate da arresti e da violenze di ogni tipo, mentre le vittime vengono costrette ai lavori forzati per produrre manufatti (a costo zero) destinati ai mercati occidentali.
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La violazione dei diritti umani in Cina non è episodica ma endemica e capillare, e costituisce una spina nel fianco per la civiltà e il progresso intellettuale dell’intera umanità.
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Sembra però che gran parte dell’Occidente, prima fra tutti la “civile” Europa, quella delle sinistre per intenderci, sia refrattaria a qualsiasi considerazione sull’argomento, manifestando il sentimento dell’indifferenza.
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Nel nostro Paese le persone si recano quotidianamente nei mercatini rionali, retaggio nel recente passato di una cultura del lavoro propositiva e variegata tipica degli italiani, ma oggi monopolio di lavoranti stranieri cinesi, africani, pakistani, e quant’altro, che ne hanno stravolto l’identità, trasformando i mercatini in omogenee e standardizzate rivendite di prodotti per lo più di provenienza cinese.
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Il fatto che i prodotti in vendita siano frutto del lavoro di persone ridotte in schiavitù non è motivo sufficiente a boicottarne il commercio, poiché nella maggioranza degli acquirenti è insito e radicato un profondo sentimento di indifferenza, che induce a non prendere nemmeno in considerazione l’abominio commesso dall’uomo sull’uomo in Cina.
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E’ più facile e comodo girarsi dall’altra parte, e non farsi coinvolgere emotivamente dalla ripugnanza verso le atrocità commesse, ed più conveniente diventare complici di tale sistema approfittando dei prezzi concorrenziali (prodotti a costo zero grazie al lavoro gratuito degli schiavi) delle bancherelle di merce cinese.
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L’indifferenza segna il confine fra l’onestà intellettuale e il menefreghismo, fra l’amore e l’odio, fra la pietà verso quegli esseri indifesi che vengono sottoposti a tortura e la complicità con i carnefici, fra i sentimenti di fratellanza universali e l’abbandono, in un insieme di concause che producono il devastante effetto di una tragica concupiscenza.
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Il proprio piacere materiale e intellettuale, configurato attraverso le normali attività quotidiane, compresa quella di partecipare alla vita sociale in quanto tale, con i suoi aspetti e le sue prerogative, prescinde dall’estraniarsi da problematiche che ne ridurrebbero l’entità e l’intima sImbiosi.
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Ed ecco che compare l’indifferenza, a costituire una forma di scudo per continuare a pascersi del proprio piacere, inteso come appropriazione delle realtà materiali e come rifiuto di considerare le problematiche inerenti e attinenti.
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La Cina comunista ha deportato 1 milione di uiguri, ma l'Europa TACE !
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L’indole intellettuale delle persone è spesso contaminata da una sorta di ignavia e di indolenza che, rifiutando di considerare problematiche anche importanti come quella della violazione di diritti umani in Cina, conduce verso una sterilità di sentimenti devastante che prende il nome di indifferenza.
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Tutto diventa relativo, a partire dai bei discorsi e dalle proposizioni riguardo ai problemi sociali, alle proposte politiche, alle dichiarazioni di intenti, alla comunione di princìpi condivisi, mentre nostri FRATELLI vengono deportati e torturati.
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I Governi che hanno fatto capo alle sinistre, come quelli di Renzi e di Gentiloni a firma PD, hanno stretto rapporti commerciali con il Partito comunista cinese, comprensibilmente, essendo reduci in via di estinzione di una eredità politica che si rifà proprio al comunismo.
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Quello che riesce difficile accettare è che la stessa cosa è stata fatta dal nuovo Governo Lega e Movimento 5 stelle.
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Matteo Salvini che si proclama di destra, e che è stato votato proprio per questo motivo, non solo inneggia a Vladimir Putin, dittatore russo ex colonnello del KGB, ma stringe accordi commerciali, tramite il Ministro Tria, proprio con la Cina comunista.
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Ho sentito parecchie opinioni al riguardo, tutte diverse, ma riconducibili ad un unico sentimento : l’indifferenza.
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C’è che dice che il valore dei vantaggi economici sia tale da non potervici rinunciare, nonostante i lager e le torture sulla popolazione.
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Ho sentito anche dire frasi come :
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Continuerò a votare per Salvini, tappandomi il naso. E’ il meno peggio !
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Nel frattempo in Cina le persone continuano ad essere deportate, torturate, uccise, e i bambini strappati alle madri.
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Vincerà l’indifferenza e prevarranno le teorie economiche ?
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Vincerà l’indifferenza a favore dei “meno peggio” ?
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Spero di no, e lo spero perché credo nell’umanità e nei valori di giustizia e di civiltà.
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Spero che l’indifferenza venga sconfitta e sostituita da sentimenti veri, non di comodo, che esprimano lo stato d’animo delle persone vere, e non quello di automi spersonalizzati, indifferenti, appunto !
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Dissenso
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