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martedì 28 gennaio 2020

Un ANTICOMUNISMO inesistente

Con le elezioni Regionali di Gennaio 2020 abbiamo assistito alla sconfitta delle destre in Emilia Romagna, ma ciò che a mio parere ha prodotto questo risultato non è da ascrivere a meriti particolari nell’operato delle sinistre, bensì a precisi demeriti nelle politiche con cui le destre si sono rapportate ai Cittadini.
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Mentre le sinistre continuano da decenni a martellare e ad insistere sulla demonizzazione dell’avversario, dipingendolo, chiunque esso sia, come fascista, e identificandolo nell’affiancare ad esso il ricordo dei lager e delle atrocità commesse contro gli ebrei, le destre tacciono.
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Non importa il fatto che i Partiti riconducibili all’area politica delle destre non abbiano a che fare con il fascismo, poiché vengono comunque associati ad esso con termini nuovi, come quelli di sovranisti o nazionalisti.
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Le sinistre, in questo tam tam ossessionante e quotidiano, a cui ricorrono dal dopoguerra ad oggi, mantengono una supremazia intellettuale che li eleva al di sopra di interlocuzioni o di raffronti da cui possono rifuggire in qualità di paladini dell’antifascismo.
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Il condizionamento sociale è endemico e capillare, e viene instillato nell’immaginario collettivo della popolazione attraverso diversi meccanismi di coercizione emotiva e intellettuale, con l’ausilio di strumenti quali le neonate “sardine” o il ricorso a canzonette come “bella ciao”, o manifestando un antifascismo di comodo, rabbioso e distruttivo come quello dei “centri sociali”.
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Al contrario, le destre tacciono, complice l’ignavia espressa dai dirigenti che dovrebbero invece reagire e produrre cultura e anticomunismo.
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Probabilmente sono più occupati a rimanere attaccati alle proprie poltrone, sperando che il carisma di Matteo Salvini supplisca alle loro carenze e alla loro incapacità.
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Ho assistito personalmente al completo disinteressamento dei quadri direttivi delle destre verso qualsiasi problematica che intendesse sottoporre all’attenzione dell’elettorato una informazione corretta e storica sul fenomeno comunista, da cui ancora oggi i suoi eredi traggono linfa vitale.
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Mi sono dedicato alla scrittura di saggi e di libri (5 in tutto) nei quali porto a conoscenza del lettore la vera essenza e la dimensione criminale del comunismo e dei soggetti che ne hanno fatto parte, spaziando attraverso le dittature che hanno soggiogato i Paesi non solo europei, ed evidenziando il ruolo dei criminali assassini comunisti italiani.
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Ho spiegato perché oggi possiamo definire i partigiani comunisti come volgari delinquenti e assassini, e come si siano trasformati nel dopoguerra in apparati criminali come quello della Volante rossa o nelle famigerate Brigate Rosse.
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Ho spiegato come il vecchio PCI da cui deriva il retaggio pseudo culturale dell’attuale PD, abbia sempre protetto i criminali comunisti che si macchiarono di fatti di sangue e di come li abbiano addirittura fatti eleggere in Parlamento, palesando così un totale disprezzo verso le loro vittime.
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La conoscenza del “modus operandi” tipico delle sinistre, imperniato sull’odio e sulla demonizzazione dell’avversario, sulla mistificazione pianificata e sullo stravolgimento dei fatti storici è sicuramente prodromica all’evoluzione intellettuale delle masse popolari a cui finora tutto ciò è stato tenuto nascosto.
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Proposi i miei scritti all’editore Roberto Mugavero, titolare della casa editrice Minerva, nel bolognese, ma fui sbrigativamente “liquidato” con la motivazione che i contenuti si potevano reperire attraverso ricerche su internet.
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Feci presente che non avevo alcuno scopo di lucro, ma solamente il desiderio di diffondere l’anticomunismo, obiettando anche che le persone possono cercare un argomento in rete solo se vengono a sapere che tale argomento esiste.
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Poiché la disinformazione comunista, dal dopoguerra ad oggi, ha accuratamente celato o mistificato tutto ciò che riguarda l’universo marxista, tocca a noi dare una giusta informazione, libera da vincoli e imposizioni.
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L’editore, che era anche impegnato politicamente come Consigliere Comunale di centrodestra a San Giorgio di Piano, decise di non proseguire tale discorso con i miei lavori, chiudendomi la porta in faccia.
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Oggi i miei libri, che ho pubblicato attraverso Amazon, sono apprezzati e letti con una certa regolarità e riesco così a fare, nel mio piccolo, ciò che mi ero prefissato : diffondere l’anticomunismo.
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Voglio anche ribadire il concetto che i capi di Partito, gli assessori, i senatori, e coloro che spaziano nell’orbita dirigenziale degli apparati politici, dovrebbero occuparsi di ciò, patrocinando, affiancando, aiutando, pubblicizzando le opere di quegli autori che contribuiscono a squarciare il velo di omertà che fino a oggi ha coperto i crimini comunisti.
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Purtroppo ho invece potuto constatare l’assoluta indifferenza della dirigenza di Partiti quali, ad esempio, Lega, Fratelli d’Italia, e Forza Italia.
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Anni addietro ero in stretto contatto con un assessore regionale di Forza Italia, Galeazzo Bignami, a causa del fatto che conducevo una battaglia politica contro il PD nel paese di Minerbio, in cui  lui voleva allargare la sua sfera di influenza.
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Insieme a mio figlio, da soli, dopo due anni di attività politica che comprendeva la divulgazione di materiale scritto da me e distribuito attraverso “banchetti informativi” sul territorio, portammo il PD al suo minimo storico nelle elezioni politiche di quegli anni.
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Dopo qualche tempo proposi a lui, a Bigami (allora in Forza Italia), di sostenere il progetto editoriale (gratuito) chiedendogli di intervenire presso i canali adeguati per la diffusione dei libri, ma non solo ottenni un netto rifiuto, ma anzi da allora questo personaggio mi si è negato anche al telefono ogni qualvolta l’ho chiamato.
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Costui, dopo essere stato eletto alla Camera dei Deputati nelle file berlusconiane, occupando così uno scranno parlamentare, ha potuto toccare con mano il declino di Forza Italia e si è quindi precipitato a migrare verso l’astro nascente di Fratelli d’Italia, procurandosi così nuove certezze (di non dover lasciare la poltrona).
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Con personaggi come quelli descritti risulta evidente come la destra sia destinata a soccombere di fronte ad una “macchina da guerra” ben collaudata e funzionante come quella dei cosiddetti “progressisti” .
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Una delle attività principali con cui detengono le leve del potere è proprio quella che pone in evidenza le ortodossie di riferimento, a cui tutti devono adeguarsi, allineandosi all’ideologia e ai dictat emanati dal ghota di turno.
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Manipolazione delle coscienze, suggestione finalizzata ad imposizioni ideologiche, stravolgimenti della realtà che diventano assiomi di riferimento, elaborazioni della struttura storica e dei fatti, rifiuto dell’evidenza, asservita a verità preconfezionate, costituiscono l’incedere quotidiano delle politiche delle sinistre, PD in testa.
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Il PD pubblicizza e porta all’attenzione delle persone qualunque cosa possa ostacolare l’avanzata delle destre, e ricorre a sistemi che ricordano da vicino la sudditanza psicologica descritta dal libro di Orwell “1984” orchestrando una società sotto controllo del “Grande Fratello”.
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Le destre, o meglio i personaggi di spicco che evidentemente sono più impegnati a “paracularsi” piuttosto che ad impegnarsi nell’anticomunismo, tacciono e non reagiscono, diventando loro stessi complici della disfatta.
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La cultura è, e sarà sempre, il motore che consente di spaziare attraverso la dimensione temporale traendo insegnamento e monito dalle vicende del passato.
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La mancanza di cultura provoca la rottura di equilibri sociali e l’insorgenza di dittature, quale è oggi, ad esempio, quella del PD
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Dissenso
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