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sabato 26 febbraio 2011

BANDO REGIONALE PER LA RIMOZIONE DELL'AMIANTO...

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Concessione di contributi per la 
rimozione dell’amianto dagli edifici, 
la coibentazione degli edifici 
e l’installazione di pannelli solari fotovoltaici.
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Il testo completo della Delibera di Giunta è il n. 15 del 10 gennaio 2011.
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Christian B.
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mercoledì 23 febbraio 2011

I COSTI DELLA POLITICA ED IL PD MINERBIESE


VI RICORDATE QUESTO ARTICOLO 
APPARSO SUL CARLINO?
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ORA PARLIAMO DI COSTI E CIFRE.
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63.941,81 PRELEVATI DIRETTAMENTE 
DALLE TASCHE DEI CITTADINI MINERBIESI.
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TRATTO DALL'ALBO PRETORIO.
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2° SETTORE PIANIFICAZIONE GESTIONE E SVILUPPO DEL TERRITORIO
C O P I A
Determinazione n. 193 del 29/11/2010
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Oggetto: CAUSA COMUNE DI MINERBIO/SXXXXXX LINO E SXXXXXXX GUIDO .
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LIQUIDAZIONE SOMME SPETTANTI
L’anno DUEMILADIECI il giorno VENTINOVE del mese di NOVEMBRE
IL RESPONSABILE DEL SETTORE
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Visto:
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- la deliberazione della Giunta Comunale n. 131 del 31/12/2009 di approvazione del Piano Economico di Gestione 2010 con la quale i Dirigenti/Responsabili Titolari di Posizione Organizzativa e Responsabili di Servizio sono stati autorizzati ad adottare gli atti di gestione finanziaria relativi alle spese connesse all’oggetto, oltre che a procedere all’esecuzione delle spese con le modalità previste dai vigenti regolamenti dei contratti;
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- il provvedimento sindacale prot. n. 18254 del 02/12/2009 integrato con provvedimento n. 19591 del 31/12/2009 con il quale sono state attribuite le funzioni di cui all'art. 107 del D.Lgs. 267/2000;
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Vista la sentenza della Corte d’Appello di Bologna n. 929/2010 relativa al contenzioso tra il Comune di Minerbio e il Sig. Sxxxxxxx Guido, e per esso gli eredi, e il Sig. Sxxxxxxx Lino , e per esso gli eredi relativamente alla definizione di esproprio di aree di loro proprietà poste in zona Peep del Capoluogo;
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Vista la deliberazione n. 85 del 13/10/2010 con la quale la Giunta Comunale prendendo atto di detta sentenza da’  mandato al Responsabile del 2° Settore Pianificazione Gestione e Controllo del territorio affinche’ vengano liquidate le cifre di cui alla sentenza in parola;
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Considerato che con tale sentenza la Corte d’Appello:
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- ha determinato l’importo del conguaglio di indennità di espropriazione come segue:
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€ 20.437,74 = al Sig. Sxxxxxxx Lino, e per esso agli eredi,
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 € 4.281,53 = al Sig. Sxxxxxxx Guido, e per esso agli eredi;
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- ha disposto che gli importi sopra indicati siano maggiorati degli interessi legali calcolati a partire dal 30/06/1982 al saldo (interessi di natura compensativa e non moratoria);
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- ha disposto che il Comune di Minerbio rifonda, in solido, i medesimi delle spese processuali, ammontanti a 
2.567,00 (comprensivi di spese, diritti e onorari) oltre IVA e CPA, per complessivi € 3.585,82;
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Rilevato che alla data in cui si ritiene possibile effettuare il versamento, vale a dire il 29/11/2010, gli interessi legali ammontano a complessivi 
35.636,72 di cui:
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- € 6.172,50.= in favore di Sxxxxxxx Guido, e per esso agli eredi;
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-€ 29.464,22 .= in favore di Sxxxxxxx Lino , e per esso agli eredi;
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Rilevato pertanto che la somma totale da liquidare per l’acquisizione del terreno,
ammonta a complessivi  €  63.941,81;
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Considerato che il capitolo 12640 presenta la necessaria disponibilità per far fronte al pagamento di tali somme;
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Ritenuto pertanto necessario, per i motivi sopra espressi, procedere alla liquidazione delle seguenti somme pari a:
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- € 14.039,85 (di cui € 4.281,53 per conguaglio,
€ 6.172,50 per interessi legali, 
€ 3.585,82 , in solido con Sxxxxxxx Lino, per spese processuali ) a favore di Sxxxxxxx Guido, e per esso gli eredi, - € 49.901,96 (di cui € 20.437,74 per conguaglio,
€ 29.464,22 per interessi legali, 
a favore di Sxxxxxxx Lino , e per esso gli eredi;
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Ritenuto inoltre di procedere in tal senso;
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DETERMINA
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1)  Di impegnare, per i motivi esposti in premessa, in esecuzione della sentenza della Corte d’Appello di Bologna n. 929/2010 relativa al contenzioso tra il Comune di Minerbio e il Sig. Sxxxxxxx Guido, e per esso gli eredi, e il Sig. Sxxxxxxx Lino, e per esso gli eredi relativamente alla definizione di esproprio di aree di loro proprietà poste in zona Peep del Capoluogo, la
cifra complessiva di € 63.941,81. 
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= imputandola all’intervento “Maggiori oneri di esproprio” cod. 2090102 reg. interna corrispondente al cap.lo 12640 “Espropri ed accordi bonari” Cod. SIOPE 2201 RP/2008 – i.s 671 come segue:
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- € 14.039,85 (di cui € 4.281,53 per conguaglio, € 6.172,50 per interessi legali , € 3.585,82 , in solido con Sxxxxxxx Lino, per spese processuali ) 
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a favore di Vxxxxx Lxxxx in qualita’ di unica erede delegata di Sxxxxxxx Guido - sub is 57 - € 49.901,96 (di cui € 20.437,74 per conguaglio, € 29.464,22 per interessi legali) a favore di Vxxxxxx Lxxxx in qualita’ di unica erede delegata di Sxxxxxxx Lino - sub is 58 
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2) Di liquidare in favore dei medesimi le somme impegnate per le quote a ciascuno spettanti con le modalità che verranno successivamente comunicate all’Ufficio ragioneria.
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3) Di dare atto che le somme corrisposte, eccetto il rimborso delle spese processuali, verranno assoggettate, ai sensi della L. 413/91 , a ritenuta d’acconto;
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4)  Di trasmettere il presente provvedimento al Responsabile del Servizio Finanziario per l’apposizione del visto di regolarità contabile Il Responsabile del Settore f.to Davide Baraldi 3° SETTORE ECONOMICO FINANZIARIO E CONTROLLO
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Visto per la regolarità contabile si attesta la copertura finanziaria, ai sensi e per gli effetti dell'art. 151, comma 4, del D.Lgs. n. 267/2000.
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Minerbio lì, 29/11/2010
F.to Il Responsabile del Settore
Pagina n. 3 della determina n. 193 del 29/11/2010
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CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Copia della presente determinazione viene trasmessa al Messo Comunale per l’affissione all’Albo Pretorio del Comune per quindici giorni consecutivi.
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Alcune nostre considerazioni:
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A queste cifre, che il Comune dovrà risarcire, immaginiamo vadano aggiunti i costi per i legali che hanno difeso Minerbio e considerando che questa causa dura DAL 1982 (per volontà delle varie, compresa questa, amministrazioni della sinistra minerbiese) sarebbe interessante sapere a quanto ammontano.
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Quindi: 
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63.941,81 spese legali del Comune  =  ???
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Qual è la cifra TOTALE?
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Christian B.
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TRAPPOLE PER TOPI IN SALA MENSA. L'AUSL DI SAN GIORGIO DI PIANO RISPONDE



Lettera dell'Ausl originale
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OGGETTO: segnalazione relativa all'inconveniente igenico da voi riscontrato presso la Scuola Elementare di Minerbio sita in via Roma 18
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Si comunica che relativamente alla vostra segnalazione del 23 gennaio 2011 operatori della scrivente U.O. in data 7-2-2011 hanno effettuato un sopralluogo presso la scuola elementare citata in oggetto, da cui è risultata una relazione che è stata inviata al Sindaco del Comune di Minerbio
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Ho chiesto al Sindaco la relazione dell'ausl con la seguente mail:
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"Buon giorno, 
sono a richiedere la lettera inviata da USL a Comune di Minerbio inerente la segnalazione sanitaria nelle scuole elementari locali e OGNI ALTRO documento esistente concernente questa situazione, trappole per topi in sala mensa.
Grazie per la gentile collaborazione.
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Christian Bartoli"
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Attendo risposta.
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Qui sotto potete trovare i LINK riferiti alle scorse lettere:
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1- 2011/01/trappole-per-topi-in-sala-mensa-nella.html
2- 2011/02/trappole-per-topi-in-sala-mensa.html
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Christian B.
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domenica 20 febbraio 2011

LA CENSURA NEI PAESI COMUNISTI

PREMI NOBEL E PAESI COMUNISTI

Ecco come la libertà viene calpestata nei regimi comunisti :

Elenco, di seguito, una lista di premiati con il Nobel per la Pace che, purtroppo, hanno la sventura di vivere in paesi dove vige la dittatura comunista…

La visione politica di questi governi assolutisti è vicina, per l’appartenenza agli stessi ideali, a quella dei comunisti che in Italia si fregiano di sbandierare uno stendardo che rappresenta la falce e il martello, pur sapendo che tale bandiera, per i suoi significati, è lorda del sangue di tanti innocenti.

Spesso questo particolare viene ignorato dalla maggioranza delle persone, ma io non accetto che si continui a nascondere il fatto che il comunismo ha fatto molti più morti innocenti del nazismo, e che ci siano individui in mezzo a noi che osannano il marxismo, che è stata la filosofia da cui ha avuto origine questo mostro orrendo.

Nelle nostre città ci sono strade intitolate a Lenin e a Stalin, i feroci fautori ed esecutori di un comunismo esasperato che ha prodotto cento milioni di morti nel secolo scorso.

Come mai la Coscienza collettiva si ribella al solo sentir nominare Hitler o qualsiasi altro gerarca nazista, mentre invece accoglie con indifferenza i nomi dei criminali comunisti ?

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La risposta a questa domanda trova corrispondenza in una subdola politica che per cinquant’anni i comunisti di casa nostra hanno portato avanti, fatta di menzogne e di manipolazione della realtà storica.

I suoi attori principali, a partire dal criminale Togliatti, hanno rappresentato l’elite del Partito Comunista Italiano, e di tutte le formazioni politiche che , operando un trasformismo di comodo, si sono raggruppate in una simbiosi di intenti dal sapore drammaticamente marxista.

I vari Longo, Berlinguer, Napolitano, D’Alema, Fassino non sono altro che gli eredi di questi mistificatori, tanto che tra loro nessuno ha mai rinnegato il passato e le origini da cui provengono.

Un passato, ricordiamo, che ha legato a filo doppio i comunisti italiani a Stalin, e che spesso si è imbevuto del sangue di coloro che furono sacrificati in nome di una ortodossia esasperata.

Oggi, finalmente, l’apertura degli archivi storici ha dato modo agli studiosi di elaborare una verità oggettiva dei fatti, nettamente in contrasto con quanto asserito finora dai comunisti di mestiere che hanno calcato gli scranni parlamentari.

A costoro va tutto il mio disprezzo, e a loro dico :

Guardate come viene ancora oggi calpestata la libertà nei vostri “paradisi comunisti” !

Invito questi “rifiuti umani” a recarsi in quei posti e a rimanerci, anziché rimanere qui ad ammorbare l’aria che respiriamo.

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Tornando ai Premi Nobel… leggete qual è la prassi seguita dai comunisti nei loro confronti :

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2010 - Liu Xiaobo

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Premio Nobel per la pace 2010 a Liu Xiaobo, che si trova in carcere.
L'ira di Pechino: «È un'oscenità»
Polizia a casa sua, convocato l'ambasciatore norvegese.
(tratto dal sito “Corriere.it”)
Il premio Nobel per la pace va al dissidente cinese Liu Xiaobo.
Confermate dunque le previsioni della vigilia, nonostante le pressioni di Pechino.
Del resto, prima dell'annuncio ufficiale, lo stesso comitato norvegese aveva affermato che si sarebbe trattato di una «scelta da difendere».
Secondo le motivazioni che hanno accompagnato la decisione, Liu rappresenta «il simbolo della campagna per il rispetto e l'applicazione dei diritti umani fondamentali» in Cina.

Non si è fatta attendere la reazione di Pechino :
la polizia si è subito recata nell'abitazione di Liu, per impedire alla moglie di rilasciare dichiarazioni alla stampa, e le trasmissioni della Bbc sull'annuncio del Nobel sono state interrotte.

Poco dopo, è arrivato anche il commento ufficiale del governo, che parla di «oscenità».
Secondo il ministero degli Esteri, Liu Xiaobo è «un criminale» che è stato condannato «dalla giustizia cinese».
La decisione, prosegue la nota, è destinata a «nuocere alle relazioni tra la Cina e la Norvegia».
Infatti l'ambasciatore norvegese a Pechino è stato convocato dal governo :
«Hanno voluto esprimere ufficialmente la loro opinione, il loro disaccordo e la loro protesta» ha detto una portavoce del ministero degli Esteri norvegese, sottolineando che il governo norvegese non è responsabile per l'assegnazione del riconoscimento a Liu, stabilita da un comitato indipendente.
Il presidente Usa Barack Obama, Nobel per la pace lo scorso anno, si è congratulato per la scelta di Liu Xiaobo e ha chiesto alle autorità cinesi la sua liberazione.

Liu Xiaobo sta scontando una condanna a undici anni di carcere per «istigazione alla sovversione».
L'intellettuale, che già aveva trascorso lunghi periodi in galera, è stato accusato di essere tra i promotori di “Charta 08”, il movimento favorevole alla democrazia che promulgò un documento a tale scopo che è stato firmato da oltre 8 mila persone, tra le quali più di 2 mila cinesi.
Liu era stato arrestato alla fine del 2008 ma la condanna gli fu inflitta nel giorno di Natale 2009, probabilmente nella speranza di ridurre la copertura dei mezzi d'informazione occidentali.

Dopo un anno di detenzione, il 23 dicembre 2009 si è svolto il processo ;
il 25 è stato condannato a 11 anni di prigione e a due anni di interdizione dai pubblici uffici.
La sentenza è stata confermata in appello l'11 febbraio 2010.

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Cina: irreperibile la moglie di Liu Xiaobo, premio Nobel per la pace 2010
(Tratto da ”IN DIES”)
.Mentre il nuovo Premio Nobel per la pace è irraggiungibile in una prigione cinese, il cellulare di sua moglie è spento e nessuno riesce più a contattare la donna, che ha inviato l’ultimo sms a Radio Free Asia la notte scorsa.

La Polizia ha tenuto i giornalisti lontano dalla prigione in cui Liu sta scontando una condanna a 11 anni per sovversione e il suo avvocato ha detto che la moglie di Liu, a cui la polizia aveva promesso che l'avrebbe portata dal marito per dargli la notizia del premio, ora sembra scomparsa.

E' possibile che la donna sia mani della polizia.

La polizia cinese spesso costringe i critici politici, i dissidenti religiosi e, talvolta, i loro familiari, a lasciare Pechino rinchiudendoli in residenze di campagna, tenendoli lontani dalla capitale cinese per giorni e settimane.

Le autorità cinesi hanno chiamato Liu un criminale poco dopo l'assegnazionde del premio e il 'Quotidiano del popolo' ha scritto che il premio è "una vetrina arrogante di ideologia occidentale", che non rispetta il popolo cinese.

Il presidente Barack Obama, vincitore lo scorso anno del Nobel per la pace, ha chiesto l'immediato rilascio di Liu. Talvolta la Cina ha scarcerato alcune persone a seguito delle pressioni internazionali.

La moglie del Nobel per la pace 2010 sperava di poter andare in Norvegia per ricevere il premio a posto del marito, se lui non fosse potuto andare.
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Moglie di Liu Xiaobo incontra il marito in carcere.
Presa in custodia dalla polizia la notte seguente al conferimento del premio.
L'avvocato del premio nobel: "non siamo riusciti a metterci in contatto con lei"
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(Tratto da ”www.voceditalia.it”)

Un gruppo umanitario di Hong Kong ha affermato che la moglie del dissidente cinese Liu Xiaobo, vincitore del Nobel per la Pace 2010, sarebbe riuscita a incontrare il marito in carcere.

La notte seguente al conferimento del premio al marito, la donna è stata presa in custodia dalla polizia.
Ding Xikui, avvocato di Liu Xuiaobo, ha dichiarato :


"Non siamo riusciti a metterci in contatto con lei, non sappiamo dove sia. Siamo preoccupati, crediamo che la polizia l'abbia prelevata per condurla da Liu".

Liu sconta una condanna a undici anni di carcere comminatagli per sovversivismo.

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Anche ad altri dissidenti è stato proibito dai loro Governi, in passato, di andare in Norvegia per ritirare il premio.

1975 - Andrej Sacharov

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Fisico sovietico e attivista per i diritti civili, non potè ritirare il premio di persona.
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Per aver manifestato contro l'entrata delle truppe sovietiche in Afghanistan fu arrestato, e nel 1980 fu confinato a Gor'kij dove la moglie Elena Bonner costituì il suo unico contatto con il mondo esterno.
(tratto dal sito “La Stampa.it”).
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1983 - Lech Wałęsa
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La scelta scosse le fondamenta dell'Urss, provocando un'ondata di manifestazioni per la libertà in tutto il blocco sovietico.
Il fondatore di Solidarnosc non potè ritirare il premio di persona, per paura che non gli fosse permesso rientrare in patria.
Sua moglie lo fece al posto suo e donò i soldi ai quartieri generali di Solidarnosc in esilio a Bruxelles.
(tratto dal sito “La Stampa.it”)

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1989 - Dalai Lama

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Tenzin Gyatso, il Dalai Lama tibetano, venne insignito dell'onoreficenza per la sua lotta alla liberazione del Tibet.
Dal 1959 il Dalai Lama vive in esilio in India.
(tratto dal sito “La Stampa.it”)

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1991 - Aung San Suu Kyi
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.Nel 1991 l'attivista birmana San Suu Kyi ricevette il premio Nobel per la Pace e usò i soldi per per costituire un sistema sanitario e di istruzione, a favore del popolo birmano.

La scelta non piacque alla giunta militare che governa il paese, che non accolse gli appelli internazionali per il suo rilascio.
(tratto dal sito “La Stampa.it”)
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giovedì 17 febbraio 2011

JUDO A MINERBIO: I NOSTRI CAMPIONI.




CAMPIONATO ITALIANO FIJLKAM 
 CADETTI  2011


LORENZO SOVERINI: 3° CLASSIFICATO (Kg.90)

E NUOVA CINTURA NERA.


 











 
... e come se non bastasse...
6° TROFEO "LORIS ROMAGNOLI"
(Judo Kodokan di Cesena 1966, patrocinato dal Comune di Cesena, 30 Gennaio 2011)
1° CLASSIFICATO: LORENZO SOVERINI
1° CLASSIFICATO: STAGNI GIACOMO 
3° CLASSIFICATO: RASICCI ALESSIO


GRANDE RAGAZZI!



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sabato 12 febbraio 2011

CICOGNE A SAN GABRIELE

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Oggi, a mia moglie e a me, è capitata un’esperienza straordinaria, che non tutti hanno, di solito, la possibilità di vivere.

Eravamo in campagna, vicino a San Gabriele, la frazione successiva all’abitato di Baricella, in direzione Molinella, quando abbiamo deciso di dirigerci verso un agriturismo locale per pranzare.

Erano già, infatti, le 12 circa, e ci siamo quindi diretti verso questa nuova meta, che si trova sulla strada per Altedo in direzione Boschi.

Abbiamo imboccato la deviazione, muovendoci a bassa velocità, per assaporare la bella giornata di sole, allietati dalla presenza di un paio di aironi bianchi, che volteggiavano con leggiadria su una porzione della splendida campagna, nel cui contesto abbbiamo la fortuna di poterci inserire.

Ad un tratto la mia attenzione è stata calamitata da qualcosa di inusuale, a lato della strada, ad una distanza di un centinaio di metri.
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Ho preso il binocolo, che porto sempre con me, per catturare le immagini degli splendidi animali che popolano il nostro territorio, e l’ho puntato nella direzione che mi interessava.

La mia sorpresa è stata ancora più grande, quando ho potuto constatare che si trattava di una coppia di cicogne bianche !

Una recinzione, delimitante una proprietà privata, racchiudeva al suo interno un insieme di esemplari altrettanto inusuali, dalle nostre parti.

Ho infatti visto degli animali che alla vista, da lontano possono essere lama o alpaca, e insieme si muovevano esemplari di struzzi, o kiwi.

La distanza e la limitata potenza del mio binocolo, non mi hanno permesso di identificare con esattezza le specie viste, ma mi sono ripromesso di indagare al più presto.
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La cosa però più interessante è che, all’interno del recinto, si eleva un alto palo, alla cui estremità superiore, è fissato un disco abbastanza largo, sopra cui nidificano le cicogne.

Sapevo già che il nostro territorio dava alloggio a questi splendidi e rari animali, soprattutto nella zona di Bentivoglio, all’interno dell’Oasi La Rizza, ma dal vivo non mi era mai capitato di vederli.

Col binocolo ho potuto osservare molto bene la loro elegante sagoma, e i loro brevi voli al di sopra del nido, fino a quando mi è capitata una fortuna insperata, che forse non mi si presenterà mai più, e cioè assistere al loro corteggiamento amoroso, e all’accoppiamento.

I due esemplari, durante il corteggiamento piegavano all’indietro sia la testa che il lungo collo, ed emettevano un suono, prodotto dal battere del becco, aperto e chiuso a ripetizione, ritmicamente.
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Il maschio si è poi appollaiato sopra il corpo della femmina, sempre lanciando all’indietro il collo, muovendo le ali per rimanere in equilibrio sopra la compagna, fino a che, dopo pochi minuti si è spostato di nuovo sul disco che li accoglie entrambi.

L’accoppiamento di questa specie, negli esemplari stanziali avviene infatti nei mesi di Febbraio - Marzo, a differenza di quelli migratori che si ha nei mesi di Marzo - Aprile.

La maturità sessuale e la conseguente età riproduttiva, in questa specie, viene raggiunta tra il secondo e il quarto anno di vita, per cui siamo di fronte ad esemplari adulti, che tendono ad allargare la loro piccola colonia.

Il corteggiamento consiste in una complessa serie di esibizioni che spaziano dal battito del becco (bill-clattering), che ha la funzione di rafforzare il legame della coppia, ma anche di difendere il territorio, al movimento sincronizzato di testa e collo, coda e ali :
il collo viene piegato all’indietro fin quasi a toccare il dorso con il capo.
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Gli accoppiamenti avvengono ripetutamente, per diverse settimane, anche dopo la deposizione delle prime uova.

La costruzione del nido, alla quale concorrono entrambi i componenti della coppia, richiede da pochi giorni ad alcune settimane.

I nidi vengono realizzati alla sommità di camini, tetti di case e cascine e campanili, alberi con rami a crescita orizzontale, tralicci e pali, generalmente a quote comprese fra il livello del mare e i 400 m s.l.m. (in questo caso su una struttira appositamente preparata dall’uomo, così come nell’Oasi La Rizza, di Bentivoglio).

Una volta terminato il nido, la femmina depone da 1 a 6 uova. La cova, effettuata alternativamente da entrambi i genitori, ha una durata di 33-34 giorni.

I pulli appena nati pesano poche decine di grammi, sono coperti da un rado piumino grigio chiaro che si infoltisce in breve tempo.

I primi tentativi di volo vengono effettuati durante i mesi di Giugno e Luglio, mentre nella seconda metà dell’estate avviene il definitivo abbandono del luogo di nascita per raggiungere i quartieri di svernamento africani.
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I primi 2-3 anni di vita vengono trascorsi in Africa compiendo spostamenti parziali verso nord, anche in funzione della disponibilità di risorse trofiche.

La Cicogna bianca è una specie essenzialmente carnivora.

La dieta è costituita principalmente da anfibi, sia allo stadio adulto (rane), sia allo stadio larvale (girini), da rettili (lucertole, bisce d’acqua, scinchi), da piccoli mammiferi (soprattutto topi e talpe), da lombrichi, da crostacei, da molluschi e da insetti.

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La predazione di altri uccelli non costituisce un evento raro.

Essi possono essere piccoli passeriformi in difficoltà oppure nidiacei, fino ad uccelli delle dimensioni del Cavaliere d’Italia.

La ricerca del cibo può coinvolgere il singolo individuo, la coppia, la famiglia e anche l'intero stormo soprattutto quando le prede sono altamente concentrate, come ad esempio le locuste.

Nel territorio riproduttivo le prede vengono cercate nelle vicinanze del nido.
Solo occasionalmente la cicogna si allontana dal luogo di nidificazione per nutrirsi.

La Cicogna mangia molto in fretta quando le prede sono abbondanti: in un'ora può mangiare 44 topi, 2 roditori e 1 rana.

Si nutre di una grande varietà di specie in base alla disponibilità di prede e alla località in cui si trova.

Negli anni poco piovosi mangia principalmente insetti e topi, mentre negli anni con precipitazioni abbondanti si nutre di organismi acquatici.

La Cicogna è una specie migratrice: i LUOGHI DI NIDIFICAZIONE si trovano tra il 30° e 60° parallelo e includono l'EUROPA, l'ASIA MINORE e il NORD AFRICA, mentre i QUARTIERI INVERNALI si trovano principalmente in AFRICA.
La migrazione VERSO L'AFRICA è compresa tra AGOSTO E SETTEMBRE, il ritorno VERSO L'EUROPA comincia a MARZO e termina intorno a MAGGIO.

Durante questi lunghi viaggi le cicogne VOLANO AD ALTA QUOTA così da sfruttare le correnti di aria calda che permettono loro di fare un volo planato, in questo maniera si stancano meno perché non devono battere continuamente le ali per volare.

Le cicogne EVITANO di attraversare LUNGHI TRATTI DI MARE APERTO e così per raggiungere i quartieri invernali (l'Africa), hanno due possibilità:

PASSARE PER LO STRETTO DI GIBILTERRA (tratto di mare tra Spagna e Marocco).

PASSARE PER IL BOSFORO ( in Turchia a Istanbul).

Vi è un'altra possibilità: percorrere l'Italia fino in Sicilia e qui attraversare un tratto del Mediterraneo per raggiungere i paesi del centro e del sud dell'Africa.

L'11° MERIDIANO funziona come una IMMAGINARIA LINEA DI DEMARCAZIONE : al momento della migrazione le cicogne che si trovano ad est dell'11° meridiano attraversano il Bosforo e svernano principalmente nel Sud Africa o nella parte occidentale dell'India, quelle che si trovano ad ovest dell'11° meridiano, attraverso lo Stretto di Gibilterra si fermano nell'Africa centrale.

La ROTTA VERSO SUD-OVEST porta le cicogne provenienti dall'Olanda, dalla Francia, dalla Svizzera, dalla Germania, dalla Spagna e dal Portogallo in Mali, in Niger, in Senegal, in Nigeria e nel Ciad. Per raggiungere questi Stati attraversano il deserto del Sahara nella parte occidentale, ma senza fare alcuna sosta.

La cicogne che seguono la ROTTA VERSO SUD-EST attraversano il Bosforo in Turchia e passando per la Siria, sorvolando il Mar Morto e la costa orientale del Sinai arrivano a Tur, qui passano il Canale di Suez e giungono nella Valle del Nilo a Quena (26° N) da dove poi proseguono per giungere in Kenya, in Uganda e in Sud Africa (Provincia del Capo).
Sempre seguendo questa rotta alcune cicogne possono arrivare anche in Pakistan e nella parte occidentale dell'India.

Il VIAGGIO DI RITORNO avviene in primavera.
Le cicogne percorrono il viaggio verso i luoghi di nidificazione seguendo la stessa rotta, ma in direzione opposta.
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E.B.
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FOIBE

La giornata del 10 febbraio, in cui si commemorano le vittime delle foibe, è l’occasione per denunciare la mostruosa crudeltà del comunismo e lo spirito disumano di vendetta che animò i “titoini” – i partigiani di Tito, con i loro complici italiani militanti sotto le bandiere del Pci togliattiano – nella loro resa dei conti a danno dei “vinti” di cui sparsero il sangue innocente.

Si trattò di un’azione sistematica, di inaudita ferocia, messa in atto dai comunisti (jugoslavi, ma con la complicità degli italiani) ai danni degli italiani (non comunisti) che furono gettati nelle cavità carsiche, a volte ancora vivi.
Nel periodo che va dall’ottobre 1943 al maggio 1945, più di 10 mila italiani vennero torturati e uccisi dai partigiani comunisti di Tito.

Gli italiani venivano fatti prigionieri nei luoghi di lavoro e nelle loro case.

Poi, venivano gettati – ancora vivi – nelle cavità carsiche da cui prende il nome il massacro :
le foibe, appunto.

Si trattava di gente comune.

Chiunque, purché fosse italiano : marinaio, maestro, impiegato, minatore, finanziere, o militare.

Uccisi quindi per ragioni etniche, oltre che politiche, nella maggior parte dei casi dall’Armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia.

Vennero trucidati anche, con altre motivazioni, cittadini italiani di nazionalità slovena e croata, oltre che alcuni cittadini di nazionalità tedesca e ungherese residenti a Fiume.

Tra le vittime anche più di cento italiani di origine sarda :
lavoravano come minatori del Sulcis trasferiti dall’Acai (Azienda Carboni italiana) di Carbonia ai pozzi della società Arsa in Istria.

Inoltre, furono 300.000 gli italiani costretti ad abbandonare l'Istria e la Dalmazia, cioè le terre dove erano storicamente insediati.

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Le foibe furono utilizzate in diverse occasioni e, in particolare, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale per infoibare (”spingere nella foiba”) migliaia di italiani, antifascisti e fascisti, colpevoli di opporsi all’espansionismo comunista slavo propugnato da Josip Broz meglio conosciuto come “Maresciallo Tito”.

A riguardo è interessante riportare quanto affermato da Kardelj (vice di Tito) il quale poté affermare che “ci fu chiesto di far andar via gli Italiani con tutti i mezzi e così fu fatto”.
Nessuno sa quanti siano stati gli infoibati: alcune stime parlano di 10-15.000 martirizzati.

Le vittime venivano condotte, dopo atroci sevizie, nei pressi della foiba; qui gli aguzzini, non paghi dei maltrattamenti già inflitti, bloccavano i polsi e i piedi tramite filo di ferro ad ogni singola persona con l’ausilio di pinze e, successivamente, legavano gli uni agli altri sempre tramite il fil di ferro.

I massacratori, nella maggior parte dei casi, sparavano al primo malcapitato del gruppo che ruzzolava rovinosamente nella foiba spingendo con sé gli altri.
Nel corso degli anni questi martiri sono stati vilipesi e dimenticati.

Considerate che, sfogliando il “Vocabolario della lingua italiana” edito dalla Treccani, ci si imbatte in una definizione parecchio evasiva di foiba :
In geologia fisica, tipo di dolina; in partic., nella regione istriana, grande conca chiusa (derivante da doline fuse assieme) sul cui fondo si apre un inghiottitoio. Vedi anche infoibare”.

Sapete cosa significa infoibare ?

Gettare in una foiba, e più in particolare ammazzare una persona e gettarne il cadavere in una foiba, o farla morire gettandola in una foiba (il verbo è nato e s’è diffuso alla fine della seconda guerra mondiale)”.

Queste vittime rappresentano i tanti anelli di una catena lunghissima, che costituisce il percorso di sangue e di dolore che il Comunismo ha portato nel Mondo.

I vari anelli, che impietosamente si ergono a testimoniare la barbarie comunista, prendono nomi diversi, a seconda dei riferimenti, ma possiamo facilamente identificarli, come per esempio, i lager sovietici di Stalin, l’holomodor (la carestia indotta dai comunisti russi in Ucraina, che ha causato milioni di morti per fame), il muro di Berlino (finalmente crollato), i Laogai cinesi, le persecuzioni del popolo tibetano, i khmer rossi e il regime di Pol Pot, Togliatti, responsabile delle vittime italiane in Russia (comuniste anch’esse), Cuba, ecc, ecc.

L’elenco delle nefandezze e delle vittime uccise dai comunisti è sterminato, e si è calcolato che nel secolo scorso abbiano raggiunto la spaventosa cifra di 100 milioni di unità (nel mondo).

Ecco perché è importante ricordare, tramite la giornata del ricordo, le vittime delle Foibe, non solo per la globalità degli episodi in sé, ma in quanto rappresentano un triste tassello di un mosaico più grande di morte e di terrore, che ha un unico nome : comunismo...

Ancora oggi schiere di intellettualoidi, in mala fede, tentano di oscurare la realtà, variandola a proprio piacimento, nel tentativo di nascondere le nefandezze di questo male estremo, così come ha fatto il PCI di Togliatti dal dopoguerra ad oggi.

I metamorfismi che in Italia contraddistinguono gli eredi del comunismo di Berlinguer, non bastano a rendere i comunisti odierni degni di sedere in un consesso democratico, poiché hanno le mani lorde di sangue, spesso fraterno.

La loro presenza non deve essere tollerata, allo stesso modo di quella, rivoltante, dei fautori dell’ideologia nazista.

Radici diverse di uno stesso male, queste filosofie di pensiero altro non sono che un abominio innaturale di cui dobbiamo avere disgusto.

Quando, occasionalmente, vedo delle bandiere rosse, magari in cortei politici, mi domando se chi le sventola sa veramente di cosa si tratta, o se, invece, non sia assuefatto e interprete di manipolazioni ideologiche.

Non è neanche lontanamente ipotizzabile, infatti, che una persona sana di mente, consapevole di come il comunismo si sia imbevuto del sangue di milioni di innocenti, possa sbandierarne il vessillo.

Con questo mio post voglio idealmente abbracciare tutti coloro che sono caduti vittime del cancro comunista, a partire dai martiri delle foibe, e spaziando nell’universo sterminato di coloro che hanno perso la vita in nome della libertà.

RICORDIAMOLI e non permettiamo che si tenti di suddividere le vittime dei totalitarismi, in morti di serie A e in morti serie B.

TENIAMO ALTA L’ATTENZIONE perché non si tenti di cambiare le carte in tavola, e non si cerchi di nascondere le enormi mattanze compiute dai feroci criminali comunisti.

DIFFONDIAMO, e facciamo conoscere, i testi che eviscerano le problematiche storiche con sufficiente obiettività, e denunciamo le falsità diffuse dagli intellettualoidi della sinistra.

Mi unisco a chi legge queste righe per rivolgere insieme una preghiera, in ricordo delle vittime della barbarie comunista, auspicando che il futuro in cui vivranno i nostri figli e nipoti sia privo di quel cancro marcescente e schifoso che si chiama comunismo.

.Fonte: Italian Samizdat

sabato 5 febbraio 2011

NUOVA DENUNCIA BARRIERE ARCHITETTONICHE A MINERBIO

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BARRIERA N° 1 
Via Garibaldi angolo Via Canaletto (accesso ad attraversamento pedonale)
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C'è un unico varco molto stretto, che impedisce il passaggio di una carrozzella.
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L'unica alternativa per accedere al passaggio che dà su via Don Casaroli, è quella di arrivarci stando sulla strada, in un punto di passaggio veicolare intenso ew molto pericoloso, nel quale transitano anche i camion che arrivano dalla direzione Baricella.
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BARRIERA N° 2 
Marciapiede davanti a "Vannni frutta e verdura" , pieno di buche e di depressioni.
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Lungo questo tragitto pedonale ci sono la fermata dell'autobus e il negozio "Trillo", oltre al fatto che è l'unico percorso pedonale per andare verso via Canaletto (dall'altra parte della strada non esiste neppure il marciapiede, come già segnalato dal blog a più riprese).
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BARRIERA N° 3    
L'unico marciapiede  che va da via Canaletto fino al tratto prospiciente la Scuola Guida su via Garibaldi, e fino alle strisce pedonali, è impraticabile, pieno di buche, e impossibile da percorrere per un disabile in carrozzella.
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BARRIERA N° 4   
Il tratto precedentemente descritto termina con l'intersezione con vicolo Stradone. da cui inizia l'attraversamento pedonale per recarsi al lato opposto della strada, e una volta arrivati dall'altra parte iniziano anche le strisce pedonali per attraversare la via principale in direzione della Tabaccheria "Lulù".
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In carrozzella non è però possibile attraversare perchè c'è uno scalino che separa la strada dalle strisce, per cui il disabile deve girarsi e tornare sulla strada appena percorsa, rimanere sulla stessa, in curva, e girare a destra per avvicinarsi alle "zebre", dove può finalmente attraversare.
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BARRIERA N° 5  
All'altro lato della strada non c'è alcuna rampa che consenta di accedere al negozio, a cui ci si può avvicinare solamente tornando sulla strada dove però c'è la fermata dell'autobus e le auto parcheggiate.
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Le uniche due rampe esistenti sono un pò prima, in un tratto che è delimitato dalla dicitura "proprietà privata".
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BARRIERA N° 6
A lato della Tabaccheria c'è l'accesso alla Chiesa, ma è costituito da un gradino, oltrepassato il quale ci si trova davanti a un ciottolato impraticabile per una carrozzella, specialmente se elettrica.
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Oltretutto davanti al portone della Chiesa è presente uno scivolo, ma per arrivarci ad esempio dalle strisce pedonali poco distanti, sempre di fronte al portone, ci sono due scalini impraticabili e, naturalmente, il famigerato ciottolato.
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Lo scivolo davanti al portone sembra quindi un monumento alla stupidità, un paradosso all'italiana.
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BARRIERA N° 7
All'altro lato della strada, nel caso che il disabile rinunci giocoforza ad accedere alla Chiesa, ci sono il portico e il bar, ma anche in questo caso al termine delle strisce pedonali c'è un gradino insormontabile.
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BARRIERA N° 8
L'accesso al Comune rappresenta l'ostacolo più acclatante e la barriera più significativa di questa Amministrazione.
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Un pesante portone di accesso sbarra la strada a chi debba entrare in carrozzella.
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Non c'è infatti alcun segnalatore di presenza che possa automatizzare l'apertura del portone, ed è quindi necessario che qualcuno sia lì presente ad aprirla in vece di chi, in carrozzella, non riesca a farlo.
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Nel caso non ci sia alcuna presenza in quel momento, il disabile deve aspettare e sperare che arrivi qualcuno in suo soccorso.
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Una volta all'interno, se il disabile volesse poi uscire dalla parte posteriore per recarsi all'Ufficio Tecnico, non potrebbe farlo perchè anche in questo caso c'è una doppia barriera: un pesante portone e degli scalini.
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BARRIERA N° 9
All'uscita del Comune, di fronte al portone sotto al portico si individua l'attraversamento pedonale, ma un enorme scalino si erge a vera e propria barriera.
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Qui occorre una riflessione, indotta dalle affermazioni gravissime che il Primo Cittadino si è sbilanciato a dire a proposito proprio di tale gradino.
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Secondo il suo personalissimo modo di vedere, questa barriera insormontabile non sarebbe in realtà, appunto, una barriera, in quanto il disabile in carrozzella non deve passare di lì, ma recarsi verso un passo carraio situato più oltre.
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Per lui infatti, Lorenzo Minganti ha previsto un altro percorso che lo veda, appunto, recarsi più avanti, immettersi nella strada pubblica (mentre veicolano le vetture, i camion, l'autobus) e percorrere contromano il percorso che lo porterebbe alle strisce pedonali.
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Vale a dire qindi che il disabile non ha le stesse possibilità che ha lui o che abbiamo noi, ma è confinato in un percorso obbligatorio (e pericoloso) che gli preclude il diritto sancito dalla Costituzione a veicolare liberamente.
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Esempio ecclatante di come l'Amministrazione abbia a cuore tale problema.
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Comunque, dall'altra parte della strada lo scivolo c'è, quindi l'argomentazione del Sindaco è pretestuosa e ferruginosa.
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BARRIERA N° 10
Un altro attraversamento pedonale, al termine del porticato, è caratterizzato dalla presenza di un alto scalino (alto anche per normodotati) ed è quello che dal portico di via Garibaldi permette di oltrepassare la via principale per accedere all'altro lato della strada, di fronte al Bar La Rocca.
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Mi si dirà che a lato c'è però uno scivolo che è quello di accesso ad una proprietà privata, ma quella obiezione renderebbe palese un riscontro di indolenza e di menefreghismo.
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Gli operatori della pubblica amministrazione hanno l'obbligo e il dovere di abbattere le barriere, soprattutto in occasione di attraversamenti pedonali, e non di trovare escamotage o alternative di comodo che li identificano come pigri e inattivi esecutori.
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Il costo di uno scivolo è irrisorio se consideriamo che lo stesso Comune, che finora non ha provveduto a dotarne il territorio, ha poi speso 700.000 euro per una ciclabile non così impellentemente prioritaria.
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BARRIERA N° 11
Piazza Cesare Battisti.
Sotto la Torre dell'orologio, monumento storico ch dovrebbe essere tutelato per Legge, si arriva al paradosso.
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In tale posizione il disabile è costretto a rimanere sulla strada a causa del restringimento dell'accesso, e si trova così immerso con la carrozzella in uno strato di guano di piccione esteso e sempre più concretamente insito nella realtà contestuale.
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Da mesi abbiamo segnalato questa problematica, ma Lorenzo Minganti ha fatto spallucce, come sempre, fregandosene e lasciando che il degrado continuasse a impeversare.
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Inoltre, all'inizio esiste una rampa, ma una volta arrivato in fondo il disabile si troverebbe bloccato: non c'è modo di scendere, e il marciapiede è troppo stretto per girarsi.
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BARRIERA N° 12
All'angolo tra via Falegnami e via Largo Castello c'è un'altra barriera architettonica.
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E' da notare che dall'altra parte del portico lo scivolo c'è !
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Se un disabile in carrozzella entra sotto al portico tramite l'apposita rampa, quando arriva al capo opposto deve tornare indietro perchè non c'è l'altra rampa di ucita.
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Ricordo a chi legge che il precedente Assessore all'Urbanistica era proprio Lorenzo Minganti!
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BARRIERA N° 13
Via Conventino.
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BARRIERA N° 14
Tornando indietro, ci siamo recati nella parte posteriore del Comune, dove trovano locazione l'Ufficio Tecnico e quello della Ragioneria.
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Anche qui l'Amministrazione si distingue per il suo disinteresse e lo spregio nei confronti dei portatori di disabilità.
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Infatti l'accesso è condizionato dal superamento di una coppia di scalini ... non c'è traccia di scivoli o di rampe per disabili.
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BARRIERA N° 15
Se un disabile proveniente dalla parte della Farmacia volesse immettersi nella piazza Cesare Battisti, dove c'è il monumento ai Caduti, non potrebbe farlo, poichè un gradino alto glielo impedirebbe.
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Il disabile è costretto a fare il giro della piazza, solamente dal lato della Farmacia poichè l'altro è a senso unico, e obbligato ad entrare dalla parte che dà sulla via principale.
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La strada che arriva dalla Farmacia è stretta e abbastanza trafficata, e ciò pone il disabile in carrozzella in una situazione di pericolo.
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BARRIERA N° 16
"Cubo" pre.ù-post Scuola
La struttura che ospita i bambini del periodo pre e post Scuola, è priva della necessaria rampa.
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Ne esiste una, ma è ubicata sul retro, ed è infatti usata per l'uscita dell'orario scolastico.
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Per il pre-post Scuola è previsto questo ingresso-uscita, tutto a scalini ...
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BARRIERA N° 17
A lato dell'Hotel Nanni, sulla stradina posteriormente ad esso, il Sindaco ha pensato bene di far montare delle barriere che, nel suo intento, dovrebbero dissuadere i motorini dall'attraversarlo a velocità eccessiva.
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Peccato però che la struttura sia stata montata in maniera tale che anche una carrozzella eletttrica non riesca a transitare facilmente dal varco predisposto dall'Amministrazione comunale.
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Questo particolare rappresenta un classico esempio e una dimostrazione di come il Sindaco abbia un atteggiamento di colpevole superficialità verso le problematiche che interessano le disabilità motorie.
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BARRIERA N° 18
Abbiamo percoso tutto il perimetro dell'ex comparto Zagnoni, controllando tutta l'area, i marciapiedi, e gli accessi ai portici da cui ci si inoltra verso le abitazioni e le attività commerciali.
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Abbiamo constatato che le rampe per i disabili sono presenti solamente da un lato, e cioè dalla parte del nuovo Circolo Arci e del Centro per l'Impiego, come se ciò rappresentasse una vetrina per chi subdolamente finge di porsi come attento vigile esecutore delle minoranze e dei più deboli.
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BARRIERA N° 19
Sotto casa del Sindaco, all'angolo tra Via Costituzione e Via Nazioni Unite, parimenti, c'è una rampa di accesso, ma è l'unica esistente (stranamente) dal numero civco 2 fino al numero civico 28 che si trova molto lontano, alla confluenza con Via della Repubblica.
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BARRIERA N° 20
Parco di Cà de Fabbri e ciclopedonale Puglisi
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Le foto si commentano da sole ...
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BARRIERA N° 21
Cà de Fabbri  -  Via Ferrarese
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Anche qui nessuna rampa!
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BARRIERA N° 22
Nuovo marciapiede, appena costruito, Via Roma.
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L'ENNESIMO GRADINO PROPRIO IN CORRISPONDENZA DI UN ATTRAVERSAMENTO PEDONALE CHE UNISCE LA COOP ALLA GIOIELLERIA GOVONI.
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ALLA SEGNALAZIONE ALLEGO FILE VIDEO:

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Christian B.
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