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domenica 29 dicembre 2013

A Capodanno a Bologna scatta il divieto di fuochi d'artificio


Bologna, firmata l’ordinanza che prevede il divieto di scoppio di petardi e fuochi d'artificio fino al primo gennaio 2014 compreso.
Divieto valido per tutti i luoghi pubblici o di uso pubblico e per quelli privati da cui possano essere raggiunte o interessate direttamente aree e spazi ad uso pubblico. 
Sarà inoltre vietato usare fuochi pirotecnici, non posti in libera vendita, nei luoghi privati senza la licenza e senza rispettare le istruzioni per l'uso indicate sulle etichette.
Il provvedimento, inoltre, impone il divieto di vendita per qualsiasi tipo di bevanda in contenitori di vetro o in lattine per tutta la notte di Capodanno, dalle 18 del 31 dicembre fino alle 7 del primo gennaio. 

E mentre a Bologna si firmano ordinanze per il divieto di fuochi d'artificio, qui a Minerbio ci giungono segnalazioni da parte di alcuni genitori che ci informano sul fatto che ci sarebbero stati dei negozianti "smaniosi" di vendere petardi a bambini di 9 anni nonostante ne sia severamente vietata la vendita al di sotto dei quattordici. 
In particolar modo le segnalazioni si riferiscono ai famosi "miniciccioli" i quali, come prevede la normativa vigente, sono appunto vietati ai bambini al di sotto dei 14 anni.

Ricordiamo quindi:

" Prima dell'utilizzo dei prodotti di libera vendita acquistati, è importante assicurarsi, per garantire un'assoluta sicurezza nell'utilizzo, che siano articolati a norma di legge e che sulla scatola o sui prodotti stessi ci sia scritta semplicemente una frase di questo tipo:
« Artifizio non classificato tra i prodotti esplodenti, 
vietata la vendita ai minori di anni 14
[...] conservare fuori dalla portata dei bambini e al riparo da fonti di calore; numero dell'articolo; quantità di massa attiva espressa in grammi; data di produzione e scadenza. »
questo per evitare che si tratti di petardi modificati e resi più pericolosi; se non sono accluse istruzioni in italiano, meglio non usufruire dell'artifizio, anzi è meglio consegnarlo alle forze dell'ordine e denunciare la vendita e lo spaccio di artifizi illegalmente prodotti, anche se di piccole dimensioni. "

Ricordiamo inoltre a quei negozianti così distratti che i danni provocati dai petardi ogni anno sono di migliaia di vittime tra morti ed infortunati gravi, e considerato il fatto che i bambini non hanno ancora sviluppato un vero e proprio senso del pericolo e l'attrazione del proibito è forte, il petardo diventa così un gioco ad altissimo rischio, a volte anche letale.
Ci auguriamo quindi che cose del genere non si verifichino più...

...la vostra superficialità
 potrebbe causare danni permanenti.



mercoledì 25 dicembre 2013

QUALITA' DELL'ARIA A MINERBIO

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Come tutti gli anni è sopraggiunto il Natale, la massima festività religiosa del mondo cattolico.
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In questo periodo di crisi, in cui le famiglie stentano ad arrivare a fine mese, cerchiamo di festeggiarlo valorizzando almeno quei valori e quelle tradizioni che caratterizzano da sempre il popolo italiano, come l’amore per la natura e il territorio in cui viviamo.
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Per fare ciò è necessario però fare alcune considerazioni che prescindano da teoremi politici di appartenenza a qualsivoglia Partito, legate allo stato di salute della nostra porzione territoriale.
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Si impone cioè una riflessione sull’ambiente in cui vogliamo far crescere i nostri figli, e sulle implicazioni che possono scaturire da una inadeguata considerazione delle problematiche legate all’inquinamento.

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Minerbio è al centro di situazioni potenzialmente pericolose, a causa delle emissioni in atmosfera di agenti inquinanti, ed è quindi auspicabile che si proceda al più presto a realizzare una centralina preposta al controllo della qualità dell’aria nel nostro paese.
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Sono presenti sul territorio locale alcune importanti fonti inquinanti che concorrono ad esporre la popolazione a variazioni qualitative dell’atmosfera, in negativo, causando una suscettibile preoccupazione per la salute.
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La Stogit in primis, con ammissione diretta, espresse chiaramente durante l’assemblea pubblica svoltasi in occasione della proposta di ampliamento dello stoccaggio dei gas, il concetto che una percentuale dello stesso viene quindi liberata in atmosfera, aumentando l’emissione di gas a effetto serra.
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Lo comprova anche la delibera n. 26/20152 del “Comitato nazionale per la gestione della direttiva 2003/87/CE e per il supporto nella gestione delle attività di progetto del protocollo di Kyoto” in cui si derogano la Stogit di Minerbio, di PC, e di FE, autorizzandole ad emettere gas a effetto serra !
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A poca distanza da Minerbio svetta un’altra fonte di preoccupazione ambientale, e cioè l’inceneritore di Quarto Inferiore di Granarolo.
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Sul nostro blog si può reperire ampia documentazione sul funzionamento di questa cattedrale inquinante, e capire come si possa sviluppare diossina pericolosa per la salute.
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Importanti studi scientifici compiuti su altri impianti similari hanno comprovato inequivocabilmente che esiste una stretta correlazione tra inceneritori e insorgenza di tumori.
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Hera fino ad ora non ha consentito a verificatori “esterni” di sottoporre ad accertamento l’impianto del “Frullo”, i cui fumi possono essere facilmente veicolati dagli ambienti atmosferici in direzione di Minerbio.
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Lo zuccherificio è un’altra delle aziende che libera in atmosfera i residui gassosi delle lavorazioni, i cui miasmi ammorbano l’aria che respiriamo, così come l’impianto a biomasse.
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Aggiungiamo le esalazioni provenienti da Bentivoglio, sotto forma di emissioni risultanti dalla lavorazione della ghisa, in una acciaieria i cui sistemi di filtraggio permettono ai fumi di raggiungere Minerbio quotidianamente.
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L’amianto, che come riconosciuto dal Primo Cittadino del nostro paese, è un elemento alquanto volatile e pericoloso, è responsabile di patologie subdole quanto mortali, come la fibrosi polmonare interstiziale e il mesotelioma pleurico.
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Questo materiale è presente massicciamente sul territorio minerbiese, come ad esempio nella zona artigianale prospiciente il centro commerciale Cà Rossa, e sui tetti del Consorzio agrario, a lato della Scuola Materna e dell’Asilo Nido.
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Come sono le condizioni del materiale ?
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Viene monitorato costantemente ?
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Dopo il terremoto si sono verificate fessurazioni ?
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Il gelo e le nevicate scorse ne hanno compromesso la compattezza ?
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La discarica dei rifiuti chiude il cerchio di questo assedio alla qualità dell’aria minerbiese, che tutti noi respiriamo.
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Non sarebbe quindi, come minimo auspicabile, che si prendesse in considerazione l’ipotesi di installare una centralina per monitorare lo stato di salute della nostra atmosfera ?
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Se potessimo registrare e valutare la presenza di elementi inquinanti, si potrebbero studiare strategie di contenimento degli stessi, nell’interesse della salute pubblica.
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Si potrebbe verificare se il C02, o l’amianto, così come altri pericolosi elementi inquinanti, siano sospesi sulle nostre teste, come una spada di Damocle.
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I Cittadini di Minerbio non hanno forse il diritto di poter verificare, mediante una centralina, che la qualità dell’aria che respirano sia consona ai canoni previsti dalle normative vigenti ?
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Auguriamo a tutti un Buon Natale, sperando che, almeno una volta, il futuro ci riservi delle risposte e delle soluzioni a questi inquietanti interrogativi.
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E.B.
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domenica 15 dicembre 2013

Costi politica, il sindaco di Bologna spende 76mila euro per opuscolo sulla sua attività.


La giunta di Virginio Merola il 10 dicembre ha approvato la spesa per stampare e distribuire un libricino che racconti quanto fatto in questi due anni e mezzo di mandato. 
"Tutti questi soldi solo per una copertina: infatti non hanno niente da scrivere", ironizza l'opposizione.

Mentre fuori dal palazzo infuria l’antipolitica dei Forconi, che si alimenta con la rabbia per gli sprechi della politica, il Comune di Bologna decide di spendere 76 mila euro per un opuscolo che illustri quanto fatto dal sindaco a metà del suo mandato. 
Il testo pubblicato, che dovrebbe spiegare i successi del primo cittadino Virginio Merola dal maggio 2011 sino a ora, sarà in distribuzione nelle prossime settimane presso tutte le buche delle lettere della città. 

A spese degli stessi cittadini.

Approvato martedì 10 dicembre in giunta comunale dal sindaco Pd con un passato bersaniano e un presente da renziano di ferro, il libricino da distribuire ai cittadini non è stato ancora stampato, ma prestissimo andrà in rotativa.
Il primo cittadino, si legge nel mandato di spesa, userà l’opuscolo per comunicare in maniera “trasparente e sintetica”. Questo nonostante a Bologna la stampa locale conti almeno una decina di testate di diversi orientamenti politici, tra quotidiani cartacei, emittenti radio e televisioni.
A rivelare la decisione di palazzo d’Accursio è stato sulla sua pagina Facebook il consigliere di Forza Italia Marco Lisei. “In pratica – ironizza il rappresentante dell’opposizione in consiglio comunale – spende 76 mila euro per una pagina, ovvero la copertina.
Non abbiamo infatti notizia o traccia di alcuna attività”. Da quando è entrato nel suo ufficio di Palazzo d’Accursio, non è passato giorno che il sindaco e la sua giunta non sottolineassero le difficoltà della sua amministrazione a fronte dei tagli agli enti locali effettuati dai tre governi che si sono succeduti a Roma in questa metà mandato. “Ma si può piangere miseria, aumentare la pressione fiscale e spendere cifre di questo genere per farsi pubblicità?”, ha scritto ancora su face book l’esponente berlusconiano. “L’ennesimo schiaffo ai contribuenti e alle tante persone che a stento arrivano a fine mese”.
Pochi mesi fa il vicesindaco e assessore al bilancio Silvia Giannni aveva descritto in maniera molto chiara la situazione delle casse comunali: “La giunta ritiene di avere fatto tutti i risparmi di spesa possibili che salvaguardino i servizi scolastici e socio-assistenziali e l’obiettivo della riqualificazione e del miglioramento della qualità di vita urbana”.
Poi aveva concluso in questo modo: “Non può stringere la cinghia più di così”.
Intanto il consigliere comunale Lisei ha promesso che al prossimo consiglio comunale chiederà che quei soldi, presi dal fondo di riserva delle casse comunali vengano spesi direttamente: “Lunedi proporrò un ordine del giorno nel quale si chiede di ri-destinare tali soldi al fondo che abbiamo istituito per le situazioni di disagio e nel quale confluiranno i soldi che come gruppi consiliari restituiremo.
Diversamente – conclude sul suo profilo facebook Lisei – l’opuscolo se lo paghino con i soldi del Pd”.

giovedì 12 dicembre 2013

Bologna, Pd e scandalo derivati. M5S copre il caso ma poi...


Dimissioni è la parola d'ordine che gira per il Comune di Bologna, dopo che il Comune ieri pomeriggio ha ammesso di aver detto il falso per settimane sui contratti derivati. 

L'inchiesta giornalistica apparsa sulla testata nazionale Libero Quotidiano, dopo gli altri articoli di Affari, aveva fatto riesplodere il caso con la pubblicazione della documentazione di Bankitalia e la notizia che il Comune volesse annullare una commissione bilancio, presieduta dal grillino Marco Piazza, che poteva mostrare tutte le carte con le ingenti perdite. 

Dopo la sospensione dell'udienza da parte di Piazza, Forza Italia, Gruppo Misto e Lega Nord scendono sul piede di guerra contro la censura. 
Tomassini e Salsi chiedono le dimissioni della vicesindaco Pd Giannini e del grillino che in privato al M5s dice “Il Comune non ha derivati” ma in commissione vorrebbe parlarne e invia lettere in cui paventa “gravi responsabilità” di ogni consigliere per eventuali “fughe di notizie sui contenuti degli atti segreti” e quindi annulla l'udienza. 

Poi l'ammissione del Comune. 
Un alto dirigente del Comune ci rivela i fatti

Derivati pagati a Banca Intesa San Paolo dal 2005 al 2012 e a Banca Infrastrutture, oltre a titoli per 9 milioni di euro nei confronti di Dexia Crediop, istituto specializzato in derivati e ai derivati in Interporto, Atc, Tper, Acer ed Hera, le partecipate pubbliche invischiate nei titoli "scommesse". 

Nel pomeriggio di ieri il Comune di Bologna ammette di aver detto il falso per settimane sui contratti derivati. 

In mattinata la conferenza stampa con i documenti di Bankitalia, già pubblici su youtube e mostrati da noi a tutte le tv locali con Forza Italia, Gruppo Misto e Lega Nord schierati contro la censura imposta dal Comune.

E' l'epilogo di una giornata febbrile con le opposizioni in consiglio comunale,Lorenzo Tomassini (Forza Italia) e Federica Salsi (Misto) a chiedere le dimissioni della vicesindaco Pd, Silvia Giannini, e del presidente della commissione bilancio, Marco Piazza (Movimento 5 Stelle) responsabili di aver negato fino all'ultimo la presenza dei derivati.

Nel pomeriggio la clamorosa retromarcia del Comune: viene diramato un comunicato stampa in cui si ammette che ci sarebbe stata la "rinegoziazione da un tasso fisso a un tasso variabile di un mutuo da 10 milioni e 500 mila euro contratto con Banca Intesa".
La rinegoziazione ha prodotto l'apertura di "una componente derivata... ma con un canone di assicurazione (CAP)".
Ma cosa vuol dire?

"Neanche sanno di che parlano. E lo fanno con termini sbagliati", ci ha riferito un alto dirigente del Comune di Bologna che vuole restare anonimo.
"Guardi, mi cascano le braccia. Questa cosa descritta vuol dire poco e niente. Ma almeno ammettono di aver contratto dei derivati che secondo me sono almeno due.
E il “CAP” che il Comune cita non è un canone di assicurazione.
Anche gli ultimi arrivati nel settore finanziario sanno che il “CAP” è un tipo di contratto derivato", ribadisce il tecnico.
Sull'intera vicenda la risposta del Comune continua a non essere esaustiva lasciando le opposizioni sul piede di guerra.

Tomassini: “Altri rappresentanti istituzionali del M5S ci hanno aspettato fuori dalla conferenza stampa per aggredirci e definirci 'ridicoli'.
Qualcuno intende la democrazia in questo modo, ma io ho un vantaggio: non sono 'dei loro' (ringraziando la Provvidenza!) e non possono espellermi.
Quindi?
Andiamo avanti e domani, in Consiglio, chiederò al Sindaco cosa pensi di una Vice che racconta bugie e se sia il caso di mantenerla ancora nel ruolo”

Ma lo stesso Piazza è nella medesima situazione, visto che non garantisce le opposizioni che lo hanno collocato al vertice della commissione di garanzia-bilancio, per cui anche nei suoi confronti verranno chieste le dimissioni.
Il grillino, in privato, risponde così agli attivisti del M5s che hanno visto i documenti di Bankitalia in video: “Il Comune non ha derivati... il mio tempo è limitato”, non ha cioè tempo di approfondire.
Ma per mail manda a tutti i consiglieri messaggi opposti.
Dice che in commissione vorrebbe parlarne ma paventa “gravi responsabilità” di ogni consigliere per eventuali “fughe di notizie sui contenuti degli atti segreti” e quindi annulla l'udienza.
Purtroppo per lui però le lettere del grillino vengono rese pubbliche da una persona su Facebook.
Come si dice!? Chi di spada ferisce di spada perisce!
Ma Piazza decide di querelare chi ha pubblicato le sue lettere per violazione della privacy...la stessa privacy che per i grillini è sempre violabile, in nome della trasparenza, quando si tratta di Berlusconi.

Ma è lo stesso alto dirigente del Comune che cerca di spiegare le affermazioni di Piazza: "E' colpa del microchip che gli ha infilato sottopelle la Cia. Non è colpa sua", dice parafrasando il deputato grillino Paolo Bernini che appena eletto in Parlamento aveva imputato all'Intelligence la volontà di manipolare l'opinione delle persone.

FONTE ARTICOLO: LINK

domenica 8 dicembre 2013

IL 9 DICEMBRE L' ITALIA SI FERMA. ANCHE A BOLOGNA.

Lunedì Sciopero dei Forconi, la Bianchi da Equitalia: "Fateci vedere le dichiarazioni dei redditi!"
LE REGOLE DELLA PROTESTA: 
NO VIOLENZA, NO BANDIERE POLITICHE.

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Le regole alla base dello sciopero dei Forconi del 9 dicembre 2013 sono però abbastanza chiare: si manifesterà solo in modo pacifico, lo scopo non è rompere vetrine o fare vandalismo.
Vietato anche presenziare alla manifestazione muniti di bandiere politiche, la protesta non è infatti politicizzata.
L'unico scopo della manifestazione che avverrà lunedì 9 dicembre è scendere in piazza uniti con lo scopo di bloccare l'Italia per far sentire la propria voce ad uno Stato [...] sordo ai voleri della popolazione.
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9 dicembre 'L'Italia si ferma': a Bologna la mobilitazione parte da Equitalia
Una chiamata alla mobilitazione da associazioni di piccoli imprenditori, fra i promotori anche i Forconi siciliani.
Categorie diverse dunque che hanno deciso di protestare in tutta Italia, possibilmente ad oltranza, contro crisi e austerità.  

9 dicembre "L'Italia si ferma", un coordinamento nazionale, un tam-tam che attraverso i social si è diffuso in tutto il paese chiamando a raccolta il popolo e le realtà produttive.

Lunedì 9 dicembre sarà una giornata molto particolare. [...] l'evento che "rivoluzionerà" l'Italia è l'annunciato "Sciopero dei Forconi" con presidi in tutta la Penisola che secondo gli organizzatori "Dovrebbero lasciare il segno".
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Bologna non sarà da meno e in testa alla protesta felsinea ci sarà Elisabetta Bianchi, presidente e fondatrice del gruppo Anti-Equitalia [...]
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"Ci troveremo alle 9 in Piazza Liber Paradisus per poi spostarci davanti alla sede Equitalia di via Tiarini, a pochi metri.
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In seguito ci porteremo in Piazza Maggiore, dove aspetteremo davanti a Palazzo d'Accursio l'inizio del Consiglio Comunale e non escludiamo di interromperlo.
Sarà una manifestazione pacifica e apolitica fatta da semplici Cittadini che scendono in piazza".
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Cosa accadrà davanti alla sede di Equitalia? "Megafono alla mano chiederò al dirigente di uscire e garantire trasparenza sulle loro dichiarazioni dei redditi.  
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Sappiamo che fra i dipendenti di Equitalia indagati ci sono anche dei bolognesi e presto saremo anche in grado di fare i loro nomi, non è facile cercarli nell'elenco degli oltre 700". [...]

9 dicembre 'L'Italia si ferma': a Bologna la mobilitazione parte da Equitalia
"Ebbene noi non siamo più disposti ad accettare tutto questo. Ora fermiamo l'italia".




Fonte articolo: LINK
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sabato 7 dicembre 2013

Bologna, consulenze facili Sprechi, abusi e persecuzioni.

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In Emilia “c'è chi può”. 
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E sono sempre in tanti nonostante l'alone di indignazione sollevato su alcune “spese pazze” dei consiglieri regionali di via Aldo Moro. 
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Come nel caso di una consulenza da circa 30 mila euro (29.743) al proprio avvocato senza procedura di evidenza pubblica e con affidamento diretto. 
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E’ l’ennesima tegola che investe a fine mandato il discusso Sindaco PD di San Lazzaro, Marco Macciantelli, in passato al centro di numerose critiche e di interpellanze parlamentari.
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Nel 2009 Macciantelli commissionò al proprio legale di fiducia, il penalista bolognese Roberto D’Errico che lo assiste da molti anni nei procedimenti penali, un incarico di consulenza in materia di lavori pubblici e Civis, di palese taglio amministrativo – civilistico.
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(Vedi articolo del Corriere della sera: LINK). 
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Il testo della determina nr. 284 dell’anno 2009 non dà adito a dubbi: Incarico per la formulazione di un parere sulle problematiche connesse alla realizzazione del progetto denominato Civis”.
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Lo stesso viene affidato in via diretta al D’Errico “per il profilo di alta specializzazione sia in campo accademico che forense e considerato che il consulente individuato offre altissime acclarate qualità professionali e specialistiche in materia e che pertanto l’affidamento de quo puo’ essere disposto tramite procedura di affidamento diretto.
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Peccato che la legge dei contratti pubblici stabilisca che per gli importi superiore a 20 mila euro, limite innalzato nel 2011 a 40 mila, non ci può essere l'affidamento diretto, ci deve essere una procedura comparativa tra offerte diverse con l’obbligo di confronto di almeno un certo numero di offerte (la citano anche Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, gli autori del best seller "La Casta". 
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Ma l'incarico affidato da Macciantelli è da 29.743 euro, nel 2009 e con affidamento diretto.
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Su questo caso è stato presentato alla Corte dei Conti un esposto da un pubblico ufficiale ma vi sarebbe anche altro.
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Nel 2011, dopo che indagini della Procura di Bologna avevano ancora una volta interessato il Comune di San Lazzaro di Savena, per l'ennesimo caso di edilizia abnorme il primo cittadino era finito sotto le critiche di comitati cittadini. 
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Il Sindaco PD avviò a mezzo stampa una pesante campagna mediatica di delegittimazione in danno del pubblico ufficiale di cui parliamo, ritenuto responsabile di aver semplicemente denunciato in passato diversi illeciti avvenuti in quel territorio divenendo, secondo la surreale idea del Sindaco PD, un nemico della comunità da combattere. 
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Meglio se con soldi pubblici.
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La vera e propria locale “fatwa” lanciata a mezzo stampa venne tradotta da ignoti in una sequela di minacce di morte pervenute al pubblico ufficiale e alla sua famiglia, fino al punto da indurre l'ufficio di appartenenza a sottoporlo a tutela proponendogli il trasferimento ad altra sede. 
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Dopo aver effettuato pressioni su ben due Questori e un dirigente di polizia allo scopo di censurare l’investigatore, Macciantelli decise di recarsi nel 2011, per ben 4 volte presso il Comando cittadino della Polizia postale senza però mai formalizzare alcunché. 
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Oscuro il motivo delle visite.
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Contestualmente il Sindaco varo’ una delibera denominata anti–critiche prelevando da un fondo di riserva comunale circa 6.000 euro da destinarsi a un altro legale (l'avv. Rossetti) per una analisi su siti e scritti ritenuti offensivi dall’Ente Pubblico forse nella speranza di arrivare a colpire comunque quel cittadino, responsabile, sono parole del Sindaco “con le sue denunce del degrado cittadino”.
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Ma il pubblico ufficiale denuncia con esposto indirizzato alla Corte dei Conti anche questo spreco.
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Un apparente disegno univoco con soldi pubblici e con un dato ulteriore: la ricognizione peritale sui siti internet e sugli scritti analizzati dal Rossetti sarebbe stata poi estesa liberamente da questi in un atto di denuncia in rappresentanza dell’Ente. 
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Ma la delibera del Comune, al contrario, gli richiedeva solo un parere su testi e contenuti potenzialmente offensivi.
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Una sequela di comportamenti che per grado diverso non si dovrebbero tenere. 
Non si potrebbe. 
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Ma tanto siamo in Emilia e “c'è chi può”.
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Fonte: affaritaliani.it (Antonio Moroso)
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Bologna, minori in coma etilico Esclusivo, festini nella sede Pd.

Ripetuti festini in una sede del Pd di Bologna. Quattro minorenni finiscono in coma etilico nella sede di partito ceduta non si sa a che titolo (fonti interne accreditate dicono affittata in nero). 
Un'altra tegola cade sul partito dopo la questione morale posta dal gruppo dirigente Pd emiliano romagnolo in seguito alle “spese pazze” in Regione.
La questione morale attanaglia il Pd. 
Ieri a Bologna si è tenuta una mega riunione con tutti responsabili dei gruppi dirigenti del partito per valutare le conseguenze delle "spese pazze" o improprie dei consiglieri regionali. 
Ma ci sarebbe una nuova grana. 
La sede del Pd del Comune di Castenaso, alle porte di Bologna, sarebbe stata ceduta più volte e non si sa a quale titolo, a dei ragazzi minorenni, (fonti interne accreditate dicono affittata in nero ma si aspetta un'eventuale precisazione dei responsabili della struttura!).

Nella sede si sarebbero tenute diverse feste. Durante le serate l'alcool scorreva con facilità e alcuni dei minorenni presenti sarebbero finiti in coma etilico e all'ospedale Sant'Orsola di Bologna. 
Qualcuno avrebbe chiamato i carabinieri che hanno redatto un verbale di denuncia finito poi sul tavolo del Pm Ugo Pastore della Procura Minorile.

Il primo evento nel Capodanno 2012-2013. Sede del Pd, ceduta come già detto non si sa a quale titolo. Intervengono i carabinieri. L'alcool scorre a fiumi. Finiscono in coma etilico 3 ragazzini minorenni che vengono portati in pronto soccorso al Sant'Orsola di Bologna. 
Stessa storia il 14 settembre. 
Un verbale della polizia municipale di Castenaso certifica il caso, finisce in coma etilico un quarto minorenne di Castel San Pietro. 
Sui due casi sarebbero stati già ascoltati dalle autorità competenti il segretario del Pd di Castenaso Ruben Viti e l'assessore dimissionario Gabriele Zerbini.

Una serie di eventi, questi, che riguardano sempre i ragazzini della provincia di Bologna. Come gli scontri avutisi solo pochi mesi fa nel principale parco della città, i Giardini Margherita. 
Due gruppi riconoscentisi nelle sigle Bolobene e Bolofeccia hanno radunato circa 250 ragazzi, tutti di un'età compresa tra i 14 e i 18 anni, che si sono picchiati di santa ragione imponendo l'intervento delle forze dell'ordine e l'apertura di due inchieste giudiziarie della Procura. 
Il caso procurò dichiarazioni preoccupate delle autorità competenti. 
Come quella del garante della Privacy, Antonello Soro: "La violenza sul web si trasforma sempre più spesso in fatti gravi della vita reale. 
Oggi assistiamo ad una rissa, ma sono troppi ormai i casi, anche in Italia, di ragazzi che sono arrivati perfino al suicidio". Ora i casi di coma etilico nella sede Pd.