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sabato 19 gennaio 2019

AVVISTATA NUTRIA BIANCA


La specie Myocastor coypus, più comunemente conosciuta come nutria,  coipo, castorino, topo d’acqua, o castoro di palude è oramai diffusa, oltre che in tutta la pianura padana, anche in altre regioni italiane, come il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, l’Abruzzo, la Toscana, il Lazio, la Campania, la Sicilia e la Sardegna.
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Si tratta di un mammifero roditore originario del sud-america con un corpo che varia dai 40 ai 60 cm di lunghezza e una coda che a sua volta è compresa fra i 25 e i 42 centimetri.
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Il peso di questo mammifero è di circa 5 o 10 Kg, ma può arrivare anche a 17 Kg. e solitamente gli esemplari di sesso maschile sono più grandi delle femmine.
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Qualche giorno fa sono stati avvistati due rarissimi esemplari dalla pelliccia di colore bianco nei territori compresi fra Minerbio e Granarolo.
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Questa specie non è albina, ma è stata selezionata appositamente nel tempo proprio per ottenere un pelame di questa tonalità, così da essere usato per produrre pellicce di qualità più pregiata rispetto a quelle del mantello classico color bruno-beige.
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Gli avvistamenti, di cui uno immortalato grazie alla fotocamera di un cellulare, sono avvenuti il primo nella strada che collega la località di Viadagola con la traversale di Pianura, alle porte di Minerbio, e il secondo sulla strada fra Viadagola e Casette di Cadriano.
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La nutria è considerata nociva a causa del fatto che predilige scavare le sue lunghe tane negli argini che presentano una inclinazione di 45 gradi e che quindi sono già instabili di per sé e nelle scarpate ai lati delle strade, lungo i fossi e i canali.
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A causa delle gallerie scavate dalle nutrie avvengono quindi crolli che causano non pochi problemi alle strutture interessate.
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La nutria si ciba di vegetali acquatici, erbe, radici, tuberi, e frutti, quindi è considerata invasiva ove sia presente insieme a coltivazioni di riso, di barbabietola da zucchero, di granoturco, e di colture ortive.
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Molte Amministrazioni pubbliche hanno iniziato progetti di eradicazione di questo animale dai loro territori, dando mandato alle organizzazioni venatorie e agli operatori faunistici di istituire gruppi anti nutria, preposti alla loro caccia e alla loro eliminazione. 
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Ritengo che la strage indiscriminata di nutrie sia un segno di crudeltà e di inciviltà, oltre che un comportamento inutile, visto che nonostante la quantità di capi abbattuti il loro numero complessivo non accenna a calare.
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Credo che si voglia far pagare loro, a caro prezzo, il costo di una politica sbagliata per quanto riguarda la gestione territoriale fin qui attuata.
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In alcuni Paesi la carne di nutria è presente nei menù dei ristoranti ed è considerata commestibile per Legge dal 1959.
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In passato anche in Italia, c’era una trattoria del Friuli che la serviva ai clienti che ne facevano richiesta.
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Fu introdotta in Italia all’inizio degli anni venti per essere allevata, allo scopo di produrre pellicce, ma poi in seguito al crollo di questa tipologia di mercato molti di questi animali vennero liberati in natura e si riprodussero spontaneamente colonizzando interi territori.
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In Italia questi animali sono stati allevati per essere scuoiati, fino agli anni ’80, per soddisfare la richiesta di mercato delle pellicce allora in voga.
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Dopo aver fatto guadagnare molti imprenditori, una volta liberate, sono diventate vittime di un massacro a cui nessuno sembra voler porre fine.
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Le nutrie, contrariamente a quanto dicono le leggende metropolitane, non sono portatrici di malattie e non rappresentano quindi un pericolo sanitario.
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In natura la vita media è di circa 4-6 anni mentre in cattività raggiunge i 10-12 anni.
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E’ un animale docile e non aggressivo che non attacca spontaneamente né l’uomo né altri animali, a meno che non sia messo alle strette.
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Poiché passa molto del suo tempo a curare il suo mantello si può considerare un animale molto pulito e in molti Paesi del mondo è considerato animale da compagnia, è amato e rispettato come gli altri animali “domestici” quali i cani e i gatti.
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Dissenso
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