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lunedì 4 novembre 2019

Il "PATATA GATE" ..

Dopo sei anni di indagini il Giudice per l’udienza preliminare di Bologna, Gianluca Patregnani Gelosi, ha rinviato a giudizio per associazione a delinquere e frode in commercio i responsabili di un sistema che truffava i consumatori italiani.
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Su dieci soci del Consorzio Patata italiana di Qualità, con sede a Bologna, ben sette sono stati indagati per associazione a delinquere finalizzata alla frode commerciale ai danni della grande distribuzione.
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Il “patata gate”, così è stato definita questa nuova truffa alimentare, immetteva sul mercato italiano patate con etichette attestanti dati falsi, e commercializzate con documenti di accompagnamento che recavano false indicazioni sul luogo di provenienza, di coltivazione, e sulla qualità stessa del prodotto.
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Patate provenienti da paesi europei o extra-europei venivano etichettate come “made in Italy”, con indicazione di qualità superiore a quella effettiva, compresa 
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Camion carichi di patate andavano e venivano da Paesi come Egitto, Cipro, Israele, oppure Francia e Inghilterra e certificati come prodotto nazionale.
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Le patate commercializzate provenivano dagli scarti della produzione, in quanto infestate con la tignola (l’insetto che perfora le patate) e con la scabbia, oppure venivano vendute come patate al selenio pur essendo patate normali.
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Phtorimaea operculella (Zell.)  -  Tignola della patata
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Inoltre i tuberi provenienti dai Paesi africani erano trattati con antiparassitari, anti-germoglianti, e fitofarmaci non consentiti in Italia, così come le patate francesi che vengono ancora oggi irrorate con fungicidi e insetticidi proibiti nel nostro Paese.
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La truffa, cui hanno partecipato sia gli importatori che gli intermediari, oltre che gli stessi produttori italiani e i consorzi che li rappresentavano, facevano parte di un modus operandi ben collaudato, con la complicità, secondo gli inquirenti, degli allora responsabili di Conad, capitanati da Claudio Gamberini, e di imprenditori come l’ex Patron della Fortitudo basket Giulio Romagnoli, leader di un settore appartenente ai Consorzi Patata Dop e Patata italiana di Qualità.
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Patata infestata da Tignola
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I truffatori di Conad sono stati indagati e quindi sostituiti con altri che però sono poi stati a loro volta indagati per non aver interrotto questo ciclo truffaldino, avendo perseverato nel malaffare.
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Per chiudere il cerchio, va detto che Coldiretti e Conad si sono costituite parte civile, mentre l’elenco degli indagati si è allargato anche ad Antonio Covone (fornitore), a Roberto Chiesa (responsabile gruppo Romagnoli), ad Andrea Galli (Direttore Consorzio delle patate di Assopa, oggi Agripat) e ad altre decine di persone, oltre che a cinque società del settore.
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Giulio Romagnoli
Giulio Romagnoli è il titolare della Romagnoli Fratelli Spa, azienda di Molinella (BO) leader italiano della commercializzazione di patate.
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Il codice etico di Conad prevede che non ci debbano essere  contatti fra il suo Direttore acquisti e i fornitori, mentre dalle indagini (compiute dalla Forestale) risulta che Gamberini (Conad) avrebbe avuto in regalo dalla ditta Romagnoli una automobile (una Opel corsa) e un abbonamento al Bologna FC per la stagione 2013/14.
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Le due aziende si difendono fornendo diverse spiegazioni.
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Secondo La Romagnoli ciò rientrerebbe nelle normali relazioni private, mentre per Conad si sarebbe trattato solamente di un prestito, poi restituito.
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E’ lecito quindi porsi dei dubbi sull’operato di Conad, che attraverso i suoi uomini di punta è coinvolta in un malaffare da cui ora prende le distanze.
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Personalmente noto una fastidiosa ambiguità quotidiana nel comportamento di Conad, ravvisabile nel fatto che, attraverso gli spot commerciali, pubblicizzi l’intento aziendale di privilegiare i prodotti italiani, soprattutto quelli a “chilometro zero”, mentre nella realtà vedo sui banchi dei reparti frutta e verdura vari prodotti provenienti da Spagna e Brasile.
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Addirittura Conad ci vuole vendere pomodori provenienti dalla Spagna, così come i clementini e i mandarini, nonostante il fatto che proprio questi due prodotti rappresentino una eccellenza alimentare del nostro Paese.
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L’assenza di prodotti nostrani e la presenza di prodotti contraffatti e pericolosi per la salute (vedi “patata gate”) nei supermercati hanno dunque costituito a lungo il modus operandi di Conad, anche se ora, giocoforza, l’Azienda si dissocia da tutto ciò.
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Per lunghi anni i consumatori sono stati turlupinati e disprezzati, allo scopo di trarre maggiori profitti, anche se illeciti, da personaggi indagati oggi dalla Magistratura.
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Le Ditte della Grande Distribuzioe che si sono costituite come parte lesa sono, oltre a Conad, anche Pam, Esselunga, a cui si sono aggiunte Coldiretti, il ministero delle Politiche Agricole, e l’UE.
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I consumatori sono dunque in balìa di modus operandi che producono malaffare e inganno sulla propria pelle, anche quando si raffrontano con realtà commerciali importanti come Conad ?
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Altro che filiera di qualità !
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Patate di scarto, infestate di tignola o scabbia arrivavano tranquillamente sulla nostra tavola, commercializzate da Conad e dai nomi sopra citati della GDO (Grande Distribuzione Organizzata).
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Le associazioni dei produttori emiliano-romagnoli, come Assopa e Appe, che indignate parlano di “operazioni speculative” e di informazione mediatica scorretta, non avrebbero dovuto invece controllare che la qualità delle patate fosse come doveva essere ?
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Se in Italia vengono consumati 21 milioni di quintali di patate all’anno, mentre se ne producono “solo” 17 milioni di quintali, è ovvio che la differenza è di importazione estera.
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Il consorzio di tutela della patata di Bologna Dop, che per nome del suo Presidente Alberto Zambon afferma di non avere alcun legame con le vicende denunciate, vorrebbe evitare spettacolarizzazioni che a suo parere non gioverebbero alla filiera del settore.
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Scabbia delle patate
Personalmente trovo invece che sia giusto il contrario, proprio a tutela dei lavoratori onesti !
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Perché dovremmo passare sotto silenzio e minimizzare una truffa alimentare che, oltre che a colpire i consumatori, va contro coloro che lavorano onestamente ogni giorno ?
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Perché dovremmo sottostare a mistificazioni reiterate e a sistemi speculativi che privilegiano il malaffare e il guadagno ad ogni costo da parte di chi manifesta con i fatti un vero e proprio disprezzo per i consumatori ?
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Con quale faccia Conad vende i pomodori spagnoli nei suoi reparti di vendita, quando l’Italia è il secondo produttore mondiale di pomodoro fresco ?
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La stessa domanda vale anche per i mandarini, le arance e le clementine o le fragole spagnole, oppure per i limoni che provengono dalla Turchia, e ci si domanda per quale perverso motivo ci si rivolga a fornitori stranieri anziché privilegiare il mercato nazionale.
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Il quadro di insieme, che comprende il malaffare, la pubblicità ingannevole e non suffragata dai fatti, la realtà quotidiana, gli indagati, le prese di posizione delle Aziende, il danno subìto dai consumatori, il disprezzo palesato verso di loro, pone dei seri interrogativi sull’etica stessa dei protagonisti, primo fra tutti Conad.
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La domanda che viene spontanea, al di là delle responsabilità degli imputati, riguarda il ruolo della grande distribuzione : vittima o complice silenzioso della frode ?
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Dissenso
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