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domenica 31 ottobre 2010

Regolamento Urbano Edilizio e BARRIERE ARCHITETTONICHE

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Riporto dal RUE una estrapolazione testuale ricavata dall’Art. 3.3.7 – “Percorsi pedonali e piste ciclabili” :

…i percorsi dovranno essere adeguatamente raccordati nei punti di attraversamento delle carreggiate e in corrispondenza delle aree di sosta e fermata, ai fini di evitare barriere architettoniche. L’innesto sulla strada delle rampe d’accesso ai marciapiedi non deve costituire un gradino superiore a 2,5 cm

Leggendo queste righe mi sono detto che ci deve essere qualcosa che non quadra, tra l’emanazione di questo regolamento comunale e la sua stessa applicazione, da parte di chi ci amministra…

Il perché è presto detto : il percorso pedonale che attraversa il “salotto buono” (quello che divide la zona dei cittadini di serie A da quelli di serie B”) ad un certo punto si interseca con l’attraversamento pedonale che permette di raggiungere il Municipio dall’altra parte della strada.

Mettiamo il caso di un diversamente abile che, costretto su una carrozzella, si trovi nella situazione, appunto, di fare questo percorso.

Una volta attraversata la strada, si troverà davanti al Comune, ma… udite, udite… a tu per tu con un gradino di oltre 25 cm di altezza… a dispetto del regolamento comunale sopra citato.
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Questo è un altro esempio della politica di Lorenzo Minganti, che sembra ripercorrere nuovamente un percorso stereotipato che si identifica in assiomi del tipo : “armiamoci e partite”…

La prerogativa che distingue il Sindaco nelle sue scelte è proprio questo : disattendere i suoi stessi regolamenti !!

Lo abbiamo già visto in passato, quando ha proclamato che la zanzara tigre NON vive nell’erba alta.

Come conseguenza di questo suo modus operandi, approssimativo e pernicioso, Minerbio è diventata poi terreno di conquista del fastidioso e pericoloso insetto, poiché l’erba alta prosperava sovrana.

In quell’occasione il Sindaco superò sé stesso, contraddicendosi e promulgando un editto di stampo medioevale, in cui si proclamava che sarebbero stati multati tutti coloro che avessero lasciato un po’ d’acqua nei sottovasi o che non avessero provveduto allo sfalcio dell’erba nei giardini.

Armiamoci e partite…appunto !

Tornando alla barriera architettonica presente davanti al Comune, va rilevato che il Signor Minganti NEGA decisamente che questa esista, affermando spudoratamente che tale GRADINO al termine delle strisce pedonali (per accedere al marciapiedi) NON ESISTE come barriera, o meglio ESISTE…MA NON E’ UNA BARRIERA ARCHITETTONICA ma solo un gradino, in quanto a suo dire esiste una alternativa di passaggio.

Ora spieghiamo quale sarebbe l’alternativa, secondo la fantasiosa, allucinante, e perversa interpretazione del suo stesso regolamento comunale..

Il Primo Cittadino afferma che il disabile in carrozzella che si trovi in questa situazione può benissimo avere due alternative : girare a sinistra, o girare a destra, CONTROMANO, e raggiungere il passo carrario successivo ( fortunatamente esiste, ad una distanza di oltre 15 metri dalle zebre) che gli permetterebbe di immettersi sull’agognato marciapiedi.

Per fare ciò il disabile, che nel frattempo occupa la carreggiata stradale con la sua carrozzina, deve sperare che non arrivino camion a rimorchio o autobus, e che giunto davanti al passo carrai non incappi in un’auto in manovra che sta uscendo dallo stesso passaggio…

Una combinazione di casualità e di eventi degna della migliore cabala.

Queste sono le alternative del Sindaco Lorenzo Minganti, il Primo Cittadino di Minerbio !!

Non è finita !

Approdato comunque alla meta (il passo carraio), invertendo la direzione, il disabile finalmente potrebbe arrivare alla rampa di accesso e trovarsi a cospetto del Palazzo del Potere…o perlomeno al portone che gli si para davanti…

Peccato che non sia stato previsto, come invece è di regola in tutti i paesi civili, un portone con rilevatore di presenza, che si apra quando qualcuno si avvicina alla soglia di ingresso, ma un semplice portone, per altro pesante, che rappresenta un muro, una vera e propria ulteriore barriera per chi non ha la fortuna, al contrario del Sindaco, di convivere con assenza di disabilità.

Il disabile che si avvicina al portone del Comune, dopo un percorso che niente ha da invidiare ad una saga di Indiana Jones, deve comunque sperare che qualcuno sia lì nei pressi per aiutarlo, aprendogli il passaggio, e tenedoglielo spalancato fino a che non abbia completamente oltrepassato la soglia.

Ma… il Sindaco dice che Minerbio è un paradiso felice…privo di barriere architettoniche….

Allora c’è qualche cosa che non torna…

Mi domando il perché Lorenzo Minganti continui ad arrampicarsi sugli specchi…negando la realtà…falsandola…a volte (spesso) minacciando coloro che gli sottopongono tali problematiche…

Perché ?

La sua tanto sbandierata disponibilità al dialogo si scontra con le evidenze oggettive…e lo provano le nostre ripetute richieste di colloquio da Lui disattese.

Caro (si fa per dire) Lorenzo, ti faremo presto altre segnalazioni, come nostro dovere, ma già sappiamo che non ci penserai nemmeno…teso come sei nello sforzo di apparire in altri contesti, a te più confacenti…quelli di una manipolazione mediatica a cui sei simbioticamente legato, insieme agli organi di informazione che ti compiaccciono e ti innalzano sull’altare di un carrierismo partitico degno solo del più bieco pavoneggiamento comunista.

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Sappi che non abbasseremo la guardia, e che ci batteremo perché le persone diversamente abili possano godere delle stesse prerogative a cui Tu stesso hai accesso quotidianamente.

Ti abbiamo segnalato le barriere esistenti a Minerbio ( una parte, per ora ) così come ai tuoi Assessori e ai capi lista delle opposizioni, e alle Associazioni per disabili.

Questo, per noi, è un discorso di democrazia…di lealtà, di sussidiarietà e di amore per il prossimo.

Tu sai di cosa sto parlando ?
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E.B.

venerdì 29 ottobre 2010

AMIANTO E SEGNALAZIONI

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Un cittadino di Minerbio si è rivolto al blog in questi giorni, lamentando il fatto che il palazzo in cui abita sia stato da noi indicato come sito contenente amianto, mentre quello del suo dirimpettaio è stato ignorato nonostante contenga anch’esso eternit.

Il cittadino in oggetto punta il dito contro di noi, rei di
aver segnalato il pericoloso materiale, mettendo lui in una situazione di imbarazzo.

Vorrei quindi mettere in evidenza un particolare che forse gli appare insignificante e cioè che la Legge n°. 257 sull’amianto risale al 1992 , e che fin da tale data incorreva l’obbligo di mettersi in regola con le disposizioni in materia.

Siamo nel 2010, ma evidentemente, ad oggi, questo cittadino non ha ottemperato all’obbligo di segnalazione relativo ad una mappatura del territorio, così come ai controlli periodici sullo stato di conservazione dell’eternit.

Il fatto che abbia violato la Legge è palese, così come il fatto che eventuali particelle di asbesto, estremamente volatile se corrotto, possono essere inalate dai concittadini e provocare seri danni (mesotelioma pleurico e asbestosi).

Detto questo, se il cittadino in questione leggesse bene gli articoli del blog, invece di esibirsi e lanciarsi in accuse e illazioni indegne di una civile dialettica, vedrebbe che abbiamo segnalato una serie di iniziative per favorire i privati cittadini che volessero smaltire l’amianto.

Abbiamo indicato gli incentivi applicati dal Comune di San Lazzaro a favore di chi, appunto, recependo le disposizioni di Legge, avesse intenzione di mettersi in regola.

Stiamo studiando altre possibilità di intervento, contattando operatori del settore, al fine di verificare percorsi di fattibilità che siano poco invasivi dal punto di vista economico per chi si ritrova questo scomodo fardello.

Abbiamo segnalato e proposto ogni cosa al "Suo" Sindaco Lorenzo Minganti, che dovrebbe essere colui che tutela la salute dei cittadini di Minerbio e che, se solo volesse, potrebbe sviluppare una politica di incentivi finalizzati ad eliminare l’amianto da Minerbio.

Fino ad oggi il primo Cittadino ci ha palesemente ignorati, negando anzi, nel caso della ex Scuola di San Martino di Soverzano, che l’amianto presente fosse pericoloso.

Ricordo che la Legge prevede che la persona da designare per periziare le caratteristiche dell’eternit da esaminare deve essere un tecnico specializzato, provvisto della certificazione adeguata !

Il Sindaco si è invece arrogato il diritto di decidere Lui che l’amianto della ex Scuola è innocuo !!

Complimenti !
Abbiamo finalmente un Sindaco tecnico abilitato per l’amianto…

Fumata bianca… habemus papam …

A proposito di incentivi fantasma…bisogna però rilevare che abbiamo per contro, in via di realizzazione, una pista ciclabile, anzi ciclopica !

Il cittadino che sembra essere così inviperito con noi, dovrebbe meditare su questo !

Siamo noi del blog a dover provvedere a politiche di incentivazione, di supporto, e di attenzione per il nostro martoriato ambiente, oppure dovrebbe essere il compito specifico di chi ci amministra ?

Noi abbiamo indicato solo una minima parte delle presenze di amianto rilevate a Minerbio (la preparazione di una mappatura completa e aggiornata dovrebbe essere in cima ai pensieri di un Sindaco preoccupato, e non di un blog locale), e lo abbiamo fatto allo scopo di iniziare una battaglia per la tutela della salute nostra e dei nostri figli (anche di quelli del cittadino che ci ha scritto), e per innescare i meccanismi di intervento che sembrano così invisi a questa amministrazione.

La polemica dell’Anonimo scrittore prosegue con segnalazioni generiche di altre coperture di amianto, adiacenti a quelle da noi indicate, che avrebbero una superficie di materiale “incriminato” maggiormente degna di attenzione.

Mi chiedo allora come mai non si sia mai preoccupato di segnalarlo, o di discuterne con gli interessati, visto che poi le particelle, se friabili, sono respirate anche da lui e dalla sua famiglia.

L’obiettivo giusto, che in ultima analisi è riscontrato anche dal cittadino che ci ha scritto, è quello delle figure istituzionali, a cui fare riferimento a tutela della salute, con segnalazioni e pressioni.

Se tutti i cittadini chiedessero a gran voce di essere aiutati dall’Amministrazione, invece di assistere muti e rassegnati allo sperpero di denaro pubblico sotto forma di politiche dissennate e prive di una pur minima logica di priorità, allora forse il Sindaco procederebbe sulla linea seguita, per esempio, dal Suo collega del Comune di San Lazzaro.

La direzione Usl di san Giorgio di Piano, competente per territorialità, con cui abbiamo colloquiato proprio oggi, ci ha dato ampia disponibilità alla sensibilizzazione del problema, fermo restando che DEVE ESSERE L’AUTORITA’ COMUNALE a intimare le verifiche di Legge.

E poiché la Legge è uguale per tutti, ne consegue che un Sindaco, oltretutto avvocato, non possa minimamente esimersi dall’applicarla, o a tenere comportamenti intimidatori nei confronti di chi compie un dovere di cittadino, segnalando la presenza di amianto.

Il Sindaco dovrebbe ringraziare coloro che gli danno la possibilità di aggiornare la mappatura del territorio, riguardo all’amianto, ma pare che invece il Primo Cittadino recepisca con estremo fastidio queste segnalazioni, che lo innervosiscono e lo fanno profferire in dictat di stampo assolutistico, come è sua consuetudine.

Sicuramente noi non smetteremo di occuparcene fino a quando il trend locale sull’argomento non avrà preso un indirizzo che ci identifichi come un paese civile e sicuro, in cui far crescere i nostri figli e nipoti, a dispetto di chi, invece, sembra disinteressarsene.
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E.B.
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OPPOSIZIONI A MINERBIO

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In questi giorni la lista di opposizione locale “per Cambiare Minerbio” ha diffuso un volantino, i cui contenuti ci trovano in perfetto accordo e sintonia.

Gli argomenti proposti sono tra quelli che ci vedono protagonisti da sempre di reiterate proteste verso una amministrazione che sembra sorda ad ogni forma di scontento.

Nello scritto si leggono le proposte che il gruppo di opposizione formula, in un’ottica propositiva in nome di Minerbio.

Viene sottolineato il fatto, in apertura di volantino, che alcuni Amministratori siano più inclini a farsi fotografare in bella posa sui quotidiani, piuttosto che adoperarsi per risolvere le problematiche del territorio, e questa considerazione ci trova totalmente d’accordo.
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Cliccare sull'immagine per ingrandirla
Così come condividiamo i punti di interesse segnalati nel volantino :
Aumentare la raccolta differenziata dei rifiuti, Eliminare le barriere architettoniche, Maggiore sicurezza per i cittadini, Cimiteri, Spazi per i giovani.

Questo volantino indica, contrariamente a quanto asserito dal Sindaco, che certe problematiche sono presenti a Minerbio, nonostante Lui lo neghi con vigore.

Non siamo solo noi ad evidenziarLi, ma anche la Lista “per cambiare Minerbio” e questo la dice lunga su come la nostra martoriata Minerbio abbia necessità di interventi decisi e solleciti a riguardo.

Contemporaneamente devo anche assistere ad un’altra realtà locale, che mi lascia interdetto per la sua alternanza esistenziale, e cioè il fatto che l’altra Lista civica “Cittadini di Minerbio per Minerbio” sia praticamente scomparsa dalla scena politica cittadina.

Sembra quasi che i continui attacchi del Sindaco e le sue minacce di denunce (il solito “procurato allarme”) con loro abbiano funzionato, visto che da parecchi mesi non si assiste più ai loro banchetti informativi, ai volantinaggi, o ad altre iniziative.

E’ scomparsa quindi dalla realtà quotidiana la Lista civica locale legata a Berlusconi, alla Lega, e a alla destra (Finiani ?) eccezione fatta per qualche sporadico intervento di Lazzari sul loro blog.

Minerbio, come recita anche il volantino proposto oggi, non si merita tutto ciò.

Per cercare di cambiare le cose in meglio è necessario tenere alta la soglia di attenzione, e fare una politica di opposizione al regime stalinista locale, portando avanti le battaglie necessarie al bene comune.

Non è neanche lontanamente concepibile che ci si possa far zittire dall’arroganza di un Sindaco che ci rappresenta sempre meno, e che tenta in tutti i modi (SOPRATTUTTO CON LE SUE VACUE MINACCE) di ergersi al di sopra di chiunque per imporre le sue opinabili (a dir poco) scelte.

Ringraziamo quindi la Lista di opposizione “per Cambiare Mnerbio” e i loro consiglieri, per la determinazione dimostrata nel loro percorso politico, che denota un alto senso civico e una matura dimostrazione di sensibile responsabilità.
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E.B.

giovedì 28 ottobre 2010

LE NOSTRE PROPOSTE PER MINERBIO: RIFIUTI ZERO-RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA

UN ESEMPIO DA SEGUIRE: Capannori, comune a RIFIUTI ZERO.
Capannori è finita sotto i riflettori in quanto è stato il primo paese italiano ad attuare la strategia Rifiuti Zero, elaborata da Paul Connet, che ha permesso al comune di raggiungere in poco tempo una raccolta differenziata dell’83%. Ma come si è arrivati a tanto? Lo abbiamo chiesto a Rossano Ercolini, coordinatore dell’osservatorio Rifiuti Zero.

Tutto nacque con un inceneritore. O meglio con la mancata realizzazione di un inceneritore. Correva il 1994 e le autorità competenti avevano deciso di costruire un inceneritore nel territorio di Capannori. La popolazione a quel punto si mobilitò e, per utilizzare le parole di Rossano Ercolini - coordinatore dell’Osservatorio Rifiuti Zero istituito con la delibera con la quale il comune di Capannori ha formalizzato l’adesione alla strategia Rifiuti Zero – “si passò da una comunità minacciata ad una comunità salvata”.
Quella mobilitazione, infatti, non fu estemporanea. Forse grazie alla vittoria ottenuta nel 1997 (l’inceneritore alla fine non fu costruito), forse grazie alla contingenza delle vicissitudini, fatto è che da quel momento qualcosa è cambiato e una serie di persone si sono messe in movimento e, a distanza di 14 anni, hanno fatto di Capannori uno degli esempi più noti e virtuosi di comune che adotta le cosiddette “buone pratiche”.
Rossano Ercolini - intervenuto al convegno RIfiuto: RIduco, Riciclo, organizzato dalla Macro Edizioni – racconta con orgoglio evidente le battaglie combattute e vinte: l’incontro con Paul Connet del 1996, il passaggio dalla strategia del “no all’inceneritore” a quella del “sì ai Rifiuti Zero”, il raggiungimento di percentuali altissime nella raccolta differenziata porta a porta e così via.
Durante il suo intervento appassionato, travolgente, ha affermato con foga: “nel ’97 celebrammo la grande vittoria contro l’inceneritore, una grande realtà che io porto dentro e che ci dette immediatamente la forza per ripartire. Risolto un problema, ci volgemmo verso il prossimo ostacolo. Ormai eravamo partiti.
In questo percorso naturalmente era aumentata la competenza” e in un altro punto del suo intervento: “glielo abbiamo dimostrato! Non eravamo solo quelli del no, ma eravamo quelli che dicevano sì a obiettivi di innovazione e di miglioramento complessivo dal punto di vista sociale, della partecipazione, ma anche dal punto di vista della scelta delle migliori pratiche, delle migliori tecniche e delle migliori possibilità alternative”.
Appena terminato il suo intervento lo abbiamo intervistato per Terranauta.
Rossano Ercolini, che cosa è successo a Capannori?
“Capannori, 45.000 abitanti, è stato il primo comune italiano ad aver dichiarato nel 2007 la strategia dei Rifiuti Zero. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo dovuto affrontare una serie di passaggi fondamentali. Tra questi la partenza graduale del porta a porta. All’inizio, quando lo proponevamo negli anni ’90, eravamo sbeffeggiati come visionari, come stupidi visionari. Ma avevamo ragione noi. I nostri sogni visionari furono presto messi in pratica e addirittura le nostre ipotesi si rivelarono inferiori ai risultati! Quando ci consideravano dei folli prevedevamo un 65% di resa della raccolta differenziata. Dopo pochi anni, raggiungemmo l’83%...”
Ercolini
Rossano Ercolini e Marco Boschini durante il convegno RIfiuto: RIduco, RIciclo
Che ruolo hanno avuto gli abitanti di Capannori?
“Loro sono stati il cuore di tutte le nostre iniziative! Le persone che brontolano, che discutono, che non sono mai contente, quando sono messe nella condizione di poter fare, quando trovano una pubblica amministrazione mediamente in gamba pronta a riconoscere anche i piccoli sacrifici che devi compiere, si rivelano essere molto migliori di quanto appaiano! Quando la gente si accorge di essere parte del problema, immediatamente diventa parte della soluzione di quel problema. Il problema sono gli amministratori. Nel caso di Capannori abbiamo trovato degli amministratori attenti. Questo anche grazie alle amicizie personali costruite negli anni, e al fatto che alcuni degli amministratori in carica adesso erano parte di quel movimento, erano semplici cittadini come il sottoscritto”.
Possiamo quindi affermare che le iniziative sono partite dal basso e solo in un secondo momento sono state guidate dalle vostre amministrazioni?
“Assolutamente sì. Senza nulla togliere agli attuali amministratori, che sono bravissimi, spesso ai media e agli osservatori sfugge l’importanza del ruolo svolto dal vastissimo movimento che si è mosso dal basso. Non sarebbe stato possibile raggiungere l’83% di raccolta differenziata senza l’esistenza di una sensibilità diffusa, di un dibattito che durava a un decennio a Capannori.
Io sono capannorese e sono molto orgoglioso vedere il comune di Capannori insieme alle municipalità internazionali nella lista delle città che aderiscono alla Zero Waste. Capannori International! Capannori City! È un’emozione difficile da descrivere. O forse io sono un po’ bambino ed esagero in questa emozione”.
Ma in pratica, quando si dice rifiuti zero cosa si intende?
“Intanto si intende un patto condotto tra tre soggetti: i produttori, la distribuzione e i cittadini utenti, le persone che consumano e quindi producono rifiuti. Ecco, questo è lo scheletro attraverso il quale si imposta una strategia rifiuti zero.
Naturalmente raggiungere dei punti di equilibrio sempre più avanzati non è un gioco, però nel momento in cui tu chiami in causa la responsabilità estesa del produttore e la responsabilità a valle di ognuno di noi e nel momento in cui hai convinto l’amministrazione ad attuare il porta a porta sei ad un ottimo punto per mirare ad obiettivi ancora più ambiziosi come quelli dei rifiuti zero”.
Ma in concreto rifiuti zero significa che non esisteranno più rifiuti per niente? Ed entro quanto?
“L’obiettivo Capannori Rifiuti zero è per il 2020. Abbiamo quindi una strategia idealistica in un tempo realistico. Questa è la sintesi, è la road map che indica un percorso che ci porterà se non essere proprio a rifiuti zero ad essere - come viene detto nel movimento internazionale -dannatamente vicini a zero.
Ogni giorno dovremmo combattere i rifiuti; ogni percentuale, ogni punto percentuale, sottratto prima allo smaltimento e poi al rifiuto non prodotto segna o non segna il progresso verso l’arrivo dei rifiuti zero”.
Tra le città che si sono poste come obiettivo i rifiuti zero, oltre a Capannoni ci sono città come Los Angeles e San Francisco...
“Sì. Fino a poco tempo fa nemmeno le persone più sensibili a questi temi avevano sentito parlare del nostro comune. All’inizio, quindi, nonostante io abbia un grande attaccamento e rispetto per Capannori, mi veniva un po’ da ridere a vedere mio piccolo paese toscano affiancato a città come San Francisco, Canberra, Buenos Aires, Alifax. Mi sono detto Capannoni come la Silicon Valley… e in effetti è una provocazione che però segna un elemento di realismo che dimostra come noi ci stiamo avvicinando al futuro”.> 

Ma quindi anche realtà molto più grandi come San Francisco riescono ad applicare questo modello! Anche in Italia allora la strategia “zero rifiuti” potrebbe essere adottata da grandi metropoli come Roma o Napoli?
“Sì. La prima cosa da fare è sottrarre la parte biodegradabile dal resto riciclabile attraverso la diffusione dei sistemi di compostaggio. I materiali secchi come la carta, i metalli, il vetro e le plastiche possono poi essere selezionati addirittura per via manuale! Ovvio che l’ideale è usare impianti tecnologici che sono, ovviamente, infinitamente meno inquinanti degli inceneritori”

E adesso cosa succederà a Capannori?
“Per quanto riguarda il mio comune vedo che ci sono delle iniziative molto virtuose. Però se poi mi metto a fare le pulci vedo che sull’urbanistica non si riesce a perdere il vizietto dell’eccesso di cementificazione; nella mobilità non si fa così altrettanto come si è fatto nella gestione dei rifiuti. Bisogna invece cambiare paradigma e mostrare come si possa ridurre la mobilità. Anche lì c’è da combattere! Bisogna elaborare dal basso progetti di nuova viabilità che poi possano e debbano essere ripresi dalle amministrazioni. È quindi un progetto molto impegnativo.
Ma l’esempio smuove più di mille conferenze, anche di scienziati autorevolissimi. Poter affermare che in un tal luogo si attua una determinata politica significa affermare che la stessa politica si può attuare anche nel proprio comune.
Queste cose stanno già avvenendo. Il futuro è già presente e allora io lo posso portare anche a casa mia”.
Chiudiamo con un’ultima affermazione tratta dall’intervento di Rossano: “Andare oltre il porta a porta, dichiarando come obiettivo rifiuti zero, significa depotenziare la possibilità di nuovi inceneritori scoraggiando i loro sostenitori e mostrando una reale alternativa al problema”.
Elementare no?

Fonte : LINK

domenica 24 ottobre 2010

CICLABILE ALL'AMIANTO: ALCUNE DOMANDE AL SINDACO

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GIRO AL SINDACO MINGANTI ALCUNE DOMANDE CHE PIU' CITTADINI MI HANNO RIVOLTO ULTIMAMENTE, OSSERVANDO I LAVORI DELLA NUOVA CICLABILE DA 700 MILA EURO.
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COME SI PUO' NOTARE DALLA FOTO, QUESTA NUOVA E COSTOSISSIMA CICLABILE PASSA PROPRIO A POCHI METRI DI DISTANZA DA UN MAGAZZINO CON TETTO IN ETERNIT/AMIANTIO.
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QUINDI LE DOMANDE SONO: 
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MA QUANDO HA PROGETTATO LA CICLABILE IL SINDACO SAPEVA DELLA PRESENZA DI ETERNIT A POCHI METRI DALLA STESSA?
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QUANDO IL SINDACO HA PROGETTATO LA COSTRUZIONE DELLA CICLABILE ERA A CONOSCENZA DELLO STATO DELLA COPERTURA IN ETERNIT DI QUEL MAGAZZINO?
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TUTT'ORA IL SINDACO CONOSCE LO STATO DEL TETTO IN ETERNIT IN QUESTIONE?
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SE LA RISPOSTA E' SI, ALLORA VOGLIAMO SAPERE ANCHE NOI IN CHE STATO E' QUELLA COPERTURA, RENDENDO PUBBLICO IL RAPPORTO DEI TECNICI USL.
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SE LA RISPOSTA E' NO, ALLORA VOGLIAMO SAPERE IL PERCHE' NON E' STATO ANCORA MONITORATO, MAPPATO E CONTROLLATO QUEL TETTO (ESSENDOCI UNA LEGGE CHE OBBLIGA A FARLO).
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QUINDI L'ULTIMA DOMANDA E': CON CHE CRITERIO E' STATO DECISO DI STANZIARE 700 MILA € PER QUEST'OPERA SENZA AVER PRIMA CONTROLLATO QUELLO CHE POTEVA ESSERCI INTORNO?
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INFINE, LEI ESSENDO IL SINDACO, NON DOVREBBE, PER COSTITUZIONE, TUTELARE LA SALUTE  DI TUTTI I SUOI CITTADINI?
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AL SINDACO LA RISPOSTA...
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Christian B.
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LETTERA SU AMIANTO A MINERBIO

Abbiamo spedito la la seguente lettera agli intestatari che potete leggere di seguito.

Ora constaterete con i vostri occhi, come evolverà questa situazione : disinteresse, disinformazione, minacce, o altro ?

Vi terremo informati !

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La lettera sull'amianto è indirizzata a :

Sig. VITO TOTIRE
Associazione Esposti Amianto

e p.c.

Sindaco del Comune di Minerbio
Lorenzo Minganti

Assessore Politiche ambientali del Comune di Minerbio
Davide Busato

Corpo GEV Sezione di Bologna

A.R.P.A. di Bologna

M.Gagliardi - Il Resto del Carlino

S.Ramunno - L’Informazione

A.Fontana - Il Resto del Carlino

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OGGETTO : AMIANTO A MINERBIO
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Lo scrivente Blog “Minerbio e la voce del cittadino”, e il Meetup “Amici di Grillo di Minerbio” è a sottoporvi, con la presente, la situazione amianto nel Comune di Minerbio.


Sensibili a tale grave problema, ci siamo rivolti alle Istituzioni per segnalare i siti da noi individuati, sul territorio del Comune di Minerbio, in cui c’è presenza di eternit.
Raccogliendo le testimonianze dei cittadini, e dando seguito alle loro preoccupazioni ci siamo rivolti a :


1) - Sindaco di Minerbio, Lorenzo Minganti ;
2) - Assessore Politiche ambientali del Comune di Minerbio, Davide Busato ;
3) - A.R.P.A. Sezione di Bologna ;
4) - Ausl – Direttore Luigi Quadri ;
5) - Ausl – Coordinatrice Sig.ra Elisa Bettini ;
6) - Ausl – Coordinatrice Sig.ra Nadia Pizzirani ;
7) - Corpo GEV Bologna .


Ecco le segnalazioni fatte, nei mesi di Settembre/Ottobre 2010 sulla presenza di cemento-amianto sul territorio di Minerbio (SOLO UNA PARTE DEI TANTI SITI ESISTENTI) :
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Via Canaletto, 36 (Azienda)
Via del lavoro, 2 (Ditta)
Via del Lavoro, 8 (STAZIONE ECOLOGICA - Consorzio special-trasporti)
Via Enrico Mattei, 3
Via Enrico Mattei, 7
Via Enrico Mattei, 9
Via Enrico Mattei, 10 (Ditta)
Via Enrico Mattei, 11 (Ditta)
Via Palio (angolo Via Stradellazzo)
Via Palio (di fronte ad Azienda agricola Isolani)
Via Roma, 19 (errata corrige : via VIII Marzo, 9, subito dietro al civico 19 di via Roma)
Via Roma, 24/B (CONSORZIO AGRARIO)
Via Ronchi Inferiore, 9 (Ditta) Zona Industriale
Via Ronchi Inferiore - Cà de Fabbri - (Spogliatoio CAMPO SPORTIVO)
Via Ronchi Inferiore, 34 (Ditta) Zona Industriale
Via Savena Inferiore, 99
Via San Donato - San Martino di Soverzano (Ex SCUOLA, sul retro)
Vicolo Stradone, 5
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L’unico risultato finora ottenuto è un appuntamento con la Direzione Ausl Bologna Nord (che comprende 21 Comuni, tra cui Minerbio) e in particolare con il Suo responsabile di settore, che ci è parso disponibile, in un primo approccio telefonico, ad eviscerare il problema.


Da tutti gli altri, a partire dal Sindaco, per finire all’A.R.P.A o ai GEV….

S I L E N Z I O A S S O L U T O… !!!!

Come se il problema non esistesse…
Come se tutti avessero timore di prendere in mano la patata bollente…
Come se se non ci fosse una Legge appositamente emanata per risolvere il problema AMIANTO…
Come se la salute pubblica non fosse una priorità a cui tutti devono prestare la massima attenzione…
Il Sindaco ha affermato in sede di Consiglio comunale che, a seguito di eventuali segnalazioni, avrebbe passato “la palla” alla Ausl competente…


PONZIO PILATO NON AVREBBE POTUTO FARE DI MEGLIO…

Forse il nostro beneamato e caro Sindaco (si fa per dire) si dimentica che fin dal 1996 la Regione Emilia Romagna ha in atto un Piano di protezione.


L’Assessore regionale Lusenti ha dichiarato di “aver effettuato censimenti e mappatura dei siti contenenti amianto”.


La dichiarazione dell’Assessore delle Politiche per la salute prosegue :


I proprietari dei siti censiti sono tenuti, in base alla norma nazionale, a programmare gli interventi necessari a bonificare gli edifici e ad adottare, nel frattempo, le misure di sicurezza idonee ad evitare rischi per la salute pubblica”.


Le aziende Usl vigilano sulla corretta esecuzione di queste procedure da parte dei proprietari e sulle operazioni di rimozione dell’amianto.”


L’orientamento generale sarebbe quindi quello di interessarsi a questo grave problema, che rappresenta un concreto pericolo per la salute pubblica (Sindaco, denunciami per procurato allarme, per questa dichiarazione !! ) e non quello di fare finta di niente, o di palleggiarsi competenze.


I siti contenenti amianto a Minerbio presenti nella Mappatura Provinciale, sono stati segnalati da noi a Lorenzo Minganti , ma fino ad oggi il Primo Cittadino non si è deganto di rispondere…


Gli impianti sportivi indicati nel rapporto di mappatura (via Zamboni e Via Ronchi Inferiore) erano in classe 2 ancora all’epoca della realizzazione dell’elenco siti…e oggi, come sono messi ?
Sono ancora integri ?
O sono friabili ?
E’ mai stato fatto alcun intervento di verifica, e di messa in sicurezza ?


I CITTADINI HANNO DIRITTO DI SAPERE, e l’Amministrazione Comunale, come proprietaria del sito ha un PRECISO OBBLIGO DI LEGGE cui non può non ottemperare..


Altri luoghi, che per la frequentazione massiccia dei cittadini (come il Consorzio Agrario, che ospita periodicamente il mercato della frutta e della verdura) assumono caratteristiche di “luogo pubblico” dovrebbero essere, in presenza di amianto, monitorati e controllati.


Il Consorzio Agrario presenta una ampia superficie di copertura in “eternit” ed anche in questo caso abbiamo chiesto a Lorenzo Minganti di sapere se ci siano pericoli per la salute…


Voi avete avuto qualche risposta ?


NOI NO…NEMMENO UNA PAROLA…SILENZIO ASSOLUTO !!

Questo è forse lo sbandierato DIALOGO a cui fa sempre riferimento il SINDACO ?

Facciamo presente che di fianco al Consorzio, ci sono la Scuola d’Infanzia e l’Asilo Nido !!!


Come mai non segue l’esempio del Comune di San Lazzaro, che si è almeno preoccupato di dare incentivi ai privati che smaltiscano amianto ?


Vorrei anche segnalare che la nuova ciclabile (ottava meraviglia del mondo : costo 700,000.00 euro) corre, nella parte iniziale, parallelamente ad una azienda (segnalata) con copertura in eternit…


Complimenti…faremo passeggiate in bicicletta, ecologiche, respirando particelle di asbesto ?


Un toccasana per i nostri polmoni…ma questo forse al Sindaco non interessa…altrimenti avrebbe almeno risposto alle tantissime richieste da noi inoltrate alla Sua attenzione…


Ecco ora una breve panoramica di istantanee di siti contenenti eternit a Minerbio :

Ex Scuola di San Martino di Soverzano.
Il Sindaco dice : non è pericoloso, e indica la copertura (che appare sbrecciata !!! )


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....Spogliatoio campo sportivo .......Copertura in eternit in Via Palio


Via Roma, 19 (vicino alla Scuola !!)
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SEGNALAZIONE CITTADINO, N° 25 - BARRIERE ARCHITETTONICHE AL PARCO DI CA' DE FABBRI


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UNA NUOVA E BELLA CICLO-PEDONALE, E GUARDA CASO ANCHE QUESTA E' SENZA RAMPA PER DISABILI.
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CI TROVIAMO AL PARCO DI CA' DE FABBRI DON PINO PUGLISI.
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PROBABILMENTE VERRA' DETTO, DAL SINDACO, CHE CI SONO ANCORA I MURATORI E DEVONO FINIRE...
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OPPURE VERRA' DETTO, DAL SINDACO, CHE TANTO C'E' UNA VALIDA ALTERNATIVA VICINO...
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OPPURE VERRA' DETTO, DAL SINDACO, CHE QUESTA NON E' UNA BARRIERA...
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OPPURE VERRA' DETTO, DALLA GENTE, CHE PROBABILMENTE ESSENDO LUI UNO SCALATORE, HA ORMAI ACQUISITO UNA CERTA PRATICA PER ARRAMPICARSI ANCHE SUGLI SPECCHI...
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Ciao
Alla prossima
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Christian B.
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LE INSTALLAZIONI DI PANNELLI FOTOVOLTAICI SU TERRENO AGRICOLO SI ESTENDONO A MACCHIA D'OLIO...

L’Assessore alle Attività Produttive della regione Emilia-Romagna Giancarlo Muzzarelli ha ricordato qualche tempo addietro, in occasione di una discussione consiliare regionale sul consumo di territorio agricolo, come “la Regione intende adottare un atto improntato a criteri di rigore, chiarezza e trasparenza, al fine di favorire la diffusione di impianti per produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e la contestuale tutela del paesaggio, della primaria destinazione agricola dei suoli delle popolazioni”.

L’Assessore ha specificato anche che “l’intento della Regione è quello di privilegiare l’installazione di nuovi impianti sugli edifici e sulle aree NON DESTINATE A TERRITORIO AGRICOLO” e di aver intrapreso azioni per incentivare la costruzione di tetti fotovoltaici, edifici pubblici, capannoni, etc.

P O I ….

Con delibera n. 379 del 14 settembre 2010 la Giunta provinciale di Bologna ha dato l’autorizzazione per l’installazione di un impianto fotovoltaico, che si estenderà per una superficie di 40 ettari (!!), da realizzarsi su TERRENO AGRICOLO, in Via Dozza, nel Comune di Imola, confinante con quello di Medicina.

A seguito di questa decisione la Cooperativa Trasporti di Imola (C.T.I.) che gestisce diverse migliaia di ettari nel comprensorio imolese, potrà realizzare questo impianto in piena campagna, nel bel mezzo di un’area agricola, ricoprendo un terreno che fino ad oggi produceva frumento, girasole, pomodori, cipolle e tanti altri prodotti alimentari.

Se questo modus operandi rappresenta il trend da cui trarre spunto per dare il via ad iniziative simili, si può facilmente capire come mai il Sindaco di Minerbio e la sua Amministrazione abbiano dato il permesso a Minerbio di fare la stessa cosa : fotovoltaico su terreno agricolo.


Questo è l’amore per il territorio dimostrato dalle Amministrazioni comuniste : approvazione di speculazioni camuffate da ricorso all’alternativa energetica ; rafforzamento delle politiche egemoniche dei detentori del potere agro-alimentare a causa del progressivo indebolimento della classe contadina ; mancanza di politiche serie per lo sviluppo dell’agricoltura, giustificato dalle collusioni politiche con una tra le maggiori lobbies del settore alimentare : la Coop.

Questo è ciò che si cerca di far passare sotto silenzio, con estrema attenzione a non pubblicizzarne gli sviluppi, secondo schemi comportamentali colpevolmente improntati ad una disinformazione di comodo, e approfittando di una mancanza di chiarezza che regoli e tuteli un settore già martoriato : quello delle nostre campagne.

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Tra qualche anno potremo andare in campagna, per acquistare idealmente qualche watt ricavato dal fotovoltaico, mentre i negozi (soprattutto le Coop) saranno stipati di prodotti alimetari cinesi o sudamericani…

Le multinazionali che fagocitano il settore non ringrazieranno mai abbastanza Lorenzo Minganti, che sarà uno di quelli che si è reso partecipe della trasformazione.

A lui, e a tutti quelli come lui, vanno la mia totale disapprovazione e quella di chi, come me, ha a cuore il futuro delle campagne e delle tradizioni contadine.

E.B.

giovedì 21 ottobre 2010

IL COMUNE DI SAN LAZZARO E L'AMIANTO

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DOMANDA PER IL SINDACO DI MINERBIO :
LORENZO MINGANTI LEGGI QUESTO ARTICOLO...
ECCO COSA FA CHI SI PREOCCUPA DELLA SALUTE DEI CITTADINI !
TU COSA ASPETTI A FARLO ?
(invece della ciclabile ?)
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CHI FA LA BONIFICA NON PAGA IL SUOLO PUBBLICO.
articolo di Giancarlo Fabbri su : ”l’Informazione” del 19/10/2010
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Il Comune di San Lazzaro ha promosso un altro incentivo, e non tanto simbolico, per favorire la rimozione, smaltimento o messa in sicurezza di manufatti contenenti amianto (o asbesto) come cemento-amianto, fibrocemento, o eternit dal nome della principale azienda produttrice.
Il consiglio comunale di San Lazzaro ha, infatti, approvato una delibera che esonera dal pagamento degli oneri per l’occupazione di suolo pubblico ai cantieri allestiti per la rimozione di coperture in amianto.

Una decisione che si aggiunge a quella della giunta, entrata in vigore il primo gennaio, di esonerare cittadini e imprese dal pagamento dei diritti di segreteria, per interventi di rimozione di manufatti contenenti amianto e, magari, sostituendo le coperture con impianti fotovoltaici.

Molti ambientalisti sono infatti contrari all’approvazione, in deroga, di concessioni per la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra su terreni agricoli.

Anche la Lista Civica di San Lazzaro, “Noi cittadini” con Massimo Bertuzzi, ha osteggiato senza esito la recente approvazione di un impianto a terra, “data la grande quantità di superfici disponibili su strutture produttive e commerciali e per incoscienza sul futuro”.

Per il vicesindaco Giorgio Archetti, assessore all’ambiente, “anche l’esenzione di pagamento degli oneri sul suolo pubblico è un passo opportuno per favorire privati e imprese impegnate nella bonifica e che si aggiunge alla delibera che esonerava dal pagamento dei diritti di segreteria”.

A seguito anche di pressioni di associazioni di esposti all’amianto, come l’Aea presieduta da Vito Totire, è stato completato anche un censimento che ha portato a una mappatura quasi completa degli edifici.

Censimento che ha portato alla luce la presenza di quasi 170 mila metri quadri di manufatti in cemento amianto.

Ora Archetti si attende “che i privati e le imprese sappiano cogliere questa opportunità sia per la tutela della salute pubblica, sia come occasione di ricaduta economica sul territorio.
Auspichiamo, inoltre, che il governo avvii incentivi anche in questo campo
” – ribadisce il vicesindaco – “e non solo nel settore degli elettrodomestici”.
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E.B.

mercoledì 20 ottobre 2010

SEGNALAZIONE CITTADINO N° 24 - ANOMALIE (davanti alle scuole medie)

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Avete notato che dopo l’asfaltatura della strada davanti alla scuola media e al pallone nuovo sono stati creati nuovi parcheggi per le auto nella zona dedicata, fino a ieri, a parcheggio e sosta degli automezzi dello “scuola-bus” ???
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Oggi gli “scuola-bus” parcheggiano e sostano sul marciapiede con pavimentazione in acciottolato della scuola dove, prima della sua demolizione, c’era la pensilina che tanto rimpiangono i genitori nelle giornate di pioggia e/o neve.
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Due decisioni arbitrarie in un colpo solo.
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Tutto ciò è stato discusso in consiglio comunale o è a discrezione del sindaco e del suo codazzo ???
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Molti genitori sono incazzati per la pensilina e disorientati per l’uso improprio a parcheggio del marciapiede.
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Tra l’altro il dismesso P.R.G., dove oggi ci sono i parcheggi, prevedeva un percorso ciclopedonale dalla ciclabile su Via Roma a Via Fosse. 
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Mai eseguita !!!
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Lo stesso P.R.G. prevedeva tante altre ciclabili su strade già esistenti nel capoluogo, mai eseguite, che con pochi danari si potevano realizzare e utilizzarle oggi, anziché…
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Sorge spontanea una domanda: il P.R.G. è uno strumento urbanistico e va bene, ma non è anche un preciso impegno della Giunta, in carica al momento, nei confronti dei cittadini che hanno votato quel sindaco ???
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Oppure è solo la solita presa in giro per dare fumo negli occhi al popolo bue per essere prima eletti poi per fare i propri porci comodi ???
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Alla prossima.
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Ciao...
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Christian B.
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LE NOSTRE PROPOSTE PER MINERBIO: MAMMA DI GIORNO - Tagesmütter

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PROPOSTA NUMERO DIECI
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Scritta da  MELAMPA
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(Una lettrice del Blog)
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Chi ha avuto bambini piccoli si sarà certamente trovato nella mia stessa situazione.
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E' lunedì mattina.
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La sveglia suona.
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 Mi accingo a chiamare il mio bambino e mi accorgo che ha la febbre.
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Panico !!! 
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Un'altra giornata di assenza dal lavoro, nooooo. 
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E così di seguito per altre numerose volte, nel corso dei mesi.
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Per non parlare poi degli orari scolastici che, non hanno nulla a che spartire con gli orari dei genitori che lavorano.
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Quante volte avrei voluto avere la possibilità di chiamare una tata che si occupasse di figlio ammalato.
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Non è stato così. 
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Ed ho provato sulla mia pelle le peggiori cattiverie che, mi venivano riservate al lavoro, dopo un'assenza per malattia per accudire il mio bambino. 
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Oltre al danno, subivo anche la beffa.
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Infatti in Italia fare un bambino è una sfida, che si ripercuote sulla vita professionale della madre, a vita.
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E che dire di tutti quei piccolini che non riescono ad accedere all'asilo nido o alla materna?
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Fortunatamente nella nostra arretrata nazione, iniziano ad esserci segnali di evoluzione le "Tagesmütter".
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Il profilo professionale delle Tagesmütter nasce nei Paesi nordici negli anni sessanta, e trova le sue origini in un'antica tradizione tedesca: le contadine che andavano a lavorare affidavano i propri figli ad una di loro, che li accudiva a casa propria in cambio di generi alimentari. 
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Tagesmütter infatti significa "mamma di giorno".
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Oggi in Europa i paesi che offrono questo servizio sono sedici: in Italia negli anni ottanta se ne sono formate alcune in Trentino-Alto Adige con Tagesmutter-ilsorriso
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Mentre altre regioni stanno introducendo soluzioni simili quali i nidi famiglia, in alternativa al nido tradizionale.
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Ma chi è la Tagesmütter? Secondo il testo della Legge Provinciale numero 4 del 12 marzo 2002, la Tagesmütter è: "…una persona adeguatamente formata che, professionalmente in collegamento con organismi della Cooperazione Sociale o di utilità sociale non lucrativi, fornisce educazione e cura a uno o più bambini di altri presso il proprio domicilio o altro ambiente adeguato ad offrire cure familiari."
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Dunque le Tagesmütter sono "Assistenti domiciliari" cui viene riconosciuta una qualifica professionale, avendo maturato le loro competenze attraverso corsi formativi, che vanno dalle discipline educative al pronto soccorso.
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Il servizio viene gestito da cooperative sociali che fanno da mediatori tra le famiglie e le Tagesmütter.
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Ma ho letto anche di esperienze di Tagesmütter che si mettono in proprio.
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La Tagesmütter può accogliere a casa propria sino ad un massimo di 6 bambini, compresi i propri figli, da 0 a 3 anni, molto spesso sono mamme che hanno rinunciato al lavoro fuori casa per accudire i bambini, conciliando così la funzione di genitore con il lavoro.
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Il servizio offerto tende a soddisfare così le esigenze di tutti quei genitori che hanno bisogno di affidare i propri figli a personale qualificato, garantendo la personalizzazione del servizio attraverso la flessibilità di orario.
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Il costo di questo servizio è inferiore a quello di un asilo nido privato o di una baby sitter e varia in base al numero di ore mensili richieste, inoltre sono previsti dei contributi per gli enti gestori e per i genitori utenti.
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La linea pedagogica rispetta i tempi dei bambini, che non sono costretti ad entrare al nido ad orari stabiliti se la mamma lavora su turni flessibili, ne favorisce l'autonomia offrendo la possibilità di socializzazione all'interno di un piccolo gruppo, tenendo conto delle esigenze di ogni singolo bambino, sottolineando così la sua unicità. 
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I bambini hanno una sola figura di riferimento, all'interno di un ambiente molto simile a quello familiare che permette loro di non subire la difficoltà dell'allontanamento familiare.
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Per ora, per me, per tanti, per troppi, rimane un sogno....
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M. R.
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domenica 17 ottobre 2010

MATTEO RADOGNA : SE LO CONOSCI LO EVITI !

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DISINFORMAZIONE A COMANDO :

Questo potrebbe benissimo essere il sottotitolo di questo post, in quanto si adatta perfettamente al ruolo che questo scribacchino svolge nella sua perenne attività di cultore del falso e del denigratorio, e che cosituisce parte integrante della sua opera di disinformazione, pianificata e probabilmente, anzi sicuramente, guidata.

Ciò si evince dalla evidenza dei fatti, e dalla sua opera di divulgazione relativa ad aspetti della realtà ascrivibili ad una visione interpretativa, che ne rispecchia una faziosità palesemente legata ad una impronta nettamente, a dir poco, soggettiva..

Mai, nei suoi articoli, vengono interpellati gli oppositori della parte politica di cui LUI è evidente ostaggio, così come i diversi aspetti delle varie vicende, che assumono quindi aspetti lontani da una oggettività che dovrebbe essere al primo posto nelle prerogative di un giornalismo effettivo.

Questo scribacchino verga le pagine di un quotidiano che sembra essere la fotocopia di un numero della Pravda, assoggettato a sudditanze partitiche che vergognosamente e spudoratamente gli impongono di scrivere il periodico compitino, precedentemente “velinato” dagli impositori politici.

Consigliamo a tutti coloro che cercano una informazione scevra da legami e influenze di Palazzo, di non leggere gli articoli scritti da questo manipolatore, che ha già dimostrato in tante occasioni di non ricalcare lo stereotipo da cui ha tratto origine il termine di “giornalista” ma anzi di essere più affine a modelli che si possono riconoscere in termini quali :
giornalaio, scribacchino, imbrattacarte, manipolatore, e soprattutto DISINFORMATORE.

Ebbene sì… questo è quello che maggiormente si evidenzia leggendo i suoi articoli, cioè una palese distanza dalla rappresentazione reale di fatti che sistematicamente vengono da Lui manipolati e presentati in una forma distorta, cambiata, falsata, e che assumono aspetti completamente diversi da una pur minima caratteristica di oggettività.

La politica e i giornali, nati come strumenti di per sé basilari per uno sviluppo democratico, sono diventati lo strumento attraverso cui i burattinai di turno tirano i fili di una rappresentazione vergognosa e subdola : quella del loro sporco gioco di annichilimento della democrazia, a favore degli interessi di Partito, e per indirizzare e manipolare l’opinione publica.

I Partiti, con la complicità dei giornalisti, approfittano quindi dello strumento democratico per continuare a rubare i soldi dei cittadini, aggiudicandosi a colpi di aumenti di stipendio la palma d’oro dei barracuda italiani (come dice Grillo nel suo comunicato politico n° 37).

Matteo Radogna è il tipico esemplare di questo nuovo stereotipo, e lo dimostra quotidianamente con i suoi scritti, che sposano anche a livello di cronaca locale una consorte definita di volta in volta, a seconda del proprio tornaconto.

Mi spiego meglio.
Questo subdolo disinformatore, è addetto stampa per il Comune di Molinella (destra) e spesso ricalca però anche le tesi suggerite da Lorenzo Minganti, il Sindaco staliniano/bulgaro di Minerbio, scrivendo articoli contro le opposizioni.

L’apparente inconciliabilità di questo stato di cose sarebbe superabile, se Radogna facesse ricorso ad un giornalismo integro, di sostanza, in cui ponesse il valore aggiunto dell’oggettività al primo posto.

Purtroppo così non è…anzi…

Sistematicamente lo scribacchino (burattinato dai politici di turno) adatta i testi e le proposizioni presentate al grande pubblico secondo schemi che nulla hanno a che fare con lo strumento democratico, e con una evidenza oggettiva di quanto evidenziato.

Sembra che per questo personaggio non esista più l’inchiesta giornalistica, il “pezzo” su un argomento da eviscerare in tutti i suoi aspetti, ricco di interviste a tutti coloro che vengono a interpretare un aspetto della questione, o le sfaccettature che permettono diverse interpretazioni della vicenda, a completezza di una informazione oggettiva e reale.

Tutto ciò non fa parte dell’universo di Matteo Radogna, auto-relegatosi scientemente in un suo piccolo mondo, meschino e contraffatto, in cui la menzogna regna incontrastata insieme alla consapevolezza di essere un mero amanuense di comunicati di Partito.

La vergogna dovrebbe essere l’elemento principe in cui si immerge ogni qualvolta verga le falsità che oramai lo contraddistinguono, cosi’ come le poche verità proposte in una chiave di lettura dal sapore ambiguo.

I quotidiani “Il Resto del Carlino” e “l’Informazione” si avvalgono di “giornalai” (questo sarebbe il termine giusto per i personaggi come Matteo Radogna o Massimo Corsini, senza offesa per chi vende carta stampata in edicola) che umiliano l’essenza stessa del giornalismo, e per questo sono responsabili quanto loro.

Le proprietà dei quotidiani sono oramai assuefatte da una sudditanza economica (finanziamenti pubblici pagati con le nostre tasse) che deriva da una sudditanza politica a quegli stessi interessi che li affratellano ai Partiti, e che permettono loro di coesistere in perfetta simbiosi.

Suggerisco ai lettori di fare attenzione agli articoli di Radogna, così come a quelli di Corsini…sarà più facile leggere tra le righe, e individuare una costante e salda linea informativa, che non si discosta mai da quella del Sindaco Minganti, ma che anzi ne accalora le ipotesi, le rimostranze, le enfasi, la politica e qualsiasi altra cosa a Lui riconducibile.

Lo potete vedere molto bene…è sufficiente leggere…
Forse i due scribacchini, così come il Sindaco, pensano che siamo tutti idioti, e che ci lasciamo abbindolare dalle loro pretestuose argomentazioni, dai loro “linciaggi morali”, dalla loro influenza e dalle loro minacce.

Forse i due scribacchini, così come il Sindaco, pensano di essere gli unici depositari di un retaggio culturale di loro esclusiva pertinenza, e che quindi siamo relegati in un limbo di ignavia e di sudditanza che ci contraddistingue.

Forse però costoro non sono a conoscenza di un proverbio che recita :
A tirare troppo la corda, questa si rompe !

Questo è ciò che sta avvenendo in Italia, giorno dopo giorno…la corda, già tesa da molto tempo, si sta rompendo, e sta per mandare a ruzzoloni coloro che la stanno tirando :
i Partiti e i Giornali.

Tutti a gambe all’aria !!

Sarà un vero piacere assistere a questo spettacolo, che vedrà tra gli interpreti anche Matteo Radogna, Massimo Corsini, e il Sindaco Lorenzo Minganti !
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E.B.
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LE NOSTRE PROPOSTE PER MINERBIO: LA VERA RACCOLTA DIFFERENZIATA


LA VERA RACCOLTA DIFFERENZIATA, UN ESEMPIO DA SEGUIRE:


NULLA SI CREA, NULLA SI DISTRUGGE...
GUARDA IL VIDEO : CLICCA QUI

Nulla si crea e nulla si distrugge. I rifiuti sono una risorsa, se da un diamante non nasce nulla dalla raccolta differenziata può nascere qualunque cosa, dalle sedie, ai materiali edili, alla pavimentazione per interni e prefabbricati. Il Centro Riciclo di Vedelago è la dimostrazione che lo smaltimento rifiuti può diventare gratuito con la raccolta differenziata. Se gli inceneritori producono malattie, il riciclo dei rifiuti produce occupazione. Vedelago crea un indotto di 9.200 persone. E' necessario un Centro Riciclo come Vedelago in ogni provincia. Il blog darà visibilità alle nuove iniziativa. La bolletta della spazzatura va incenerita, non i rifiuti.
Intervista a Carla Poli del Centro Riciclo di Vedelago.
Come funziona il Centro Riciclo Vedelago
Blog: "Dott. Carla Poli siamo venuti qui nel centro di riciclo di Vedelago, cosa fate in questo impianto? "
Carla Poli: "Noi riceviamo le raccolte differenziate dei comuni e delle aziende, escludendo solo la parte umida e provvediamo a fare dapprima una selezione per ricavare i materiali che hanno già un mercato, i materiali che non hanno un mercato immediato, vengono riciclati, ne facciamo una materia prima e seconda, che ha un suo mercato di riferimento.
Blog: "Tutto questo partendo da cosa? "
Carla Poli: "Partendo dai materiali di scarto che non hanno un utilizzo immediato, mentre le bottiglie e i flaconi trovano collocazione in un mercato di vendita nelle fabbriche per fare altri flaconi o pile, queste sarebbero tutte le plastiche miste anche con un po’ di carta, con tutti i materiali di scarto che si portavano una volta a discarica o inceneritore. Qua hai un esempio di una pavimentazione fatta con il nostro granulo più gli scarti del legno da riciclo, quindi pavimentazione per prefabbricati, per interni e per pavimentazione per esterno antiscivolo, quindi le tecniche ci sono, gli studi sono stati fatti, noi abbiamo investito i nostri soldi derivanti dalle attività perché aiuti non ne abbiamo avuti finora nella ricerca, nella sperimentazione, insieme a università… "
Blog: "Quindi questo materiale viene fuori da qui? "
Carla Poli: "Non lo facciamo noi, lo fa un’altra azienda, noi mettiamo in moto un’altra filiera che è quella di fare i manufatti! Oltre a pavimentazione, le sedute, gli schienali delle sedie, questa poltroncina invece di avere legno o plastica vergine, poi diventa quella. Queste sedie hanno bisogno solo di essere foderate o questi sono i camminamenti per le spiagge, si usano moltissimo, sono fatti 100% con il nostro materiale. "
Blog: "Anche dissuasori? "
Carla Poli: "Sì, qua ce ne è una percentuale, lo studio e la sperimentazione serve a dire: come faccio questo manufatto? Quanto posso usare del mio granulo? Insieme a cosa, prendo qua c’è la gomma che deriva dal riciclo del rame dai cavi di rame, quindi il campo è vasto, bisogna studiare, applicarsi, sperimentare. Pallet, quelle sono per le costruzioni, vanno annegate nel cemento per dare areazione e antisismicità alle costruzioni, quell’azienda aveva chiuso qua in Italia, è un’azienda di Ancona, grazie a questo nuovo studio – applicazione, ha riaperto, perché altrimenti non era più competitiva sul mercato visti i costi e dentro a questa igloo c’è l’80% del nostro grano, fino all’80%, quindi anche un parziale utilizzo di un manufatto, consente un abbattimento dei costi, l’importante nel nostro sistema perché non è che noi abbiamo un impianto che si può replicare, si può portare, funziona là, facciamo anche noi… no, abbiamo un sistema che parte dall’organizzazione del territorio, quindi ci vuole l’aggancio con l’ente pubblico perché al pubblico è demandata per legge la raccolta e la gestione del rifiuto urbano, poi l’industriale è tutta un’altra cosa, le aziende fanno una bellissima raccolta differenziata perché risparmiano, non c’è bisogno di tante storie, capito? Imparano tra gruppo San Pellegrino, Gruppo Vera, Gatorade, tutto il gruppo Benetton hanno la mensa e la fanno tutti la raccolta differenziata per il semplice motivo che risparmiano nella gestione. Un metodo del genere si riesce a esportare in Campania, dove c’è una situazione ai limiti della sopportazione. In Campania bisogna mettere in moto gli impianti, gli impianti ci sono, solo che sono fermi!"
Blog: "Perché li hanno trasformati non fanno più il Cdr. "
Carla Poli: "Va portato in discarica, va portato all’inceneritore? Bene, o va là o va al riciclo, il materiale o va in un posto o va in un altro! "
Blog: "Una montagna di ecoballe che non si sa cosa c’è dentro… "
Carla Poli: "L’ecoballe è tutto un altro problema, bisogna sapere cosa… non tratto materiale che viene tutto alla rinfusa, se si vuole fare questo percorso, guarda che è la terza volta che te lo dico, bisogna fare a monte una raccolta che sia adeguata, perché nel casino non ci mette le mani nessuno, invece se ci arriva la raccolta della frazione secca non deve esserci umido, se non il 4, 5% come noi verifichiamo, allora l’errore noi correggiamo, la percentuale di errore, non la mescolanza… se non si vuole fare questo, allora si porta a discarica, ci sono delle regole ben precise è una cosa talmente ovvia… se un’azienda mescola i suoi scarti di produzione che sono sfridi plastici, con il materiale che gli proviene dalla mensa, capisci che nessuno ci può mettere le mani, noi ci mettiamo le mani sul materiale, ma deve arrivare materiale, non rifiuto! Chi fa la raccolta differenziata deve capire questa differenza che è sostanziale. Partiamo da questo che è il riciclo, trasformo in una materia prima e seconda, puoi vedere, qua si vede bene, questo è… vedi la frazione secca? Qua non senti odore, senti odore qua? Molto meno che nell’imballaggio perché se non c’è l’umido è logico, però questa sarebbe stata destinata tutta a discarica, almeno per l’80% si vede, vedi la racchetta… è plastica, quindi con queste considerazioni noi siamo partiti… "
Blog: "Voi mettete le mani in questa… "
Carla Poli: "No, questa va direttamente in lavorazione, ma la controlliamo e vediamo se è divisa correttamente. Questi invece sono imballaggi plastici che non hanno mercato, il consorzio nazionale del Conai usualmente mi destina a discarica l’inceneritore, noi abbiamo la possibilità e li ricicliamo, tutto questo materiale viene ricontrollato, va sull’impianto, c’è una calamità, se c’è il ferro… qui c’è ulteriormente recupero di ferro e di alluminio… recupera perché nella frazione secca, per esempio qualcuno dimentica la lattina e noi facciamo il recupero, ma proprio anche le parti più piccole, queste noi la vendiamo, è alluminio, quindi le macchine ci sono per fare questi lavori, trova impiego proprio… "


Un'industria virtuosa

Blog: "Secondo lei da materiale compromesso come la questione delle ecoballe a Napoli, si riesce a fare questo lavoro? "
Nelle ecoballe non so cosa c’è, se c’è la parte umida… se sta andando in fermentazione, vuole dire che c’è dell’umido dentro, allora la fase di base è che deve essere tolto l’umido, altrimenti qua non è che vuoi trasformare in… "
Blog: "Altrimenti qui non potremmo respirare, invece… "
Bravo, invece vedi che non ti provoca problemi, adesso dobbiamo saltare avanti dopo questo entra macchina che stanno cambiando le lame, per sfregamento si scioglie, si riscalda, dopo che va in raffreddamento raggiunge una temperatura di circa 160/180° per cui non c’è combustione, ma c’è solo lo scioglimento del materiale plastico che ingloba un po’ anche tutti gli altri materiali, un po’ di legno… a norma di legge, perché le leggi ci sono, i regolamenti ci sono, le norme Uni ci sono, una volta che è avvenuta la densificazione va al raffreddamento perché uscendo a quella temperatura, va in quel macinatore che è un granulatore, si chiama, poi va nel vaglio per dividere la parte fine dalla parte grossa e va all’insaccamento. "
Blog: "Quindi dentro questi sacchi c’è il materiale miracoloso! "
Carla Poli: "Questo è un tipo di materiale, questo è densificato, come esce, esce molle e guardi, poi si solidifica e poi va in granulazione, o questo oppure… perché noi non è che facciamo un prodotto e quello è, noi facciamo il prodotto per il cliente."
Blog: "C’è chi lo vuole un po’ più grezzo… "
Carla Poli: "Non ho materiale che è qua, tutto il materiale è ordinato, prenotato, noi produciamo sempre il cliente, c’è un cliente che lo vuole più addensato, meno addensato, più cotto, più crudo, più fine o meno fine e noi glielo produciamo, non è che siamo il supermercato che poi magari facciamo una svendita 3 x 2, qua dobbiamo produrre per vendere, perché se 100 tonnellate mi entrano al giorno, 100 tonnellate mi devono uscire! "
Blog: "Quante persone lavorano in un impianto come questo? "
Carla Poli: "Noi abbiamo 64 dipendenti, però per alcuni materiali diamo da lavorare a altre aziende, ci sono molte aziende in Provincia di Treviso che si occupano di riciclo, per esempio queste cassette vanno consegnate a un’azienda che le lava, le tritura, fa le scagliette e poi questa azienda le vende a un’altra azienda che rifà magari cassette o fa le bacinelle. "
Blog: "C’è un indotto anche. "
Carla Poli: "C’è un indotto, è stato calcolato da un istituto di ricerca in circa 9.200 persone addette all’indotto dalla nostra azienda, quindi sono tutti quei calcoli che fanno, potremmo farlo anche noi, però dovremo dotarci di una macchina apposta, ma così noi facciamo il nostro lavoro che è il lavoro base! Sopra c’è la piattaforma dove fanno la selezione, tutte queste camere si riempiranno una di bottiglie bianche, una di azzurra, una di colorate, quando è piena la camera, si spinge il materiale e va su in pressa, attraverso questi nastri viene caricata la pressa che è quel macchinario verde e viene fatta la balla di materiale e portata nel deposito produzione. Invece questo è un polmone di accumulo perché se si rompe la prima parte di impianto, la seconda parte può lavorare. Questo vaglio fa un grande lavoro, suddivide le plastiche leggere che non hanno un mercato, i pezzettini piccoli, quindi si chiama sottovaglio, le bottiglie e i flaconi li manda sulla piattaforma, quindi è una prima sgrossatura del materiale plastico di modo che c’è una produttività ottima, se dovessimo farlo a mano ci vorrebbe un’altra piattaforma. Senti il rumore perché è materiale con il vetro, organizziamo tutti i vari settori, sappiamo già dalla settimana prima quali saranno i conferimenti, quindi vengono organizzate le produzioni per i tipi di materiali che arrivano. Quindi le squadre di operatori… sapendo già cosa ci portano e che cosa dobbiamo fare, allora noi siamo informati di tutte le tipologie di imballaggi, di materiali… che entrano sul mercato perché prima o dopo ci arrivano, quindi dobbiamo già sapere cosa, come si possono recuperare, quindi mettiamo in moto dalla produzione al recupero dei materiali, quindi torniamo alla produzione, questo è un ciclo chiuso come la natura, non è un ciclo aperto. Tu vedi, queste raccolte provengono dalle scuole e noi dalle scuole partiamo, perché li abituiamo a fare una raccolta, questi sono sacchi di frazione secca, vedi che non c’è il sacco nero? Noi non vogliamo perché la responsabilità di quello che conferiscono, quindi non devono avere l’idea che bisogna nascondere, la si vede che è frazione secca, quindi stanno attenti perché altrimenti si vede, perché l’operatore del camion ha subito la visione e quindi dice: no, questo non va bene, me lo riselezioni e stai più attento, se invece è sacco nero non si vede niente. Il costo che facciamo pagare per la raccolta di questo… è zero, capito? Quello invece… gli imballaggi, le lattine, plastiche… le scuole lo fanno, vedi com’è divisa la roba? Qua basta che lo metto in linea e è a posto, passa sotto una macchina, se è ferro, se è alluminio perché anche adesso le lattine le fanno in acciaio, quindi se è acciaio va diviso dal… però il grosso del lavoro me l’ha fatto la scuola e non gli è costato niente perché invece di mettere lì, mettono là, quindi un gesto di consapevolezza perché loro vedono perché vengono in visita e vedono cosa facciamo del materiale. "
Blog: "Quanto costa mettere so un impianto così? "
Carla Poli: "Dipende da quanta roba devi lavorare, se vuoi fare il primo impianto solo o anche il secondo, noi abbiamo investito circa 5,5/6 milioni di euro, perché di macchine ne compriamo sempre, non è che… adesso hanno appena caricato un camion di un determinato materiale, quindi… ma vedi la selezione com’è? Vedi i flaconi, le bottiglie colorate, quelle bianche, quelle azzurre, questo è il mercato italiano, quelle nere sono le cassette, gli altri lasciano i nylon, mentre la roba ci arriva sciolta, la puoi vedere, quindi i conferimenti sono quelli, noi da là partiamo, mentre quelle bianche, quei sacchi sono tutti sacchi di polistirolo di un’azienda che li ha suddivisi, quel polistirolo però ci sono anche cartoni, toglieremo i cartoni da avviare alla cartiera, mentre il polistirolo va nel secondo impianto. Quindi dopo questa attività c’è tutto il lavoro, quindi l’indotto fatto nascere e crescere proprio dalle tipologie di materiali. Per esempio in Sardegna dove inaugureremo a breve il nuovo impianto, inaugureremo ufficialmente nel senso che sta già operando, lì è nata una cooperativa per utilizzare il granulo nel settore edilizio, perché loro la sabbia la comprano in continente, quindi gli costa un sacco di soldi, ne vanno a riutilizzarla, però stanno nascendo varie attività per utilizzare questi materiali e per far nascere un’attività devono studiare, quindi il collegamento anche lì con le università, con l’istituto di ricerca, Cagliari, Sassari, ci sono ottimi ricercatori, non dobbiamo noi andare a ricercare ricercatori all’estero, perché ne abbiamo, anzi i nostri vanno all’estero! Quindi l’abbinamento con i diversi laboratori universitari, perché un’università è specializzata in una cosa e una nell’altra, quindi bisogna andarsele a ricercare, quindi è un lavoro di pazienza, costanza, è un lavoro! "
Blog: "Però possibile."
Carla Poli: "Ma certo che è possibile, non è che siamo qua dall’anno scorso, sono decenni, all’inizio era più difficile trovare delle soluzioni, adesso si trovano perché si è aperto anche… quando c’è la normativa, le regole che stabiliscono, tu basta che corri sulla strada!
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