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giovedì 31 maggio 2018

PUNTO DI NON RITORNO




La tela di Penelope.
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Si tesse di giorno, si disfa di sera.
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O se preferite, si annuncia un altro aborto di Stato.
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Dopo tre mesi si profila difficile l’impresa di Cottarelli, che pure sembrava partito con tutte le benedizioni giuste, eccetto un trascurabile particolare, il popolo sovrano.
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Quel ciondolino fastidioso lì, chiamato Italia.
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E invece è ancora in alto mare, e si corre a fari spenti nella notte in una via romana piena di buche e agguati.
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Il Tessitore, Mattarella, ha perso il bandolo, ha fatto errori vistosi, forse mal consigliato, è riuscito a far saltare prima la padella, poi la brace e ora rischia di restare col cerino in mano mentre lo spread cresce col panico.
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Non sa più che pesci pigliare, avanza il baratro, si agitano spettri di elezioni al solleone.

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Qualunque cosa accada sappiamo che ormai abbiamo raggiunto il punto di non ritorno. Un abisso incolmabile si è scavato tra il Blocco Unico del Potere e l’Italia intera.
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Il Blocco Unico comprende il Pd, la Grande Stampa, la Grande Finanza, la Casta, i Palazzi, a partire dal Quirinale… Poi c’è tutto il resto.
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Che non è solo la Piazza, il popolo grillino e leghista, i militanti, ma anche i tanti refrattari, gli indipendenti, i disgustati bilaterali, i tanti che vivono, pensano, lavorano fuori dal Blocco Unico.

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Stava nascendo per la prima volta un governo di assoluta minoranza, emanazione del Blocco Unico, a dispetto del voto e dell’Italia.
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Altre volte i governi tecnici di Palazzo avevano almeno una foglia di fico in Parlamento.
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Stavolta non c’è manco quello, pure il Pd che era l’azionista unico di riferimento ha capito che è meglio sfilarsi, anche perché Cottarelli annuncia solo tagli, lacrime e sangue.
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All’inizio Mattarella aveva scartato pure l’ipotesi di un governo di centro-destra che aveva la maggioranza relativa del parlamento.
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E invece ha poi varato un governo oligarchico, la coalizione Pd-Potentati.

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Il motivo di rottura coi grillo-leghisti è stato inaudito, l’opinione del Presidente della Repubblica su un Ministro: non un fatto oggettivo, un deficit di curriculum o un crimine alle spalle, ma un puro processo alle intenzioni.
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Fior di cretini, di ignoranti e delinquenti possono fare i ministri, un eccellente economista no.
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Poteva trovare motivazioni migliori per rompere con i populisti.
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Del resto, Mattarella non è uno statista, non fu un protagonista della storia repubblicana, ma solo un gregario di terza fila, inventato da Renzi per avere solo una comparsa al Quirinale e lasciare a lui lo scettro del One-man-show.
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Il governo Cottarelli – tra l’estate, le scadenze inevitabili, la campagna elettorale, le urne e i tempi del post-voto – durerebbe almeno un semestre.
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Benché di assoluta minoranza, piazzerebbe i suoi ordigni e i suoi soldatini e servirebbe a far sbollire il Paese e impaurirlo con le minacce economiche.  Ma c’è un piccolo particolare, non avrebbe neanche un voto a suo favore, neanche in Parlamento…

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Alla gravità dei fatti corrisponde intanto l’incolmabile abisso tra il Racconto di Stato e la Realtà evidente.
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Il Blocco Unico in versione pr narra questa storia facendo l’agiografia del Presidente, agitando minacce (s)fasciste e antieuropee, terrorizzando la popolazione a colpi di spread e di rating.
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La Stampa Unica lancia e fa suo l’hastag del Pd IostoconMattarella ma dovrebbe tradursi con MattarellastacolPd.
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La Grande Stampa, Rai inclusa, è imbarazzante.
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Non pretendevamo che si dividesse tra sostenitori di Salvini e Di Maio e sostenitori di Mattarella e del Pd.
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Ma che ci fosse almeno una divergenza d’opinioni sui fatti accaduti e nei giudizi.
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Invece, no, tutti hanno detto la stessa cosa, come altoparlanti di Mattarella e di Martina del Pd, altra invenzione a mezzo stampa di un altro parvenu di terza fila che parla come se fosse il Titolare Legittimo del Potere.
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E invece non ha nemmeno la maggioranza nel suo partito.

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La stampa ha offerto uno spettacolo indecente di uniformità e allineamento.
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Non le resta che la fusione in un’unica Gazzetta Ufficiale.
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Questa non è la stampa ma lo stampino; nessun pluralismo ma un calco che riproduce la stessa forma.
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Il Blocco Unico ha partorito l’Informazione Unica.
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Poi ci chiediamo perché la stampa appare sempre più superflua e perde lettori, credibilità, autorevolezza.
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Poi ci chiediamo perché in rete viene fuori un altro mondo, opposto al primo; lì si rifugia tutto il resto della realtà, il peggio e il meglio, la feccia, i malumori e il libero dissenso.

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Infine resta la servitù nei confronti non dell’Europa, si badi bene, ma del Blocco Unico dell’Eurofinanza.
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Non c’è bisogno di Salvini, Di Maio o Grillo per rivelarci che siamo un paese asservito, suddito.
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Ce lo ha detto lo stesso incaricato di Mattarella, Carlo Cottarelli, appena venuto col suo zainetto dal Fondo Monetario internazionale: “finchè non abbatteremo il debito, continueremo a essere schiavi dell’Europa”.
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Traduco: siamo schiavi dell’Eurofinanza e lo resteremo perché quel debito gigantesco è inestinguibile.
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Lasciate ogni speranza voi ch’entrate.
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Che schiava d’Europa lo spread la creò.
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L’Italia ha molto peccato a ogni livello, molto sprecato, molto rubato; ma il meccanismo debitorio è l’essenza maligna della speculazione finanziaria mondiale e procede per conto suo, moltiplicandosi.
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Non può essere una priorità assoluta dei nostri governi il debito rispetto alla vita dei cittadini.
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Il popolo sovrano viene prima del debito sovrano.
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Dunque è necessario rinegoziare il debito, distinguere tra debiti o debitori reali e debiti virtuali e speculativi.
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È da studiare il disarmo bilanciato dei debiti secondo l’evangelico “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”.

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Anni fa si reclamava di cancellare i debiti nel terzo mondo; una cosa del genere, una riduzione, prima o poi andrà affrontata anche tra i paesi europei.
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Certo, per farlo occorre una risposta rigorosa e audace a una salda e seria governance, come dicono lorsignori.
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Con uno spiccato senso dello stato e amor patrio.
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Che allo stato attuale non c’è; ma la nostra priorità dovrebbe essere lavorare per arrivarci, piuttosto che vivere perennemente sotto ricatto degli usurai e sotto attacco dei mercati.
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Si dovrà arrivare prima o poi a un punto di svolta e di verità. L’agenda dei popoli non può essere dettata dalle agenzie di rating.

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Non so che alleanze ci saranno prima e dopo il voto, ora è tutto aperto.
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Una cosa vorrei però raccomandare.
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Quando si formerà il prossimo governo legittimo non limitatevi a proporre solo un Savona in mezzo a tanti dilettanti; ce ne vogliono dieci di figure credibili e indipendenti come lui, agli Esteri, alla Difesa, alla Cultura, alla Pubblica Istruzione, in tutti i settori strategici; e la guida del governo, invece, resti politica. Intanto vediamo che coniglio tirerà fuori Cottarelli dallo zaino.
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Dissenso
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lunedì 28 maggio 2018

GOLPE


L’arroganza del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, si è palesata apertamente, insieme alla faziosità che lo ha caratterizzato, nell’impedire che la squadra di Governo Lega-5 stelle si insediasse al potere, come richiesto da decine di milioni di cittadini italiani con le ultime elezioni politiche.
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Il “colle” è dunque protagonista, ahimè, di un triste e doloroso episodio che ha visto la democrazia italiana soccombere sotto il peso dei “poteri forti” e dei dictat dell’Europa di Prodi, quella delle sinistre, dei dictat, degli inciuci, e delle Banche.
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Mattarella si è arrogato il diritto di impedire la nascita di un Governo già pronto e già dotato di un suo piano di Governo, così come i Cittadini italiani avevano chiaramente richiesto.
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Il Presidente ha compiuto un vero e proprio atto di prepotenza istituzionale, negando alla popolazione che aveva votato, di vedere al Governo i propri eletti.
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Come chiamare questo grave arbitrio, se non golpe ? Come non affermare che la democrazia è stata violata e vilipesa proprio dal cosiddetto capo dello Stato ?
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E’ sotto gli occhi di tutti il fatto che la politica espressa da Lega e 5 stelle non fosse gradita a Mattarella, che ha evidentemente prevaricato la loro legittima ambizione di Governo, scegliendo di non autorizzarne il proseguo, in vero stile staliniano.
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Per essere eletti, quindi è necessario che la si pensi come lui e come le sinistre ? come l’Europa di Prodi e delle Banche ? La spinta al cambiamento che ha portato gli elettori italiani a votare per Lega e 5 stelle, riducendo ai minimi termini la presenza del PD, non si arresterà nemmeno alle prossime elezioni, ma anzi irromperà come una ondata di piena nel panorama politico nazionale, leggittimando ancora di più il Governo del cambiamento.
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Il PD scomparirà, trascinando nell’oblio gli squallidi e patetici personaggi come Renzi e Martina, mentre Mattarella rimarrà come esempio di democrazia calpestata e vilipesa.
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Mattarella NON è il mio Presidente. Non lo è MAI stato e NON lo sarà mai.
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Quello che ha fatto rimarrà negli annali della Storia della Repubblica come una onta vergognosa per la democrazia… Mattarella rimarrà famoso come il Presidente delle sinistre che ha impedito al Governo eletto dai Cittadini di insediarsi e di governare.
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Mattarella non è più una figura istituzionale di riferimento, ma un nemico da combattere, che dovrebbe rendere conto del suo operato davanti a una corte di tribunale, e condannato per il reato di tradimento del popolo italiano.
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Io sto con il popolo italiano e con i cittadini, specialmente con quelli defraudati da Mattarella del loro sacrosanto diritto di avere una idea politica diversa da quella imperante al "colle", sto con i partiti che hanno vinto le elezioni, e a cui è stato impedito di Governare perché i Ministri incaricati non erano di gradimento di Mattarella.
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A questo punto dobbiamo combattere contro personaggi come questo che sputano sulla democrazia, alimentati dalle imposizioni europee, a cui ci opporremo, così come vuole il popolo sovrano, il nostro popolo, quello Italiano.
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Dissenso
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sabato 26 maggio 2018

STOGIT E SNAM A MINERBIO


Oggi sul quotidiano “il Resto del Carlino” di Bologna è apparso un articolo, a firma Matteo Radogna, inerente all’ampliamento della centrale Snam e della sovrapressione dell’impianto Stogit.
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Nel teatro di Minerbio si è tenuto un incontro, promosso da un gruppo di cittadini, per approfondire questi temi, poiché la centrale in questione, nata nel 1971, è stata classificata a “rischio rilevante”.
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Ecco il Documento che classifica la Stogit a rischio industriale :
https://drive.google.com/file/d/1wC2c_kxcRdiQEgUuxoIMh53GhH2Dod9Z/view?usp=sharing
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La sovrapressione  è un nuovo sistema per aumentare lo stoccaggio del gas nell’ex giacimento che si dirama sotto il paese.
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E’ in atto uno studio, promosso da Comune, Regione, e Ministero, per verificare la relazione che intercorre tra microsismi e stoccaggio del gas.
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Queste problematiche sono state dibattute e presentate da Nicola Armaroli, ricercatore di fama internazionale, che ha illustrato anche come le emissioni nell’aria emesse dalla centrale (che gode di una apposita deroga allo sforamento dei limiti di Legge), siano paragonabili a quelle di un milione di auto che per 365 giorni all’anno girino nel territorio minerbiese.
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L’ampliamento e il raddoppio di cubatura del gas, inoltre non corrisponde ad un fabbisogno di gas, ma unicamente ad esigenze di tipo commerciale e speculativo.
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Armaroli afferma di essere stato l’unico che, nel 2014, ha presentato un’osservazione su tutto ciò, ma questa stigmatizzazione non risponde al vero, poiché il nostro Blog si è impegnato in queste problematiche fin dal 2011, senza peraltro avere mai avuto alcun cenno di riscontro né dall’eminente ricercatore, né da qualsiasi altro cittadino.
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Il percorso che abbiamo seguito per portare la cittadinanza a conoscenza di queste problematiche è stato punteggiato da numerosi articoli sul blog, e da “banchetti” informativi sul territorio, con diffusione di volantini e giornalini, nella totale indifferenza sia dei cittadini che di coloro che oggi si vogliono costituire in associazione.
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Volantino distribuito ad un banchetto informativo :

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Pagina 2 del Giornalino di febbraio  2013, distribuito ad un banchetto informativo :
https://drive.google.com/file/d/1gJPkh4Z1o98oO6CtNlrB_48QWKUSDsJb/view?usp=sharing
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A ulteriore riprova di quanto affermato, propongo di seguito l’elenco dei Link agli articoli pubblicati dal blog su questo argomento, dal 2011 al 2016 .
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16 gennaio 2011
UN ALTRO GASDOTTO IN ARRIVO A MINERBIO !
http://lavocedelcittadinobologna.blogspot.it/2011/01/un-altro-gasdotto-in-arrivo-minerbio.html
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29 gennaio 2011
STOGIT, ESPLOSIONI SOTTERRANEE, E IMMOBILISMO PD
http://lavocedelcittadinobologna.blogspot.it/2011/01/stogit-esplosioni-sotterranee-e.html
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22 gennaio 2012        
STOCCAGGIO GAS – MINERBIO/SAN BENEDETTO DEL TRONTO/MATERA
http://lavocedelcittadinobologna.blogspot.it/2012/01/stoccaggio-gas-minerbio-san-benedetto.html
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12 giugno 2012
TERREMOTO E FRACKING

2 novembre 2012
COSA RESPIRIAMO  A MINERBIO ?
http://lavocedelcittadinobologna.blogspot.it/2012/11/cosa-respiriamo-minerbio.html
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4 novembre 2012
CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE: “Progetto di ampliamento della capacità di stoccaggio gas” presentato da Stogit spa e “Nuovo impianto di compressione di Minerbio” presentato da Snam Rete Gas spa.
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26 novembre 2012
AMPLIAMENTO STOCCAGGIO GAS DI STOGIT E NUOVO IMPIANTO COMPRESSIONE GAS DI SNAM A MINERBIO : IL SINDACO ORA E’ IN DIFFICOLTA’ ?
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26 gennaio 2013
GAS, PROVE DI “MICROFRATTURE IDRAULICHE”
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25 dicembre 2016
QUALITA’ DELL’ARIA A  MINERBIO
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Come si vede, il nostro percorso nella battaglia per indurre sia l'Amministrazione comunale che Stogit a dare informazioni dettagliate ai Cittadini sull'argomento, è stata lunga ma tenace, sebbene la cittadinanza sia stata totalmente indifferente, e nonostante il fatto che nessun partito a Minerbio, tranne "Fratelli d'Italia", con cui a quel tempo collaboravamo, abbia preso posizione.
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Il Sig. Armaroli non è quindi la "mosca bianca" che vuol far credere di essere, ma anzi è proprio uno di quei Cittadini minerbiesi che non ha mai VOLUTO esporsi di persona affinché questa situazione, che interessa tutta la cittadinanza, fosse portata alla massima attenzione.
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E' positivo che oggi qualcuno si sia finalmente degnato di considerare come l'arroganza istituzionale dell'Amministrazione cittadina, insieme a quella di Stogit, abbiano deciso a priori un modus operandi che avrebbe dovuto invece essere discusso pubblicamente, eviscerato in ogni suo aspetto, e (perché no) divenire oggetto di un referendum cittadino.
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Attendiamo quindi la nascita annunciata di questa associazione di cittadini, nella speranza che riescano ad ottenere delle risposte, in una Minerbio completamente narcotizzata dalle devastanti politiche del Pa cui il paese è assoggettato.
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Dissenso
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martedì 22 maggio 2018

Il parco Pier Paolo Pasolini


Vorrei spendere due parole a proposito di un Parco pubblico bolognese,  il “Parco Pier Paolo Pasolini”, che costeggia l’insediamento abitativo cosiddetto del “virgolone” al Pilastro, per tutta la sua lunghezza, nel quartiere San Donato.
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Ogni giorno è fonte di gioia per chi, come me, ama la natura, gli alberi, e gli animali.
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Mia moglie ed io, quotidianamente, abbiamo la fortuna di poter passeggiare nel parco e di godere delle sue prerogative.
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Stamattina abbiamo avuto un incontro curioso e molto gradito, del quale allego immagine.
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Si tratta di una graziosa lucertolina che, mentre passavamo di fianco alla siepe che lei ha eletto a propria dimora, ha fatto capolino e si è messa ad osservarci.
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Il parco offre momenti di vera comunione con la natura, grazie alla presenza di numerose specie di volatili, come il picchio, la cinciallegra, il fringuello, la ghiandaia, la gazza, lo storno, la cornacchia, oppure come l’assiolo, che dall’imbrunire fino a notte inoltrata fa udire il suo caratteristico chiu’, il suono dal quale ha preso il soprannome con cui è anche chiamato.
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Gli alberi sono distribuiti in tutto l’areale, alternando file di ippocastani ad altrettante di profumatissimi tigli, oltre ad aceri, querce gigantesche, pioppi cipressini e pioppi bianchi, noci, frassini, ma anche ciliegi selvatici, abeti, cedri, e molti altri.
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Ieri ho scritto al Coordinatore della Commissione Ambiente, Sostenibilità, Verde Pubblico ed Energia del Quartiere,  signor Pier Luigi Giacomoni, per proporre una iniziativa (nella speranza che mi risponda).
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In pratica ho lanciato l’idea di apporre su ogni pianta un cartellino plastificato in cui sia riportato il nome della stessa (sia quello scientifico, in latino, che quello “volgare” in italiano), come è già stato fatto nelle aree dell’Ospedale Sant’Orsola.
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La contestuale mappatura consentirebbe un monitoraggio delle risorse arboree, e non solo, ma potrebbe essere il punto di partenza per lo sviluppo e l’implemento di un piano didattico organizzato, come la messa in opera di “bacheche” informative da posizionare lungo i sentieri del Parco.
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Il volontariato e la sussidiarietà che deve essere, giocoforza, alla base di questa iniziativa, costituiscono due anelli della lunga catena che unisce la cittadinanza al territorio, e costituiscono il mezzo attraverso cui l’Amministrazione di quartiere può evolvere in senso positivo le politiche ambientali.
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... uno scorcio del parco ...

Secondo il mio parere ciò avrebbe un impatto positivo sui cittadini che frequentano il parco, e avrebbe una importante valenza didattica soprattutto nei riguardi dei bambini e dei giovani.
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Sono infatti convinto che la conoscenza della natura sia simbionte con l’amore per la stessa, in modo esponenziale, ed è per questo che bisognerebbe ampliare ed approfondire la cultura ambientale, che passa anche attraverso queste iniziative.
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La contestualità della conoscenza e del contatto, in una full immersion nella natura, permette un afflato completo e consapevole, che fa bene al corpo ma anche allo spirito.
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Il canto degli uccelli e le loro continue evoluzioni aeree, i prati erbosi che si intervallano alle presenze arboree, le coccinelle, i ricci, le farfalle, i funghi e le erbe, di cui molte commestibili, come il tarassaco, la piantaggine, la malva, o lachillea,  permettono di godere di un ambiente particolare, vero e proprio polmone all’interno di una zona densamente popolata.
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... l'upupa ...
Da qui i volatili, pattugliando il territorio, ci regalano presenze in luoghi dove meno ci si aspetterebbe di vederli, come nel caso in cui mia moglie si è ritrovata una meravigliosa upupa, posatasi sul davanzale del suo ufficio, nei palazzi della Regione Emilia Romagna.
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Nel Parco Pasolini sono presenti anche le installazioni di Nicola Zamboni, l’artista scultore che ha creato circa 200 figure umane a grandezza naturale, disponendole poi lungo un percorso che attraversa il parco stesso fino all’Arena Pasolini, lo spazio destinato a spettacoli e ad eventi culturali.
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L’unico elemente che, a mio parere, stride violentmente con l’immagine bucolica e positiva del parco, è il nome che gli è stato dato, e cioè quello di Pier Paolo Pasolini.
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La mia affermazione si basa sulla convinzione che la figura dello scomparso  regista non sia propriamente da prendere ad esempio e da modello.
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E’ noto infatti che alla sua morte, filtrò la notizia che in seguito all’autopsia cui fu sottoposto, gli trovarono tracce di sperma nello stomaco.
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Il suo assassino, Pino Pelosi, era minorenne all’epoca dei fatti, e si intratteneva in prestazioni sessuali mecenarie con Pasolini, che era omosessuale e prediligeva i rapporti orali con i ragazzini.
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A prescindere dall’orientamento sessuale, non mi sembra che Pasolini fosse, e sia oggi,  un modello da proporre come esempio, essendo un pedofilo.
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Non mi pare che l’idea di intitolargli un Parco sia frutto di una riflessione meditata, bensì dell’ennesima riscoperta di proposizioni con cui la sinistra continua a sbandierare  i suoi idoli,  nonostante le meschinità e le nefandezze che rappresentano.
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Se così non fosse, non ci sarebbero via Lenin e viale Marx …
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Dissenso
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giovedì 17 maggio 2018

La sinistra a Bologna


La galassia di movimenti anarco-comunisti che compongono il panorama politico dell’estrema sinistra extraparlamentare, a Bologna, racchiude al suo interno il retaggio pseudo culturale desunto dalle strategie del vecchio Partico Comunista Italiano.
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E’ sufficiente esaminare come tali strategie fossero allora finalizzate alla creazione di “risorse negoziabili” all’interno del sistema, tenendolo in ostaggio anche con lotte al di fuori della legalità, e come oggi si siano evolute mantenendo le prerogative iniziali.
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"Antagonisti" armati di spranghe e bastoni aggrediscono i poliziotti a Bologna
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L’idea dei gruppi comunisti, sia di quelli di allora, che di quelli di oggi, in particolare dei facinorosi appartenenti ai cosiddetti Centri sociali (che di sociale proprio non hanno nulla) è quella di fare del disordine il proprio cavallo di battaglia, in nome di un non bene identificato antimperialismo, oppure per ribadire stucchevoli solidarietà ai terroristi palestinesi, sempre e rigorosamente in una chiave tanto antifascista quanto anacronistica.
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Togliatti, nella sua enfasi di pseudo rivoluzionario asservito e prostrato ai dictat di Mosca, proclamava e sentenziava veri e propri appelli all’odio sociale, verso la Polizia, le istituzioni, e i sionisti-americani, asserendo :
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Ci sono momenti in cui è necessario prendere mille compagni e mandarli a battersi, sapendo che forse cento saranno messi in prigione”…
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Il Partito Comunista Italiano alimentava ad arte la percezione, durante gli scontri di piazza, di trovarsi su un campo di battaglia, in una contesa militare per il possesso di un territorio, per ottenere il controllo del quale si manifestava una palese carica d’odio ideologico, ricorrendo a tattiche di guerriglia urbana, a barricate e a violente rappresaglie.
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Durante tutto il periodo attraverso cui il Partito Comunista italiano si è metamorfizzato ed ha assunto le sembianze dell’attuale PD, le frange più estremiste dei comunisti extraparlamentari hanno proseguito nel loro percorso di ortodossia ideologica, mantenendo il modus operandi originario.
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I gruppi dei centri sociali oggi costituiscono una vera spina nel fianco per la democrazia, ma in città come la rossa Bologna sono da sempre tollerati, se non coccolati, sia dal PD che dalle sinistre in genere.
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Al PD fa molto comodo avere un braccio armato che gli dia modo di impedire ad avversari politici di tenere comizi o manifestazioni di piazza, così come è avvenuto per Matteo Salvini, leader della Lega, a cui è stato impedito di parlare ai cittadini di Bologna.
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L'auto di Matteo Salvini danneggiata dagli aggressori dei centri sociali
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I centri sociali  hanno messo a ferro e fuoco la città, nella totale indifferenza delle istituzioni, Prefetto e Sindaco in testa.
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Nelle rare occasioni in cui la Magistratura è stata chiamata a giudicare l’operato criminale di alcuni dei facinorosi e violenti appartenenti ai centri sociali, colpevoli di numerosi reati, immancabilmente le “toghe rosse” hanno benevolmente steso la loro mano protettrice su di loro, assolvendoli da qualsiasi accusa.
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La democrazia a Bologna NON esiste da decenni, ostaggio ormai di una cricca anarco comunista delinquenziale che gode di appoggi della politica, a cui interessa solo coprire le tracce delle malefatte e del malaffare in cui è sprofondata.
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Sembra di essere a Mosca in era staliniana, dove la violenza era la caratteristica di fondo, insieme ad una burocrazia asfissiante e ad una miriade di imposizioni, di balzelli, e di prepotenze che impedivano alle persone di vivere normalmente.
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Il Partito comunista rivive a Bologna quotidianamente, risorgendo ogni qualvolta dei manipoli di partigiani assassini si ritrovano per intonare le note di “bella ciao”, oppure quando la democrazia viene tenuta in ostaggio dalla violenza dei centri sociali che decidono chi  può parlare e chi invece non ha diritto di parola, oppure quando la sera, in alcune vie e piazze del centro cittadino iniziano a suonare i bongo e i tam tam, in un crescendo ritmico e ossessionante, che perdura fino al mattino seguente, impedendo ai residenti di dormire, oppure quando si permette ai gruppi anarchici e comunisti di occupare l’aula C della facoltà di Scienze politiche dell’Università per l’incredibile durata di ben 26 anni.
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Quando accadono queste cose ci si chiede in che razza di società sia sprofondata Bologna, e quali personaggi detengano il potere decisionale e politico, come ad esempio il Prefetto e il Sindaco …
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La guerriglia urbana è un fenomeno criminale che andrebbe represso contestualmente ogni qualvolta ce ne fosse bisogno, ma occorrerebbe anche prevenirne l’insorgenza, mediante una sistematica metodica di analisi dei gruppi che compongono i centri sociali, per conoscerne le finalità e i programmi, ed eventualmente provvedere a disincentivare eventuali radicalizzazioni.
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Purtroppo a Bologna si vive in una situazione paradossale, che vede da un lato un sindaco inetto e incapace di affrontare le esigenze della popolazione, e dall’altro una ragnatela di collusioni, di bonaria accondiscendenza, di malafede, di deviazione ideologica che ci consente di definire l’attuale situazione come uno stupro della democrazia.
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Il Prefetto dovrebbe, come minimo, dare le dimissioni, stante la sua palese incapacità a inibire comportamenti antidemocratici di frange violente dell’ultra sinistra.
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A ciò si aggiunge il fatto che alcuni settori della città sono ostaggio di bande di magrebini che dirigono lo spaccio della droga.
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Se ci fosse ancora Togliatti sarebbe molto contento di tutto ciò, poiché si troverebbe di fronte ad un quadro destabilizzante a cui Mosca avrebbe guardato con sincero apprezzamento, finanziando i suoi sforzi, come in effetti è accaduto per decenni, quando Stalin inviava ingenti somme di denaro al Partito Comunista Italiano.
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Ai gruppi dei centri sociali, viene consentito di occupare (illegalmente) edifici e aree non di loro proprietà, permettendo così una continuità temporale di lotta politica basata sulla guerriglia (illegale).
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Il PD che governa Bologna NON cerca quindi di smantellare queste organizzazioni che hanno un carattere delinquenziale, ma cerca bonariamente di offrire loro assistenza per il proseguo delle loro attività.
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Ecco, per somme linee, il demenziale panorama degli anarco-comunisti bolognesi :
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Il “Crash” è stato sgombrato sia dalla sede storica che dalla ex stazione veneta, che erano stati occupati illegalmente,  ma sono in corso incontri per ridare loro nuovi spazi, dietro la minaccia del collettivo di dare battaglia in strada e di rioccupare nuovi edifici.
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Nel mese di Aprile i facinorosi paladini dell’illegalità hanno compiuto la loro undicesima occupazione, appropriandosi (illegalmente e impuniti) dei locali di proprietà della Ubi Banca in via Fiammelli.
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La violenza è l’elemento caratteristico che guida le azioni di questo manipolo di delinquenti comunisti, o anarco-tali, che si fregiano del titolo di “antagonisti”.
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Gli imputati del colletivo Crash finora sottoposti a processo per atti criminosi sono stati tutti assolti dalle “toghe rosse” cittadine, una vera e propria vergogna che infanga le istituzioni.
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Il “Cua” (acronimo di Collettivo Universitario Autonomo) ha imbrattato per anni i muri dell’Università, in particolare della facoltà di Lettere e di Filosofia, appropriandosi di spazi murali non di loro proprietà, allo scopo di imporre il loro unico punto di vista con il linguaggio dei murales.
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Quando l’ateneo è intervenuto per imbiancare i muri e ridare dignità ad un territorio degradato e oggetto di prevaricazione, il Cua ha ribadito che provvederà a riprendersi tali spazi, in perfetto stile anarco-comunista (assenza totale di democrazia)
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Delinquenza anarco-comunista dei centri sociali
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Il “Labas”, sgombrato dalla ex caserma Masini di via Orfeo, ora ha “traslocato” in vicolo Bolognetti, dove ha immediatamente affisso nel portico all’esterno della nuova sede uno striscione che riporta scritte contro la polizia.
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La loro attività preferità è quella di lanciare fumogeni, petardi, bombe carta e oggetti contundenti vari contro le Forze dell’ordine.
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La loro azione delittuosa è corroborata dalla vigliaccheria, poiché gli attivisti celano la loro identità coprendo il viso con caschi e passamontagna.
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Hobo” è un altro dei cosiddetti collettivi che credono di essere i depositari del potere, a prescindere dal fatto che alcun cittadino li abbia mai votati.
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La loro arroganza e il loro continuo blaterare di antifascismo, in realtà nascondono  metodi tipici dei regimi totalitari, avulsi da qualsiasi tipo di democrazia.
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L’odio espresso da questi parassiti della società politica è arrivato ad esprimersi perfino irrompendo in una sede del PD e contestando ai presenti il fatto che si fosse concesso lo spazio pubblico per un banchetto di Casa Pound.
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Hobo crede di poter decidere (con la violenza) chi è autorizzato a parlare e chi invece no, ed è sfuggito al guinzaglio del PD, rivoltandoglisi contro.
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Un vecchio detto (non molto elegante, ma efficace) recita :
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E’ la merda che si rivolta al badile !
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Il “Livello 57” è nato dalle ceneri del centro sociale “pellerossa” e dalla collaborazione di due strutture, “Radio K centrale” e “Grafton 9”.
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Dalla sede inziale in via dello Scalo al civico 21 il collettivo si è poi trasferito nella nuova sede in via Muggia, sotto il ponte di via Stalingrado, chiusa in seguito per attività criminosa.
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Combattono i diritti d’autore insieme al collettivo “InfoShock NoCopyright”, vomitando odio e sputando sul lavoro compiuto da chi poi giustamente deve godere i frutti del proprio lavoro.
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Organizza “street rave” antiproibizionisti, sfilando con camion attraverso le vie del centro città, e imponendo la loro musica (a decibel altissimi) ai cittadini.
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Il sindaco del PD bolognese, l'inutile (e dannoso) Virginio Merola
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Il “Tpo” (acronimo di Teatro Polivalente Occupato) nella presentazione sul sito del collettivo dichiara il suo antifascismo, il suo antisessismo, e ribadisce la volontà di creare comunicazione e cultura, ma la sua storia reale è invece costellata di appropriazioni e di occupazioni di spazi non di sua proprietà.
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L’illegalità è quindi il motivo di fondo che caratterizza questo “collettivo”  accomunandolo a Labas e ai “pasionari” pseudo-rivoluzionari anarco-comunisti.
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Gli “antagonisti” del “Vag61” si dichiarano nemici di Israele, schierandosi con i palestinesi, nonostante questi siano votati al terrorismo e all’odio.
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Non manca il richiamo, trito e ritrito, ad uno stucchevole antifascismo, sbandierato con ossessione maniacale.
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Per contro, questi professionisti della destabilizzazione hanno intitolato il loro cosiddetto “centro di documentazione” a Francesco Lorusso e a Paolo Giuliani, i due delinquenti anarco comunisti che morirono durante le azioni violente da loro stessi innescate mentre mettevano a ferro e fuoco le città in cui vivevano, Bologna e Genova.
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Xm24” rappresenta i patetici “tupamaros” che, in pieno delirio di onnipotenza, si sono autonominati gestori di una proclamata “resistenza” ad oltranza, ridicola e anacronistica.
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Gli adepti a questa “setta” della politica, che si richiama al marxismo, tenta di assumere sembianze umanoidi simulando la gestione di spazi aggregativi in chiave qualunquista, alimentando le aspettative degli immigrati illegali e imputando alle destre la responsabilità di fomentare la guerra tra poveri.
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A questo proposito va detto che l’Amministrazione bolognese a guida PD si è resa responsabile di aver fortemente voluto incrementare l’afflusso di ogni genere di disadattati ed emarginati, come gli zingari e i clandestini, a discapito della sicurezza dei cittadini.
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Campo Rom, per gentile concessione del Sindaco Merola
E’ risaputo che gli zingari siano parassiti infestanti della società civile, a cui arrecano solo danni e fastidi.
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Gli zingari di etnia Rom e Sinti rubano per tradizione familiare, costringono i bambini all’accattonaggio, rovistano nei cassonetti dell’immondizia, buttando a terra il contenuto e lasciandolo in strada (impuniti), mentre i cittadini devono subirne il degrado (pur pagando tasse elevate per questo servizio).
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I furti nelle case e nelle attività commerciali sono quotidiani e il disagio sociale correlato alla delinquenza rom è costante, ma pare che  il PD non se ne curi, ma anzi trovi sempre nuovi incentivi per l’accoglienza di questi mentecatti, come riservare loro posti gratuiti negli asili (che i residenti pagano a caro prezzo) o nelle scuole.
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Si sono moltiplicate nel tempo le cosiddette aree attrezzate, in cui le carovane dei parassiti possono usufruire di corrente elettrica e acqua corrente.
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Il costo di queste “opere” dell’ingegno post comunista ricadono sulla popolazione, che pur scontenta, continua però testardamente a votare per i seguaci di Togliatti.
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La sicurezza è inesistente a Bologna, ostaggio di un numero indefinito di clandestini extracomunitari, a cui si consente (illegalmente) di permanere sul territorio bolognese,  nonostante essi siano dediti a spaccio di droghe e a stupri.
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La prefettura ha attuato, ormai da tempo immemore, una politica di buonismo, per mezzo della quale si è trasformato in senso peggiorativo il panorama sociale di molte zone della città, in cui ora la sicurezza dei cittadini è prevaricata da bande di nord africani dediti ad attività illecite.
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La violenza è solo una delle componenti che aleggiano su questo misero panorama, consentito dalla inettitudine e dalla colpevole  idiozia di interi strati politici delle sinistre locali.
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Ultimamente molti dei disadattati clandestini sono stati visti fare fronte comune con i centri socilai durante le guerriglie e le devastazioni tipiche delle loro “battaglie” di piazza, in perfetto stile comunista.
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La scarsa attenzione alle problematiche  ambientali fa da corollario a questo panorama di degrado.
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I cittadini sono costretti a pagare balzelli di tipo medioevale per la raccolta dei rifiuti, che vengono poi bruciati  nell’inceneritore del “frullo” a Quarto Inferiore, producendo diossina che viene liberata nell’ambiente.
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Tutta Bologna inoltre è stata divisa in zone, allo scopo di tassare la sosta delle automobili, mediante la realizzazione delle famigerate strisce blu, in cui parcheggiare costa caro !
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Le famigerate righe blu a pagamento : un balzello di tipo medioevale !
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Ovunque ci si sposti, in auto, per potersi fermare e parcheggiare bisogna pagare, pena alte sanzioni pecuniarie.
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Questa è la democrazia che esiste a Bologna, o meglio, che NON esiste !
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Una “democrazia” di stampo staliniano, che premia il malaffare, la violenza, la disobbedienza civile e la prevaricazione, e che penalizza fortemente i lavoratori, le famiglie, e la convivenza civile e democratica.
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Grazie all’alibi dell’antifascismo gli aggressori seriali anarco comunisti tengono per le palle l’intera città, favoriti dalla colpevole ignavia della Prefettura e dalla inettitudine dell’Amministrazione comunale, che da decenni ha steso la sua mano protettrice sull’universo della sinistra extraparlamentare.
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I “fenomeni del PD” e i personaggi della sinistra che detiene il potere politico cittadino gridano “al fascista !” nel caso ci sia un innocuo “banchetto informativo” in cui Forza Nuova distribuisce democraticamente dei volantini, scandalizzandosi per l’ardire e la violenza che sarebbe insita in tale comportamento, e per contro si blandiscono bonariamente gli episodi di guerriglia cittadina in cui le bande anarco comuniste scorrazzano per la città, devastando e mettendo in pericolo l’incolumità dei bolognesi.
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I bolognesi servono alla classe politica del PD solo perché deputati al versamento di tasse e di balzelli (di tipo medioevale),  ma non hanno alcuna voce in capitolo sul modus operandi dell’Amministrazione pubblica, che manifesta una arroganza quotidiana riconducibile allo stalinismo.
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Un capitolo a parte, che riprenderò in seguito, riguarda il clientelismo, imperante nei “Palazzi” del potere della Regione Emilia Romagna.
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Sono state create appositamente strutture piramidali di potere, che inglobano un universo di attività commerciali che possono lavorare per le amministrazioni pubbliche, a patto che siano in odore di PD.
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La struttura denominata "Intercent-ER" è la punta di diamante di questo sistema di malaffare, che si nasconde dietro proposizioni ufficiali di semplificazione, di razionalizzazione, di competitività, e di risparmio.
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Il requisito fondamentale è quello di essere asserviti all’egemonia che trova nei seguaci di Togliatti i valori di riferimento politici e ideali, respingendo chiunque possa, democraticamente,  dissentirne.
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La cassaforte dell’ex PCI, ovverossia l’Unipol, chiude un cerchio di clientelismo, disseminato (retaggio del passato comunista) di “affari” con i Paesi dell’Est, sotto la sapiente guida del Cremlino.
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La Bulgaria è il punto di passaggio, il crocevia, attraverso cui il Gotha delle politiche economiche post comuniste provvede ad arricchire il Partito e i confratelli che sono in odore di marxismo, pena l’esclusione totale dal mercato di riferimento.
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Chiudono definitivamente il ricco quadro di nefandezze fin qui descritte, le molteplici denunce della Magistratura, gli scandali, le corruzioni, gli arresti e i processi, in cui il PD è pienamente immerso.
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Non pago di tutto ciò e avido di risorse, come una sanguisuga parassita, il PD chiede soldi anche ai suoi iscritti, tramite le primarie, che sono diventate, non più una occasione di democrazia popolare, ma un effettivo incremento economico, un gettito immediato di milioni di euro, pronta cassa.
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La casta è tutto ciò : parassitismo, malaffare, inciucio, incompetenza, malafede, e pare che il PD ne sia proprio un degno rappresentante.
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Peccato però che i bolognesi rappresentino l’agnello sacrificale di questo Dio del Male, chiamato PD, e che ne paghino le conseguenze.
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Fino a quando ?
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Dissenso
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