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domenica 22 luglio 2018

Funghi del territorio : CALOCYBE GAMBOSA

CLASSIFICAZIONE TASSONOMICA :
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REGNO : Fungi
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DIVISIONE : Basidiomycota
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CLASSE : Basidiomycetes
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ORDINE : Agaricales
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FAMIGLIA : Tricholomataceae
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GENERE : Calocyce
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SPECIE : Calocybe gambosa (Fr. Donk)
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Il PRUGNOLO è conosciuto anche con sinonimi quali :
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(ex) Tricholoma georgii, (ex) Tricholoma gambosus, (ex) Lyophillum georgii, fungo di San Giorgio, fungo della saetta, spinarolo, marzolino, maggiolino, assone bianco, giorgi, spinerolo, ed altri a seconda del luogo di ritrovamento.

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Magnifici esemplari di "prugnoli"
E’ un fungo saprofita, cioè che trae il proprio nutrimento da sostanze organiche non viventi, in decomposizione, scomponendole in minerali che vengono poi restituiti al terreno che li assorbe (foglie che cadono dagli alberi, residui vegetali.
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E’ un fungo molto apprezzato e ricercato, al punto che sta diventando sempre più raro.

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La legge italiana vieta la raccolta di esemplari con un diametro del cappello inferiore ai due centimetri e impone un limite giornaliero di 1 kg per persona.

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Il prugnolo matura, secondo la tradizione, il 23 aprile, giorno della ricorrenza di San Giorgio (da cui trae uno dei suoi nomi volgari) ma la sua comparsa è naturalmente suscettibile di variazioni stagionali o dipendenti dall’altitudine.

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La crescita si protrae fino a giugno o luglio, con nuove “buttate” a distanza di un paio di settimane dalla prima, e si ripropone l’anno successivo negli stessi luoghi di raccolta.

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"Cerchio delle streghe"
Spesso il prugnolo si trova nei prati, disposto entro caratteristici cerchi, a causa del fatto che partendo dal punto in cui la spora ha dato vita al micelio, i prugnoli si allargano in forma concentrica alla ricerca di sostanza nutritive, allontanandosi da quelle di scarto prodotte dalla colonia fungina stessa.
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Nei cerchi l’erba assume un aspetto rigoglioso e una colorazione più scura e marcata, riconoscibile anche a distanza, e nell’antichità le credenze popolari davano a questo fenomeno una valenza soprannaturale, chiamandoli appunto “cerchi delle streghe”.
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Un altro aspetto che si lega alle credenze popolari è quello che riguarda la denominazione del prugnolo come “fungo della saetta”, così chiamato perché si pensava che comparisse crescendo “a zig-zag” dove era caduto un fulmine.
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Il prugnolo, che cresce nei prati e nei margini boschivi, tende anche a legarsi con cespugli di piante spinose come il Biancospino (Crataegus monogyna), la Rosa canina, il ginepro, le Rosaceae in generale, e il Prugnolo (Prunus spinosa), da cui deriva il suo nome volgare.
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Emana un profumo intenso di farina fresca, ed è un ottimo commestibile, ritenuto dai suoi estimatori il fungo principe per eccellenza, dopo l’ovolo, anche superiore al mitico Porcino.
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Gli estimatori di questo prodotto che si può considerare di nicchia, arrivano a pagare per il suo acquisto un prezzo di mercato che si aggira sugli 80 euro al chilo.
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Non a caso in molte località della penisola vengono organizzate sagre e feste popolari in suo onore, in particolare nel Lazio e in Toscana.
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Si può consumare sia fresco (crudo) che secco poiché conserva molto bene il suo inconfondibile aroma e si presta a diversi usi in cucina, come ad esempio nella preparazione di sughi, risotti, frittate e sformatini, o semplicemente spadellato per una decina di minuti in poco olio extravergine di oliva e uno spicchio d’aglio.
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Cito i nomi di alcune delle ricette più gustose che vedono il prugnolo come protagonista sulle nostre tavole :
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Tagliatelle con i prugnoli
Crostini di polenta con i prugnoli (sul blog : Cookaround)
Fettuccine con erbette selvatiche e prugnoli (sul blog : Giallo zafferano)
Frittata con i prugnoli (sul blog : Come lo sa fare lei)
Pasta coi prugnoli (sul blog : Giallo zafferano)
Scaloppine di petto di pollo con ceci e funghi prugnoli (sul blog : Giallo zafferano)
Tagliatelle di farro con funghi prugnoli (sul blog : Giallo zafferano)
Tagliolini con sugo di funghi spinaroli freschi (ricetta della Val Gotra/Taro)

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Dissenso
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sabato 21 luglio 2018

LE CICALE


Nelle calde e afose giornate dei mesi estivi tutte le aree verdi alberate del bolognese (e non solo) sono presidiate da un interprete assoluto di madre natura, un insetto che si impone con la sua presenza sonora : la cicala.
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Questo insetto appartiene alla Famiglia delle CICADIDAE (Westwood, 1840), dell’Ordine dei RHYNCHOTA, Sottordine HOMOPTERA AUCHENORRYNCHA, e Infraordine CICADOMORPHA.
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Le cicale esistenti sul territorio italiano sono di due Specie :
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Lyristes plebejus e Cicada orni (non molto diverse l’una dall’altra)
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Il colore della cicala è marrone scuro o verde ed ha una lunghezza che varia da 2,3 a 5,6 cm. e il corpo di forma tozza, la testa larga e due paia di ali trasparenti e membranose che a riposo sono posizionate a tetto al di sopra del corpo.
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Il maschio della cicala porta sotto l’addome un organo chiamato “stridulatore” che emette un forte suono, udibile a distanza, mentre le femmine emettono suoni secchi sfregando le ali (più deboli e simili allo schioccare delle dita), che permettono al maschio di individuarle.
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Il suono caratteristico emesso dalle cicale, chiamato anche “canto delle cicale”, è denominato “frinire” ed è continuo e tedioso, stridente, alto, e monotono.
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L'apparato sonoro è costituito da lamine (timballi) tese da tendini che le collegano a muscoli, sui lati dell'addome ;
per produrre il suono l'insetto contrae i muscoli e fa vibrare le lamine.
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Il suono viene amplificato da piccoli sacchi che fungono da camere d’aria per la risonanza sonora.
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Non si tratta quindi, come recitano alcune leggende metropolitane di  suoni prodotti dallo sfregamento di parti del corpo (come nella femmina), ma di suoni prodotti dalle vibrazioni delle lamine, prodotte appunto dagli esemplari maschi come richiamo sessuale.
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Ventiquattro ore dopo l’accoppiamento la femmina depone le uova nei tessuti della vegetazione, provocandone la deformazione detta galla o pseudogalla.
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Larva di cicala
Le larve, appena nate, iniziano una vita ipogea (sotto terra), la cui durata si può prolungare per tre o quattro anni (diciassette in una specie nordamericana), spostandosi per raggiungere le radici di cui si nutrono.
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Gli individui che raggiungono la maturità sono già molto simili agli adulti ma privi di ali e con le zampe anteriori adatte a a scavare il terreno, con le quali escono dal suolo e si arrampicano sugli alberi per effettuare la muta.
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Abbandonano l’intero involucro ninfale e dopo qualche ora sono già pronte per il primo volo e l’insetto, inizialmente verde azzurro, assume la livrea marrone scuro definitiva.
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Muta della cicala : l'involucro della ninfa

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Stranamente l’uscita dal sottosuolo delle cicale sembra essere sincronizzata poiché escono tutte insieme, nello stesso periodo di tempo, come se fossero regolate da un orologio interno.
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Probabilmente si tratta di una strategia evoluzionistica per sfuggire ai predatori.
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Le cicale si nutrono della linfa degli alberi che suggono tramide una piccola  proboscide e trascorrono l’intera vita (come insetti non ipogei) a “cantare” fino alla fine dell’estate, poi muoiono tutte insieme, maschi e femmine.
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La sua testa è tozza ed ha antenne cortissime, tre ocelli e due occhi, con vista eccellente (gli ocelli non percepiscono le immagini ma reagiscono all’intensità della luce e percepiscono le onde magnetiche della luce polarizzata).
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I predatori delle cicale adulte sono prevalentemente gli uccelli e le cavallette mentre allo stato larvale durante la vita ipogea sono preda delle talpe.
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La cicala è assolutamente innocua e non è dannosa per l’uomo (a parte il canto che può essere fastidioso), e costituisce un importante anello della catena alimentare in natura.
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Questo insetto va quindi rispettato, così come tutti gli altri appartenenti al Regno della Natura.
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Dissenso
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venerdì 13 luglio 2018

L'indipendenza della Magistratura


Sono personalmente contrario alla Indipendenza della Magistratura, poiché attualmente ricopre un ruolo di potere pressochè illimitato all’interno del sistema sociale italiano.
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In linea di principio non sarebbe sbagliato agitare il vessillo dell’indipendenza per chi ha l’onere e il dovere di applicare la Legge e la Giustizia al Popolo italiano, senza per questo dover subire pressioni di ogni tipo.
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Il fatto è però che ciò sarebbe eticamente proponibile se la Magistratura stessa non fosse divisa in fazioni, sfacciatamente votate ad interpretare precisi ruoli politici, e a gestire l’iter giudiziario subordinatamente ad una giustizia politica di parte.
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In questo caso non siamo quindi di fronte ad una Giustizia super partes, equidistante da paradigmi di partito, ma anzi si riscontrano precisi elementi di connessione tra molti giudici e le prerogative ideologiche di riferimento.
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Viene quindi a mancare l’obiettività dell’indagine giudiziaria, che assume le sembianze di una sorta di inquisizione, finalizzata ad un vero e proprio stupro della Giustizia, non più equa ed uguale per tutti, ma indicizzata e personalizzata, canalizzata e adattata all’uopo, alla circostanza contingente, al desiderio intrinseco di soddisfare un ego politico, anzi partitico.
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In un quadro di soverchianti prepotenze messe in atto da Giudici come ad esempio quelli delle famigerate toghe rosse l’individuo è sempre e costantemente in pericolo, soggetto com’è alla sete inestinguibile  di chi usa la Giustizia per i propri fini politici.
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La Storia dell’Italia del dopoguerra ci racconta di Magistrati che dopo aver devastato la vita delle persone, in preda ad un delirio di onnipotenza per il quale si consideravano i soggetti inquisiti come rei di misfatti da colpire con pene inestinguibili, proseguivano il loro iter entrando in politica, in Parlamento, sugli scranni parlamentari riservati alle sinistre.
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Purtroppo questi personaggi, di cui è piena sia a Magistratura che la politica, possono vantare  un retaggio di continuità ideologica fra il precedente mestiere di Magistrato e quello successivo di parlamentare.
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Tutto ciò è molto triste e ci riporta agli anni più bui della civiltà e della società umana, in cui l’onestà intellettuale e l’etica erano misconosciute.
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E’ sufficiente osservare con occhio obiettivo la lunga serie di inquisizioni operate dalla Bocassini nel suo iter di accanimento verso Silvio Berlusconi per capire cosa effettivamente sia una toga rossa.
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Trentatrè processi !  Credo che una qualsiasi valutazione non possa prescindere dalla consapevolezza che si tratti di una vera e propria persecuzione, operata per motivi politici e sfruttando una posizione di potere.
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In questo caso, data la palese prepotenza e la carica di odio sociale espresso senza mezzi termini,  è vergognoso che la Magistratura non possa essere fermata e riportata ad un giusto equilibrio.
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Solo le dittature più feroci, come quella sovietica o cinese, usano i tribunali per annichilire gli avversari politici, ancora oggi, e pare che la civile Italia ne sia un degno emulatore.
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Parallelamente la sinistra esprime anche le sue preferenze attraverso i magistrati per quanto riguarda il buonismo, e cioè l’applicazione di una benevola accondiscendenza verso coloro che appartengono all’aura delle sinistre.
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Ed è per questo che in Italia i facinorosi delinquenti dei centri sociali, dediti alla guerriglia urbana, alla violenza e alla devastazione, non vengono mai condannati nei tribunali.
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E’ per questo che si passano sotto silenzio comportamenti a dir poco imbarazzanti di personaggi che godono della benevolenza delle toghe rosse, mentre altri vengono messi alla berlina e inquisiti spietatamente.
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La Giustizia in Italia sta lentamente morendo, soffocata dai seguaci di Togliatti e da quelle toghe rosse che sputano sul senso stesso della Giustizia e della libertà.
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Il loro potere è troppo grande e incontrollabile, e si manifesta con oltraggi alla democrazia che rendono necessario porvi rimedio.
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Lo chiede il popolo, in nome della libertà.
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Dissenso
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giovedì 12 luglio 2018

MALAFEDE MARXISTA


Max Horkheimer è stato un filosofo ebreo tedesco, un sociologo e storico della filosofia, oltre che un accademico, esponente di primo piano, insieme a Marcuse e ad Adorno, di quella Scuola filosofica-sociologica di Francoforte chiamata Istituto per la Ricerca Sociale, di orientamento prettamente marxista, il cui nucleo originario era composto da filosofi e sociologhi tedeschi di estrazione ebraica.
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In questo contesto si inseriscono quegli intellettuali o pseudo-tali che hanno contribuito a considerare e a riconsiderare le teorie marxiste elaborando approcci in chiave convergente verso ipotesi che interiorizzazzero fruttuose interpretazioni.
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Ne è un esempio la rivisitazione critica del marxismo intrapresa da Horkheimer che mediante differenti contribuiti critici opposti alla teoria marxista tradizionale ne travalica l’analisi sviluppando e opponendovi una nuova teoria cosiddetta critica, finalizzata ad instaurare una società priva di ingiustizie sociali.
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Come lui, centinaia di anelanti comunisti, le cui menti assuefatte non riescono ad uscire da stereotipi preordinati, si nutrono di marxismo, tentando di plasmare e di mistificare ciò che in realtà esso rappresenta : una apotesi di violenza programmata, sempre confermata in qualunque nazione esso sia riuscito ad imporsi.
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La falsità e l’incoerenza, così come la mistificazione e l’arroganza, contraddistinguono i parametri attraverso cui questa immensa mole di studiosi (o per meglio meglio dire di sordidi manipolatori) del marxismo si propongono, ergendosi a paladini di una società libera e comunista.
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La realtà vera e oggettiva si scontra e smentisce qualsiasi pretesa di simbiosi tra il comunismo e ciò che i marxisti chiamano sfacciatamente “progressismo”, poiché la Storia con i suoi eventi ci ha dimostrato in maniera chiara ed univoca quali disastri epocali siano stati, in effetti, i veri protagonisti e interpreti della realtà oggettiva.
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I milioni di deportati del comunismo sovietico, così come ad esempio quelli del comunismo cinese, nord coreano, o vietnamita, rappresentano una serie di anelli che compongono una lunghissima catena : quella dell’odio, del dolore, della violenza e del sangue che il comunismo ha consapevolmente creato.
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Tornando agli intellettuali al servizio delle sinistre, eredi di un retaggio politico marxista devastante per l’umanità, va detto che è semplicemente criminale il loro afflato emotivo consenziente verso il cancro comunista, così come i loro tentativi di  manipolazione della società perseguiti in chiave ideologica e in palese malafede.
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Non è infatti concepibile che, nonostante siano stati ampiamente palesati i crimini compiuti in nome del marxismo e della violenza che tale filosofia auspica e incita a compiere, ora si tenti di sminuirne la portata effettiva o di cancellarne le tracce, ricorrendo a speculazioni verbali e a mistificazioni filosofiche o pseudo culturali.
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I cosiddetti radical chic, nuova fauna emergente della sinistra odierna, ammantati da un’aura arrogante con cui si ergono a modello e ad esempio da seguire, in realtà mistificano quotidianamente l’essenza stessa della realtà, dimostrando la loro palese ignoranza, subordinata solo al loro immenso servilismo verso i clichè marxisti, il più delle volte per semplice convenienza economica o per smaccato e indegno opportunismo.
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In pratica, mentono sapendo di mentire, così come fa Martina il nuovo “leader” del PD che si affanna a sproloquiare ogni qualvolta gli si dà facoltà di parola.
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La malafede è proprio la caratteristica principale di questi personaggi, che si ritrovano in ogni aspetto della società civile, infiltrati e perniciosi, subdoli e parassitari, infestanti e nocivi, siano essi giornalisti o conduttori televisivi, personaggi dello spettacolo o dello sport, politici o piliticanti…
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Occorrerebbe fare una bella disinfestazione, per diminuire fno allla totale scomparsa questo esercito di zecche che hanno arrecato tanto danno ala società.
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Sta a noi Cittadini farlo, democraticamente e alla luce del sole, con il nostro voto, che li ridurrà come insetti senza vita…
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Dissenso
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martedì 3 luglio 2018

BOLOGNA ostaggio dei centri sociali : Sindaco NON PERVENUTO...


L’inettitudine e il permissivismo che si riscontrano nel Sindaco di Bologna e nell’operato della Prefettura, affiancati dalle varie cariche politiche che fanno da corollario, come ad esempio quella del capogruppo PD in Comune, Claudio Mazzanti, rasentano responsabilità di tipo penale.
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I cittadini e la città stessa sono infatti ostaggio di un manipolo di delinquenti appartenenti ai centri sociali, in particolare di Xm24 in via Fioravanti, senza che le Istituzioni muovano un dito per interrompere il percorso di illegalità che si allunga giorno dopo giorno.
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Xm24 deve lasciare la struttura di via Fioravanti, poiché è scaduta la convenzione per l’utilizzo di tali spazi nel 2016, e poiché già da un anno è stato emesso un ordine di sfratto, a cui però gli attivisti anarco comunisti non vogliono ottemperare.
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ZECCA comunista

E’ trascorso un anno dal decreto di sfratto e Xm24 ha ribadito con arroganza affermando che di spostarsi proprio non ha alcuna intenzione, anzi, per festeggiare il compleanno dello sfratto non eseguito ha pensato di bene di organizzare una festa di strada, notturna, con tanto di spettacolo pirotecnico e musica fino all’alba.
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Xm24, alias i tupamaros della domenica, alias i guerriglieri che mettono a ferro a fuoco la città nelle occasioni che fanno comodo al PD (come quando si è impedito, con l'uso della violenza, che Matteo Salvini potesse parlare), alias gli anarco-comunisti pseudo-rivoluzionari, hanno deciso che la loro volontà è legge, che il loro comportamento è giusto, e che quello che decidono di fare non può essere ostacolato.
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Ed è così, forti di queste convinzioni, che hanno impedito alle persone residenti nella zona della “festa di strada” di chiudere occhio a causa del rumore, degli schiamazzi, del volume alto della musica.
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L’infinita arroganza dei “pupilli” del Sindaco è stata anche sfacciatamente  coadiuvata dall’occhio benevolo e benpensante di personaggi della politica cittadina legati al PD, come Emily Clancy (consigliera di Coalizione Civica), come Daniele Ara (consigliere del quartiere Navile) e come Claudio Mazzanti (capogruppo PD in Comune).
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La loro faziosità si è espressa in termini di accondiscendenza nei confronti di Xm24, nonostante il fatto che davanti ai loro occhi si sia palesata una reiterata violazione della legalità, e che il disegno criminoso dei centri sociali sia da loro stessi sbandierato senza mezzi termini.
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Noi di qui non ce ne andiamo !”,  hanno proclamato con arroganza i seguaci di Togliatti e di Bakunin, sapendo di essere protetti dal PD e da Merola, mentre la Prefettura continua beatamente a “sorvolare” su questi atti criminosi guardando da un’altra parte.
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L’illegalità a Bologna viene premiata da un PD becero e colluso che invece di far rispettare la Legge si dimostra prodigo di benevolenza verso chi delinque.
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Ironia di Salvini su Xm24 e il Sindaco di Bologna, Virginio Merola



Forse il PD vuole in questo modo ringraziare i Centri sociali per non aver permesso a Matteo Salvini di parlare in piazza, all’epoca della campagna elettorale che ha preceduto le elezioni ?
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Ricordo ai personaggi come Merola che presto dovranno andarsene a casa !
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Il popolo italiano ha infatti  finalmente capito di che pasta è fatto il PD.
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Ha capito che si tratta di un partito criminale a cui non interessano i problemi degli italiani, ma solo le speculazioni di partito, l’inciucio, le ruberie, la corruzione, e il malaffare, come dimostrano le tante indagini della Magistratura.
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Merola, Mazzanti, ecc, ecc, preparate le valigie perché i prossimi siete voi !
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Allora si che ci sarà una festa, ma la faremo noi, liberi cittadini !
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Dissenso
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