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sabato 26 settembre 2009

Il parco pubblico : degrado e negligenza delle istituzioni

Il Sindaco ci farebbe giocare il suo bambino…?

Da un giro ricognitivo effettuato nel Parco 2 Agosto, evidenzio quanto segue:
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I pilastrini all’ingresso, su cui sono imperniati i cancelli di ingresso, sono fatiscenti e pericolanti: forse faranno la stessa fine degli alberi del parco, tagliati alla base…
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Mah… 
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Se i pilastrini cadono in testa ad un bambino chi è responsabile ?
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…forse io o voi compaesani…?….o il Sindaco, che si occupa solo del salotto buono…?
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Anche la cancellata è un blocco di ruggine, ma bando all’estetica, e proseguiamo nel tour.
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In prossimità dei giochi per i bambini la situazione non è migliore, terriccio smosso, polvere, erbacce, sporcizia… in parole povere ancora degrado, con l’aggravante che il posto sarebbe dedicato ai bimbi.
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Mancano tra l’altro le protezioni e i tamponamenti che normalmente corredano queste strutture… ma siamo a Minerbio, o in un villaggio somalo…?…mi sta venendo un dubbio…mah…proseguiamo… 
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Ecco profilarsi sullo sfondo il ceppo di un enorme albero tagliato alla base…perbacco… un vero delitto, chissà gli ambientalisti cosa direbbero… ma già spesso i verdi sono tinti di rosso… e poi adesso sono appena tornati dalle ferie…
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Comunque voglio vedere se ci sono altri scempi come questo, e decido di controllare. 
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Mi aggiro per il parco (lo chiamo così, ma è una parola grossa) e ne incontro molti altri… 
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Contiamoli insieme:
Il primo, è il grosso ceppo appena incontrato…  ecco il secondo, poi il terzo e il quarto…ma non è finita…  ne scorgo un altro, e siamo a cinque…ma purtroppo vedo che, a causa dell’incuria presto ce ne saranno altri, oramai secchi, e probabilmente da abbattere, per scongiurare incidenti… anzi… non so perché non si sia già provveduto… forse è abitudine dell’amministrazione comunale “chiudere la stalla quando i buoi sono scappati”. 
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Ne conto due… purtroppo… chissà… forse chi li ha piantati, in passato, non pensava che sarebbero andati incontro a un tale destino… 
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Ne ho abbastanza, esco sconsolato dal parco…in mezzo alla sporcizia…al cestino pieno e traboccante immondizia… 
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Mi viene quasi la voglia di provvedere io a svuotarlo… ma non vorrei che il Sindaco pensasse che voglio sovrappormi alle istituzioni… in fin dei conti sono loro che comandano… 
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Emanuele B.
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Pensiline alle fermate dell’autobus

Non vorrei cadere in sterili polemiche stigmatizzando l’operato di coloro che, votati da noi, hanno promesso di occuparsi del bene di noi cittadini, e del mantenimento entro standard accettabili della dignità dei luoghi in cui viviamo, e delle infrastrutture necessarie a che ciò sia realizzabile, quindi farò una semplice evidenziazione della palese e oggettiva realtà quotidiana, limitatamente ad un argomento: le fermate dell’autobus.
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Uscendo da Granarolo in direzione Minerbio, oggi insieme alla mia dolce metà, osservavo con soddisfazione la presenza, in prossimità della famosa pasticceria Principe, nel centro del paese, di una fermata per l’autobus dotata di pensilina e di panchina.
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Forse si dirà, dando per scontato che non c’è nulla di strano in ciò, che è normale ci sia questa struttura, frutto evidente della considerazione che l’ azienda trasporti pubblica, insieme all’amministrazione comunale, hanno avuto nei riguardi del pendolarismo locale.
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La mia prima considerazione, pensando alle persone anziane, è quella di soddisfazione, e di contentezza : sono felice che il vecchietto o la nonna, stanchi di camminare possano stare seduti in attesa dell’autobus, anziché in piedi, e che, se dovesse anche piovere, non sarebbero esposti totalmente alle intemperie, riparati da una copertura, appositamente pensata all’uopo.
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Bene…pensavo tra me e me, coinvolgendo mia moglie in questi pensieri… la civiltà è arrivata anche qui…

Ma la mia compagna, inaspettatamente, ha purtroppo, e a ragione, frustrato subito il mio entusiasmo…
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Si, certo…mi ha sussurrato all’orecchio, con grazia, per non infierire troppo…fino a Granarolo tutto bene, ma ora vedrai…a Minerbio…la considerazione per le persone, per la numerosa utenza, i giovani studenti, le donne, gli anziani, o i disabili…non esiste proprio…chissà, forse è solo una parafrasi necessaria alla enfatizzazione delle fandonie elettorali che vengono sempre riproposte in occasione delle elezioni, e successivamente disattese con puntualità.
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Infatti…ho voluto personalmente controllare la situazione delle fermate degli autobus, da Armarolo, fino a Minerbio, e…udite, udite…neanche in Congo sono messi così male…!
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Ma, andiamo con ordine…proporrò di seguito le foto esplicative, che comprovano quello che ho appena evidenziato.
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Le prime due fermate che incontro, disposte rispettivamente nelle due opposte direzioni, mi obbligano ad una constatazione: sono posizionate entrambe sul ciglio della strada, tra l’erba alta, davanti al nastro asfaltato, su cui sfrecciano i veicoli, mentre alle spalle indovinate cosa c’è…?
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Non ci potreste mai credere…un fosso…!…un fosso non tanto profondo, ma sufficiente a produrre spiacevoli conseguenze, nel malaugurato caso che qualche utente, magari spaventato dalla vicinanza delle auto al ciglio della strada, facesse un passo indietro.
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L’imperativo è quindi quello di stare immobili e impassibili, soffrendo in silenzio, senza profferire bestemmia alcuna…e sperando nella provvidenza.
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La mia ironia deve però lasciare il posto ad una serietà doverosa nei riguardi di coloro che, costretti dalle circostanze, subiscono loro malgrado questo disagio, questa mancanza di considerazione da parte di chi detiene le leve del potere a Minerbio.
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Mettiamoci nei panni delle persone più deboli per antonomasia, gli anziani, i cari vecchi nonnini, che rappresentano il nostro patrimonio affettivo, culturale, sociale, depositari di un retaggio di esperienze pregresse, testimoni del passato, oltre che interpreti del presente, e ora indeboliti dall’impietoso trascorrere del tempo…
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Pensiamoli a una di queste fermate dell’autobus, in un giorno di pioggia, sul ciglio della strada, con la visibilità compromessa dalla nebbia, e i veicoli che transitano a ritmo incessante, e consideriamo la loro impossibilità ad arretrare, a causa del fosso retrostante.
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Secondo me, anche una persona giovane e in salute, nel pieno delle forze, si troverebbe in seria difficoltà.
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Ho usato il condizionale…ma il verbo giusto è l’imperativo, perché ci troviamo di fronte ad una realtà quotidiana.
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Entrando in Minerbio, vediamo poi la sagoma di una pensilina.
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Finalmente…ma allora la civiltà…
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La contentezza è tanta, e ci fermiamo per controllare.
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L’entusiasmo, ancora una volta si spegne…costretto dall’evidenza…dal degrado…ancora….sta diventando quasi uno stereotipo…la nostra bella Minerbio vilipesa da questi oltraggi al vivere civile.
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La pensilina è infatti un gabinetto a cielo aperto, sporca com’è, e imbrattata, coperta di polvere e di terra…oggetto sicuramente di desiderio e di attrattiva per acari, insetti, e organismi di vario tipo… che schifo… c’è da prendere delle malattie…
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Le coperture hanno addirittura un altro colore diverso da quello originale, causato non dall’esposizione al calore del sole, ma dalla sovrapposizione di vari strati di sporcizia….risultato del fatto che, nessuno, sicuramente, ha mai pensato alla manutenzione e alla disinfezione di questo bene pubblico.
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Cari Minerbiesi, affratellati da questo medesimo destino…
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Possibile che non ci siano mai state rimostranze dei cittadini rivolte alle istituzioni… ?… che non sia mai giunta all’orecchio del Sindaco la voce di protesta che giustamente si leva da quel popolo che fiduciosamente lo ha posto al comando…?
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Continuando verso il centro del paese, devo constatare che la situazione rientra negli standard precedenti, e cioè vicina ai parametri di sussistenza congolesi.
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Infatti non c’è traccia alcuna di pensiline, anche dove la logistica lo permetterebbe senza particolari problematiche, come davanti alla salumeria Bondi.
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Divulgo questa triste realtà, peraltro molto sentita a Minerbio da coloro che usano i mezzi pubblici quotidianamente, senza inviare alcuna mail al primo cittadino.
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Nell’ultima corrispondenza intercorsa, infatti, mi ha fatto chiaramente capire che ha altre cose a cui pensare, e che le risposte avrebbero comportato, come conseguenza, tempi di attesa inevitabilmente molto lunghi.
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D’altronde si sa…ormai siamo abituati, quasi assuefatti al modo di comportarsi dei vari Primi Cittadini, all’arroganza che esprimono, come se stessero interpretando un ruolo divino, in un’apoteosi di onnipotenza.
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La verità è, invece, che costoro sono e rimangono nostri dipendenti diretti, pagati da noi, eletti proprio da quegli stessi cittadini che prendono l’ autobus, a quelle stesse fermate senza riparo alcuno.
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Gli amministratori pubblici sono stati messi lì dove sono per tutelare i nostri interessi, e non per bearsi di una posizione di privilegio.
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Devono rimboccarsi le maniche, e guadagnarsi lo stipendio… lavorare sodo, come facciamo tutti noi, e occuparsi dei nostri problemi e di quelli legati al territorio.
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Queste sono le prerogative inerenti al ruolo del Sindaco e degli Assessori, compresa quella di dialogare con tutti noi, che, alle prossime elezioni, di sicuro, ne terremo conto.
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Emanuele B.
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giovedì 24 settembre 2009

SFIORATA LA TRAGEDIA

Pochi mesi sono trascorsi dalle ultime elezioni e dai roboanti proclami dei vari candidati alle cariche pubbliche in campagna elettorale, e già si delinea abbastanza nettamente l’atteggiamento del nuovo Sindaco nei riguardi dell’ambiente, che sembra ricalcare, purtroppo, le orme del suo predecessore, di cui è politicamente clone.



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Infatti a causa di questa linea di trasmissione ideologica siamo giunti a sfiorare una tragedia, nonostante i prodromi fossero nell’aria, essendo da tempo in palese evidenza. 
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E’ stata infatti promossa una raccolta di firme, al tempo della precedente gestione pubblica, per protestare contro il degrado imperante nel parco cittadino, sulla via principale, che versa tuttora in condizioni di abbandono.
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Non a caso, stante il disinteresse dei gestori del potere locale, precedente ed attuale, poche settimane addietro, si è verificato un incidente che poteva essere evitato.
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All’interno del parco, un ramo di un albero secolare, lasciato per troppo tempo privo delle necessarie attenzioni, si è staccato improvvisamente dalla pianta, cadendo rovinosamente al suolo.
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Se ci fosse stato un bambino sotto, come di solito quotidianamente è normale che sia, avrebbe anche potuto rimanere ucciso.
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Le potature, il taglio dell’erba, la sistemazione delle aree destinate al pubblico, dovrebbero rappresentare una routine abituale, sintomatica di un viscerale interesse e amore per la natura, e per quel verde pubblico, a cui le persone fanno riferimento. 
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L’Amministrazione comunale ha l’obbligo quanto meno morale di occuparsi di ciò, e di vigilare sulla sicurezza dei cittadini, anziché sguinzagliare i vigili urbani alle 7 della mattina in Via Casaroli, per compilare verbali a quei residenti che hanno parcheggiato, ahimè fuori dalle righe bianche riservate solo a coloro dotati di permesso. 
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Ma di questo parlerò molto dettagliatamente in un altro post dedicato a tali comportamenti vessatori.
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Per ora, rimane il fatto che la petizione di cui accennavo, voce di popolo, anelito di dialogo con le istituzioni, che hanno rifiutato il confronto, campanello di allarme suonato con insistenza sotto le finestre del Sindaco, è rimasta completamente inascoltata, disattesa nella forma e nella sostanza, rifiutata a priori, con estrema arroganza.
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La tragedia, fortunatamente, è stata scongiurata, ma solo per un semplice e casuale capriccio del destino, intervenuto bonariamente a sostegno dei frequentatori del parco, sostituendosi a quelle autorità che ne dovrebbero garantire le prerogative di sicurezza e di utilizzo.
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Le responsabilità, però, rimangono, e sono pesanti come macigni.
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Se il destino avesse assunto connotazioni diverse, e si fosse incorsi in una tragedia, ora avremmo un Sindaco indagato per omicidio colposo.
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Il Primo Cittadino si è invece preoccupato di fare installare la nuova illuminazione nel “salotto buono” di Minerbio, facendo montare lampade ad incandescenza, messe al bando da poco dall’Unione Europea, anziché optare per luci a led, universalmente riconosciute e adottate come prima scelta per l’abbattimento dei costi e dell’inquinamento.
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Certo è che se l’attenzione all’ambiente è questa, io combatto e mi schiero decisamente contro questa amministrazione, che con la sua arroganza mette a rischio la vita stessa dei suoi concittadini.
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Invito tutti coloro che concordano con le mie affermazioni ad inviare una mail di protesta al Sindaco, tramite l’URP di Minerbio.
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P.S. 
L’albero secolare è stato tagliato per evitare ulteriori pericoli, ma di questo passo Minerbio, terra di pianura, diventerà proprio solo terra e pianura, senza alcuna vegetazione. 
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Emanuele B.
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domenica 20 settembre 2009

L’IRRAZIONALITA’ DELLE ISTITUZIONI


A volte non si capisce come agiscano coloro che dovrebbero prendersi cura di noi, almeno per costituzione, come lo stato, le regioni, i comuni.
Nello specifico voglio esprimervi il mio pensiero su quello che accade nel cumune in cui vivo.
Accade a volte che i vigili arrivino alle 9,30 di sera, quando ormai tutti sono con i piedi sotto alla tavola dopo una giornata di duro lavoro, e si mettano a fare multe in una strada senza uscita, non ancora in gestione al comune, a macchine parcheggiate ordinatamente vicino al marciapiede senza un valido motivo. Multe poi tolte, annullate proprio per irragionevolezza del gesto.
Accade che poi tornino alle 7,30 del mattino per ripetere il gesto, in seguito alla istallazione di un cartello il giorno prima, giocando sull’effetto sorpresa .
Multe che questa volta sono state pagate proprio per quel cartello montato il giorno prima . . .
Accade che vengano sguinzagliati i vigili col velox all’uscita del paese, in rettilinei lontani ormai dal centro abitato.
Forse sarebbe meglio all’inizio del paese o a metà per far si che l’automobilista distratto vada piano proprio dove serve di più, e non in rettilinei dove andare ai 50 è quasi impossibile (forse una strategia per fare cassa ?).
Accade che quando serva un vigile che controlli il traffico, come ad esempio quando c’è la raccolta delle barbabietole e i camion carichi di tale verdura vadano molto veloci per poter fare più consegne, non se ne veda nemmeno l’ombra, e succede che per attraversare la starda in coincidenza dell’arrivo di uno di questi camion si debba correre la maratona per non essere travolti.
Accade che per risolvere il problema dei parcheggi in una via dove l’abuso edilizio è regnato sovrano, si continui nell’abuso costruendo nuovi garage per venderli ad un prezzo di “favore”, quindi ‘cornuti e mazziati’. Il problema se lo risolva il cittadino spendendo se può di tasca sua. Aggirando così una mancanza di controlli e di rispetto delle regole, da parte di chi invece avrebbe dovuto concedere di costruire nel rispetto delle normative urbanistiche.
Accade che per poter salire sul marciapiede sotto il portico del comune, un disabile debba essere un acrobata (vedi ultimo post).
Accade che vengano RIfatti dei lavori di asfaltatura per impedire la formazione di pozze dove si potrebbe pescare, e che la volta successiva oltre che pescare ci si possa fare anche il bagno. La barzelletta sta nel fatto che i vigili tornino ugualmente il giorno successivo ai lavori per fare le multe alle macchine senza contrassegno ‘residente’, ignorando totalmente lo spreco di denaro del contribuente minerbiese, scavalcando le pozze d’acqua, anzi punendolo per essersi scordato il cartellino che indica che li in quella via senza uscita, dove parcheggia solo alla sera dopo il lavoro, in attesa che l’impresa che sta costruendo i nuovi garage a prezzo ‘agevolato’ li finisca , che comunque non potrà permettersi, abita li in quella maledetta via.
Accade che qualche tempo prima della festa settembrina, venga rifatta la camminata davanti al parco della villa Isolani, e che venga fatta talmente in fretta che appena finiti i lavori, sia quasi completamente inagibile per qualche strano collante che lascia i piedi inchiodati al pavimento impedendone una allegra passeggiata.
Accade che venga ignorata completamente un’altra camminata di Minerbio che va dalla fine dei portici a via Canaletto, completamente impercorribile ad un anziano o un bimbo o un disabile, per la presenza massiccia di buche, crepa e dislivelli (vedi vecchio post).
Accade però che un vigile proprio in questa strada ti sgridi per non avere messo il disco orario per aver parcheggiato per più di un ora, regola fondamentale per la viabilità del traffico ! ! !
Accade che un ramo in un parco si rompa cadendo rovinosamente a terra vicino ai giochi dove i bambini vanno tutti i giorni. Proprio quel parco che ha visto nascere un movimento di genitori, di cittadini che ripetutamente hanno cercato di smuovere da anni il sindaco di turno per far si che cose del genere non succedessero. Una disgrazia annunciata, per fortuna evitata . . .
Per la cronaca l'albero secolare è stato abbattuto.
Forse era più importante il marciapiede della Rocca, illuminato oltrettutto da lampade che potrebbero consumare meno . . .
Accade che noi cittadini non possiamo usare il WiMax per navigare in rete a bassissimi costi, perché una azienda gestita da Hera abbia vinto l’appalto e non voglia per ora farci usare questa tecnologia , per non si sa quale arcano motivo . . .
Accade quindi che una netta violazione della legge anti trust non venga messa in evidenza da chi ci governa cercando cosi di provare a tutelare l’interessa del cittadino.
Già il cittadino, colui che paga lo stipendio con le proprie tasse, a quelle persone che ricoprono cariche a difesa degli elettori e che dovrebbero oltre che punirle con multe, tasse, sovratasse, addizionali comunali regionali, garantirne la salute, la persona, gli interessi.
NON RIESCO A CAPIRE DA CHE PARTE STIA IL COMUNE CHE DOVREBBE TUTELARCI, AIUTARCI, AGEVOLARCI, CON FATTI CONCRETI.
E non solo a parole, come accade in campagna elettorale, dove tutti i politici sembrano prostrasi ai nostri piedi. Poi improvvisamente, raggiunto il loro scopo, la 'poltrona' , diventano quasi completamente sordi alle nostre richieste.

Christian B.

BARRIERE ARCHITETTONICHE



Passeggiando sotto i portici di Minerbio, si possono vedere tutte quelle rampe per disabili, che permettono a una qualunque persona con carrozzina di poter godere della bellezza della passeggiata.
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Utile anche per portare a passeggio i propri bambini col passeggino. Rampe presenti anche davanti all'entrata del comune sotto il portico.
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C'è però una svista, una dimenticanza, a mio parere molto grave, che rende nullo tutto questo lavoro per eliminare le barriere architettoniche.
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Me ne sono accorto, proprio portando a passeggio mio figlio con il passeggino.
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Attraversando la via principale dalla parte del marciapiede appena rifatto, FRONTALMENTE AL COMUNE, sulle strisce pedonali, sono costretto, se voglio andare sotto il portico proprio davanti al comune, a rimanere in strada, a fare lo slalom tra macchine e buche per poter cercare una rampa che mi consenta di salire sul marciapiede sotto il portico.
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Non capisco come si possa non notare una barriera del genere;
fatto grave è che tale ostacolo è presente proprio davanti ad una istituzione, IL COMUNE DI MINERBIO
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Immagino che chi ha dato l'incarico di disegnare e poi di controllare le strisce pedonali in quel punto, avesse in mente un attraversamento esclusivamente per persone ABILI.
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Qualunque altra persona diversamente abile, deve attraversare da un'altra parte se vuole entrare in comune ! ! ! . . .
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sabato 19 settembre 2009

Vita quotidiana

Vorrei parlare di un aspetto della vita quotidiana a Minerbio che, per un ex “cittadino” bolognese come me, ha una notevole importanza.
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Partiamo da un presupposto che è quello di constatare la nostra abitudine alle cose, la nostra assuefazione a tutto ciò che ci circonda, e di conseguenza il nostro modo di dare per scontato qualsiasi aspetto, qualsivoglia opportunità e occasione di godere di regali che la natura ci offre.
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A Bologna ero “abituato” a vedere giovani tossici che alla ricerca della dose giornaliera umiliavano la loro esistenza vagabondando alla ricerca di un obolo, di una sussistenza finalizzata all’acquisto della dose, oppure ero “assuefatto” dalla continua emissione dei gas di scarico dei veicoli che ammorbano l’aria, rendendo la città un prodromo di malattie cancerogene… 
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Ora Minerbio mi sembra un Paradiso, un Eden in cui la dimensione umana è suscettibile di una dignità più consapevole, e per questo cerco di assaporare ogni suo aspetto positivo.
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A volte mi si presentano davanti, inconsapevolmente, immagini di vita inconsuete… sotto forma di regali, appunto, come il volo elegante di un airone bianco, o cinerino…, la visione di un martin pescatore, che planandomi accanto, nelle vicinanze di un canale, mi osserva col capo chinato da un lato, per poi spiccare nuovamente il volo, rapido e saettante…, o ancora, un cormorano in perlustrazione proveniente dalla zona costiera di Anita, dove, si sa, nidificano in gran numero…, o la sorpresa poi di vedere, durante una battuta di pesca, un gambero rosso attaccato all’amo, seguito poi da innumerevoli altri…, la diversità biologica della flora, che si può registrare ai lati di tutte quelle stradine bianche che circondano Minerbio…, il tarassaco, l’achillea millefoglie, la menta, la boraggine, la malva, ecc…, il volo di una coppia di ghiandaie, che si rincorrono in un susseguirsi di picchiate e di virate esponendo la bellezza del loro piumaggio e delle loro ali, intrise di un colore azzurro intenso…, la presenza in molti dei canali presenti sul territorio delle gallinelle d’acqua, con il loro musetto rosso, culminante con il becco giallo…, le gazze, i merli, le cornacchie, le taccole, i corvi, le cinciarelle, le cinciallegre, gli storni e le loro incredibili formazioni di gruppo, che sviluppano nel cielo figure gigantesche e che si muovono all’unisono, come se fossero un unico organismo…, l’incontro sempre più frequente con le nutrie, i simpatici roditori che vivono sugli argini dei canali, spesso causando qualche problema alla loro stabilità… 
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.Ho citato solo alcuni dei meravigliosi momenti che possiamo registrare se solo ci soffermiamo a coglierli, a Minerbio e nelle sue immediate vicinanze. 
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Se a tutto ciò sommiamo l’eredità di un retaggio storico culturale che possiamo evincere anche dalla lettura dei post in questo stesso blog….bè…allora, evviva Minerbio.
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Non vorrei essere troppo enfatico, ma ci sarebbero anche da segnalare i posti in cui la buona tavola la fa da padrona, hostarie e ristoranti famosi anche oltre i confini delle terre di pianura, che ci offrono menù di tutto rispetto, garantendoci le specialità stagionali nell’arco dell’anno.
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Il teatro offre un calendario periodico di intrattenimento che permette agli appassionati di fruire delle possibilità offerte, compatibilmente con le dimensioni culturali presenti.
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Un aspetto che mi lascia invece un po’ perplesso è quello che riguarda la mancanza di punti di aggregazione, rispetto alla città, non solo per quanto riguarda giovani, ma per tutti coloro che potrebbero socializzare come appassionati dello stesso hobby (funghi, minerali, francobolli, sport), cosi’ come per chi è attratto dagli approfondimenti culturali, che possono spaziare dalla letteratura, alla entomologia, all’informatica.
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A Bologna questo ruolo è interpretato egregiamente dall’Avis e dall’Advs, che offrendo le loro sale per serate a tema, vedono riunirsi centinaia di appassionati, con la presenza di studiosi, di appassionati, o di semplici curiosi che possono fruire della biblioteca, dei computer, dei microscopi, e di quant’altro sia disponibile.
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A questa mancanza, a Minerbio, potrebbe ovviare l’Amministrazione Comunale, a cui a breve ci rivolgeremo, sperando innanzitutto che ci sia una risposta, e in secondo luogo che sia positiva e costruttiva. 
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Emanuele B.
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Il salotto buono, e quello "cattivo".......

In riferimento all'articolo pubblicato in precedenza (LINK) voglio mettere in evidenza le foto di cui parlavo nella lettera al sindaco sopra citata.

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Non vorrei solo fare delle critiche, però sono costretto dall’evidenza a rimarcare anche un altro aspetto della questione : il fatto, cioè, che nel percorso precedente e in quello successivo al “salotto buono” le condizioni dei marciapiedi siano a livello del “terzo mondo”.
Ho scattato alcune foto che le invio, raggruppate in file formato pdf, in cui può vedere lo stato attuale del percorso.
Addirittura, prima del semaforo all’incrocio con Via Canaletto, in direzione di uscita dal paese, dal lato destro, il marciapiede è ricoperto di terra e di erba.

C’è il cordolo di cemento, ma sopra a quello che dovrebbe essere spazio calpestabile per i pedoni c’è invece una piccola scarpata di terra, che ne impedisce l’utilizzo.
Tra l’altro, i pedoni in questo tratto sono obbligati ad un attraversamento forzoso, nonostante l’assenza di strisce pedonali, per non essere investiti dagli automezzi in transito.
Ora, io mi domando, in tutta cordialità, senza la minima traccia di polemica se non era prioritario dare la precedenza a questo aspetto, prima di dedicarsi al “salotto buono”.

Non so i Vostri progetti, ma spero che sia in programma una riqualificazione di questa parte del territorio, considerando la migliore fruizione che ne deriverebbe soprattutto per i portatori di handicap. [...]

Emanuele B.

La storia : Il borgo

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La via principale che partiva dalla porta e attraversava tutto il borgo, chiamata via di Mezzo, correva parallela a via Superiore, entrambe tagliate perpendicolarmente da vie minori.
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Subito fuori dalla porta, parallela alle fosse vi era il tracciato di via delle Stuoje.
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Oggi si conservano sia il reticolato ortogonale delle strade che il perimetro pressocchè quadrato dell’antico castrum.
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Sul percorso dell’antica via di Mezzo troviamo ora Via Larga Castello, piazza Cesare Battisti e il suo monumento sono sorti su un’area precedentemente occupata da un agglomerato abitativo, nella cui parte retrostante correva via delle Stuoje ;
via Sopra Castello si trova invece sull’antico percorso di via Superiore.
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Nell’area appena fuori dalle mura del castello sorgeva un mulino sostituito a metà del 1700 da un’osteria.
Ora su quell’area è sorto il complesso del cinema teatro Minerva nell’edificio che ospitava l’ex casa del fascio costruita intorno agli anni ’30.

L’avanzamento edilizio ha inoltre inglobato vicolo Bondi.
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Le attuali via Falegnami, via Ortazzo e via Conventino ripercorrono i tracciati stradali delle vie minori che tagliavano perpendicolarmente le due strade principali del borgo.
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Gli orti e i giardini sono stati eliminati per guadagnare ulteriore terreno all’espansione edilizia.
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Dislocate lungo il reticolato ortogonale, erano decorate in facciata da bassi portici, probabilmente di legno.
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La recente ristrutturazione ha mantenuto la forma dei bassi porticati con soffitto in travi lignee e colonne in mattoni, ammodernando notevolmente però l’aspetto esteriore e gli ambienti interni.
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La casa del governatore feudale si trovava all’angolo tra le attuali via Larga Castello e via Falegnami.
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Anche oggi si riconosce per le arcate più alte rispetto quelle dei restanti portici e per una targa marmorea raffigurante l’impresa della famiglia Isolani posta sopra la porta di ingresso.
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Dell'antico abitato è ancora visibile la medievale porta d'ingresso munita di ponte levatoio, oggi scomparso, che permetteva o escludeva l'accesso al borgo.
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La porta subì una ristrutturazione a metà dell’800 con l’innalzamento della torre, la posa di un orologio a doppia mostra e un “castello” in ferro battuto contenente le campane dimostra che la torre attuale, posta ancora all’ingresso del borgo antico, mantiene l’aspetto di quest’ultima ristrutturazione.
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E’ ancora presente su un lato la porta di legno che introduceva alla scala che conduceva alla sommità della torre che tuttavia non è più agibile.
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L’orologio, che ha perso le antiche decorazioni pittoriche, è ancora collocato sulla torre, come le campane, ma entrambe non sono più funzionanti.


Un circuito di fosse, ricordato dal toponimo dell strade che ne ripercorrono il tracciato, cominciò ad essere tombato sia in seguito alla deviazione a metà del '500 del corso del Savena che non le alimentava più con acqua corrente sia per la perdita di esigenze difensive del borgo.
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Attualmente non vi è più nessuna traccia di questo tipico elemento della città medievale eccetto nel toponimo che identifica la strada, via Fosse appunto, che ne ripercorre l’antico tracciato sui due lati che furono chiusi per ultimi.
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E’ ancora visibile però, a destra e a sinistra della porta del castello, l’interruzione del gruppo compatto degli edifici nei due punti in cui le fosse si inalveavano tra le abitazioni per raggiungere il cortile del castello.
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Fonte : LINK
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La storia : La chiesa di San Giovanni Battista

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Le origini e l'edificio attuale
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La prima chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista risalente all’anno 1372 venne eretta su disposizione testamentaria del suo primo “giuspatrono” Domenico Isolani.
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Il 15 giugno del 1369 infatti Mengolo (Domenico) di Iacopo I (o Giacomo) Isolani dispose, attraverso la dettatura del proprio testamento, che entro 4 anni dalla sua morte, il figlio Giovanni facesse edificare “in Minerbio” una chiesa, “per l’anima sua e degli ascendenti e discendenti suoi”.
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Il titolo della chiesa venne affidato allo stesso Giovanni che ottenuta nel 1372 licenza di edificazione del nuovo tempio le diede titolo di San Giovanni Battista, dal suo nome e di quello di suo figlio Battista.
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Solo nel 1732, con l’arrivo di Don Tommaso Morelli, investito con bolla cardinalizia del titolo di quinto Arciprete di Minerbio, dopo numerosi rifacimenti e modifiche della malridotta chiesetta trecentesca, si diede il via alla costruzione dell’odierna Chiesa Arcipretale, su esecuzione del progetto di uno dei più importanti architetti dell’epoca, già artefice del famoso Santuario di San Luca :
l’architetto Carlo Francesco Dotti.
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La chiesa nuova, che è quella attuale, venne elevata tra il 1733 ed il 1737 al posto della vecchia canonica già demolita a questo scopo.
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La chiesa vecchia venne abbattuta solo nel 1740/1741 per consentire le celebrazioni religiose nel corso della costruzione del nuovo tempio.
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Tra il 1737 ed il 1740 i due edifici, il vecchio ed il nuovo, coesistono fianco a fianco.
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Il primo progetto (oggi conservato all’Archiginnasio nella raccolta Gozzadini) venne profondamente modificato in fase di realizzazione.
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La costruzione finale vide infatti la realizzazione di una cappella maggiore alta e larga quanto la navata, non prevista nel progetto originario.
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Ai lati dell’amplissima cappella centrale, vennero poste due cappelle molto piccole affiancate da due ambienti di passaggio.
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L’enorme spazio creato dall’incrocio della navata con le cappelle laterali maggiori, in predominio dei vuoti sui pieni, le grandi volte, il distacco fra l’architettura semplicissima della navata e quella aulica della cappella maggiore sono tutti elementi che conferiscono alla costruzione minerbiese un senso di estrema leggerezza.
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Le opere conservate
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Nella Chiesa sono conservate alcune opere pittoriche di notevole importanza tra le quali :
un dipinto col Sacro Cuore del Salgazzi, un ovale col San Carlo di Scuola Reniana, il San Francesco di Paola del Bertuzzi, La Madonna della Cintura e i Santi Sebastiano e Rocco dello Spisanelli e due tele raffiguranti San Biagio e Santa Caterina da Siena di Ubaldo Gandolfi risalenti al XVIII secolo ed infine il noto dipinto della Beata Vergine Addolorata della Scuola del Reni oggetto di particolare devozione popolare ;
la tradizione vuole infatti che abbia in più occasioni volto lo sguardo agli spettatori.
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La "Gloria" del Mazza
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Da sottolineare è il gruppo scultoreo con la "Gloria" realizzata dallo scultore Giuseppe Mazza nel 1700 e proveniente dalla soppressa chiesa di San Gabriele (delle carmelitane scalze) in via santo Stefano a Bologna.
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Nell’abside realizzata dal Dotti il gruppo plastico inizialmente mancava e mancava anche una consistente fonte di luce.
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Essa infatti proverrà dalle finestre aperte nei muri laterali della camera che nel 1813 l’architetto Angelo Venturoli, aggiunse all’abside originaria (proprio per ospitare la scultura suddetta).
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Attualmente la penombra del presbiterio, procurata da pesanti tende di colore marrone alle finestre, contribuisce a focalizzare l’attenzione del visitatore sulla luminosissima gloria collocata sull’ancona dell’ Altar maggiore all’interno della “camera aggiunta”, determinandocosì una modalità di approccio a Dio diversa da quella pensata dal Dotti e suggerendo che con la mediazione necessaria della Chiesa terrena uniformata a Cristo la tensione dell’uomo deve essere rivolta primariamente a Dio .
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Il risultato è un’opera scenografica dal fascino indubitabile.
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La canonica e il campanile
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Di fianco alla chiesa sorge la canonica anch’essa costruita dal Dotti la cui facciata semplice e proporzionata è rimasta inalterata.
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Accanto alla Chiesa nel 1700 fu eretto un campanile distrutto però nel 1945 minato dai tedeschi in fuga.
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Fonte : LINK
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La storia : Il Castello dei Manzoli

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In località Soverzano, vicino Minerbio sorge circondato da un rado boschetto il castello di San Martino, anche detto dei Manzoli.
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La struttura vide le sue origini nell’anno 1411 quando il Cavaliere bolognese Bartolomeo Manzoli volle la costruzione dello stesso quale dimora aristocratica attorno all'antica torre degli Ariosti, (che a sua volta, sorgeva al limitare della palude fin dal duecento).
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Il maniero pur essendo nato come dimora aristocratica è stato munito di difese di tipo militare, come mura, merli e fossati. Il castello presenta infatti pianta rettangolare con uno spazioso cortile interno ;
ai quattro angoli sorgono torri difensive e l’aspetto di difesa accentuato dal largo fossato che lo circonda, nonché dai ponti levatoi e dall'imponenza della torre maggiore.
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Ebbe la funzione di residenza signorile per breve tempo nel 1500 (dal 1514 al 1532) quando Leone X concesse a Marchione Manzoli la giurisdizione di San Martino con titolo di Conte.
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Il Castello fu restaurato e decorato nel '500 e nel '600, ma gli interventi di restauro si ebbero nel 1883-85, quando era proprietà dei Conti Cavazza, ad opera di Alfonso Rubbiani e Tito Azzolini che pur alterando alquanto le parti interne, mantennero un maggior rigore nel ripristino dell'esterno del castello che appare sostanzialmente immutato rispetto alla costruzione del 1500.
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Le cortine e le torri merlate che lo caratterizzano conferiscono un aspetto decisamente fiabesco al castello che è collocato in un parco secolare.

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A fianco del castello si teneva un' importante fiera annuale fin dal 1584, e per ospitarla al coperto venne costruito nel 1684 il lungo portico che fiancheggia la spianata che porta al castello e che costituisce con lo stesso e il borgo circostante un complesso architettonico di indubbio fascino.
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Nel corso degli ultimi anni è stata ripresa la tradizione della fiera che si tiene ogni anno il primo Sabato e Domenica di Ottobre.
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Fonte : LINK
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La Storia : Rocca Isolani


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La campagna minerbiese fu sicuramente popolata fin dall’epoca romana, presenza testimoniata non solo dall’origine del nome di questo Comune (Minerbio infatti sembra derivare da un antico tempio pagano dedicato alla dea Minerva) ma soprattutto dalle persistenze di tracce della centuriazione romana ancora oggi leggibili nelle aree circostanti.
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La bonifica di queste aree, cominciata già nelle prime fasi della romanizzazione, fu premessa essenziale per la centuriazione dell’agro e la validità dell’organizzazione romana è rilevabile nella continuità che ha caratterizzato l’abitato anche in epoca alto-medievale.
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Uno dei più antichi documenti che riguardano il territorio di Minerbio è datato 2 novembre 1186, tuttavia il documento considerato l’atto di fondazione del Comune di Minerbio è contenuto nel “De Pactis Altedi" datato 1231.
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Nella Piazza Maggiore di Bologna alla presenza di tutto il popolo, il podestà di Bologna Federico da Lavellolungo bresciano cedette a 150 famiglie mantovane il territorio di Altedo e Minerbio.
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Non è chiaro il motivo per cui queste famiglie del mantovano si spostarono nella zona bolognese, forse per fuggire dalle lotte che opponevano guelfi e ghibellini o forse a causa di mutamenti di condizioni ambientali e dunque economiche che avrebbero peggiorato le condizioni di vita nel mantovano.
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Questo primo nucleo di abitanti si stanziò probabilmente nell’attuale zona del borgo antico che mantiene le tipiche forme dell'antico castrum medievale con il particolare impianto ortogonale con strade che si incrociano ad angolo retto.
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L’arrivo in questo territorio della nobile famiglia degli Isolani, portò importanti cambiamenti nell’aspetto dell’abitato.
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Provenienti dall’isola di Cipro (da qui probabilmente il nome di Isolani) arrivarono a Bologna nei primi anni del 1300 e qui divennero facoltosi mercanti di sete.
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A Minerbio cominciarono ad acquistare terreni fino ad avere amplissimi possedimenti.
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Nel 1369 Domenico isolani lasciò come disposizione testamentaria l'ordine di erigere una chiesa ad uso della popolazione, gesto che dà la misura del rapporto che intercorreva fra la nobile famiglia e la gente del luogo.
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La chiesa, poi ricostruita nel XVIII secolo su progetto e direzione di Carlo Francesco Dotti, è stata definita una delle "più belle del forese di Bologna".
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Tuttavia le vicende che portarono la famiglia Isolani a trasformarsi da semplici ricchi possidenti di terre a veri e propri feudatari di tali territori, si svolsero nel corso dei secoli e videro come protagonisti alcuni dei più importanti personaggi del tempo.
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L’evento decisivo fu l’aiuto dato in occasione della battaglia combattuta alla fine del giugno 1402 nei pressi di Casalecchio di Reno, fuori Porta Saragozza durante la quale Iacopo Isolani armò i Minerbiesi e prese parte alla guerra.
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Con le altre famiglie nobiliari alleate si avviò a Porta S. Donato nella notte di S. Pietro.
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Le loro truppe affiancate da quelle viscontee presero possesso della città e spodestarono il governo dei Bentivoglio sulla città di Bologna.
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Nel 1403 i Visconti, come riconoscimento per il valore che la famiglia Isolani aveva dimostrato in tale occasione, vollero allargare i loro domini nel territorio di Minerbio precedentemente limitati alla zona del castello.
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Il diploma visconteo è il primo documento che attesta l’investitura feudale degli Isolani a Minerbio.
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Fu da questo momento che il borgo, che aveva avuto origine probabilmente fin dal primo insediamento dei mantovani, si consolidò assumendo la propria forma definitiva, completato dalla costruzione del complesso di grande pregio storico e artistico che si snoda attorno all’imponente Rocca la cui edificazione originale risale al 1403.
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Distrutta in seguito al passaggio dei Lanzichenecchi nel 1527, fu ricostruita a metà del ‘500 e conserva all’interno un ricco ciclo di affreschi, i cui cartoni preparativi sono conservati al British Museum di Londra, autografi di uno dei più noti pittori di quel tempo : Amico Aspertini.
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Del complesso fanno parte anche la bella villa seicentesca attribuita a Bartolomeo Triachini e l’elegantissima torre Colombaia.
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Risalente al 1536, la sua struttura con scala lignea interna elicoidale attribuita a Jacopo Barozzi, detto il Vignola, la rendono un gioiello architettonico per tutto il territorio.
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Con l’investitura papale di Clemente VII del 1524, Minerbio divenne una contea di proprietà di Giovanni Francesco Isolani e dei suoi eredi in perpetuo, con un’estensione del territorio ben maggiore di quanto non fosse avvenuto con l’investitura feudale viscontea.
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Il Senato bolognese, però, non si rassegnò mai alla presenza di questi territori franchi all’interno della propria giurisdizione.
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Così i contrasti si riaccesero nel 1712 fino a che una serie di episodi portarono gli Isolani alla definitiva perdita dei propri antichi diritti nel 1734 quando anche i loro territori furono uniti ai restanti sottoposti alla Comunità di Minerbio.
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Con la caduta della giurisdizione della famiglia Isolani, l’abitato cominciò a subire una forte espansione anche al di fuori del borgo, sul percorso dell’antico alveo del fiume Savena, che attraversava l’attuale centro del paese.
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La sua antica presenza è testimoniata dal toponimo Savena Vecchia che si conserva attualmente nei due tratti di strada comunale appena fuori dal centro abitato verso Ferrara (Via Savena Inferiore) e verso Bologna (Via Savena Superiore) e che alimentava le fosse del borgo fortificato.
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Un altro e splendido esempio di architettura fortificata presente sul territorio è il castello dei Manzoli nella frazione di San Martino in Soverzano.
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Costruito nella prima metà del XV secolo e fortemente ristrutturato nel XIX sotto la direzione di Alfonso Rubbiani, è uno splendido esempio di edificio neogotico bolognese.
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Con la venuta di Napoleone, il territorio fu ricompreso in un distretto che raggruppava più di sedici paesi nei pressi di Minerbio.
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Deposto Napoleone, dopo il 1815 Minerbio venne assegnato in un primo tempo al comune di Budrio per poi ritrovarsi tre anni dopo comune esso stesso con aggregate le frazioni di Ca’ de Fabbri e San Giovanni in Triario.
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Sempre nel XIX secolo vennero attuate non poche opere di edilizia pubblica.
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Sorsero le prime attività industriali e verso la fine del secolo si andarono costituendo le prime associazioni operaie come la Società Operaia di Mutuo Soccorso nel 1884.
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All’inizio del XX secolo i socialisti conquistarono il potere. Il territorio conobbe un notevole impulso con l’attivazione della tranvia a vapore Bologna - Malalbergo e poi arrivarono le due guerre, che costarono molte vittime.
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Fonte : LINK
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SCHOOL GARDEN


Minerbio, 19 settembre 2009
Gent.mo Sindaco Le scrivo per illustrarle una proposta che, a mio avviso, sarebbe interessante per avvicinare i nostri giovani alla natura.
L’idea sarebbe quella di istituire, come si è già fatto in altre città italiane, un cosiddetto “Orto Scolastico”.
Tale realizzazione consentirebbe di sviluppare l’educazione alimentare ed ambientale nelle Scuole d’Infanzia e nella Scuola primaria, oltre che i princìpi cardini della salvaguardia dell’ambiente e della sua biodiversità.
Il progetto di creazione di un orto, di uno School Garden, potrebbe vedere l’interessamento di sponsor presenti sul territorio, che magari possano fornire l’appezzamento di terreno adatto allo scopo, così come di Aziende agricole, che possano occuparsi degli aggiornamenti necessari per gli insegnanti.
Si potrebbero coinvolgere i promotori di progetti sull’educazione ambientale ( che oggi è riconosciuta come attività scolastica ) come appunto il Comune stesso, che potrebbe interpretarne il ruolo, come la Regione, il Consorzio Agrario, le Cooperative agricole, le Associazioni agricole o le Associazioni di agricoltori ( CIA, Coldiretti ) Si potrebbe anche creare un’associazione nonni-genitori, che permetta ai volontari di prendersi cura dell’orto in modo continuativo, mantenendolo attivo tutto l’anno.
In alcune realtà presenti e attive nelle Scuole Italiane sono i ragazzi stessi che, durante l’estate, tornano nell’orto della scuola, accompagnati magari dai nonni, per annaffiare, accudire le piante, raccogliere i frutti.
Con il tempo si potranno incentivare i giovani studenti, mediante concorsi a premi, che gratifichino
le loro realizzazioni di produzioni agricole, allo scopo di avvicinare sempre di più gli studenti alla natura e ai princìpi necessari alla sua salvaguardia.
A tale proposito, ci si può riferire, come punto di partenza, alle esperienze consolidate di persone come Gianfranco Cavalloni, “padre” degli orti didattici in Italia, che rappresenta il miglior punto di riferimento per chiunque desideri emularlo in questa nobile impresa.
E’ l’artefice dell’iniziativa chiamata Rete Italiana delle Scuole di Ecologia all’Aperto ( RISEA ) ed ha come obiettivo la diffusione nelle scuole del progetto “Orti di pace, sentieri della biodiversità, contadini custodi”.
Dal punto di vista normativo, è possibile intraprendere questa iniziativa; è sufficiente inserire l’orto tra le attività didattiche previste nel cosiddetto Piano dell’offerta Formativa ( POF ).
La legge sull’autonomia scolastica prevede oltretutto il15 % del curriculum scolastico locale.
Vorrei anche aggiungere che, a parte questa iniziativa, il comune potrebbe individuare aree di Sua proprietà da assegnare ai cittadini come orti urbani.
In questo periodo di crisi, infatti, molte città italiane ed europee si stanno muovendo in questa direzione.
Dando la precedenza ai pensionati e alle famiglie a basso reddito, si potrebbero fare graduatorie, perché i cittadini abbiano la possibilità di accedere a questi appezzamenti di terreno, al costo di un modesto canone annuale, per compensarne l’utilizzo, e l’uso dell’acqua.
Di entrambe queste iniziative il Comune trarrebbe un enorme vantaggio, in termini di attivismo culturale, di fattiva intraprendenza sociale, e con riscontri politici di esito notevolmente positivi.
Elenco di seguito solamente alcune delle realtà già esistenti da tempo in Italia che operano in questa
direzione.
Asti - Orti di Pace
Monte Pallano ( Chieti ) - Progetto : Un orto di classe Scuola dell’Infanzia di Nave - Lucca
Orti alle famiglie, anche non pensionati - Genova
Orti alle famiglie, anche non pensionati - Milano
Progetto Orto delle Meraviglie
Ravenna - L’orto studentesco
Ripa Bianca - Jesi – Orti biologici dei Nonni
Roncofreddo - Orto dei ragazzi
Scuola Primaria “Elsa morante” - Reggio Emilia
Trichiana ( Confos ) - Progetto Orto AlpinoValbelluna – Belluno
Cordiali saluti,

Emanuele Bartoli

Allego lettera che tratta lo stesso argomento, spedita il 13 luglio, alla quale non è ancora stata data una risposta. LINK

NUOVA LETTERA DI UN CITTADINO AL SINDACO. FIDUCIOSI ATTENDIAMO RISPOSTA.

Minerbio, 18/09/2009
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Spett.le Sindaco, questa mia segue il Suo invito rivoltomi nell’ultima mail intercorsa, per un dialogo costruttivo, anche se devo confessare di non avere ancora completa fiducia sul proseguo di tale rapporto.
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I fatti mi diranno se Lei corrisponde al profilo diffuso in campagna elettorale, oppure no. 
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Nel frattempo, avrei alcune riflessioni da sottoporle, inoltrandole una alla volta, per non intasare lo spazio che Lei dedica con la sua disponibilità ai cittadini.
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Volevo dirle che apprezzo il lavoro svolto per quanto riguarda il “salotto buono” di Minerbio, e cioè il rifacimento del marciapiedi e la nuova illuminazione, ma devo sottolineare alcuni aspetti che mi lasciano perplesso.
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Il primo è legato al fatto che per la collocazione delle luci non ci si sia attenuti a criteri di attenzione per il risparmio energetico:
si poteva optare infatti per un impianto ad illuminazione a diodi LED (Light Emitting Diode), tecnologia oggi universalmente riconosciuta come elemento principe per l’abbattimento dei costi e dell’inquinamento.
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I molteplici vantaggi sono:
1) la durata di 50.000 ore 
2) l'assenza di costi della manutenzione
3) l'elevato rendimento
4) la facilità di realizzazione delle fibre ottiche in plastica
5) la flessibilità dell'installazione dei punti luce
6) colori saturi 
7) la possibilità di un forte effetto spot 
8) funzionamento in sicurezza, perché a bassa tensione (tra i 3 ed i 24 Vdc) 
9) mancanza di problemi nell'accensione a freddo (fino a -40 °C) 
10) insensibilità alle vibrazioni e all'umidità 
11) assenza di mercurio 
12) durata non influenzata dalla frequenza dell'accensione e dello spegnimento.
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Ci sono Comuni che hanno già sostituito le tradizionali lampade ad incandescenza con i LED, come ad esempio il Comune di Torraca, in provincia di Salerno nel quale oggi il risparmio energetico è del 75 %, e l’efficienza dell’illuminazione è maggiore, mentre altri li installeranno a breve, come Lodi, Alessandria e Piacenza.
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Si sta proseguendo nell’uso di questa tecnologia anche per quanto riguarda i semafori, a Bressanone, a Bologna e a Modena, per non parlare poi delle gallerie autostradali.
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Lascio a Lei quindi le conclusioni sull’installazione di lampioni “tradizionali” nel salotto buono di Minerbio.
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Devo sottolineare anche il fatto che durante i giorni successivi alla fine dei lavori del marciapiedi, il terreno calpestabile era pressoché inagibile in quanto appiccicoso.
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Camminarvi sopra era fastidioso perché le calzature rimanevano attaccate al suolo, invischiate in chissà quale sostanza adoperata per la posa.
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Ora sembra che il problema sia migliorato, e spero che non si ripresenti in futuro…
vedremo.
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Non vorrei solo fare delle critiche, però sono costretto dall’evidenza a rimarcare anche un altro aspetto della questione:
il fatto, cioè, che nel percorso precedente e in quello successivo al “salotto buono” le condizioni dei marciapiedi siano a livello del “terzo mondo”. 
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Ho scattato alcune foto che le invio, raggruppate in file formato pdf, in cui può vedere lo stato attuale del percorso.
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Addirittura, prima del semaforo all’incrocio con Via Canaletto, in direzione di uscita dal paese, dal lato destro, il marciapiede è ricoperto di terra e di erba. 
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C’è il cordolo di cemento, ma sopra a quello che dovrebbe essere spazio calpestabile per i pedoni c’è invece una piccola scarpata di terra, che ne impedisce l’utilizzo. 
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Tra l’altro, i pedoni in questo tratto sono obbligati ad un attraversamento forzoso, nonostante l’assenza di strisce pedonali, per non essere investiti dagli automezzi in transito. 
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Ora, io mi domando, in tutta cordialità, senza la minima traccia di polemica se non era prioritario dare la precedenza a questo aspetto, prima di dedicarsi al “salotto buono”.
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Non so i Vostri progetti, ma spero che sia in programma una riqualificazione di questa parte del territorio, considerando la migliore fruizione che ne deriverebbe soprattutto per i portatori di handicap.
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Allego due file formato pdf con le foto di cui sopra.
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Le invierò altre mail che, secondo me, potrebbero interessarLa poichè riguardano argomenti e problematiche socialmente interessanti, con proposte costruttive e di comune rilevanza.
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Cordiali saluti Emanuele Bartoli.
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RIASSUMIAMO ORA LA STORIA DI RICHIESTA INFORMAZIONI ( Wi Max ).

Il giorno 28 Giugno 2009 ho scritto al Sindaco di Minerbio, Sig. Lorenzo Minganti per sottoporgli una questione relativa all’uso della tecnologia WI MAX, che riguarda la diffusione via etere della banda di frequenze per l’uso di Internet.
Questo è il testo della lettera inviatagli.

Testo lettera 28/06/09 – LINK
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Dopo circa un mese, il 24 Luglio 2009, non avendo ancora ricevuta la minima traccia di riscontro, ho riscritto, evidenziando questa mancanza di attenzione, e rimarcando il fatto che in campagna elettorale il Sindaco si era proposto come interprete di un ruolo di confronto con i cittadini.

Testo lettera 24/07/09 – LINK
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Trascorso un altro mese, senza alcuna risposta, il 31 Agosto 2009 ho nuovamente riscritto al Sindaco di Minerbio, protestando e focalizzando il mio disappunto su questa arroganza sistematica, e avvisando che avrei dato corso ad una iniziativa : quella di avvisare i miei cittadini di questo modo di comportarsi, mediante l’invio a casa di volantini divulgativi appositamente da me preparati.

Testo lettera 31/08/09 – LINK
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Finalmente in data 01 settembre 2009 è arrivato un riscontro dall’Urp del Comune di Minerbio, inviata dal Sig. Stefano Tabanelli.
Mi si dice che per il WIMAX non esistono possibilità di utilizzo in quanto la proprietà delle concessioni delle frequenze vinte tramite gara di appalto risulta essere di una società controllata da Hera, che non ha in programma di mettere a disposizione dell’utenza alcun servizio commerciale.

Testo risposta Sindaco 01/09/09 – LINK
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Il giorno 08 settembre 2009 rispondo al Sig. Tabanelli, referente del Comune per l’Urp, supponendo che la risposta sia arrivata da lui, ringraziandolo ed esprimendogli la mia insofferenza verso la mancanza di dialogo dimostrata dal Sindaco.

Testo lettera a Sig. Tabanelli 08/09/09 LINK
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Finalmente, il giorno 09 settembre 2009 arriva una mail, stavolta direttamente dal Sindaco Lorenzo Minganti, in cui afferma che nella mia precedente ero incorso in un disguido, poiché la risposta avuta, che io pensavo essere di Stefano Tabanelli, era in realtà stata scritta personalmente da lui stesso.
Mi invita quindi a sottoporgli domande o altre proposte che ho da inoltrare.

Testo lettera Sindaco 09/09/09 – LINK
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L'istituzione liquida in questo modo un cittadino, dopo mesi di attesa.

Gentile Emanuele,
forse anche la tua ultima mail è frutto di un disguido.
Il nostro bravo Stefano ha provveduto, in qualità di addetto dell'URP, ad inoltrarti la risposta che, ti assicuro, ho provveduto a scrivere io (come cerco di fare sempre alle richieste dei cittadini).
Nautralmente sei libero di pensarla come meglio credi, ma mi sembera che tale risposta sia l'esatto contrario di "assenza di dialogo".
Ti saluto e ti invito ad inviare le altre domande proposte o domande che avessi, pregandoti però di essere un po' meno insofferente se la risposta dovesse tardare qualche giorno (soprattutto se riguarda una materia estremamente tecnica) ti saluto
Lorenzo

WI MAX , la storia continua . . .

Gent.mo Sig.Tabanelli, la ringrazio per questa risposta che credevo ormai non arrivasse più.
Mi stavo abbastanza arrabbiando, anche perchè finora di lettere ne ho scritte 3, indirizzate anche al Sindaco, a partire dal lontano 28 Giugno 2009...
Capisco le sue priorità, e mi scuso per l'insofferenza...almeno Lei mi ha risposto.
Peccato che non si possa fare niente per il Wi Max, ne prendo atto.
Avrei altre domande e proposte, da porre in modo costruttivo, per il benessere comune, ma quando non c'è dialogo, c'è poco da proporre ! Se il Sindaco ha deciso di non rispondere, contrariamente a quanto invece pubblicizzato in campagna ellettorale, non c'è proposta che tenga.
Comunque, grazie ancora, cordiali saluti.
Emanuele Bartoli