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Le origini e l'edificio attuale
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La prima chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista risalente all’anno 1372 venne eretta su disposizione testamentaria del suo primo “giuspatrono” Domenico Isolani.
La prima chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista risalente all’anno 1372 venne eretta su disposizione testamentaria del suo primo “giuspatrono” Domenico Isolani.
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Il 15 giugno del 1369 infatti Mengolo (Domenico) di Iacopo I (o Giacomo) Isolani dispose, attraverso la dettatura del proprio testamento, che entro 4 anni dalla sua morte, il figlio Giovanni facesse edificare “in Minerbio” una chiesa, “per l’anima sua e degli ascendenti e discendenti suoi”.
Il 15 giugno del 1369 infatti Mengolo (Domenico) di Iacopo I (o Giacomo) Isolani dispose, attraverso la dettatura del proprio testamento, che entro 4 anni dalla sua morte, il figlio Giovanni facesse edificare “in Minerbio” una chiesa, “per l’anima sua e degli ascendenti e discendenti suoi”.
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Il titolo della chiesa venne affidato allo stesso Giovanni che ottenuta nel 1372 licenza di edificazione del nuovo tempio le diede titolo di San Giovanni Battista, dal suo nome e di quello di suo figlio Battista.
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Solo nel 1732, con l’arrivo di Don Tommaso Morelli, investito con bolla cardinalizia del titolo di quinto Arciprete di Minerbio, dopo numerosi rifacimenti e modifiche della malridotta chiesetta trecentesca, si diede il via alla costruzione dell’odierna Chiesa Arcipretale, su esecuzione del progetto di uno dei più importanti architetti dell’epoca, già artefice del famoso Santuario di San Luca :
Solo nel 1732, con l’arrivo di Don Tommaso Morelli, investito con bolla cardinalizia del titolo di quinto Arciprete di Minerbio, dopo numerosi rifacimenti e modifiche della malridotta chiesetta trecentesca, si diede il via alla costruzione dell’odierna Chiesa Arcipretale, su esecuzione del progetto di uno dei più importanti architetti dell’epoca, già artefice del famoso Santuario di San Luca :
l’architetto Carlo Francesco Dotti.
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La chiesa nuova, che è quella attuale, venne elevata tra il 1733 ed il 1737 al posto della vecchia canonica già demolita a questo scopo.
La chiesa nuova, che è quella attuale, venne elevata tra il 1733 ed il 1737 al posto della vecchia canonica già demolita a questo scopo.
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La chiesa vecchia venne abbattuta solo nel 1740/1741 per consentire le celebrazioni religiose nel corso della costruzione del nuovo tempio.
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Tra il 1737 ed il 1740 i due edifici, il vecchio ed il nuovo, coesistono fianco a fianco.
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Il primo progetto (oggi conservato all’Archiginnasio nella raccolta Gozzadini) venne profondamente modificato in fase di realizzazione.
Il primo progetto (oggi conservato all’Archiginnasio nella raccolta Gozzadini) venne profondamente modificato in fase di realizzazione.
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La costruzione finale vide infatti la realizzazione di una cappella maggiore alta e larga quanto la navata, non prevista nel progetto originario.
La costruzione finale vide infatti la realizzazione di una cappella maggiore alta e larga quanto la navata, non prevista nel progetto originario.
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Ai lati dell’amplissima cappella centrale, vennero poste due cappelle molto piccole affiancate da due ambienti di passaggio.
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L’enorme spazio creato dall’incrocio della navata con le cappelle laterali maggiori, in predominio dei vuoti sui pieni, le grandi volte, il distacco fra l’architettura semplicissima della navata e quella aulica della cappella maggiore sono tutti elementi che conferiscono alla costruzione minerbiese un senso di estrema leggerezza.
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Le opere conservate
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Nella Chiesa sono conservate alcune opere pittoriche di notevole importanza tra le quali :
Nella Chiesa sono conservate alcune opere pittoriche di notevole importanza tra le quali :
un dipinto col Sacro Cuore del Salgazzi, un ovale col San Carlo di Scuola Reniana, il San Francesco di Paola del Bertuzzi, La Madonna della Cintura e i Santi Sebastiano e Rocco dello Spisanelli e due tele raffiguranti San Biagio e Santa Caterina da Siena di Ubaldo Gandolfi risalenti al XVIII secolo ed infine il noto dipinto della Beata Vergine Addolorata della Scuola del Reni oggetto di particolare devozione popolare ;
la tradizione vuole infatti che abbia in più occasioni volto lo sguardo agli spettatori.
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La "Gloria" del Mazza
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Da sottolineare è il gruppo scultoreo con la "Gloria" realizzata dallo scultore Giuseppe Mazza nel 1700 e proveniente dalla soppressa chiesa di San Gabriele (delle carmelitane scalze) in via santo Stefano a Bologna.
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Nell’abside realizzata dal Dotti il gruppo plastico inizialmente mancava e mancava anche una consistente fonte di luce.
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Essa infatti proverrà dalle finestre aperte nei muri laterali della camera che nel 1813 l’architetto Angelo Venturoli, aggiunse all’abside originaria (proprio per ospitare la scultura suddetta).
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Attualmente la penombra del presbiterio, procurata da pesanti tende di colore marrone alle finestre, contribuisce a focalizzare l’attenzione del visitatore sulla luminosissima gloria collocata sull’ancona dell’ Altar maggiore all’interno della “camera aggiunta”, determinandocosì una modalità di approccio a Dio diversa da quella pensata dal Dotti e suggerendo che con la mediazione necessaria della Chiesa terrena uniformata a Cristo la tensione dell’uomo deve essere rivolta primariamente a Dio .
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Il risultato è un’opera scenografica dal fascino indubitabile.
Il risultato è un’opera scenografica dal fascino indubitabile.
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La canonica e il campanile
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Di fianco alla chiesa sorge la canonica anch’essa costruita dal Dotti la cui facciata semplice e proporzionata è rimasta inalterata.
Di fianco alla chiesa sorge la canonica anch’essa costruita dal Dotti la cui facciata semplice e proporzionata è rimasta inalterata.
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Accanto alla Chiesa nel 1700 fu eretto un campanile distrutto però nel 1945 minato dai tedeschi in fuga.
Accanto alla Chiesa nel 1700 fu eretto un campanile distrutto però nel 1945 minato dai tedeschi in fuga.
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