Articolo 21 della Costituzione Italiana

Articolo 21 della Costituzione Italiana:
"TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA, CON LO SCRITTO E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE. LA STAMPA NON PUO' ESSERE SOGGETTA AD AUTORIZZAZIONI O CENSURE"
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domenica 11 novembre 2018

STOGIT E SOVRAPRESSIONE

Il Governatore della
Regione Emilia-Romagna,
 Stefano Bonaccini
Poco tempo addietro, nel mese di Agosto 2018, il Presidente della Regione Emilia Romagna ha bloccato il progetto di raddoppio di cubatura del gas nel sito di stoccaggio della Snam di Minerbio, gestito da Stogit, rimandando la decisione al Governo nazionale in carica, a firma Lega e 5 Stelle.
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Ricordiamo a chi legge che l'ampliamento previsto è funzionale ad un altro progetto, a cui noi del blog ci siamo sempre opposti, e cioè quello della realizzazione del nuovo gasdotto Puglia-Minerbio, che dovrebbe attraversare la dorsale appenninica e portare nuovo gas, appunto, nelle strutture minerbiesi di Stogit.
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I 5 stelle si sono sempre dimostrati ostili a entrambi i progetti, di cui in passato hanno sancito l'inutilità e le varie criticità, non ultima quella relativa alla dimensione inquinante dell'intero apparato.
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Va detto che la legge pone dei limiti all'inquinamento atmosferico, ma  potendo disporre di una DEROGA ALLO SFORAMENTO DI EMISSIONI, si può tranquillamente inquinare, in modo legalizzato, e questa è proprio la strategia adottata da Stogit fino ad oggi !
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Salvatore Ricco è il responsabile della comunicazione di Snam, che gestisce attraverso STOGIT l’impianto di stoccaggio e pompaggio di gas metano a Minerbio (BO).
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Tralasciando il problema sicurezza, non secondario in ordine di importanza, vorrei porre in evidenza un altro aspetto che riguarda STOGIT e l’impianto che gestisce a Minerbio.
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Si tratta delle emissioni inquinanti rilasciate in atmosfera.
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Normalmente, successivamente alla fase di stoccaggio, al momento del prelievo per l’immissione nella rete nazionale, il gas viene depressurizzato, rigenerato, e depurato.
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La fase rigenerativa del metano estratto costituisce la principale fonte di emissioni di agenti inquinanti, come l’ossido e il biossido di azoto, l’anidride carbonica, e le polveri sottili.
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I NOX (ossidi e biossidi di azoto) in presenza dell’umidità atmosferica e della luce solare si trasformano in acido nitrico, responsabile delle piogge acide, con danno per le colture e per  l’ambiente.
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Inoltre i NOX liberano radicali liberi in grandi quantità, che intervengono poi nella formazione del biossido di azoto.
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Il Biossido d’azoto è un gas fortemente reattivo, ritenuto tra gli inquinanti atmosferici più pericolosi in quanto irritante per propria natura.
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Esplica questa azione a livello delle mucose delle vie respiratorie, sia a livello nasale che bronchiale ed è inoltre precursore, in presenza di forte irraggiamento solare, di una serie di reazioni secondarie che determinano la formazione di tutta quella serie di sostanze inquinanti note con il termine di “smog fotochimico invernale”.
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Radio Città del Capo ha posto a Salvatore Ricco la seguente domanda :
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Le turbine che comprimono il gas nel sottosuolo bruciano metano ed emettono in atmosfera oltre 150 tonnellate l’anno di ossidi di azoto (NOX), una quantità che equivale alle emissioni di 300 mila automobili che ogni giorno attraversino Minerbio, 365 giorni l’anno.
Questo lavoro può essere svolto anche da turbine elettriche.
Perché non avete preso in considerazione questa possibilità, in occasione dei lavori di ammodernamento e ampliamento dell’impianto ? 
STOGIT rilascia in atmosfera a Minerbio 1,2-1,5 milioni di metri cubi di gas l’anno, pari a circa 1000 tonnellate. 
Siete impegnati a ridurre questa consistente immissione di gas serra ?
È stato valutato l’eventuale impatto sanitario su scala locale ?
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Salvatore Ricco ha risposto che l’Impianto è soggetto ad autorizzazione integrata ambientale, rilasciata dalla Città Metropolitana di Bologna il 3 agosto 2015.
Il responsabile della comunicazione di STOGIT ha anche affermato che saranno sostituite le turbine con un'altra meno impattante da punto di vista dell’inquinamento atmosferico e approvata dalle direttive dell’Unione europea per i grandi impianti di combustione.
L’arringa del “difensore” pubblico di STOGIT prosegue asserendo che ciò ridurrà al minimo le emissioni di NOX (ossidi di azoto) e di CO (monossido di carbonio) ma non in senso assoluto, bensì rispetto  a sostanza ancora più inquinanti come carbone o gasolio.
Inoltre il P.R. aziendale afferma che con l’installazione della nuova turbina saranno ridotte ulteriormente le già basse emissioni di queste sostanze.
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La risposta induce a riflessioni inquietanti, visto che per poter continuare nel suo incessante flusso di emissioni inquinanti STOGIT ha dovuto fruire di una deroga di legge alla quantità stessa di emissioni.
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La STOGIT in primis, con ammissione diretta, espresse chiaramente durante l’assemblea pubblica che si tenne nel teatro di Minerbio nel 2013 svoltasi in occasione della proposta di ampliamento dello stoccaggio dei gas, il concetto che una percentuale dello stesso viene liberata in atmosfera, aumentando l’emissione di gas a effetto serra.
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Lo comprova anche la delibera n. 26/20152 del “Comitato nazionale per la gestione della direttiva 2003/87/CE e per il supporto nella gestione delle attività di progetto del protocollo di Kyoto” in cui si derogano la STOGIT di Minerbio, di PC, e di FE, autorizzandole ad emettere gas a effetto serra  !
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Al seguente LINK sono disponibili gli articoli che descrivono la lotta del blog al progetto del raddoppio di stoccaggio del gas a Minerbio, direttamente collegato al progetto del nuovo gasdotto che partendo dalla Puglia attraverserà l’intera dorsale appenninica, devastando l’ambiente, portando altro gas a Minerbio.
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Il Primo cittadino Minerbiese, del PD, è sempre stato molto attivo nel dichiararsi favorevole al progetto, esprimendosi molto chiaramente e in termini positivi nei suoi riguardi, anche perché STOGIT in via compensativa ha versato nelle casse comunali oltre 3 milioni di euro !
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In questi giorni circola sul territorio un volantino, a firma ASSOCIAZIONE PROAMBIENTE TERRE DI PIANURA dal titolo :
NO ALLA SOVRAPPRESSIONE AL 107 % PERCHE’ :
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Ecco il testo.
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Potrebbe aumentare il rischio sismico, come certificato nei documenti della Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) del Ministero dell’Ambiente.
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Si offre come “garanzia” ai cittadini un meccanismo di controllo a soglia (“semaforo”). Ma i processi che avvengono sulla crosta terrestre non si possono fermare a comando, una volta innescati.
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Il voto sul progetto in Commissione V.I.A. è stato controverso. Su 48 membri solo 33 si sono presentati per la votazione finale. Tra questi, 5 si sono astenuti e il rappresentante della Regione Emilia Romagna era assente.
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Dei 4 geologi, uno non ha firmato il verbale e uno ha votato esplicitamente contro. Quest’ultimo risulta essere la persona più titolata dell’intera Commissione in materia geologica. Inoltre lo stesso ha dato in più occasioni, sempre parere negativo all’aumento di pressione a Minerbio.
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(immagine aggiunta dal blog)
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Di recente è emerso un altro fatto inquietante : nel catalogo dell’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (ISPRA) è indicata una faglia sismica definita “capace” che attraversa il sottosuolo di Minerbio. In luglio, nel corso di un incontro in Regione, abbiamo preso atto che né STOGIT, né la Regione ne abbiano mai tenuto conto.
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L’aumento della capacità di stoccaggio del giacimento di Minerbio tramite sovrappressione non risponde ad esigenze di sicurezza energetica nazionale, ma solo a ragioni di mercato. La rete del gas viene oggi utilizzata anche per rivendere il gas di importazione all’estero.
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Il giacimento di Minerbio non è mai stato a corto di gas in 40 anni e STOGIT stessa prevede che la domanda nazionale di gas non aumenterà in modo significativo, anche nel lungo termine.
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Aumentare il rischio sismico in una zona duramente colpita dal terremoto del 2012 è un’inaccettabile provocazione, Non vogliamo barattare la nostra sicurezza e i nostri beni con (modeste) elargizioni economiche al Comune, quantificate in modo arbitrario e non condiviso.
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La Regione Lombardia non ha autorizzato la sovrapressione a Sergnano (CR), un comune classificato con lo stesso rischio sismico della pianura bolognese causa “elevata sensibilità sismica”.
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NON VOGLIAMO LA SOVRAPRESSIONE A MINERBIO PERCHE’ E’ INUTILE, INSENSATA E DANNOSA
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CHIEDIAMO ALLE AUTORITA’ DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA UN GESTO DI RESPONSABILITA’ NEI CONFRONTI DELLE MIGLIAIA DI CITTADINI CHE ABITANO QUESTI TERRITORI, GIA’ DURAMENTE COLPITI DAL TERREMOTO DEL 2012.
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FERMATEVI !
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Emerge chiaramente, da qualunque lato si osservino gli aspetti della vicenda STOGIT, che la volontà popolare viene calpestata vergognosamente in nome del profitto e di “giochi” politici indegni di un paese civile.
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L’arroganza istituzionale si sposa con gli interessi di gruppi economici calpestando quelli dei Cittadini che assistono impotenti alla protervia impositiva di chi crede di essere al di sopra dei diritti umani.
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Calpestare la volontà popolare equivale infatti a disprezzare i diritti umani, e spero che i Cittadini minerbiesi da sempre addomesticati e assuefatti ad un PD pernicioso e infame, si sveglino e decidano di interrompere questo ciclo perverso e ripetitivo con cui i post comunisti spadroneggiano da decenni sul territorio.
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Spero che finalmente le prossime elezioni sanciscano la scomparsa del PD da Minerbio, così come è avvenuto in quasi tutta Italia, provocando l’inserimento del partito di Renzi e Martina nella lista di quelli in via di estinzione.
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Nel frattempo accogliamo con soddisfazione il provvedimento della Regione Emilia Romagna che NON autorizza STOGIT ad ampliare la cubatura di gas mediante sovrapressione, anche se per onore di cronaca bisogna dire che tale decisione è stata presa solamente per opportunità politica.
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Mentre in precedenza la regione era positivamente sbilanciata verso il progetto della Snam, ora che al Governo c'è la Lega insieme ai 5 Stelle, il Governatore Bonaccini spera di mettere in difficoltà i suoi antagonisti politici, variando le prospettive di simbiosi precedentemente instaurate con STOGIT.
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A parte tutto ciò, vedremo nell'immediato futuro se il Governo, starà dalla parte dei Cittadini come ha sempre dichiarato di essere, o se invece ripercorrerà la stessa strada del PD, fatta di prevaricazione e disprezzo della volontà popolare...
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Dissenso
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sabato 26 maggio 2018

STOGIT E SNAM A MINERBIO


Oggi sul quotidiano “il Resto del Carlino” di Bologna è apparso un articolo, a firma Matteo Radogna, inerente all’ampliamento della centrale Snam e della sovrapressione dell’impianto Stogit.
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Nel teatro di Minerbio si è tenuto un incontro, promosso da un gruppo di cittadini, per approfondire questi temi, poiché la centrale in questione, nata nel 1971, è stata classificata a “rischio rilevante”.
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Ecco il Documento che classifica la Stogit a rischio industriale :
https://drive.google.com/file/d/1wC2c_kxcRdiQEgUuxoIMh53GhH2Dod9Z/view?usp=sharing
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La sovrapressione  è un nuovo sistema per aumentare lo stoccaggio del gas nell’ex giacimento che si dirama sotto il paese.
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E’ in atto uno studio, promosso da Comune, Regione, e Ministero, per verificare la relazione che intercorre tra microsismi e stoccaggio del gas.
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Queste problematiche sono state dibattute e presentate da Nicola Armaroli, ricercatore di fama internazionale, che ha illustrato anche come le emissioni nell’aria emesse dalla centrale (che gode di una apposita deroga allo sforamento dei limiti di Legge), siano paragonabili a quelle di un milione di auto che per 365 giorni all’anno girino nel territorio minerbiese.
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L’ampliamento e il raddoppio di cubatura del gas, inoltre non corrisponde ad un fabbisogno di gas, ma unicamente ad esigenze di tipo commerciale e speculativo.
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Armaroli afferma di essere stato l’unico che, nel 2014, ha presentato un’osservazione su tutto ciò, ma questa stigmatizzazione non risponde al vero, poiché il nostro Blog si è impegnato in queste problematiche fin dal 2011, senza peraltro avere mai avuto alcun cenno di riscontro né dall’eminente ricercatore, né da qualsiasi altro cittadino.
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Il percorso che abbiamo seguito per portare la cittadinanza a conoscenza di queste problematiche è stato punteggiato da numerosi articoli sul blog, e da “banchetti” informativi sul territorio, con diffusione di volantini e giornalini, nella totale indifferenza sia dei cittadini che di coloro che oggi si vogliono costituire in associazione.
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Volantino distribuito ad un banchetto informativo :

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Pagina 2 del Giornalino di febbraio  2013, distribuito ad un banchetto informativo :
https://drive.google.com/file/d/1gJPkh4Z1o98oO6CtNlrB_48QWKUSDsJb/view?usp=sharing
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A ulteriore riprova di quanto affermato, propongo di seguito l’elenco dei Link agli articoli pubblicati dal blog su questo argomento, dal 2011 al 2016 .
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16 gennaio 2011
UN ALTRO GASDOTTO IN ARRIVO A MINERBIO !
http://lavocedelcittadinobologna.blogspot.it/2011/01/un-altro-gasdotto-in-arrivo-minerbio.html
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29 gennaio 2011
STOGIT, ESPLOSIONI SOTTERRANEE, E IMMOBILISMO PD
http://lavocedelcittadinobologna.blogspot.it/2011/01/stogit-esplosioni-sotterranee-e.html
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22 gennaio 2012        
STOCCAGGIO GAS – MINERBIO/SAN BENEDETTO DEL TRONTO/MATERA
http://lavocedelcittadinobologna.blogspot.it/2012/01/stoccaggio-gas-minerbio-san-benedetto.html
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12 giugno 2012
TERREMOTO E FRACKING

2 novembre 2012
COSA RESPIRIAMO  A MINERBIO ?
http://lavocedelcittadinobologna.blogspot.it/2012/11/cosa-respiriamo-minerbio.html
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4 novembre 2012
CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE: “Progetto di ampliamento della capacità di stoccaggio gas” presentato da Stogit spa e “Nuovo impianto di compressione di Minerbio” presentato da Snam Rete Gas spa.
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26 novembre 2012
AMPLIAMENTO STOCCAGGIO GAS DI STOGIT E NUOVO IMPIANTO COMPRESSIONE GAS DI SNAM A MINERBIO : IL SINDACO ORA E’ IN DIFFICOLTA’ ?
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26 gennaio 2013
GAS, PROVE DI “MICROFRATTURE IDRAULICHE”
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25 dicembre 2016
QUALITA’ DELL’ARIA A  MINERBIO
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Come si vede, il nostro percorso nella battaglia per indurre sia l'Amministrazione comunale che Stogit a dare informazioni dettagliate ai Cittadini sull'argomento, è stata lunga ma tenace, sebbene la cittadinanza sia stata totalmente indifferente, e nonostante il fatto che nessun partito a Minerbio, tranne "Fratelli d'Italia", con cui a quel tempo collaboravamo, abbia preso posizione.
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Il Sig. Armaroli non è quindi la "mosca bianca" che vuol far credere di essere, ma anzi è proprio uno di quei Cittadini minerbiesi che non ha mai VOLUTO esporsi di persona affinché questa situazione, che interessa tutta la cittadinanza, fosse portata alla massima attenzione.
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E' positivo che oggi qualcuno si sia finalmente degnato di considerare come l'arroganza istituzionale dell'Amministrazione cittadina, insieme a quella di Stogit, abbiano deciso a priori un modus operandi che avrebbe dovuto invece essere discusso pubblicamente, eviscerato in ogni suo aspetto, e (perché no) divenire oggetto di un referendum cittadino.
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Attendiamo quindi la nascita annunciata di questa associazione di cittadini, nella speranza che riescano ad ottenere delle risposte, in una Minerbio completamente narcotizzata dalle devastanti politiche del Pa cui il paese è assoggettato.
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Dissenso
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sabato 13 gennaio 2018

La simbiosi fra HERA e PD


L’arroganza del PD è incommensurabile, e lo dimostrano la protervia e la prepotenza con cui i seguaci di Togliatti hanno deciso, insieme ad HERA, di fregarsene dell’ambiente e delle analisi ambientali riguardo alla discarica Tre Monti di Imola.
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Nonostante la presenza di composti tossici e mutageni nonché cancerogeni come il cromo esavalente, l’arsenico e il nichel,  o quella di solfati e nitriti in misura sette volte superiore al limite consentito, o ancora di stagno, piombo, alluminio, e manganese, e nonostante il fatto che i territori su cui sorge la discarica siano sottoposti a vincolo di tutela paesaggistica, motivo per cui la Soprintendenza ha bocciato l’ampliamento della discarica, il PD per bocca della Regione Emilia Romagna ha deciso di ampliarla.
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L’escamotage cui hanno fatto ricorso i cervelloni del PD, coadiuvati dalle menti criminali di Hera (perché solo di ciò si può ipotizzare) hanno ben pensato di NON ampliarla in senso laterale, ma di alzarla, e cioè di sopraelevare la superficie per aumentarne la capacità fino al limite di 375 mila tonnellate di rifiuti !!
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L’associazione Medici per l’Ambiente (Isde), che può documentare una lunga lista di gravi patologie in popolazioni che abitano in prossimità di discariche ha manifestato la sua opposizione a tale progetto, in considerazione anche del fatto che le Direttive europee impongono che le discariche debbano andare verso il loro stesso esaurimento e non in direzione opposta.
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Probabilmente questa è proprio l’Europa di Prodi e del PD, e cioè quella che da un lato emana proclami tanto roboanti quanto falsi e ingannevoli e dall’altro rivela il suo vero e devastante volto.
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La salute dei Cittadini sembra infatti essere l’ultimo dei pensieri delle Amministrazioni a guida post comunista, in cui l’opera di mistificazione della realtà dei seguaci di Togliatti va di pari passo con la loro arroganza.
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A conferma di ciò, riporto di seguito un articolo di Antonio Amorosi, pubblicato sul quotidiano “Libero” il 21 gennaio del 2016.

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LINK :
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VELENI 7 volte oltre i limiti nella discarica HERA che piace al PD.
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Rilevati valori di tossine fuori scala, quando l'area potrebbe accogliere solo materiali non pericolosi.
Intanto la Holding Hera, vicina ai "democratici" vuole raddoppiare gli spazi.
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di A. Amorosi su Libero a pag. 17 il 21 gennaio 2016
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Cromo esavalente” , “arsenico”, “nichel”, tutti composti cancerogeni e in alcuni casi mutageni che intervengono sul Dna, “solfati e nitriti”, sono stati trovati nella più grande discarica dell’Emilia Romagna, la Tre Monti di Imola, in misura dalle tre alle sette volte “superiore al valore limite”.
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Sono i rilievi pubblicati dall’Arpa – l’Agenzia ambientale dell’Emilia Romagna – sulla discarica da 4 milioni di tonnellate di rifiuti collocata a 9 chilometri da Imola a due dalla località turistica Riolo Terme.>
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Un deposito di proprietà del Con. Ami, Consorzio dei Comuni dell'Imolese e gestito dalla multi-utility Hera Ambiente.
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La discarica doveva contenere solo rifiuti inerti e non pericolosi ma evidentemente qualcosa di diverso vi è stato sversato illegalmente nel tempo e per quantità rilevanti.
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Hera, con ricavi da 4,2 miliardi di euro nel 2014, è la principale azienda bolognese, leader italiana nel settore ambientale, un colosso controllato  dai principali Comuni a guida PD dell'Emilia Romagna, allargatosi anche a Veneto e Friuli.
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La struttura commerciale di gas ed energia di Hera (Hera comm), ha sede proprio a Imola.
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Hera controlla settori strategici quali acqua, luce, gas, teleriscaldamento, verde pubblico, illuminazione stradale, nettezza urbana, termovalorizzatori, compostaggio, e nel 2015 ha vinto l'Energy Efficiency Awards.
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La holding ha chiesto il raddoppio della discarica Tre Monti, candidandola a diventare la più grande d'Italia.
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Presto fatto.
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Da un lato Hera raccoglie riconoscimenti per le sue grandi qualità ambientali, dall'altro troviamo rifiuti tossici.
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Nel 2010 la discarica è stata gestita in subappalto dalla società Lombardi Ecologia Srl di Triggiano, azienda barese a capo di impianti anche in Puglia e Lombardia, che se l'è aggiudicata vincendo un appalto da oltre 4 milioni di euro.
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Il gruppo fu implicato in un caso di corruzione.
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Proprio con dei dirigenti di Hera si è visto mettere sotto accusa anche dalla procura di bari per "omessi controlli", "falsificazione del collaudo" delle vasche, il "tombamento e lo smaltimento di rifiuti non autorizzati, anche pericolosi", in un'altra discarica gestita a Coversano di Bari.
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La notizia dei rifiuti tossici nella discarica Tre Monti non ha mandato in agitazione gli enti locali.
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Anzi, alla richiesta di ampliamento di Hera la Regione ha risposto con 142 richieste di integrazioni.
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Il progetto sembra ogni giorno viaggiare verso la realizzazione, date anche le dichiarazioni rassicuranti del presidente Con. Ami Stefano Manara :
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"Vi ricordo che nel territorio vengono prodotte all'anno 600 mila tonnellate di rifiuti urbani, quelli pericolosi vanno a finire da altre parti".
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Sarà, ma il comitato ambientalista "Vediamoci chiaro", costituitosi per contrastare l'ampliamento e chiedere bonifiche, ha incaricato vari laboratori come il LabAnalysis di Pavia di effettuare alcuni campionamenti a ridosso dei rifiuti.
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In corrispondenza del fiume Rio Rondinella e nei terreni limitrofi hanno trovato i medesimi valori tossici di Arpa oltre alla presenza di stagno, piombo, alluminio e manganese.
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Sempre oltre i limiti sia nel suolo che nei sedimenti.
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Ma se altrove i comitati ambientalisti vengono ascoltati dal PD come oracoli, in Emilia i consiglieri della sinistra costituiscono contro-comitati per osteggiarli.
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Come quello del consigliere comunale Giorgio Laghi, degli ambientalisti di Sel, dal nome canzonatorio "Vediamoci ancora più chiaro".
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Ma non serve un così grande sforzo, basta leggere le analisi di Arpa.
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INTERVENTO DI HERA :
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"Con riferimento all’articolo pubblicato in data 20 gennaio, a pagina 17, il Gruppo Hera precisa che l’impianto della discarica Tre Monti è a norma e costantemente controllato.
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In particolare, si esegue il monitoraggio di tutti gli aspetti ambientali (suolo, aria, rifiuti, energia), con cadenze prestabilite e indicate nell’Autorizzazione Integrata Ambientale, che prevede i tipi di controlli, i parametri da analizzare e la metodica da applicare, il tipo di campionamento, la frequenza e le modalità di archiviazione e trasmissione agli Enti di controllo.

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Anche l’Arpa fa controlli senza preavviso :
nel 2014 ci sono stati 21 sopralluoghi da parte delle Autorità di Controllo (in prevalenza tecnici Arpa) e più di 20 nel 2015.
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I controlli Arpa riguardano anche i rifiuti in ingresso.
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Per quanto riguarda i composti e valori superiori ai limiti indicati nell’articolo, sono stati riscontrati valori anomali solo in alcuni pozzi spia all’interno del perimetro dell’impianto che non hanno interessato o contaminato l’ambiente esterno.
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Per quanto riguarda la società Lombardi Ecologia, aggiudicataria del subappalto di gestione della discarica con gara pubblica, va precisato che è stato il rappresentante della Lombardi ad essere condannato nel maggio scorso per tentativo di corruzione nei confronti di un dipendente di Herambiente.
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Inoltre la Lombardi venne allontanata nel 2013 da Herambiente perché non pagava i propri dipendenti, a cui è stato conservato il posto con la ditta subentrata.
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Non sussiste invece alcun legame del Gruppo Hera con la vicenda citata relativa alla discarica di Conversano di Bari.”
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Come si evince dall’articolo siamo di fronte ad un oceano di supponenza e di qualunquismo, con cui Hera tenta di liquidare le problematiche sollevate da chi ama l’ambiente in cui vive e da chi tiene alla propria salute, oltre a quella dei propri figli e nipoti.
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Il modus operandi di Hera è stereotipato e legato a parametri che sono oramai tristemente famosi, come la mancanza di trasparenza e l’arroganza con cui si dispone della vita delle persone.
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I veleni che sono stati trovati rispecchiano tale meschino modus operandi, a cui spero che prima o poi la multi-utility dovrà rispondere, sia davanti alla Magistratura, oltre che al Giudizio Divino.
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La vita delle persone è ciò che primariamente dovrebbe essere tutelata, ma pare che le modalità di trattamento dei rifiuti costituiscano spesso un binomio inscindibile con il malaffare, l'inciucio, e il crimine, con cui appaiono in perfetta simbiosi.
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E' noto che studi approfonditi compiuti da eminenti studiosi hanno rilevato una stretta concausa fra inceneritori e la produzione di diossina o di altre sostanze cancerogene, così come quella che esiste fra le discariche e la contaminazione di metalli pesanti e di polveri sottili.
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Il PD che si muove silente dietro all'enorme volume di affari mosso da Hera, è notoriamente il Re indiscusso dell'inciucio, del malaffare e dell'inganno, come testimoniano i ricorrenti rinvii a giudizio (e relative condanne) dei suoi politici di riferimento, e questo dovrebbe far riflettere tutti i Cittadini, specie ora che si avvicina la data delle nuove elezioni politiche.
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La protervia della banda PDessina ha subito però una battuta d'arresto a Imola, grazie al Tar dell'Emilia Romagna, che ha annullato gli atti con i quali la Giunta regionale autorizzava la sopraelevazione della discarica Tre Monti, proposta da Hera e Consorzio Con.Ami (delibera n.2262 del 21 dicembre 2016).
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Primo round assegnato quindi ai comitati e alle associazioni, che da tempo si battono contro l'ampliamento e che portarono le carte davanti ai Giudici amministrativi.
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Libertà e salute dei Cittadini = 1
Hera e inciucio PD = 0
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P.S. le immagini sono state aggiunte dal Blog
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Dissenso
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sabato 27 agosto 2016

I ROMENI CHE UCCIDONO I NOSTRI FIUMI


Si chiamano Lipoveni i pescatori professionisti che da anni imperversano sul territorio italiano depredando le nostre acque interne.
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Sono romeni di etnia russa, provenienti dalle zone del delta del Danubio (distretto di Tulcea), da cui sono stati scacciati per aver depredato fino all’80 % il patrimonio ittico di quelle zone.
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Organizzati in bande, scendono lungo i fiumi con barconi, reti, le batterie dei loro furgoni, e i veleni.
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Scaricano la corrente in acqua con raffiche così potenti da far saltare in aria gli stessi pesci, sterminando tutto.
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Oppure stendono le loro reti per chilometri, rilasciando poi diserbanti e bisolfito di sodio, oppure il cianuro di potassio o di sodio, così come l’ipoclorito di calcio, o il solfato di rame.
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Da notare che il cianuro di sodio provoca gravi avvelenamenti anche nell’uomo che ingerisce il pesce avvelenato, mentre il pesce ucciso con il cianuro di potassio poiché presenta la caratteristica di emanare un forte odore di mandorla amara, viene lavato abbondantemente con ammoniaca.
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I romeni sono arrivati in Italia grazie a iniziative dell’Unione Europea e ai gemellaggi tra Romania e Italia, come quello di Tulcea con Fratta Polesine, Rovigo, Aprilia, e alle alleanze tra i delta del Po e del Danubio.
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La Romania entrò nella Comunità europea nel 2007 e poiché il “Siluro” è un pesce dalle carni prelibate, autoctono del Danubio, i romeni ricevettero lo status di patrimonio dell’Unesco per il loro fiume, oltre che i fondi europei.
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Da qui la lotta ai predoni storici del loro territorio, i lipoveni, che in massa si sono riversati sui nostri fiumi.
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Inoltre ci fu nel 2012 uno storico patto commerciale tra il mercato ittico di Milano e il consolato romeno, per assicurare un durevole flusso di prodotti ittici d’acqua dolce destinati al mercato romeno.
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La pesca illegale, che viene esercitata soprattutto nelle ore notturne, non viene adeguatamente contrastata dalle autorità italiane, preoccupate evidentemente di stare bene attaccate alle loro poltrone senza scossoni o problemi.
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In Italia infatti, se i predoni dei fiumi vengono arrestati sono subito rilasciati dietro sanzionamento, che spesso non viene però nemmeno incassato poiché i trasgressori risultano nullatenenti.

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I sistemi di pesca illegale dei Lipoveni che stanno facendo scomparire specie come le carpe, i carassi, i siluri, i luccioperca, costituiscono anche un fattore di enorme disturbo per l’avifauna delle aree protette in cui i romeni agiscono indisturbati.
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Tutto ciò altro non è che l’ennesimo effetto collaterale della politica di buonismo delle “sinistre” , le quali oltre che ad averci imposto il parassitismo dei nomadi rom, ora ci regalano i criminali della stessa etnia.
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A noi non rimane altro che pagare la “Licenza di pesca”  stare zitti.
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Questo fino a quando anche l’ultimo stupido che vota PD non avrà capito che forse deve smettere di farlo …
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Dissenso
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domenica 29 marzo 2015

ATTENTI ALLA PROCESSIONARIA

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La stagione primaverile ci porta, oltre al suo carico di straordinari colori e profumi, anche alcuni pericoli che vanno tenuti nella debita considerazione.
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Uno di questi è rappresentato dalla comparsa della “Processionaria del Pino” e dalla “Processionaria della Quercia”
Si tratta in entrambi i casi di un piccolo bruco, nato dalla deposizione delle uova di una farfalla, che proprio in questo periodo si schiudono.
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Le larve appena nate si incamminano in “fila indiana”, insieme, unendosi in lunghe file, da cui trae origine il loro stesso nome : Processionaria.
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Ciò accade nei boschi, ma anche nei parchi pubblici e nei giardini delle abitazioni in cui c’è la presenza di alberi.
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Le uova infatti vengono deposte dalle farfalle sui rami più assolati, quelli più esterni e lontani dal tronco, per poi, ai primi caldi, assorbire il calore del sole e dischiudersi.
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La processionaria del pino, il cui nome scientifico è “Thaumetopoea pityocampa (Denis & Schiffermuller)”, è un lepidottero appartenente alla famiglia Notodontidae, ed è un insetto purtroppo molto nocivo per le pinete, poiché sviluppa un’azione distruttiva del fogliame, attaccando soprattutto il Pinus nigra, il Pinus sylvestris, il Pinus pinea, il Pinus mugo, il Pinus pinaster, il Pinus strobus,  i cedri, il Picea abies, e il Larix decidua.
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La processionaria della quercia, il cui nome scientifico è “Thaumetopoea processionea (Linnaeus, 1758), è anch’esso un lepidottero della stessa famiglia di quella del pino, ma con la differenza che le sue larve si nutrono di foglie di quercia, soprattutto di Quercus robur e Quercus peduncolata.
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Occasionalmente può colpire anche faggi, noccioli, castagni, carpini, betulle e cedri.
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Nel loro percorso le larve, della misura di circa 3-4 cm., si nutrono del fogliame delle piante che incontrano lungo la loro lenta ma costante processione, spogliando completamente gli alberi.
La farfalla
Le processionarie risultano quindi essere molto distruttive per l’azione parassitaria che svolgono, e molto pericolose per la sopravvivenza delle varie specie arboree.
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Questa però non è l’unica prerogativa per cui la larva è da considerare dannosa, ma anche per il fatto che i suoi peli possono causare irritazioni epidermiche.
I peli urticanti sono simili a piccoli arpioni provvisti di punte laterali dirette verso l‘apice, e la loro pericolosità si compone del risultato di una duplice azione, una fisica e una chimica.
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La loro particolare conformazione permette ai peli urticanti non solo di ancorarsi alla cute dell’uomo, o agli occhi, oppure ai polmoni se inalati, ma anche di penetrare in profondità e di permanervi per lungo tempo.
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Possibili conseguenze in caso di contatto con i peli urticanti di larve di processionarie.
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L’azione chimica consiste nel liberare una particolare proteina solubile a seguito della rottura del pelo.
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Gli effetti sulla pelle, dopo il contatto con i peli urticanti sono immediati e si manifestano con la presenza di un eritema papuloso fortemente pruriginoso.
In caso di contatto con gli occhi si sviluppa una rapida congiuntivite (con rossore e dolore agli occhi), mentre se il pelo del bruco penetra in profondità nel bulbo oculare si verificano gravi reazioni infiammatorie che possono progredire fino alla cecità.
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Nel caso di peli profondamente infissi e integrati nel tessuto oculare, questi dovranno essere rimossi chirurgicamente.
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L’inalazione provoca invece starnuti, mal di gola, difficoltà nella deglutizione e difficoltà respiratoria come nel caso di un broncospasmo simile a quello dell’asma (restringimento delle vie respiratorie).
processionaria del pino
In caso di ingestione dei peli urticanti si ha l’infiammazione delle mucose della bocca e dell’intestino, accompagnata da sintomi come : salivazione, vomito, e dolore addominale.
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I consigli generici (è sempre meglio rivolgersi ad un medico) suggeriscono di non grattare mai la parte irritata, e di mettersi sotto una doccia calda.
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Non usare ammoniaca, ma usare (previa valutazione del medico) creme a base di cortisone.
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Il prurito permane comunque per 5 giorni o più, mentre le vescicole per due settimane circa.
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In caso di reazione allergica sarà necessario, previa prescrizione medica, l’assunzione di antistaminici per via orale.

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La processionaria risulta essere molto pericolosa anche per i nostri amici animali, come i cani e i cavalli, i quali brucando l’erba o annusando il terreno possono ingerire i peli urticanti dei piccoli bruchi .
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nido di processionaria
In questi casi i danni possono essere molto gravi.
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Il contatto della lingua del cane, ad esempio, con i peli urticanti, provoca la distruzione del tessuto cellulare, e il danno può essere talmente serio da innescare un processo di necrosi tale da compromettere porzioni di lingua.
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L’animale perde vivacità e presenta sintomi come : febbre, rifiuto del cibo, vomito e diarrea, anche emorragica.
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Il rimedio di primo intervento, prima di ricorrere al veterinario, è quello di lavare abbondantemente la bocca dell’animale con una soluzione di acqua e bicarbonato, magari con l’ausilio di una siringa senza ago con la quale spruzzarvi ripetute volte la soluzione di lavaggio.
I parchi pubblici cittadini non sono esenti dalla presenza della processionaria, per cui è bene che le persone conoscano  quanto descritto sopra, al fine di  poter ugualmente approfittare e disporre della bellezza che la natura ci offre nel periodo primaverile, con i suoi colori e i suoi profumi, ma evitando al contempo di fare incontri spiacevoli.
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Esistono precise disposizioni di Legge sulla lotta obbligatoria contro la Processonaria del Pino (Traumatocampa pythiocampa) - D.M. 17 Aprile 1998 che impongono di porre la dovuta attenzione, anche istituzionale, a questo problema.
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B.E.
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