PUBBLICO UN POST SCRITTO IL 19 maggio 2009, SUL BLOG LA FORZA DELLA RETE, AUTORE Christian B.
GIOIA DI VIVERE
Ogni mattina dovremmo alzarci apprezzando con estremo entusiasmo quella senzazione unica che è insita in noi.
La gioia di vivere.
Come quando eravamo bambini. Vi ricordate?
In trepidante attesa davanti ad un gioco, tanto sognato, a natale.
L’attesa, della sera prima, per una gita scolastica.
La voglia di imparare a pescare con il proprio padre.
Le rotelline della prima bicicletta che non servono più.
La prima cotta per la compagna di banco.
Il viaggio fatto con i genitori per andare al mare.
Il mare.
Non si dormiva la notte, incapaci di controllare queste esplosioni di sentimenti.
Ansia, giocosa frenesia, gioia.
Estrema gioia. La Gioia di vivere, appunto.
“Purtroppo” cresciamo, e cominciano a dire che ci dobbiamo comportare da adulti.
Che dobbiamo assumerci le nostre responsabilità.
Che non possiamo più comportarci come quando eravamo bambini.
Il che è vero, almeno in parte.
Peccato che in questa trasformazione riusciamo a condizionarci in tutto e per tutto, compreso quelle miriadi di genuine senzazioni che dovrebbero rimanere immutate nel tempo.
Solo la nascita di un figlio riesce a risvegliare il bimbo che è in noi.
Avete mai osservato, dico, osservato bene, vostro figlio crescere?
Si meravigliano di ogni cosa che scoprono, cose che noi diamo per scontate, ma che una volta ci colpivano ancora.
Li avete mai sentiti parlare dei loro compagni di classe all’ asilo. Quando vi elencano i loro nomi e raccontano a cosa giocano. Una buona percentuale di bambini ha nomi stranieri, non italiani. Per loro è normale, è giusto così, non ci vedono nessuna anomalia nel condividere la classe con bimbi di origine diversa dalla loro.
E godono, della loro gioia di vivere, giocando con tutti, senza pensieri.
Bene, ora siamo adulti, e dobbiamo far fronte al futuro. Già dobbiamo pensare al futuro!
Progettiamo, costruiamo, investiamo. Tutto con lo scopo di diventare più forti e poter far fronte alla creazione di una famiglia.
Lavoriamo tanto, a volte troppo, sempre per portare più cose alla famiglia.
Ci impegnamo economicamente, per rendere più bella la vita della famiglia.
Quindi lavoriamo di più per far fronte agli ormai innumerevoli impegni economici presi, per migliorare la famiglia.
Già, la famiglia; riusciamo ancora a vederla, dopo tutto il nostro voler fare?
Bene, dopo tutti questi sforzi e sacrifici, rimane ancora un barlume di luce, di GIOIA, il fatidico rientro a casa dal lavoro, quando i figli ti corrono incontro chiamandoti “PAPA’ “.
Quindi ci si convince che magari ne vale la pena...
Pensateci bene, l’unica cosa per cui vale la pena rimanere incastrati in un sistema e una società così impostata, sono i figli.
Ma siamo sicuri che questa società così come ci è stata imposta, possa andare bene anche a loro?
Siamo sicuri che questo sia il modo giusto di condurre una vita ?
Siamo sicuri che educare i nostri figli sempre con questo metodo ormai estremamente standardizzato e collaudato sia veramente l‘unico?
Proprio questo metodo e questo sistema ci hanno portato a tutto quello che sta accadendo oggi.
Proprio questo metodo e questo sistema ci hanno portato ad un graduale spegnimento di quel sentimento così genuino che solo da bambini eravamo inconsapevolmente in grado di apprezzare e vivere.
Poi un giorno arriva LA CRISI ECONOMICA !
Già una crisi non voluta da noi, una crisi indotta da altri, una crisi che ha arricchito i soliti già ricchi e impoverito di più chi non se la passava benissimo prima.
Una crisi che ha portato quel bambino, ormai uomo adulto con famiglia, a non avere più nulla.
Una crisi che oltre a danneggiare milioni di persone dal lato economico, le ha rovinate dal lato umano.
Persone che con la speranza di un futuro roseo hanno “investito” in buoni sentimenti, magari mettendo al mondo un figlio o più.
Persone che ora non hanno più nulla.
Per gli sbagli di pochi, per l’avidità di alcuni, ora milioni di persone si trovano a dover dare spiegazioni ai loro figli.
Cosa gli diranno. Come faranno a guardarli negli occhi.
Come faranno a raccontare loro, che si sono fidati di una società che sembrava giusta ed equa.
Come faranno a raccontare loro che si sono fidati dei loro politici.
Come faranno a raccontare che hanno continuato a credere a quello che gli veniva detto quando erano ragazzi : “devi crescere, non puoi più fare il bambino, assumiti le tue responsabilità! ”.
Come faranno ………
Come verranno ripagate queste persone per quello che hanno perso.
Ma non dal lato economico. (Chi se ne frega dei soldi. Quei maledetti soldi).
Dal lato umano.
E’ un danno che nessun bravo giornalista di sistema, ha mai analizzato.
E’ un danno incalcolabile dai risvolti tragici, che coinvolgerà anche la prossima generazione.
Dobbiamo tornare ad avere GIOIA DI VIVERE TUTTI I GIORNI CHE CI SVEGLIAMO …
Già, MA COME?
(Oggi aggiungo, NON MOLLANDO MAI, GUARDANDO AVANTI E AVENDO FIDUCIA NEL FUTURO, UN FUTURO COSTRUITO DA NOI.)
Christian B.
La gioia di vivere.
Come quando eravamo bambini. Vi ricordate?
In trepidante attesa davanti ad un gioco, tanto sognato, a natale.
L’attesa, della sera prima, per una gita scolastica.
La voglia di imparare a pescare con il proprio padre.
Le rotelline della prima bicicletta che non servono più.
La prima cotta per la compagna di banco.
Il viaggio fatto con i genitori per andare al mare.
Il mare.
Non si dormiva la notte, incapaci di controllare queste esplosioni di sentimenti.
Ansia, giocosa frenesia, gioia.
Estrema gioia. La Gioia di vivere, appunto.
“Purtroppo” cresciamo, e cominciano a dire che ci dobbiamo comportare da adulti.
Che dobbiamo assumerci le nostre responsabilità.
Che non possiamo più comportarci come quando eravamo bambini.
Il che è vero, almeno in parte.
Peccato che in questa trasformazione riusciamo a condizionarci in tutto e per tutto, compreso quelle miriadi di genuine senzazioni che dovrebbero rimanere immutate nel tempo.
Solo la nascita di un figlio riesce a risvegliare il bimbo che è in noi.
Avete mai osservato, dico, osservato bene, vostro figlio crescere?
Si meravigliano di ogni cosa che scoprono, cose che noi diamo per scontate, ma che una volta ci colpivano ancora.
Li avete mai sentiti parlare dei loro compagni di classe all’ asilo. Quando vi elencano i loro nomi e raccontano a cosa giocano. Una buona percentuale di bambini ha nomi stranieri, non italiani. Per loro è normale, è giusto così, non ci vedono nessuna anomalia nel condividere la classe con bimbi di origine diversa dalla loro.
E godono, della loro gioia di vivere, giocando con tutti, senza pensieri.
Bene, ora siamo adulti, e dobbiamo far fronte al futuro. Già dobbiamo pensare al futuro!
Progettiamo, costruiamo, investiamo. Tutto con lo scopo di diventare più forti e poter far fronte alla creazione di una famiglia.
Lavoriamo tanto, a volte troppo, sempre per portare più cose alla famiglia.
Ci impegnamo economicamente, per rendere più bella la vita della famiglia.
Quindi lavoriamo di più per far fronte agli ormai innumerevoli impegni economici presi, per migliorare la famiglia.
Già, la famiglia; riusciamo ancora a vederla, dopo tutto il nostro voler fare?
Bene, dopo tutti questi sforzi e sacrifici, rimane ancora un barlume di luce, di GIOIA, il fatidico rientro a casa dal lavoro, quando i figli ti corrono incontro chiamandoti “PAPA’ “.
Quindi ci si convince che magari ne vale la pena...
Pensateci bene, l’unica cosa per cui vale la pena rimanere incastrati in un sistema e una società così impostata, sono i figli.
Ma siamo sicuri che questa società così come ci è stata imposta, possa andare bene anche a loro?
Siamo sicuri che questo sia il modo giusto di condurre una vita ?
Siamo sicuri che educare i nostri figli sempre con questo metodo ormai estremamente standardizzato e collaudato sia veramente l‘unico?
Proprio questo metodo e questo sistema ci hanno portato a tutto quello che sta accadendo oggi.
Proprio questo metodo e questo sistema ci hanno portato ad un graduale spegnimento di quel sentimento così genuino che solo da bambini eravamo inconsapevolmente in grado di apprezzare e vivere.
Poi un giorno arriva LA CRISI ECONOMICA !
Già una crisi non voluta da noi, una crisi indotta da altri, una crisi che ha arricchito i soliti già ricchi e impoverito di più chi non se la passava benissimo prima.
Una crisi che ha portato quel bambino, ormai uomo adulto con famiglia, a non avere più nulla.
Una crisi che oltre a danneggiare milioni di persone dal lato economico, le ha rovinate dal lato umano.
Persone che con la speranza di un futuro roseo hanno “investito” in buoni sentimenti, magari mettendo al mondo un figlio o più.
Persone che ora non hanno più nulla.
Per gli sbagli di pochi, per l’avidità di alcuni, ora milioni di persone si trovano a dover dare spiegazioni ai loro figli.
Cosa gli diranno. Come faranno a guardarli negli occhi.
Come faranno a raccontare loro, che si sono fidati di una società che sembrava giusta ed equa.
Come faranno a raccontare loro che si sono fidati dei loro politici.
Come faranno a raccontare che hanno continuato a credere a quello che gli veniva detto quando erano ragazzi : “devi crescere, non puoi più fare il bambino, assumiti le tue responsabilità! ”.
Come faranno ………
Come verranno ripagate queste persone per quello che hanno perso.
Ma non dal lato economico. (Chi se ne frega dei soldi. Quei maledetti soldi).
Dal lato umano.
E’ un danno che nessun bravo giornalista di sistema, ha mai analizzato.
E’ un danno incalcolabile dai risvolti tragici, che coinvolgerà anche la prossima generazione.
Dobbiamo tornare ad avere GIOIA DI VIVERE TUTTI I GIORNI CHE CI SVEGLIAMO …
Già, MA COME?
(Oggi aggiungo, NON MOLLANDO MAI, GUARDANDO AVANTI E AVENDO FIDUCIA NEL FUTURO, UN FUTURO COSTRUITO DA NOI.)
Christian B.
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