Ho avuto modo di visitare recentemente la Pinacoteca
Nazionale di Bologna, situata come molti sapranno in Via Belle Arti, 56 negli
spazi dell’ex noviziato gesuitico e chiesa di Sant’Ignazio.
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Il
complesso è suddiviso in 29 aree espositive, ognuna delle quali offre una
stupefacente varietà di eccellenze artistiche che regalano emozioni e
sensazioni uniche.
Si
parte dalla sala numero 1, intitolata “Dal 200 al Gotico” in cui sono esposte
opere del 1200 e 1300 di artisti bolognesi ed emiliani, come “il Crocifisso” di
Vitale da Bologna o come “la Presentazione al Tempio” dello Pseudo Jacopino.
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Il
percorso si snoda attraverso importanti testimonianze artistiche, come quella
di un polittico di Giotto del 1330 circa (sala numero 3), eseguito per la chiesa di Santa Maria
degli Angeli, passando per le salette dedicate alle esposizione di arte gotica
che va dal 1390 al 1451 (sale numero 4 e 5).
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Polittico di Giotto :
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A sinistra : San Pietro (con chiavi e pastorale) e l'Arcangelo Gabriele (di profilo).
A destra : San Paolo (con libro e spada) e l'Arcangelo guerriero Michele (che combatte contro il demonio, rappresentato come una figura mostruosa a più teste).
Al centro : La Vergine seduta su un trono di marmi chiari, e il Bambino che cerca la sua attenzione sfiorandole il mento e scalciando con i piedini.
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Nelle sale numero 6, 7, e 8 le
Sinopie (disegni preparatori in terra o carbone tracciati sull’arriccio)
relative agli affreschi della chiesa di Santa Maria a Mezzaratta chiudono il
ciclo pittorico e artistico del 1300, e ci introducono verso le sale (dalla 9 alla 13) in cui possiamo ammirare alcune
delle eccellenze del 1400 e del Rinascimento.
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Tra
queste, di approccio ancora tardogotico, troviamo il trittico proveniente dalla
collezione Zambeccari, di artista ignoto, che stupisce per la nitidezza del
segno e del tratteggio che riproducono la “Madonna col Bambino e i Santi
Antonio Abate e Giovanni Battista”.
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L’opera
fu dipinta a tempera su tavola ed è databile verso il 1460 circa.
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Madonna col Bambino e i Santi Antonio Abate e Giovanni Battista |
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Le sale dalla 14 alla 21 sono dedicate all’esposizione di opere del 1500 a dir poco immense per la loro grandiosità artistica universale, quali, ad esempio, quelle di Raffaello, del Perugino, di Giuliano Bugiardini, del Bagnacavallo, del Tintoretto e di Tiziano Vecellio.
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Possiamo ammirare un famosissimo capolavoro dipinto da Raffaello, che raffigura il momento dell’estasi di Santa Cecilia, la quale è ritratta mentre lascia scivolare a terra le canne dell’organo portatile che ha fra le mani, simbolo delle gioie terrene, e volge lo sguardo verso il coro degli angeli, emblema dell’amore divino.
Le sale dalla 14 alla 21 sono dedicate all’esposizione di opere del 1500 a dir poco immense per la loro grandiosità artistica universale, quali, ad esempio, quelle di Raffaello, del Perugino, di Giuliano Bugiardini, del Bagnacavallo, del Tintoretto e di Tiziano Vecellio.
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Possiamo ammirare un famosissimo capolavoro dipinto da Raffaello, che raffigura il momento dell’estasi di Santa Cecilia, la quale è ritratta mentre lascia scivolare a terra le canne dell’organo portatile che ha fra le mani, simbolo delle gioie terrene, e volge lo sguardo verso il coro degli angeli, emblema dell’amore divino.
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Raffaello : Estasi di Santa Cecilia fra i santi Paolo, Giovanni Evangelista, Agostino e Maria Maddalena |
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Nella
sala 18 spicca un dipinto su tavola del 1534
di Nicolò Pisano, in cui è presente San Petronio che regge la città di Bologna
con le sue mani.
Il
titolo di quest’opera è : “La Madonna col Bambino
sulle nubi adorata dai Santi Giovanni Evangelista, Eleutropio e Petronio”.
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La tavola di Nicolò Pisano in cui troviamo San Petronio (a destra) |
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Particolare : la città di Bologna - 1534 |
Proseguendo
nell’itinerario museale, troviamo due sale espositive dedicate la prima (numero 22) alle opere di Giorgio Vasari, di Camillo
Procaccini, di Prospero Fontana, di Bartolomeo Passerotti, e di Bartolomeo
Cesi, e la seconda (sala numero 23) a quelle dei
Carracci (Annibale, Agostino, e Ludovico).
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Il
periodo del 1600 si apre con le meravigliose opere di Guido Reni, tra le quali
spiccano il “Cristo incoronato di spine” e alcuni quadri di grande formato in
cui è ritratto San Petronio.
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L’iconografia
classica, imponeva di attribuire ad ogni Santo o Papa che venisse raffigurato
un elemento distintivo proprio del personaggio, per contraddistinguerlo.
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Per
questo motivo San Sebastiano è sempre ritratto trafitto da numerose frecce,
oppure San Giorgio è raffigurato a cavallo armato di lancia o spada mentre
sconfigge un drago, o ancora San Petronio tiene accanto o fra le mani la Città
di Bologna cinta da mura (essendone il Patrono protettore).
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Questo
particolare aspetto della pittura si ritrova nei dipinti del tardo 1300, del
1400, del 1500 e del 1600 e permette di considerare alcune caratteristiche
legate fra loro da una continuità temporale, come veri e propri documenti
d’epoca.
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Nelle
raffigurazioni di San Petronio, ad esempio, si possono verificare gli aspetti e
le variazioni dei tratti del viso del Patrono
a seconda dell’età e del periodo in cui è stato ritratto, così come è
molto interessante verificare le immagini di una Bologna del 1300 con la stessa
nel 1600.
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Cito
alcuni esempi, allegando le immagini.
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Particolare
del quadro di Guido Reni “Gesù Cristo in pietà pianto
dalla Madonna e adorato dai Santi Petronio, Francesco, Domenico, Procolo, e
Carlo Borromeo”, in cui si vede appunto il viso del patrono di Bologna (San Petronio) e
la città stessa ai suoi piedi.
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Ecco il particolare ingrandito della città di Bologna, così come Guido Reni la raffigurava nel 1616 |
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Guido
Reni dipinse anche “Madonna col Bambino in gloria e i santi Petronio, Francesco,
Ignazio, Francesco Saverio, Procolo, protettori di Bologna”, una tela di
cm. 382 x 242 cm in cui appare Bologna, anche se poco visibile.
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Fra
gli artisti del 1600, nella sala 25, troviamo
nel dipinto di Giacomo Cavedone un’altra raffigurazione di San Petronio,
accanto al quale si vedono le due Torri di Bologna, (torre degli asinelli e
della Garisenda).
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Il
quadro, di gradi dimensioni (cm. 398x226) è un olio su tela del 1614 ed è
denominato “Madonna col Bambino in gloria e i santi
Alò e Petronio”.
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Particolare del dipinto "Madonna col Bambino in gloria e i santi Alò e Petronio" (sullo sfondo si vedono le "due torri" bolognesi) |
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Anche
nello “Sposalizio
mistico di Santa Caterina e i santi protettori di Bologna Petronio, Procolo,
Domenico, Francesco e Floriano”
che è un quadro di Pietro Faccini, datato 1601, compare san Petronio nella sua
iconografia classica, con accanto Bologna (sala 25).
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La
sala 26 ci regala le meraviglie del
classicismo del 1600, con opere di Giovan Francesco Barbieri (detto il
Guercino) o di Giovanni Andrea Sirani, così come di Simone Cantarini e Giovanni
Lanfranco, di Pier Francesco Cittadini e di Domenico Zampieri (detto il
Domenichino).
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Nella
sala 29 sono esposti quadri di grande formato
di autori come Francesco Albani, Ludovico Carracci, Carlo Cignani, Lionello
Spada e il Domenichino.
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Riguardo
alle immagini di San Petronio e della città di Bologna, ne troviamo un esempio
anche nella sala 11, nel quadro di Lorenzo
Costa “Madonna col bambino in trono tra i santi
Petronio e Tecla” , del 1496 e nel dipinto “San
Petronio in trono fra i santi Francesco e Domenico” dello stesso autore.
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Lorenzo Costa : Madonna col Bambino in trono fra i santi Petronio e Tecla |
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Lorenzo Costa : San Petronio in trono fra i santi Francesco e Domenico |
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Lorenzo Costa: particolare. San Petronio regge in mano la città di Bologna |
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Il
parallelismo delle raffigurazioni iconografiche continua con il quadro di Francesco del Cossa del 1496, esposto
nella sala 10 : “Madonna col Bambino in trono fra i
santi Petronio e Giovanni Evangelista adorata dal committente Alberto Cattani
(Pala dei Mercanti).
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Pala dei Mercanti : si vede San Petronio a sinistra con la città di Bologna fra le sue mani |
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Particolare della Pala dei Mercanti : Bologna |
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Lippo
di Dalmasio è l’autore del dipinto “Orazione
nell’orto. I santi Ambrogio e Petronio” in cui i personaggi sono
raffigurati secondo gli standard iconografici classici. Dipinto su tavola nel
1380, San Petronio regge la città di Bologna su una mano.
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Lippo di Dalmasio : Orazione nell'orto. I santi Ambrogio e Petronio |
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Lippo di Dalmasio : particolare, "Bologna". |
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Infine, troviamo San Petronio e Bologna nuovamente
raffigurati in un dipinto a tempera su tavola di Pietro Lianori del 1453.
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Pietro Lianori : Madonna in trono col Bambino fra i santi Girolamo e Petronio |
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Concludo questo escursus sull'arte proponendo una serie di particolari, come le immagini di San Petronio, desunte dai dipinti dei vari autori (spaziando dal 1380 fino al 1630).
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Aggiungo il Link al sito della Pinacoteca di Bologna, in cui si possono visitare tutte queste opere d'arte, e molto di più :
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Dissenso
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