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I manufatti che derivano dalla lavorazione dell’asbesto (amianto) sono diffusissimi nelle nostre città, a causa del largo impiego che ne è stato fatto negli anni precedenti.
Le zone in cui sono situati gli insediamenti industriali e artigianali sono quelle che maggiormente hanno fruito, ad esempio, delle coperture in “eternit” (cemento-amianto) dei fabbricati, ma anche nei condomini cittadini si è fatto ricorso a “spruzzature” di amianto per ignifugare le strutture, così come all’uso di canne fumarie dello stesso materiale.
Fortunatamente i legislatori sono intervenuti, una volta accertata la pericolosità dell’amianto, per la sua messa al bando.
Ora non viene più lavorato e commercializzato, ma la sua passata diffusione capillare ci ha praticamente assediati, a tal punto che oramai le sue particelle sono spesso presenti, in sospensione, nell’aria che respiriamo.
La lotta a questo prodotto deve quindi continuare, mediante l’individuazione, la mappatura e il monitoraggio costante sul territorio.
Dobbiamo essere a conoscenza di dove l’amianto sia collocato attorno a noi, per controllare che le condizioni di sicurezza permettano di mantenerlo in loco
Qualora l’amianto divenisse friabile (erosione, usura, condizioni atmosferiche) occorre infatti metterlo in sicurezza oppure bonificare la zona, asportandolo.
Le particelle che possono derivare dalla erosione dell’amianto, se respirate, possono provocare il mesotelioma pleurico o l’asbestosi.
Il problema non è quindi da sottovalutare, anzi ricopre una importanza notevole per la salute dei cittadini.
Gli amministratori pubblici, responsabili appunto della Salute pubblica, devono quindi intervenire così come prevedono le normative sull’argomento.
Le zone in cui sono situati gli insediamenti industriali e artigianali sono quelle che maggiormente hanno fruito, ad esempio, delle coperture in “eternit” (cemento-amianto) dei fabbricati, ma anche nei condomini cittadini si è fatto ricorso a “spruzzature” di amianto per ignifugare le strutture, così come all’uso di canne fumarie dello stesso materiale.
Fortunatamente i legislatori sono intervenuti, una volta accertata la pericolosità dell’amianto, per la sua messa al bando.
Ora non viene più lavorato e commercializzato, ma la sua passata diffusione capillare ci ha praticamente assediati, a tal punto che oramai le sue particelle sono spesso presenti, in sospensione, nell’aria che respiriamo.
La lotta a questo prodotto deve quindi continuare, mediante l’individuazione, la mappatura e il monitoraggio costante sul territorio.
Dobbiamo essere a conoscenza di dove l’amianto sia collocato attorno a noi, per controllare che le condizioni di sicurezza permettano di mantenerlo in loco
Qualora l’amianto divenisse friabile (erosione, usura, condizioni atmosferiche) occorre infatti metterlo in sicurezza oppure bonificare la zona, asportandolo.
Le particelle che possono derivare dalla erosione dell’amianto, se respirate, possono provocare il mesotelioma pleurico o l’asbestosi.
Il problema non è quindi da sottovalutare, anzi ricopre una importanza notevole per la salute dei cittadini.
Gli amministratori pubblici, responsabili appunto della Salute pubblica, devono quindi intervenire così come prevedono le normative sull’argomento.
La prassi consolidata, a cui si sono riferiti anche recentemente diversi comuni del bolognese, consiste nel redigere una mappatura del territorio dei siti contenenti amianto, necessaria al controllo periodico e ad eventuali interventi.
E’ di questi giorni la notizia che i Comuni di San Lazzaro e quello di Pianoro abbiano ultimato tale mappatura.
Perché il problema non cada nel “dimenticatoio”, il Movimento 5 stelle si è adoperato per pubblicizzare al massimo l’esigenza di una mappatura su base regionale, verso cui devono convergere i Comuni che ne fanno parte.
E’ necessario quindi che Minerbio segua l’esempio di quei Comuni che si sono preoccupati di censire sul loro territorio i siti che contengono amianto, adeguandosi a quanto sancito dalla Legge, in nome della Salute dei cittadini.
Invito il Sindaco di Minerbio Sig. Lorenzo Minganti, e i suoi Assessori, a prendere atto di questa esigenza, divulgando la mappatura relativa al Comune di Minerbio, qualora essa sia già stata fatta, oppure a impegnarsi prioritariamente in tempi rapidi per effettuarla.
Sarà poi doveroso monitorare incessantemente gli eventuali riscontri ottenuti, allo scopo di poter effetturae le verifiche periodiche previste dalla Legge.
Il Blog locale “Minerbio e la voce del Cittadino” e il Meetup di Minerbio Amici di Beppe Grillo, legato al Movimento 5 Stelle, hanno già segnalato all’Amministrazione Comunale diversi siti che contengono eternit, ma finora non sono giunte risposte di alcun tipo.
Chiediamo con la presente un colloquio con il Primo Cittadino, proprio per perorare questa causa, a cui tutti dovrebbero aderire, per la nostra salute e quella dei bambini (l’incubazione delle patologie relative all’inalazione dell’amianto è di 20/25 anni).
Auspichiamo quindi che ci sia, da parte dell’Amministrazione, una immediata presa di posizione, come tra l’altro ha già fatto la stessa Regione Emilia-Romagna.
Invitiamo i cittadini a inviare al Sindaco le segnalazioni sulla presenza dell’amianto e a darcene copia contattando il blog agli indirizzi mail seguenti o al cellulare :
Mail di “MINERBIO E LA VOCE DEL CITTADINO” : nogulag@gmail.com
Mail di “MEETUP AMICI DI BEPPE GRILLO” : blogminerbio@gmail.com
cell : 320 211 90 54
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E.B.
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