Sono concentrati su due-tre sospetti gli approfondimenti che la squadra mobile della polizia sta conducendo a Bologna per individuare l'autore di almeno 5 aggressioni sessuali ai danni di ragazze, denunciate nei giorni scorsi in città.
I sospettati sono stranieri: uno di questi viene ritenuto maggiormente compatibile con gli identikit realizzati grazie alle testimonianze delle vittime.
Gli investigatori hanno in mano almeno un solido elemento su cui lavorare, su cui c'è il comprensibile riserbo delle forze dell'ordine. Sono state acquisite le immagini di diverse telecamere del centro storico e si stanno continuando a sentire testimonianze sia delle vittime che di personaggi legati agli ambienti frequentati dai sospettati, come alcuni locali della zona universitaria.
Le indagini sono coordinate dal pm Laura Sola. Giovedì 16 gennaio in un paio di occasioni le ricerche avevano portato a persone che però poi sono state "scartate" perché non compatibili.
Un giovane che era in una biblioteca pubblica è stato raggiunto e identificato da alcuni agenti dopo la segnalazione di altri utenti che pensavano di aver riconosciuto il maniaco: il ragazzo, però, è poi risultato completamente estraneo alla vicenda.
Anche da parte della polizia municipale di Bologna "rimane estremamente alto il livello di impegno per il reperimento e l'identificazione del soggetto" responsabile delle 5 aggressioni sessuali avvenute nei giorni scorsi in città.
Lo ha detto l'assessore alla sicurezza di Palazzo D'Accursio Nadia Monti rispondendo in consiglio comunale al question time, ricordando che gli identikit del ricercato, diffusi da procura e questura, sono stati immediatamente inviati "ai singoli nuclei territoriali, ai reparti operativi e tutti gli uffici della polizia municipale".
La Monti ha assicurato che "si stanno attivando e utilizzando tutti gli strumenti a disposizione, utili al supporto delle attività di indagine, nell'ambito della consueta e sperimentata, ormai già avviata e consolidata collaborazione con le forze di polizia statale".
In circostanze analoghe "il comando della polizia municipale, in base alle specifiche richieste degli organi di polizia giudiziaria incaricati delle indagini dalla procura, mette a disposizione le immagini registrate dalle telecamere della video-sorveglianza. Naturalmente da parte del Comune vi è stata e vi sarà sempre totale e completa disponibilità a fornire quanto è stato e verrà richiesto per impianti di sua gestione e competenza".
"Lavoriamo incessantemente e alacremente, non escludendo nulla", ha spiegato il capo della squadra mobile della questura di Bologna Pietro Morelli: "Continuano ad arrivare molte segnalazioni e bisogna fare un lavoro di scrematura distinguendo i contributi inerenti a questa indagine e quelli che non lo sono".
Sulle tracce dell'uomo sono al lavoro polizia e carabinieri. Sarebbero almeno un paio i nomi dei sospettati su cui si stanno concentrando i controlli. Le ricerche vanno avanti ad ampio raggio e "in ogni direzione", si tratta di un lavoro "a 360 gradi" che potrebbe ampliarsi anche alla zona attorno alla città.
Le indagini della squadra mobile della questura di Bologna per individuare l'autore delle aggressioni sessuali denunciate nei giorni scorsi in città si stanno concentrando su alcuni individui ed ambienti, già passati al setaccio dagli investigatori. Intanto, l'identikit che è stato diffuso alcuni giorni fa ha creato in città aspettative e panico. Motivo per cui la procura ha deciso di concentrare su di sé tutte le informazioni che dovessero emergere dalle indagini in corso.
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