Vorrei portare i miei concittadini a conoscenza di una nuova situazione che si sta affacciando prepotentemente al panorama già ricco di problematiche del terriorio minerbiese.
Stiamo parlando della possibilità di usare il terreno agricolo a scopi speculativi, per la produzione di energia mediante l’installazione di pannelli fotovoltaici.
Il consiglio comunale si è espresso a favore di queste iniziative, nell’ultima seduta, consentendo così agli agricoltori che ne facciano richiesta di usare parte del loro terreno per incrementare i guadagni con una attività parallela, imprenditoriale e speculativa.
E’ già sorto un insediamento di questo tipo a Minerbio, in Via Stradellazzo, (una traversa di Via Palio) e invito quindi i concittadini a recarsi sul posto per assistere allo scempio compiuto sul territorio.
Sarà quindi possibile, da oggi, utilizzare i campi, precedentemente destinati all’agricoltura, per installare le strutture di sostegno necessarie all’impianto di pannelli fotovoltaici.
Stiamo parlando della possibilità di usare il terreno agricolo a scopi speculativi, per la produzione di energia mediante l’installazione di pannelli fotovoltaici.
Il consiglio comunale si è espresso a favore di queste iniziative, nell’ultima seduta, consentendo così agli agricoltori che ne facciano richiesta di usare parte del loro terreno per incrementare i guadagni con una attività parallela, imprenditoriale e speculativa.
E’ già sorto un insediamento di questo tipo a Minerbio, in Via Stradellazzo, (una traversa di Via Palio) e invito quindi i concittadini a recarsi sul posto per assistere allo scempio compiuto sul territorio.
Sarà quindi possibile, da oggi, utilizzare i campi, precedentemente destinati all’agricoltura, per installare le strutture di sostegno necessarie all’impianto di pannelli fotovoltaici.
A mio avviso ci sono diversi fattori che concorrono a indirizzarmi decisamente verso un netto rifiuto di questa politica, che giudico inaccettabile e offensiva verso i valori espressi finora da una società di estrazione rurale e contadina.
In primo luogo le motivazioni etiche mi portano a considerare che l’agricoltura, da sempre, è sinonimo di cibo, di alimentazione e sostentamento, e che purtroppo già troppo terreno agricolo è stato sacrificato sull’altare della industrializzazione, dell’edilizia, e della cementificazione selvaggia.
Le politiche globali del marketing del settore agro alimentare tendono a privilegiare meccanismi di sfruttamento che travalicano i confini nazionali e le priorità locali, impostando e decidendo il presente e il futuro delle aziende nazionali.
L’interesse economico impone le linee attraverso cui l’identificazione con il territorio esula da filiere che tracciano non solo un percorso di riconoscimento e di preferenza, ma anche una simbiosi fra produttore e consumatore, relegando le aspettative di tutti noi ad imposizioni commerciali preordinate e decise spregiudicatamente a tavolino.
Ecco quindi che sulla nostra tavola compaiono gli yogurt con le fragoline congelate giapponesi, oppure i pomodori pelati cinesi, oppure la frutta proveniente dall’Africa o dal sud America, l’olio di oliva tunisino, il grano di origine bielorussa, il prosciutto di Parma fatto con maiali danesi, e così via…
In questo clima di attacco globalizzato alle agricolture nazionali, si inserisce un discorso etico, che non può non tenere conto del fatto che i vari Paesi, inclusi quelli poveri, sono già alla mercè di speculatori internazionali, nonché di trust e di multinazionali che detengono spesso il potere dei mercati globali, attraverso la realizzazione di catene commerciali.
L’unico mezzo per contrastarli è quello di riappropriarsi delle rispettive identità agricole nazionali e territoriali, instaurando i sistemi già collaudati delle filiere corte, favorendole e incentivandole, insieme al ricorso verso i prodotti igp e dop, e alla riscoperta dei valori delle tradizioni locali.
Se diamo adito ad una nuova forma di speculazione, accordando agli agricoltori stessi il permesso di snaturare il territorio, e di installare pannelli fotovoltaici al posto del mais, ci rendiamo complici di un processo che tendenzialmente rappresenta un enorme pericolo per noi tutti, e non solo per le singole realtà rurali.
Quando i proprietari dei terreni agricoli saranno ostaggio di una produzione industriale che li renderà economicamente succubi e alienati da un retaggio culturale di origine contadina, sarà la fine per l’agricoltura, e l’inizio di una nuova era di speculazioni, camuffata e nascosta dietro l’utilizzo delle tecnologie rinnovabili.
In primo luogo le motivazioni etiche mi portano a considerare che l’agricoltura, da sempre, è sinonimo di cibo, di alimentazione e sostentamento, e che purtroppo già troppo terreno agricolo è stato sacrificato sull’altare della industrializzazione, dell’edilizia, e della cementificazione selvaggia.
Le politiche globali del marketing del settore agro alimentare tendono a privilegiare meccanismi di sfruttamento che travalicano i confini nazionali e le priorità locali, impostando e decidendo il presente e il futuro delle aziende nazionali.
L’interesse economico impone le linee attraverso cui l’identificazione con il territorio esula da filiere che tracciano non solo un percorso di riconoscimento e di preferenza, ma anche una simbiosi fra produttore e consumatore, relegando le aspettative di tutti noi ad imposizioni commerciali preordinate e decise spregiudicatamente a tavolino.
Ecco quindi che sulla nostra tavola compaiono gli yogurt con le fragoline congelate giapponesi, oppure i pomodori pelati cinesi, oppure la frutta proveniente dall’Africa o dal sud America, l’olio di oliva tunisino, il grano di origine bielorussa, il prosciutto di Parma fatto con maiali danesi, e così via…
In questo clima di attacco globalizzato alle agricolture nazionali, si inserisce un discorso etico, che non può non tenere conto del fatto che i vari Paesi, inclusi quelli poveri, sono già alla mercè di speculatori internazionali, nonché di trust e di multinazionali che detengono spesso il potere dei mercati globali, attraverso la realizzazione di catene commerciali.
L’unico mezzo per contrastarli è quello di riappropriarsi delle rispettive identità agricole nazionali e territoriali, instaurando i sistemi già collaudati delle filiere corte, favorendole e incentivandole, insieme al ricorso verso i prodotti igp e dop, e alla riscoperta dei valori delle tradizioni locali.
Se diamo adito ad una nuova forma di speculazione, accordando agli agricoltori stessi il permesso di snaturare il territorio, e di installare pannelli fotovoltaici al posto del mais, ci rendiamo complici di un processo che tendenzialmente rappresenta un enorme pericolo per noi tutti, e non solo per le singole realtà rurali.
Quando i proprietari dei terreni agricoli saranno ostaggio di una produzione industriale che li renderà economicamente succubi e alienati da un retaggio culturale di origine contadina, sarà la fine per l’agricoltura, e l’inizio di una nuova era di speculazioni, camuffata e nascosta dietro l’utilizzo delle tecnologie rinnovabili.
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Le aree che dovrebbero essere deputate all’installazione di queste strutture di produzione dovrebbero invece essere quelle che non pregiudicano o alterano le realtà sociali pre-esistenti, come ad esempio le zone desertiche o improduttive, e i tetti degli edifici.
A questo proposito, faccio presente che una opportunità per rivolgersi con attenzione ad un progetto di sfruttamento dell’energia rinnovabile è quella che prevede lo smantellamento delle coperture di eternit, sui tetti degli edifici, per sostituirle con pannelli fotovoltaici.
La cementificazione selvaggia e progressiva si approprierà in modo irreversibile dei terreni agricoli ?
Il Comune di Minerbio farebbe bene a provvedere ad una politica di incentivi e di sgravi fiscali, di informazione pubblica sull’argomento, e di mappatura dei siti contenenti amianto, piuttosto che favorire speculazioni che vanno contro i valori rappresentati da una società rurale a prevalente sviluppo e tradizione agraria.
Il passo successivo al posizionamento di pannelli fotovoltaici su terreni agricoli sarà forse quello di urbanizzare l’area ?
Queste strutture diventeranno la scusa per poter realizzare altre strade e giustificare così un loro più agevole raggiungimento ?
Chissà…forse questo è il primo passo per innescare un processo di stravolgimento di aree speculativamente appetibili…
Forse chi ci amministra non ha così a cuore il territorio, e permetterà che tutto ciò avvenga…magari con la condiscendenza di un Partito che, storicamente, ha sempre e solo fatto del male ai contadini (vedi la strage e le deportazioni in Siberia dei cosiddetti “Kulak” nella Russia di Stalin).
Ricordiamocelo quando andremo a votare…
Chi ama Minerbio non può permettere a questa gente di fare man bassa di tutto ciò che gli capita a tiro… arrogantemente… e senza minimamente prendere in considerazione l’idea di rispettare le persone e il territorio.
Non c’è neppure un edificio comunale che abbia sul tetto un pannello fotovoltaico, oppure una pala eolica sul territorio comunale…e questo deve essere motivo di riflessione per chi legge queste righe.
Abbiamo però, in fase di realizzazione, una nuova pista ciclabile, la Minerbio – Tintoria… faraonica… dal costo spropositato di 700.000,00 euro (per la quale ci siamo rivolti alla Corte dei Conti) e che è già stata orpellata da coperture di guard rail in legno (come se fossimo in Val d’Aosta) e da muri di contenimento a causa degli sbancamenti effettuati.
Ci sarà poi la posa di un ponte in legno lamellare del costo di 100.000,00 euro che rappresenterà un monumento allo spreco e all’arroganza di un Sindaco che dimostra di privilegiare queste scelte, invece di preoccuparsi delle barriere architettoniche nel nostro paese.
QUANTE ALTRE SCIOCCHEZZE COSTITUIRANNO LE PRIORITA’ SCELTE DA QUESTA AMMINISTRAZIONE ?
A QUANTE NEFANDEZZE DOBBIAMO ASSISTERE ?
MANDIAMOLI A CASA … COSTORO NON DEVONO RAPPRESENTARCI !
Costoro sono i rappresentanti di un sistema che, come già affermato, sta morendo, e che ci trascina nella sua lunga agonia.
Purtroppo in questo loro affanno stanno distruggendo ogni cosa, alterando le prerogative territoriali, le tradizioni, le risorse umane e materiali, in un disperato tentativo di ascendere politicamente in un percorso di carriera partitica dal quale sono affascinati.
Costoro sono un cancro per l’Italia e li dobbiamo mandare a casa.
Molti di loro starebbero meglio in galera, a causa dei ripetuti reati compiuti, ma potendo godere delle protezioni offerte dal loro stesso entourage continuano imperterriti nel loro percorso criminale.
Meditiamo ORA su ciò che accade a Minerbio, evidenziandone solo alcuni aspetti :A questo proposito, faccio presente che una opportunità per rivolgersi con attenzione ad un progetto di sfruttamento dell’energia rinnovabile è quella che prevede lo smantellamento delle coperture di eternit, sui tetti degli edifici, per sostituirle con pannelli fotovoltaici.
La cementificazione selvaggia e progressiva si approprierà in modo irreversibile dei terreni agricoli ?
Il Comune di Minerbio farebbe bene a provvedere ad una politica di incentivi e di sgravi fiscali, di informazione pubblica sull’argomento, e di mappatura dei siti contenenti amianto, piuttosto che favorire speculazioni che vanno contro i valori rappresentati da una società rurale a prevalente sviluppo e tradizione agraria.
Il passo successivo al posizionamento di pannelli fotovoltaici su terreni agricoli sarà forse quello di urbanizzare l’area ?
Queste strutture diventeranno la scusa per poter realizzare altre strade e giustificare così un loro più agevole raggiungimento ?
Chissà…forse questo è il primo passo per innescare un processo di stravolgimento di aree speculativamente appetibili…
Forse chi ci amministra non ha così a cuore il territorio, e permetterà che tutto ciò avvenga…magari con la condiscendenza di un Partito che, storicamente, ha sempre e solo fatto del male ai contadini (vedi la strage e le deportazioni in Siberia dei cosiddetti “Kulak” nella Russia di Stalin).
Ricordiamocelo quando andremo a votare…
Chi ama Minerbio non può permettere a questa gente di fare man bassa di tutto ciò che gli capita a tiro… arrogantemente… e senza minimamente prendere in considerazione l’idea di rispettare le persone e il territorio.
Non c’è neppure un edificio comunale che abbia sul tetto un pannello fotovoltaico, oppure una pala eolica sul territorio comunale…e questo deve essere motivo di riflessione per chi legge queste righe.
Abbiamo però, in fase di realizzazione, una nuova pista ciclabile, la Minerbio – Tintoria… faraonica… dal costo spropositato di 700.000,00 euro (per la quale ci siamo rivolti alla Corte dei Conti) e che è già stata orpellata da coperture di guard rail in legno (come se fossimo in Val d’Aosta) e da muri di contenimento a causa degli sbancamenti effettuati.
Ci sarà poi la posa di un ponte in legno lamellare del costo di 100.000,00 euro che rappresenterà un monumento allo spreco e all’arroganza di un Sindaco che dimostra di privilegiare queste scelte, invece di preoccuparsi delle barriere architettoniche nel nostro paese.
QUANTE ALTRE SCIOCCHEZZE COSTITUIRANNO LE PRIORITA’ SCELTE DA QUESTA AMMINISTRAZIONE ?
A QUANTE NEFANDEZZE DOBBIAMO ASSISTERE ?
MANDIAMOLI A CASA … COSTORO NON DEVONO RAPPRESENTARCI !
Costoro sono i rappresentanti di un sistema che, come già affermato, sta morendo, e che ci trascina nella sua lunga agonia.
Purtroppo in questo loro affanno stanno distruggendo ogni cosa, alterando le prerogative territoriali, le tradizioni, le risorse umane e materiali, in un disperato tentativo di ascendere politicamente in un percorso di carriera partitica dal quale sono affascinati.
Costoro sono un cancro per l’Italia e li dobbiamo mandare a casa.
Molti di loro starebbero meglio in galera, a causa dei ripetuti reati compiuti, ma potendo godere delle protezioni offerte dal loro stesso entourage continuano imperterriti nel loro percorso criminale.
1 - E’ permesso agli agricoltori di installare pannelli fotovoltaici su terreni agricoli,
2 - c’è presenza diffusa di amianto, con conseguente disinteresse del Sindaco,
3 - c’è una diffusa esistenza di barriere architettoniche (una vergogna per un Paese civile),
4 - la sicurezza stradale è insufficiente,
5 - assistiamo alla totale mancanza di politiche ambientali (abbattuti o lasciati morire più di 100 alberi),
6 - è in atto una politica di abbandono delle risorse storico culturali del territorio,
7 - c’è una prevaricazione politico-ideologica dell’Amministrazione comunista e stalinista,
8 - sussistono intimidazione e pressioni psicologiche del Sindaco nei riguardi delle opposizioni,
9 - c’è mancanza di dialogo con i cittadini,
10 - assitiamo allo stravolgimento delle realtà esistenti e alla manipolazione dei fatti,
11 - c’è menefreghismo totale dell’amministrazione nei riguardi della mancanza delle pensiline degli autobus,
12 - il Sindaco ha deciso di non approfondire la questione del fosso di Cà de Fabbri (è contento così),
13 - è palese la mancata diffusione del sondaggio Medec, effettuato con i nostri soldi,
14 - siamo ostaggi dell’arroganza congenita e quindi incurabile di questa Amministrazione…
I cittadini privi di paraocchi possono quindi elaborare questi dati, e farsi un’idea di come sia la realtà oggettiva a Minerbio.
Le prove sono davanti a tutti… tangibili… è sufficiente osservare… e trarre le conseguenze…
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E.B.
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