Articolo 21 della Costituzione Italiana

Articolo 21 della Costituzione Italiana:
"TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA, CON LO SCRITTO E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE. LA STAMPA NON PUO' ESSERE SOGGETTA AD AUTORIZZAZIONI O CENSURE"

domenica 19 agosto 2012

MINERBIO REQUIESCAT IN PACE

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Minerbio sta morendo, lentamente ma inesorabilmente, strangolata dall’inerzia di un’Amministrazione colpevolmente indolente e incapace.
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Il paese ci appare oggi come un agglomerato fantasma, in cui esiste ancora un flebile sussulto grazie solo alla buona volontà di pochi esercizi commerciali, che con il loro lavoro lo tengono in vita.
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In Agosto, la tabaccheria di Lulù, così come quella di Sara, oppure la gelateria della Rocca, la ferramenta, e l’edicola, sono le uniche attività aperte che possono convincere sul fatto che la moribonda Minerbio respiri ancora.
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Nonostante lo sforzo di queste persone però, si tratta purtroppo solamente di un drammatico rantolo, sintomatico di un’agonia che si protrae da troppo tempo, a causa dell’abbandono totale delle istituzioni e di una classe politica nullafacente e a dir poco disattente.
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Le politiche dei nostri amministratori infatti si avvalgono di proclami e di vanagloria, di autoreferenzialismo e di arroganza, che in pratica si traducono nella pesante responsabilità di aver trascinato a forza Minerbio verso un coma profondo, probabilmente irreversibile.
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La totale assenza di programmi di valorizzazione del territorio, unita alla totale mancanza di investimenti per la crescita, è individuabile in maniera tangibile ogni giorno.
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E’ sufficiente osservare come a Minerbio, specialmente la sera dopo l’imbrunire, cali una sorta di coprifuoco, in cui il silenzio regna sovrano, e nel quale le forme di vita intelligente scompaiano da un già sconfortante panorama di quotidianità locale, per rintanarsi al sicuro nelle loro case.
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E che dire del Parco pubblico “2 Agosto 1980” ?
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Se fosse gestito con armonia potrebbe essere offerto all’attenzione dei cittadini, soprattutto dei bambini, come luogo in cui trovare una simbiosi con la bellezza della natura, mentre invece si palesa come “parco” degradato e indegno di un paese civile.
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La sporcizia vi regna sovrana e l’incuria rappresenta l’interprete principale che caratterizza così l’operato stesso dei nostri amministratori pubblici, incapaci perfino di mantenere in vita un patrimonio collettivo pre-esistente.
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In questi giorni l’assedio del traffico pesante incombe pressante e prepotente, e costringe la popolazione a subire come uno stillicidio il passaggio di centinaia di camion che vanno e vengono in direzione dello zuccherificio.
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L’Amministrazione comunale appare assuefatta a questo disagio, e palesemente incapace di risolvere un problema che da anni si manifesta con puntuale frequenza in occasione delle campagne saccarifere annuali.
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Minerbio subisce in silenzio …
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Non c’è scampo, e non esistono luoghi di svago o di relax a Minerbio in cui poter trarre un giovamento anche momentaneo, poiché la miopia dei politici locali ha reso il Paese ostaggio del Partito Democratico, che impone la presenza, evidentemente, del solo Circolo di Partito, evitando accuratamente di permettere l’insorgenza di qualunque altra attività che vi si possa contrapporre.
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Invece le località confinanti con il nostro Comune, come Granarolo o Altedo, possono vantare attività ludico-ricreative che offrono ristoro non solo agli abitanti locali, ma anche a chi, come i minerbiesi, deve giocoforza recarvicisi.
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Ad Altedo si può fruire di un bellissimo complesso sportivo, con piscine coperte e all’aperto, in cui trascorrere una bella giornata anche con i propri bambini o con i nipotini, essendovi anche una vasca dotata di acqua bassa, ideata allo scopo.
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A Granarolo c’è invece una gelateria aperta fino a tarda notte, in cui è possibile non solo degustare dei gelati squisiti, ma anche far divertire i piccoli nei giochi sparsi tutt’intorno alla struttura commerciale, in cui sono inseriti anche un campetto da volley, e un mini circuito per le automobiline elettriche.
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In poche parole, si percepisce in maniera tangibile il differente approccio che palesa l’attenzione delle rispettive amministrazioni verso i propri Cittadini.
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A Minerbio la parabola che interseca il grafico su cui si potrebbero quantificare l’ascissa e l’ordinata relative a tutto ciò, è uguale a zero.
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Se dovessimo dare un voto, come a scuola, ai nostri amministratori, saremmo costretti a scrivere uno zero in pagella, bocciandoli in blocco per totale inadempienza dei compiti loro affidati, per incapacità, per indolenza e ignavia, per inaffidabilità, e per aver esibito una arrogante superbia verso la cittadinanza.
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L’unica attività proposta recentemente, patrocinata dal Comune, e pubblicizzata con volantini diffusi in paese, è quella di una gara di pesca per bambini.
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Peccato però che anche in questa occasione, la politica di partito sia la protagonista assoluta dell’iniziativa, insieme all’Amministrazione pubblica.
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Negli stampati che descrivono l’evento si legge infatti che la partecipazione alla gara di pesca è subordinata all’obbligo, per i bambini, di iscrizione all’Arci, l’organizzazione di sinistra che da sempre è un feudo a senso unico degli eredi di Togliatti.
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Ancora una volta emerge il vero volto dell’Amministrazione locale, che fonda il suo operato sui dictat di partito, e non sulle reali esigenze dei cittadini.
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Le attività che realmente dovrebbero essere oggetto di interesse, anche per coloro che sarebbero disposti a investire per una crescita del territorio, vengono fagocitate dalla sfera di interesse di partito, che ha interesse a non ampliare e a diversificare socializzazioni di altro tipo, per mantenere una ferrea stretta egemonica sulla popolazione.
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Se avessimo un’Amministrazione dalle caratteristiche diverse, potremmo sperare inoltre di intraprendere un itinerario che si avvicinasse ad una sorta di imprenditoria collegiale, socialmente produttiva, suscettibile di autofinanziamento e di reinvestimento finalizzato all’esecuzione di progetti strutturati, che produca posti di lavoro e finalizzata al recupero di aree ambientali da valorizzare.
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Una sorta di imprenditoria pubblica, di stampo manageriale, creativa e produttiva, che lasci ampio respiro a coloro che potrebbero investire sul territorio, capace di recuperare gli investimenti dagli introiti derivanti dal successo economico elaborato dalle stesse iniziative.
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Il valore intrinseco di una mentalità fattivamente costruttiva andrebbe al di là dei risultati materiali, in quanto porrebbe Minerbio in una condizione di riferimento, a cui guardare con rispetto e con appetibile desiderio di collaborazione.
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Invece la chiusura politica, ahimè, tipica della mentalità che dal dopoguerra impera nel costrutto sociale delle nostre zone, impedisce una qualsiasi divagazione che non sia quella legata agli ambienti comunisti.
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A Minerbio sembra quasi di trovarsi in un territorio minato in cui nulla si può fare senza l’approvazione del Partito, come se vivessimo in un’area dedicata a progetti sperimentali, in cui si provano le strategie e le reazioni della gente, per definire poi di conseguenza un modus operandi  generale.
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Qui la gente è oltretutto assuefatta e inebetita da decenni di comunismo metamorfizzato, e recepisce senza battere ciglio qualsiasi nefandezza imposta dall’Amministrazione.
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In questi anni, nonostante i nostri ripetuti richiami ai minerbiesi su importanti problematiche del territorio, come ad esempio  la presenza di amianto o l’assedio delle barriere architettoniche, l’indifferenza regna sovrana.
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Le coscienze civiche, morali, etiche, sociali, e libertarie, dei minerbiese appaiono quasi ben collocate in un Paese che sta morendo, come se anch’esse  fossero sprofondate in un coma irreversibile, seguendo la triste agonia di Minerbio.
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Vi garantisco però che noi del blog siamo ben vivi e vegeti, e determinati a continuare a denunciare l’attività a dir poco deficitaria, anzi l’inoperosità, di una Amministrazione fatiscente e anch’essa morente.
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Vogliamo una Minerbio diversa, attiva e competitiva, in cui i nostri figli possano in futuro prosperare dinamicamente, e una società in cui prevalgano il merito e la libertà anziché le logiche di partito.
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Dissenso
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NEMICI DELL'UMANITA'

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Ho un interrogativo che da qualche tempo mi frulla in testa, a cui tento di dare delle risposte.
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Mi riferisco al fatto che il patron della Ditta ILVA di Taranto e il consiglio di amministrazione della società stessa siano a tutt’oggi liberi cittadini.
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Mi domando come mai, nonostante abbiano causato un vero e proprio disastro ambientale, non siano stati ancora incarcerati, ma anzi si arroghino il diritto di controbattere le decisioni del Giudice sulla nota vicenda.
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Costoro hanno inquinato l’aria e il suolo per decenni, dolosamente, consapevoli del danno che stavano arrecando, causando la morte per cancro di un numero imprecisato di vittime e provocando un danno ambientale di proporzioni bibliche.
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L’ILVA però, in tale contesto, parallelamente ha anche finanziato a suon di bigliettoni fruscianti i partiti politici italiani, per loro stessa ammissione, con donazioni di centinaia di migliaia di euro.
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Viene legittimo domandarsi se le due cose possano avere qualche punto di convergenza.
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E’ lecito domandarsi se questa generosità abbia ricevuto come riscontro un “via libera” dai politici di riferimento, che hanno permesso al colosso industriale di proseguire il suo percorso criminale.
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Non si spiega altrimenti come mai, in tutti questi anni non ci sia mai stata una decisa presa di posizione da parte del PD o del PDL su questo grave problema ambientale.
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Si sarebbe potuto correre ai ripari da molto tempo, ma ciò avrebbe comportato per l’ILVA un gravoso esborso di denaro, necessario a mettere i sicurezza gli impianti produttivi.
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La ricerca del profitto e l’avidità di coloro che hanno guidato l’azienda in questo percorso di consapevole disonestà hanno invece prevalso su una preferibile gestione onesta e responsabile.
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Anche ora, nonostante le prove evidenti del disastro ambientale e del pericolo per la salute dei cittadini, non solo di Taranto, i politici si schierano contro la magistratura a difesa dell’ILVA.
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Roboanti proclami dei partiti che sostengono Monti quotidianamente enfatizzano la necessità di sostenere un’azienda che offre lavoro ai cittadini di Taranto.
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I nostri politicanti evitano però accuratamente di ammettere che l’attività di questa industria viene svolta in maniera criminale da decenni, sulla pelle di vittime innocenti.
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Il Governatore Vendola è in perfetta sintonia con i rappresentanti del Governo, nel dire che l’Italia non si può permettere di rinunciare all’ILVA, ma si guarda bene dal dire che l’Ilva stessa è stata ed è uno dei maggiori finanziatori del PD.
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In quanti tra i nostri politici sono sul libro paga dell’acciaieria, consentendole di spadroneggiare sulla salute pubblica, a dispetto delle Leggi e della Magistratura ?
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Il malaffare continua quindi a imperversare nel nostro Paese, e accomuna i Partiti nella spartizione delle fette di una torta a cui nessuno vuole rinunciare.
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I politici sono oramai assuefatti ai più svariati privilegi e non rinunciano di certo a un finanziamento come quello offerto generosamente dal colosso di Taranto.
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Ecco perché in Italia si sono sviluppati anche altri colossi industriali, come quelli legati al mondo del trattamento dei rifiuti urbani.
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Invece di propendere verso un sistema di smaltimento che privilegi la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti, i nostri politici hanno ideato un sistema perverso, introducendo e incentivando l’uso degli inceneritori.
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Hanno creato infatti delle vere e proprie lobbies, facendo leggi ad hoc che permettessero loro di speculare, e di raggiungere enormi fatturati, a discapito però della salute dei cittadini.
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Gli inceneritori infatti lavorerebbero in passivo, se non potessero godere della tassa appositamente ideata per loro, e cioè quella denominata Cip6 che i cittadini pagano in bolletta.
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Paghiamo quindi di più per permettere agli inceneritori di guadagnare …
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Inoltre questi mostri inquinanti producono diossina, come dimostrano gli studi sull’inceneritore di Modena, e rilasciano sostanze inquinanti nell’atmosfera.
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Un sistema di raccolta differenziata invece costituirebbe una risorsa per le casse di qualsiasi Comune che lo adottasse, come dimostrano le diverse realtà già esistenti.
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Il fatto è che nei C.D.A. dei Gruppi che si occupano del trattamento dei rifiuti, proliferano e prosperano coloro che fanno parte dell’entourage politico dei Partiti stessi, e che quindi appartengono ad un circuito che fa dell’interesse economico e della speculazione l’obiettivo principale.
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I vari carrozzoni politici, attraverso cui i partiti drenano le risorse a disposizione, non prevedono di compiere azioni volte a tutelare gli interessi dei Cittadini e dell’ambiente in cui questi vivono, ma solamente a soddisfare la brama di denaro e di potere che accomuna l’insaziabile e corrotto sistema del malaffare.
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Gli inceneritori stessi sono lì a comprovarlo, così come l’ILVA di Taranto, e decine di altri mostri voraci che si nutrono della salute dei cittadini, portando con sé un carico di morte e disperazione.
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A Taranto si levano gli appelli contro la fabbrica della morte, come quello della pediatra che per 14 anni ha lavorato nel quartiere Tamburi, vicino all’impianto che dà lavoro a quindicimila persone,  e non riesce a trattenere le lacrime mentre ricorda i bambini malati o morti per colpa della diossina,  e quelli che non potevano giocare ai giardinetti perché troppo impregnati di sostanze tossiche..
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In questi anni L’ILVA uccideva sapendo di uccidere, al ritmo di 91 morti all’anno dal 2004 al 2010 (e solo nel quartiere Tamburi).
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L’inquinamento del mar Piccolo di Taranto ha raggiunto elevati livelli di inquinamento da diossina, rendendo impossibile la commercializzazione e la vendita del prodotto ittico per eccellenza del capoluogo pugliese : le cozze.
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I nostri politici, intanto accettavano allegramente le sostanziose donazioni dall’Ilva, e chiosavano allegramente tra di loro mentre i tarantini morivano di cancro.
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La popolazione locale assiste ad un forte incremento di ammalati che hanno contratto il tumore alla tiroide, oppure la leucemia nelle diverse forme in cui si presenta.
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La scia impressionante di sofferenza e di morte attraverso cui emerge la pesante responsabilità dell’intero mondo politico, insensibile alle grida di dolore della popolazione, è pari solo alla smisurata “sete di donazioni” che tanto ha ammaliato il PD, insieme al PDL, e molti altri partiti.
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Chi ha permesso tutto ciò deve essere sbattuto in galera, a partire dai proprietari dell’Ilva, passando per l’intero Cda della società e finendo con tutti i politici beneficiari di donazioni.
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Negli anni ’90 il massone Duilio Poggiolini, ex direttore generale del servizio farmaceutico nazionale del Ministero della Sanità, permise di commercializzare il sangue infetto, provocando la morte di oltre 2.600 persone, e parallelamente anche i politici attuali, dei nostri giorni, hanno consentito all’azienda Ilva di speculare sulla vita stessa dell’intera cittadinanza, compiendo un vero e proprio crimine contro l’umanità.
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Le nefandezze commesse da Gheddafi e da Saddam Hussein, sono state riconosciute come veri e propri crimini universali, contro i loro popoli e contro l’essenza stessa dell’umanità.
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Mi domando quale differenza ci sia tra loro e il proprietario dell’Ilva, tra i due defunti rais e i nostri politici corrotti, visto che entrambi hanno commesso reati che hanno portato ala morte di cittadini inermi.
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Anche l’Europa dovrebbe prendere posizione al riguardo, e i giudici delle Corti di giustizia europea, così come hanno puntato il dito contro i dittatori responsabili di crimini verso i rispettivi popoli, parimenti dovrebbero identificare e perseguire il gruppo industriale dell’Ilva, e i politici collusi con loro, come nemici dell’umanità.
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Dovrebbero mettere in galera tutti costoro, e buttare via la chiave.
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Questi farabutti sono tuttora impegnati a strafogarsi di benefici, accaparrandosi enormi profitti, mentre studiano il modo di prelevare quanti più soldi possibili dalle nostre tasche, passando per l’imposizione di gabelle di stampo medioevale, e la riduzione sostanziosa di posti letto in ospedale, fino alla prevaricazione totale effettuata dal braccio armato di cui dispongono :  equitalia.
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Gli omicidi di Stato lo stanno a dimostrare, sotto forma di suicidi di povera gente ridotta sul lastrico dalla crisi e dalla pressione fiscale.
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Tutti quegli imprenditori che non sono stati più in grado di fare fronte allo Stato nemico, hanno preferito togliersi la vita piuttosto che essere strangolati dalla lunga mano del fisco, che li avrebbe ridotti a manichini informi e privi di dignità.
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Intanto la politica si occupa di problematiche come quella della riforma elettorale, che nel contesto attuale è solamente fumo negli occhi della popolazione.
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La causalità di tumori in riferimento all’Ilva di Taranto era nota già dagli anni ’80, ed evidenziava un aumento della mortalità maschile dell’8 % legata a tumore della pleura e a mesotelioma.
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Successivamente è emerso che le diossine sono ben presenti nel latte materno, così come il piombo nelle urine.
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Lo stabilimento Ilva diffonde nell’atmosfera gas, vapori, sostanze aeriformi e sostanze solide (come le polveri), contenenti sostanze pericolose per la salute, come Benzo(a)pirene, IPA di varia natura e composizione, diossine, PCB, polveri di minerali ed altro.
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L’attività criminale dell’Ilva è stata proprio quella di infischiarsene di osservare tutte quelle misure idonee ad evitare la dispersione incontrollata di fumi e polveri nocive alla salute dei lavoratori e dell’intera popolazione.
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Parallelamente elargivano donazioni a tutti i partiti, o quasi… in modo molto generoso … per chiudere occhi e bocca di chi avrebbe potuto obbligarli a prendere provvedimenti.
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I comportamenti sono criminali da entrambe le parti, poiché conducono a itinerari di dolore, drammaticamente vissuti sulla pelle dei tarantini.
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Bersani, Berlusconi, Vendola, e compagnia bella, ma proprio non vi vergognate ?
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Ci costringete al blocco del traffico nelle nostre città, in nome della lotta all'inquinamento, e poi permettete all'ILVA di UCCIDERE la popolazione, chiudendo gli occhi sul loro operato e sui veleni che liberano nell'aria ?
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Come pensate che vi giudicheranno i tarantini che hanno dovuto subìre lutti in famiglia per colpa di coloro da cui voi avete preso soldi a palate ? 
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Dissenso
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giovedì 16 agosto 2012

I COMUNISTI E GLI INDAGATI DEL PD

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Gli eredi di Togliatti e di quel comunismo metamorfizzato che dal dopoguerra avvelena la società italiana, costituiscono l’organismo politico che prende il nome oggi di Partito Democratico.
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I suoi rappresentanti hanno eretto per anni intorno al Partito un’aura di purezza che li identificava come paladini delle minoranze, presentandoli come artefici di una società giusta ed equilibrata, tuonando contro coloro che approfittavano della loro posizione di comando per lucrare e speculare.
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La potente macchina disinformatrice dei comunisti, forte dei miliardi di lire ricevuti per decenni da Mosca, che da sempre rappresenta il loro soggetto politico ed economico di riferimento, ha permesso loro di mescolare le carte in tavola, presentando al popolo non più una realtà oggettiva, ma una serie di mistificazioni che dal dopoguerra in avanti nascondono gli innumerevoli scheletri nell’armadio della sinistra italiana.
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La manipolazione della verità, a tutti i livelli, è insita nella programmazione politica comunista e fa parte del retaggio culturale ereditato dalla simbiosi che per lungo tempo ha unito il comunismo russo a quello di casa nostra.
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L’assuefazione ai consistenti aiuti economici erogati dalla potenza comunista sovietica al PCI ha consentito ai comunisti italiani di sopravvivere, rendendoli interdipendenti alle decisioni politiche imposte dai gerarchi moscoviti.
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Abbiamo potuto assistere ad un vero e proprio pellegrinaggio ininterrotto, che per decenni ha condotto i massimi esponenti del PCI italiano a Mosca, al fine di manifestare una totale condiscendenza in cambio di denaro.
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Tutto ciò è ampiamente documentato e provato da numerosi documenti cui si è potuto accedere all’apertura degli archivi precedentemente segreti, sia a Mosca che nei Paesi in cui la sfera di influenza sovietica era imposta militarmente, con l’uso della forza.
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La doppiezza e l’ambiguità sono quindi le caratteristiche principali di chi si proponeva al popolo italiano come esempio di fulgido baluardo, in difesa dei valori costituzionali e di libertà.
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Parallelamente, per lunghissimo tempo, le schiere di intellettualoidi sinistroidi hanno allungato le loro mani sulla verità oggettiva, riuscendo a mistificarla e a renderla ostaggio di una interpretazione di parte, offrendola poi subdolamente modificata all’intera società, alle scuole, alle università, e ai media.
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Per troppo tempo un colpevole silenzio ha potuto incombere sulle tristi e spaventose realtà legate all’universo concentrazionario sovietico, come i gulag, o a quello cinese, come i laogai.
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L’istruzione e la didattica che hanno formato culturalmente le generazioni del dopoguerra, sono state spesso addomesticate e plasmate secondo i criteri che l’intellighenzia comunista ha proposto e modellato ad hoc.
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Ecco il perché oggi molte persone non sanno neppure cosa sia il gulag, o non abbiano mai sentito nemmeno nominare i criminali comunisti che hanno prodotto milioni di morti, come i famigerati Nikolaj Ezov, o Lavrentij Berija.
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L’opera di mistificazione continua incessante anche ai giorni nostri, portata avanti dai seguaci metamorfizzati di quel  criminale di nome Togliatti che ancora oggi viene denominato “il Migliore”.
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In nessuno dei nostri agglomerati urbani possono esistere, giustamente, una via o una piazza intitolate ad Adolf Hitler, a causa del suo ruolo di nemico dell’umanità e delle nefandezze compiute, ma in parecchie località, non solo italiane, svettano invece i nomi  di altri nemici dell’umanità, come Lenin o Stalin.
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Questi gerarchi sono responsabili della morte di milioni di vittime innocenti, ma la macchina disinformatrice comunista li ha preservati in un limbo particolare fatto di condiscendenza, tutelandoli e osannandoli, e proponendoli alle masse come interpreti della storia degni di meritare che sia loro intitolata e dedicata una piazza o una via.
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Le vicissitudini della politica italiana, dal dopo guerra ad oggi, hanno percorso itinerari che sempre di più hanno privilegiato la ricerca di risorse economiche per il partito di appartenenza o per il politico stesso, piuttosto che una reale attenzione verso le problematiche che affiggono il Paese.
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L’Italia è oggi sul punto di cadere in un baratro peggiore di quello in cui è sprofondata l’Argentina nel 2002, ma i rappresentati dei Partiti godono tutt’ora di elevati benefici finanziari e di scandalosi privilegi, cui non intendono affatto rinunciare.
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Il malaffare e la corruzione impregnano i Partiti a tutti i livelli, e l’arroganza dei politici è pari solo al loro menefreghismo verso il popolo italiano.
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PD, PDL, e UDC formano un unico fronte compatto nel sostenere Monti nel suo disegno politico, costituendo di fatto una immensa associazione a delinquere finalizzata al mantenimento di un potere marcio  e corrotto.
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A tale proposito, voglio citare alcuni esempi di come il PD, in Emilia Romagna, abbia  interpretato la sua leadership negli ultimi anni, e di come sia riuscito a navigare indenne in un oceano di nefandezze.
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Vorrei innanzitutto fare alcune considerazioni su un personaggio di spicco del PD, una guida carismatica dei seguaci del comunismo di Togliattiana memoria, e cioè Romano Prodi.
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E’ sufficiente aprire la pagina di wikipedia per farsi una idea abbastanza precisa del suo modus operandi.
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Si evincono palesemente le vicissitudini legate ai procedimenti giudiziari di cui è stato protagonista, e i suoi coinvolgimenti nei casi di scabrose problematiche finanziarie.
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Il nome dell’ex numero uno pidiessino ricorre con insistente frequenza a proposito di scandali come quello legato alla vendita della “Cirio” per cui fu indagato per abuso d’ufficio oppure per quello secondo cui avrebbe svolto consulenze per conto di Goldman Sachs e General Electric durante il suo mandato all’Iri.
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Successivamente alla sua nomina a Presidente dell’Iri fu coinvolto in un processo per conflitto d’interesse riguardo ad alcuni contratti di consulenza con Nomisma, di cui era dirigente.
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Nel 1981 fu chiamato a testimoniare davanti alla "Commissione Moro" riguardo ad un inquietante episodio, e cioè la partecipazione ad una seduta spiritica durante la quale venne fuori il nome di una località in cui fu poi scoperto un covo delle Brigate Rosse (Gradoli) in cui fu tenuto prigioniero Aldo Moro.
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Nel 2006 Romano Prodi fu indicato come “uomo di riferimento” del KGB in Italia, secondo le affermazioni  desunte dalle rivelazioni della spia russa Alexander Litvinenko morto poi per avvelenamento il 23 novembre dello stesso anno per mano di sicari sovietici.
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Prodi non è l’unico personaggio legato al mondo del PD di cui troviamo tracce consistenti nelle cronache giudiziarie e in vicende di malaffare.
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Bologna e la Regione Emilia Romagna, che costituiscono il perno attorno cui ruota l’universo comunista, offrono una visione sconcertante proprio dei personaggi di maggior spicco del Partito Democratico coinvolti in procedimenti penali.
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L’ultimo in ordine di tempo è proprio il presidente della Regione, Vasco Errani, di cui si attendono le dimissioni in caso di rinvio a giudizio per il reato di falso in atto pubblico.
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Anche l’ex vice di Errani, Flavio Delbono, ex Sindaco di Bologna, si dimise nel 2010 in seguito alle indagini che lo videro indagato per i reati di peculato, truffa aggravata e abuso d’ufficio.
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Sembra che un vero e proprio “trait d’union” unisca e colleghi i massimi vertici del Partito Democratico …
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Nel recente passato anche un altro illustre esponente del partito di Bersani, come l’ex Sindaco di Rimini, Alberto Ravaioli, è stato indagato dalla Magistratura per concorso in truffa, e la sua posizione è stata archiviata proprio in questi giorni.
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Il Partito Democratico di Piacenza, città natale di Pier Luigi Bersani , è attualmente sotto i riflettori della Giustizia, a causa del consigliere regionale Marco Carini, indagato per reati che vanno dalla truffa, all’abuso di ufficio, al falso ideologico in atti pubblici.
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Carini si era già distinto in passato per essere l’eletto in Regione con il maggior numero di assenze alle sedute del Consiglio Regionale.
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A proposito di Bersani, vorrei stigmatizzare un episodio che riguarda Emilio Riva, il patron dell’Ilva di Taranto.
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Nel periodo 2006/2007 l’imprenditore ha versato la somma di 98.000 euro  per finanziare personalmente, con questa donazione, proprio il numero uno del PD.
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Tutto regolare, certo, così come le altre donazioni al PDL, ma ciò che salta all’occhio è la prontezza e la disinvoltura con cui i partiti, PD compreso, chiudono entrambi gli occhi davanti al disastro ambientale compiuto da questi “donatori”, accettando il contributo con sollecitudine.
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Come definireste tutto ciò ?
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Ipocrisia congenita ?
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Mancanza di etica ?
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Assuefazione al ricevimento di denaro frusciante ?
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Dipendenza incurabile da qualsiasi contributo, indipendentemente dalla sua provenienza ?
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No comment…
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Gli episodi in cui il malaffare si insinua nella politica si sprecano, e le cronache dei giornali ne sono la testimonianza, così come i post su internet, da cui traspare una realtà nascosta e poco pubblicizzata.
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Il PD è un grande protagonista del mondo giudiziario italiano, a livello nazionale, e costituisce un vero e proprio serbatoio di indagati, di sospettati, di colpevoli, di corrotti, di collusi, di manipolatori, e di disinformatori.
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Quale alibi vorrà trovare la schiera di intellettualoidi comunisti per mistificare una realtà che da anni si palesa con chiarezza quotidianamente ?
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Si continueranno a difendere semplicemente puntando il dito verso gli oppositori politici ?
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La politica perennemente persecutoria con cui i comunisti crocifiggono gli avversari, autori di quegli stessi reati di cui si sono resi colpevoli anch’essi, prescinde da considerazioni di carattere etico e morale, ed è fine a sé stessa, sterile e improduttiva.
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Mi vengono alla memoria due citazioni evangeliche :
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Scagli la prima pietra chi è senza peccato ” ;
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Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo ?
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Potrei adattare alla situazione centinaia di detti e di aforismi che si adattano perfettamente al modus operandi dei comunisti italiani, ma a nulla varrebbe poiché schiere di fedelissimi della falce e martello, imperterriti, continuerebbero a proclamare la loro fede in Stalin, e a sventolare la bandiera rossa.
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Non mi rimane altro che continuare a segnalare tutto ciò che viene invece nascosto o non detto dal PD, portando quante più persone possibili a conoscenza delle loro nefandezze e della loro brama smisurata di potere.
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La gente deve conoscere gli inciuci che caratterizzando le politiche di partito del PD, che fagocita e gestisce interessi economici immensi, agendo da gran burattinaio verso quei personaggi che sposta e manipola all’interno dei vari CDA delle aziende inglobate.
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Gli interessi economici del Partito costituiscono la priorità, sostituendosi al bene della gente e di coloro che, stupidamente, lo hanno votato.
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La mia non è mancanza di rispetto verso questo tipo di elettori, poiché ritengo che chiunque abbia diritto di votare per chi preferisce, ma quando ci si trova di fronte a politici che ci danno questo esempio di vita… bè allora significa che il voto è espresso condizionatamente, per partito preso, a occhi chiusi, creando danno all’intera società civile.
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Auspico un futuro in cui i comunisti metamorfizzati siano finalmente scomparsi, per il bene della civiltà.
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Spero che la disinformazione comunista sia infine sopraffatta dal coro di voci che si levano a favore della verità, storica e contingente, decretando la fine di una tragica illusione.
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Dissenso
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Speech by ReadSpeaker