Articolo 21 della Costituzione Italiana

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sabato 21 luglio 2018

LE CICALE


Nelle calde e afose giornate dei mesi estivi tutte le aree verdi alberate del bolognese (e non solo) sono presidiate da un interprete assoluto di madre natura, un insetto che si impone con la sua presenza sonora : la cicala.
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Questo insetto appartiene alla Famiglia delle CICADIDAE (Westwood, 1840), dell’Ordine dei RHYNCHOTA, Sottordine HOMOPTERA AUCHENORRYNCHA, e Infraordine CICADOMORPHA.
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Le cicale esistenti sul territorio italiano sono di due Specie :
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Lyristes plebejus e Cicada orni (non molto diverse l’una dall’altra)
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Il colore della cicala è marrone scuro o verde ed ha una lunghezza che varia da 2,3 a 5,6 cm. e il corpo di forma tozza, la testa larga e due paia di ali trasparenti e membranose che a riposo sono posizionate a tetto al di sopra del corpo.
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Il maschio della cicala porta sotto l’addome un organo chiamato “stridulatore” che emette un forte suono, udibile a distanza, mentre le femmine emettono suoni secchi sfregando le ali (più deboli e simili allo schioccare delle dita), che permettono al maschio di individuarle.
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Il suono caratteristico emesso dalle cicale, chiamato anche “canto delle cicale”, è denominato “frinire” ed è continuo e tedioso, stridente, alto, e monotono.
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L'apparato sonoro è costituito da lamine (timballi) tese da tendini che le collegano a muscoli, sui lati dell'addome ;
per produrre il suono l'insetto contrae i muscoli e fa vibrare le lamine.
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Il suono viene amplificato da piccoli sacchi che fungono da camere d’aria per la risonanza sonora.
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Non si tratta quindi, come recitano alcune leggende metropolitane di  suoni prodotti dallo sfregamento di parti del corpo (come nella femmina), ma di suoni prodotti dalle vibrazioni delle lamine, prodotte appunto dagli esemplari maschi come richiamo sessuale.
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Ventiquattro ore dopo l’accoppiamento la femmina depone le uova nei tessuti della vegetazione, provocandone la deformazione detta galla o pseudogalla.
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Larva di cicala
Le larve, appena nate, iniziano una vita ipogea (sotto terra), la cui durata si può prolungare per tre o quattro anni (diciassette in una specie nordamericana), spostandosi per raggiungere le radici di cui si nutrono.
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Gli individui che raggiungono la maturità sono già molto simili agli adulti ma privi di ali e con le zampe anteriori adatte a a scavare il terreno, con le quali escono dal suolo e si arrampicano sugli alberi per effettuare la muta.
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Abbandonano l’intero involucro ninfale e dopo qualche ora sono già pronte per il primo volo e l’insetto, inizialmente verde azzurro, assume la livrea marrone scuro definitiva.
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Muta della cicala : l'involucro della ninfa

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Stranamente l’uscita dal sottosuolo delle cicale sembra essere sincronizzata poiché escono tutte insieme, nello stesso periodo di tempo, come se fossero regolate da un orologio interno.
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Probabilmente si tratta di una strategia evoluzionistica per sfuggire ai predatori.
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Le cicale si nutrono della linfa degli alberi che suggono tramide una piccola  proboscide e trascorrono l’intera vita (come insetti non ipogei) a “cantare” fino alla fine dell’estate, poi muoiono tutte insieme, maschi e femmine.
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La sua testa è tozza ed ha antenne cortissime, tre ocelli e due occhi, con vista eccellente (gli ocelli non percepiscono le immagini ma reagiscono all’intensità della luce e percepiscono le onde magnetiche della luce polarizzata).
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I predatori delle cicale adulte sono prevalentemente gli uccelli e le cavallette mentre allo stato larvale durante la vita ipogea sono preda delle talpe.
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La cicala è assolutamente innocua e non è dannosa per l’uomo (a parte il canto che può essere fastidioso), e costituisce un importante anello della catena alimentare in natura.
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Questo insetto va quindi rispettato, così come tutti gli altri appartenenti al Regno della Natura.
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Dissenso
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