Articolo 21 della Costituzione Italiana

Articolo 21 della Costituzione Italiana:
"TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA, CON LO SCRITTO E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE. LA STAMPA NON PUO' ESSERE SOGGETTA AD AUTORIZZAZIONI O CENSURE"

domenica 26 ottobre 2014

SCRITTORI DEL DISSENSO

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Segnalo ai lettori del Blog un nostro sito, di cui troverete il Link più sotto, che si occupa di far conoscere tutti quegli autori che con i loro scritti contribuiscono a squarciare il velo di omertà e di disinformazione delle sinistre.
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Ci proponiamo di mettere a disposizione un ricco database che comprende le biografie degli scrittori, la loro bibliografia, e le relative recensioni delle opere.
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Data la vastità delle informazioni trattate, il sito è perennemente in aggiornamento, sia per completarne le parti, che per migliorarne l’aspetto.
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Si accettano volentieri critiche e suggerimenti.
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Il tema principale, attorno al quale si muove l’interesse del sito, è quello che ci vede interpreti di una performance informativa che metta a nudo le pesanti responsabilità dei comunismi e delle nefandezze compiute in nome della filosofia marxista.
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Su piano intellettuale, politico, e dialettico, non ci discostiamo da questa linea di condotta, consci del fatto che per l’altro male assoluto, il nazismo, è già stato detto tutto, mentre riguardo al comunismo c’è ancora molto da sapere.
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Lo provano l’ignoranza che regna attorno a parole ai più sconosciute, quali :
gulag, foibe, marocchinate, laogai, Pol Pot, ecc, che purtroppo denotano appunto quanto sia necessario fare chiarezza su argomenti di interesse storico-politico-sociale volutamente e colpevolmente lasciati nell’oblio per troppo tempo.
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L’immagine che segue descrive, come titolo, il sito che proponiamo, seguita dal link a cui potrete collegarvi.
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martedì 21 ottobre 2014

Renzi vuol piazzare Errani e riparte il toto-rimpasto.


Per demolire quel che resta della corrente bersaniana, il premier intende portare a Roma l'ex governatore condannato.

Si parla dell' Economia, al posto di Legnini.

Dopo la cena di venerdì sera a Medolla, nel modenese, a Roma si è riaperto il toto-rimpasto.

È bastata una frase sibillina del premier rivolta a Vasco Errani per far ripartire il tam tam nel Palazzo.

Matteo Renzi era lì per accompagnare Stefano Bonaccini nella sua prima uscita ufficiale di campagna elettorale, da candidato alla presidenza dell'Emilia Romagna.

Una manifestazione nell'azienda Menù, risorta dopo il terremoto, e poi una cena elettorale.

E quando in sala è entrato l'ex governatore dimissionario Vasco Errani, il premier è sceso dal palco ed è andato ad abbracciarlo platealmente: «Non credere di essertela cavata così Vasco, avremo bisogno di te a Roma, per il partito e per il Paese», gli ha detto, davanti ai cronisti.

Ed è partita la standing ovation. Ieri a Roma non si parlava d'altro.

Palazzo Chigi ovviamente non commentava, ma nel Pd si facevano scommesse: «Errani al Nazareno? 

Non credo, sarebbe sprecato: è un uomo di governo», spiega un membro renziano della segreteria.

Che non nasconde la valenza anche interna della cosa: «Farlo entrare nell'esecutivo sarebbe il segnale che la "Ditta" bersaniana è stata definitivamente smontata e che, dopo Poletti e Bonaccini, tutta l'Emilia è diventata renziana».

L'ipotesi che circola con più insistenza è quella che Errani vada a sostituire Giovanni Legnini al ministero dell'Economia, nel ruolo chiave di trait d'union tra Palazzo Chigi e il Mef. [...]


venerdì 3 ottobre 2014

"Terremerse, Errani falsificò la relazione in vista delle elezioni"

Vasco Errani ordinò ai suoi dirigenti di mentire deliberatamente al fine di non perdere consenso elettorale in vista delle imminenti elezioni regionali in cui si sarebbe candidato per la terza volta. 
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E' questo il concetto chiave delle motivazioni (depositate ieri) della sentenza con cui la Corte d'appello l'8 luglio scorso ha condannato l'ex governatore a un anno per falso ideologico e i due dirigenti regionali Filomena Terzini e Valtiero Mazzottia un anno e due mesi per falso e favoreggiamento.
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La vicenda è quella relativa aTerremerse, la cooperativa agricola presieduta dal fratello maggiore di Vasco, Giovanni Errani, che ottenne illecitamente nel 2006 un finanziamento da un milione di euro dalla Regione per costruire una cantina vinicola a Imola. 
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A fine 2009 'Il Giornale' raccontò la vicenda ed Errani rispose mandando in Procura una relazione in cui si diceva che l'iter era regolare. 
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La relazione per il pm Antonella Scandellari fu un tentativo di depistaggio di Errani e dei dirigenti autori dell'atto.
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In primo grado l'ex governatore era stato assolto perché il gup Bruno Giangiacomo, pur ritenendo la relazione «frettolosa, negligente e superficiale», giudicò non ci fosse dolo da parte di Errani. 
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La Corte d'appello (giudice relatore Domenico Pasquariello, presidente Pierleone Fochessati) riconosce al gup di aver correttamente ricostruito i fatti, ma arriva a conclusioni opposte. 
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«La Corte ritiene che la relazione – scrivono – venne redatta con contenuto volutamente omissivo e fuorviante, in modo da fornire una falsa rappresentazione della regolarità della procedura relativa all'erogazione del contributo a Terremerse, al fine - di natura politica - di non alienare consensi sull'operato dell'amministrazione e del suo presidente con ciò dovendo nascondere gli illeciti operati da Terremerse e quindi da Giovanni Errani».
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Una deliberata menzogna, dunque, il cui movente era chiaro :
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«Occorre richiamare la genesi della redazione chiara e incontestata, e riferibile esclusivamente alla decisione e alla volontà del Presidente e che scopo dell'atto era, come riferito da tutti i soggetti coinvolti, quello di dare una risposta immediata e demolitoria alle accuse che avevano trovato ampia eco mediatica in periodo pre-elettorale (elezioni regionali del 2010). 
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Il fine dell'atto... era esclusivamente quello di tutelare a ogni costo l'immagine pubblica e politica del presidente, fine raggiungibile solo nascondendo le evidenti responsabilità di Giovanni Errani. 
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L'evidenza individualizzante del movente è coerente solo con la determinazione in capo al presidente Errani di far svolgere ai dirigenti un accertamento non imparziale, ma che avesse invece l'effetto di consentire di affermare che tutto era in regola» 
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di Gilberto Dondi (Bologna - il Resto del Carlino - 3 ottobre 2014)
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