Articolo 21 della Costituzione Italiana

Articolo 21 della Costituzione Italiana:
"TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA, CON LO SCRITTO E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE. LA STAMPA NON PUO' ESSERE SOGGETTA AD AUTORIZZAZIONI O CENSURE"

mercoledì 23 settembre 2020

PUTIN NON SI SMENTISCE !

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Putin non si smentisce mai, palesando nei fatti un modus operandi che nulla ha a che vedere con la democrazia e il rispetto dei diritti umani.

I sostenitori del nuovo Zar di Russia fingono di non sapere che Putin elimina fisicamente chiunque gli si opponga, anche solo dialetticamente, ricorrendo all’assassinio mediante sicari prezzolati che sparano alle vittime designate, come nel caso di Anna Politkovskaja e Anastasia Baburova, le due giornaliste della Novaja Gazeta, oppure ricorrendo al veleno.

Tutti conoscono il “caso” Litvinenko, l’ex agente dei servizi segreti del Kgb e poi dell’FSB divenuto in seguito un dissidente ostile a Putin, che morì a causa di un avvelenamento da radiazione per essere venuto in contatto con il polonio 210, un isotopo radioattivo  del polonio.

Poco prima dell’avvelenamento Litvinenko si era intrattenuto con gli ex agenti del KGB Andrei Lugovoi e Dimitri Kovtun in un bar di Piccadilly a Londra dove poi, in seguito ad indagini approfondite, furono infatti trovate tracce del letale elemento radioattivo.

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ALEXEJ NAVALNY

Recentemente Putin ci ha riprovato avvelenando Alexej Navalnj, il blogger e attivista politico che si oppone alle scelte dittatoriali del Cremlino, oltre che Segretario del Partito Democratico del Progresso, il quale che riunisce una formazione di cui precedentemente co-Presidente insieme a Boris Nemcov, assassinato nel febbraio 2015.

Putin i questo caso, come raramente accade, ha fallito il suo tentativo omicida poiché Navalny è sopravvissuto, grazie al fatto che l’aereo su cui si trovava il blogger in volo da Tomsk verso Mosca è stato fatto atterrare all’aeroporto di Omsk, in Siberia, per ricoverarlo d’urgenza nell’ospedale della città.

La moglie dell’attivista si è immediatamente attivata per evidenziare la situazione agli occhi della comunità internazionale, al punto che sia la Cancelliera tedesca Angela Merkel che il Presidente francese Emmanuel Macron ne hanno chiesto l’immediato trasferimento in una struttura ospedaliera in Germania.

Navalny, che in passato era già stato arrestato dalla Polizia di Putin, l’ex colonnello del KGB che spadroneggia nell’ex Unione sovietica come un novello Stalin, si è svegliato dal coma e gradatamente, grazie a 32 giorni di ricovero e di cure da parte dei sanitari tedeschi è finalmente guarito ed è stato dimesso dall’ospedale.

Gli esami clinici hanno riscontrato nell’organismo dell’attivista politico la presenza di un letale agente chimico del gruppo Novichok, come annunciato dal portavoce del Governo di Berlino Steffen Seibert, il quale ha ribadito come ciò sia a tutti gli effetti “una grave violazione della Convenzione sulle armi chimiche”.

Il disprezzo per i diritti umani in effetti è una prerogativa insita nell’essenza stessa di Putin che non esita a sbarazzarsi delle opposizioni in qualunque modo, con le pallottole e con i veleni.

Per chi non lo sapesse, il Novichok appartiene alla classe di agenti nervini, i pericolosissimi gas chimici volatili, prodotti nell’Unione sovietica tra il 1970 e il 1933, considerati armi di distruzione di massa molto potenti.

In questo particolare moneto storico Putin non deve aver apprezzato gli attacchi politici che gli ha rivolto Navalny a proposito di ciò che sta accadendo in Bielorussia.

Come si sa il dittatore Aleksandr Lukashenko, Presidente della Bielorussia, è un fantoccio manovrato da Putin, il quale ha messo gli occhi su quel Paese per proseguire il suo percorso di espansione territoriale denominato eurasiatismo.

Dopo la Cecenia, la Georgia, l’Ucraina e la relativa annessione della penisola di Crimea, ora gli appetiti totalitaristici di Putin si rivolgono infatti proprio verso la Bielorussia.

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2000  -  GROZNY RASA AL SUOLO DAI BOMBARDAMENTI RUSSI

Il dittatore Lukashenko, al potere dal 1994 dopo elezioni truccate contestate da manifestazioni oceaniche popolari in cui hanno partecipato oltre 250 mila persone, ha represso il dissenso con ogni mezzo a sua disposizione, ricorrendo alla tortura e appellandosi a Putin, minacciando il suo stesso Popolo di far intervenire militarmente la Russia per sedare le proteste.

Fra i suoi oppositori più determinati alcuni sono stati costretti a rifugiarsi all’estero, come la candidata alla Presidenza Svetlana Tikhanovskaya espatriata in Lituania, oppure come Veronika Tsepkalo che a suo rischio e pericolo ha scelto Mosca come palco da cui arringare le folle.

In tutto questo marasma emerge la figura di Putin, lo spietato assassino che attende lo sviluppo degli eventi, consapevole del fatto che ad un minimo cenno di Lukashenko potrà avere l’alibi per poter invadere il Paese con i suoi carri armati.

Putin poi provvederà a russificare i territori occupati, così come ha fatto in Cecenia e in Ucraina per giustificare davanti al consesso internazionale una qualche rivendicazione su base etnica, esattamente come fece il Maresciallo comunista jugoslavo Tito nei confronti dei territori giuliano dalmati.

L’unica differenza è che nei territori carsici della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia la dittatura comunista operò preventivamente, intervenendo con una sostituzione etnica che andava di pari passo con il genocidio programmato delle popolazioni italiane.

Nella penisola di Crimea invece Putin ha alimentato per decenni una russificazione costante dei territori, mediante l’afflusso di decine di migliaia di famiglie russe, costituendo un nucleo etnico a lui favorevole, da usare poi per vincere il referendum popolare in cui si chiedeva alle masse se volevano rimanere ucraini oppure “passare” sotto la dominazione russa.

Subito dopo questa vittoria pilotata, Putin ha subito inviato la sua preponderante forza bellica occupando l’intera Crimea, incurante delle proteste internazionali, e ponendo un altro tassello sul mosaico dell’Unione eurasiatica.

Il processo storico denominato eurasiatismo concretizza la visione politica del suo ideologo Aleksandr Dugin, e prevede per il futuro una estensione territoriale russa che va da Vladivostok a Lisbona, guidata da Putin.

L’ex agente del Kgb Vladimir Putin, che era di stanza a Berlino prima della caduta del famigerato muro, e che sparava alla schiena di coloro che tentavano di scappare dal comunismo, ora veste i panni del dittatore che espande i suoi territori a discapito delle Nazioni sovrane che si trovano sul suo cammino, come appunto l’Ucraina e la Bielorussia.

Dopo aver fagocitato la democrazia in Bielorussia, i suoi prossimi bersagli saranno quindi i Paesi baltici come Lettonia, Estonia, e Lituania ?

Oppure dovremo assistere ad una alleanza militare con l’altra potenza comunista mondiale, rappresentata dalla Cina di Xi Jinping?

Uno scenario che sfugge alle logiche odierne e che non trova immediati riscontri, ma che presenta elementi di fattibilità futura in chiave anti americana e anti occidentale, nell’eterno dualismo contrapposto.

Nel frattempo Di Maio prostituisce l’Italia a ciò che indica come ineludibile e cioè al gigante cinese, che attraverso la cosiddetta via della seta ci impone dictat e ricatti finanziari da cui difficilmente riusciremo a svincolarci, divenendo così un satellite dell’ex Celeste Impero.

La stupidità del pentastellato, il cui quoziente intellettivo è sicuramente inferiore a quello di uno scarafaggio, arriva a disprezzare i diritti umani su cui è imperniata la nostra stessa democrazia, e lo fa convinto di essere uno statista e non un “utile idiota”.

La relazione annuale di Amnesty international sui diritti umani riferisce che in Russia la situazione ha continuato a deteriorarsi e sono stati ulteriormente ridotti i diritti di espressione, di associazione e di riunione pacifica, mentre per contro è aumentata la repressione e le ritorsioni, così come le vessazioni e i maltrattamenti da parte della Polizia, la quale esegue arresti arbitrari, pesanti ammende e incarcerazioni.

Il rapporto di Amnesty prosegue confermando che il regime di Putin osteggia i difensori dei diritti umani e perseguita i gruppi religiosi come ad esempio i “Testimoni di Geova” colpendoli anche attraverso la tortura, una pratica diffusa che è garantita con l’impunità verso gli apparati polizieschi che la praticano.

La popolazione russa esprime sempre di più il proprio malcontento verso Vladimir Putin, che spadroneggiando nel Paese da oltre vent’anni, ha condotto il sistema politico in un crescendo di corruzione, di abusi ambientali e urbanistici che hanno favorito il degrado sociale e il peggioramento degli standard di vita generali.

Nonostante tutto ciò e nonostante l’annessione della Crimea la Russia, a cui era stato sospeso il diritto di voto nell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, ha ottenuto il reintegro in tale consesso riacquistando il diritto di voto.

La civile Europa, che è sempre di più connotata come l’Europa di Prodi e delle sinistre, ha sorvolato sulle centinaia di arresti che il regime di Putin ha effettuato in occasione delle sempre più numerose proteste di piazza e delle condanne penali inflitte ai manifestanti pacifici come ad esempio Vyacheslav Egorov, Andrey Borovikov, e Konstantin Kotov.

Pare che l’Europa da un lato dia segnali di preoccupazione verso alcuni comportamenti dei gerarchi comunisti o post tali, come nel caso dell’avvelenamento di Navalny, mentre dall’altro assume comportamenti referenziali e di sudditanza come nel caso dei rapporti commerciali con la Cina, la quale, ricordiamolo, è stata anche teatro delle Olimpiadi nel 2008 e ospiterà l’edizione invernale del 2022.

I parlamentari europei sono evidentemente refrattari alla lettura di testimonianze sulle atrocità commesse da Putin, come ad esempio in Cecenia, raccontate dalla giornalista Anna Politkovskaja attraverso i suoi reportage e i suoi libri.

Nel civile consesso europeo, caratterizzato dalla presenza massiccia di politicanti delle sinistre, si evita di rimarcare le atrocità commesse a Grozny, la capitale della Cecenia che fu rasa al suolo dai militari russi e dai mercenari di Putin che si abbandonarono a stupri, torture e mutilazioni contro la popolazione civile, in un crescendo di violenze indegne di ogni essere umano.

Anna Politkovskaja portò alla luce tutto ciò, riconducendo i crimini direttamente alle direttive di Putin che, per questo motivo, la fece uccidere da uno dei suoi sicari.

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L'odierna Europa, frutto del coito contro natura fra banche e marxismo

Personalmente affermo molto chiaramente che questa Europa mi fa schifo, in quanto complice sia dei misfatti di Putin che di quelli di Xi Jinping, e aggiungo che vorrei guardare negli occhi ogni singolo parlamentare europeo per esprimergli il mio vivo disprezzo.

Vorrei dire loro che il silenzio complice con cui esprimono la loro subdola indolenza li qualifica come complici e come individui dalla caratura morale più simile a quella di un tipo di fogna che a quella del parlamentare.

Del resto il comunismo ci ha sempre confermato che la sua stessa essenza si compone di odio e di violenza e a questo proposito viene da chiedersi come mai i politici del PD osannino Palmiro Togliatti definendolo con l’appellativo di “il Migliore” nonostante il fatto che la Storia affermi che sia stato un feroce criminale e assassino ?

Malafede ? Ignoranza ? Un irrazionale sentimento di odio insanabile ? Cervello da ratto ? Lesioni cerebrali ?

O forse un po’ di tutto questo, almeno a quanto appare dai discorsi dei sinistroidi e delle sardine …

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Dissenso

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martedì 14 luglio 2020

Trasformisti con la valigia...


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Con questo breve articolo vorrei puntualizzare, stigmatizzandolo, l’atteggiamento di quei politicanti, o mestieranti che dir si voglia, della politica italiana, che fanno del trasformismo camaleontico un elemento caratteristico del loro carrierismo in seno ai Partiti.
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In particolare mi soffermo sull’esodo dei Parlamentari italiani, emigrati (non clandestini) nelle accoglienti file di Fratelli d’Italia con elegante disinvoltura, che pur nel totale rispetto delle norme vigenti interpretano un ruolo trasformista quanto meno disarmante.
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Ne cito solo alcuni :
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Francesco SASSONE
da
Forza Italia
a
Fratelli d’Italia
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Galeazzo BIGNAMI
da
Forza Italia
a
 Fratelli d’Italia
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Marco LISEI
da
Forza Italia
a
Fratelli d’Italia
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Riccardo ERRA
da
Forza Italia
a
Fratelli d’Italia
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Rita SCHIEVANO
da
Movimento 5 stelle
a
Fratelli d’Italia
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Salvatore CAIATA
da
M5S - Gruppo Misto
a
Fratelli d’Italia
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Appare quanto meno imbarazzante il passaggio a Fratelli d’Italia degli ex appartenenti al gruppo bolognese di Forza Italia, per il fatto che esso sia coinciso con il calo al 6,8 per cento del partito di Berlusconi e il contemporaneo rialzo alla percentuale dell’8,8 per cento del Partito di Giorgia Meloni.
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Di sicuro rimane il fatto che Galeazzo Bignami, l’ex Capogruppo di Forza Italia alla Regione Emilia-Romagna, NON abbia cambiato casacca quando Forza Italia lo candidò alla Camera, dandogli la tanta agognata possibilità di diventare Deputato della Repubblica, ma solo una volta che il suo obiettivo era stato raggiunto.
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Il cambio di casacca è avvenuto infatti solamente dopo il concretizzarsi della meta, ma soprattutto in conseguenza delle fluttuazioni elettorali che successivamente modificarono gli assetti politici, incentivando evidentemente la trasmigrazione di Bignami e dei suoi fedelissimi verso  Fratelli d’Italia, oltre che di un folto gruppo di Consiglieri di quartiere dell’hinterland bolognese a lui legati (guarda caso!)
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Verrebbe quindi da pensare al classico caso in cui “quando la nave affonda i topi abbandonano la nave” !
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Mi chiedo, rivolgendo la domanda anche a Giorgia Meloni, se siano questi i politici a cui fare riferimento e di cui fidarsi per la programmazione politica futura, e se siamo sicuri del fatto che questo allegro cambio di casacca non si ripeterà a vantaggio (esclusivamente numerico) di altri Partiti.
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La facilità con cui questi personaggi passano da un Partito all’altro rende possibile il fatto che un partito diventi improvvisamente ostaggio di qualche leader o di eventuali correnti al suo interno, prodromicamente alla formazione di nuove realtà politiche che per costituirsi concorrono alla disgregazione del vecchio gruppo di appartenenza.

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E’ esattamente ciò che è accaduto nel PD, quando Matteo Renzi ha dato vita a Italia Viva, uscendo dal partito e portando con sé un folto numero di Parlamentari piddini, come Maria Elena Boschi, Roberto Giachetti, Davide Farone, Gennaro Migliore e molti altri.
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Il cambio di casacca è indice quindi di aleatorietà e sinonimo di incertezza, due elementi che di sicuro non producono un risultato che possa andare al di là di un eventuale vantaggio della immediata contestualità, ma che anzi costituiscono un pericoloso precedente per la stabilità del Partito stesso.
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Nel caso di Fratelli d’italia occorre considerare se sia opportuno affidare la gestione di prerogative culturali importanti, come la diffusione di argomenti basilari per il consolidamento del substrato ideologico di Partito, come l’anticomunismo, a personaggi che potrebbero essere interessati solo al carrierismo, come del resto indicherebbe il loro modus operandi.
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I FORZISTI BIGNAMI E LISEI con ANNA MARIA BERNINI
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Traggo queste considerazioni anche sulla base della mia esperienza personale in rapporto a trascorse interazioni proprio con il neo Deputato Galeazzo Bignami, nel periodo in cui era un uomo di punta dei Forza Italia.
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Premetto che come scrittore oggi ho al mio attivo una produzione letteraria di sei libri, tutti impostati su una visione storica del fenomeno comunista, che ne comprende i crimini e i criminali pressoché sconosciuti in Occidente, e uno a carattere autobiografico sulla Bologna rossa degli anni ’70.
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Tutti sono stati pubblicati grazie ad Amazon e disponibili in rete a prezzo modico.
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Proposi a Bignami una collaborazione che ricercasse il modo per poter diffondere tramite la macchina della politica l’anticomunismo espresso dalla mia produzione letteraria.
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I FORZISTI Lisei e Bignami
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Il mio scopo era quello di trovare il modo da contenere i prezzi per l’utente finale molto vicini allo zero, per consentire una diffusione osmotica e capillare che avrebbe arricchito culturalmente il Popolo delle destre.
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Evidentemente però il progetto di Bignami differiva notevolmente dal mio, poiché da quel momento in poi dovetti assistere ad un improvviso voltafaccia del politico di Forza Italia, fatto di silenzi e di comportamenti ostili, come quello di negarsi al telefono.
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Lisei e Bignami in FRATELLI d'ITALIA
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L’evidenza dei fatti, per quanto triste e disarmante, mi ha convinto del fatto che l’anticomunismo non sia quindi nelle corde dell’odierno Deputato della Repubblica, accolto con enfasi da Giorgia Meloni, la quale probabilmente non è nemmeno a conoscenza di tutto ciò.
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Resta il fatto che personalmente, visto il modus operandi che fino ad oggi ha segnato l’incedere quotidiano di Bignami, non affiderei a personaggi come lui alcun incarico dirigenziale, tanto meno di carattere culturale, intellettuale, o didattico.
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Fratelli d’Italia purtroppo sta invece facendo ponti d’oro a personaggi come lui, perdendo di vista il fatto che la base elettorale si conquista con gli approfondimenti ideologici e non con questa forma di clientelismo da cui ricavare un effimero vantaggio numerico …
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Dissenso
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lunedì 29 giugno 2020

E' QUESTA LA DESTRA ?

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Definizione di POLITICA :
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Secondo la definizione data dall'enciclopedia Treccani la Politica rappresenta il binomio fra la scienza e l’arte di governare, cioè la teoria e la pratica che hanno per oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello Stato e la direzione della vita pubblica.
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Etimologia, dal greco :
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Πόλις = Polis = Città = Stato
Πολίτης = Polites = Cittadino (sostantivo)
Πολιτικός = Politikos = Politico (Aggettivo)
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Nel XX° secolo l’Arte della politica è diventata il laboratorio pratico delle cosiddette teorie politiche, con cui si contrappongono fra i vari partiti le rispettive linee di pensiero.
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Va da sé che i contenuti ideologici che caratterizzano l’essenza dei Partiti ne costituiscano gli elementi prodromici al loro stesso incedere quotidiano.
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Ecco perché i contrapposti schieramenti dei Partiti che si affrontano nella dialettica Parlamentare del panorama costituzionale insistono per l’affermazione di determinati paradigmi piuttosto che di altri, riproponendo ciclicamente quegli archetipi da cui trae origine il proprio retaggio socio culturale e politico.
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Va da sé che destra e sinistra, in un eterno e strumentale gioco delle parti, si misurino in un confronto che tende a evidenziare e a riproporre schematismi collaudati, dogmi e assiomi di riferimento, correlazioni univoche e interpretazioni che vanno al di là dell’oggettività imparziale, determinando un carattere di riferimento a cui le masse possono attingere a seconda delle rispettive impostazioni ideologiche.
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Senza dubbio le sinistre sono maestre nel diffondere capillarmente i capisaldi delle loro linee guida principali, manovrando con grande destrezza per adattarne i neologismi alle variazioni contestuali che l’incedere del tempo e le variazioni strutturali della società richiedono.
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Le sinistre seguono esattamente questo modus operandi da decenni, a partire dal 1917, anno in cui Lenin iniziò un percorso che avrebbe condotto il comunismo ad affermarsi in tutto il pianeta.
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Oggi sappiamo che l’intero costrutto su cui l’evoluzione comunista ha fondato la sua evoluzione è frutto di una politica di odio e prevaricazione, in cui l’essenza stessa che lo compone rivela i tratti di un mostruoso apparato burocratico e ostile alle masse operaie e contadine.
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In pratica è l’esatto opposto di ciò che invece viene propagandato dalla linea politica comunista che si erge, addirittura, come baluardo a difesa delle classi sociali più disagiate.
Da questo tragico ossimoro possiamo evincere l’importanza della politica e del suo laboratorio intellettuale, attraverso cui risulta evidente la possibilità di mistificare la verità e la realtà dei fatti, addomesticandole a proprio uso e consumo.
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La politica espressa dalle sinistre dal dopoguerra ad oggi ha permesso loro di spaziare attraverso una didattica, frutto di un apparato intellettuale e disinformatore, che ha prodotto stereotipi di riferimento e falsi idoli, offerti alle masse come assiomi indiscutibili.
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Attraverso questa manipolazione costante delle coscienze, la politica delle sinistre ha potuto elevare al rango di eroi alcuni dei personaggi comunisti più sanguinari della Storia dell’umanità, come ad esempio Lenin, Tito, Togliatti, Che Guevara, e Mao Tse Tung.
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Per contro la destra, tranne alcune rare eccezioni, si astiene dal proporre l’anticomunismo così come di incentivare una consapevolezza culturale che fortifichi l’identità intellettuale del proprio substrato elettorale.
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Molti dei politici cui la Destra oggi si appoggia per raggiungere un consenso popolare significativo, sono impegnati solo nel raggiungimento di obiettivi prefissati che prevedono l’avanzamento della propria carriera in seno alle strutture che la politica stessa offre loro.
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Questi politicanti (è il termine giusto) ottengono l’agognato consenso solamente a causa del fatto che, cavalcando il malcontento  diffuso, si propongono come alternativi ad una classe dirigente incapace e parassitaria.
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E’ esattamente ciò che fece il Movimento 5 stelle (poi declassato a 5 stalle), fagocitando un numero sempre crescente di elettorato che permise loro di arrivare ai vertici di Governo.
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Nei programmi politici dei pentastellati però, così come in quelli delle destre, mancano i necessari riferimenti culturali e ideologici, sempre presenti negli schematismi intellettuali delle sinistre, che consentono ai Partiti di mantenersi in vita nonostante le variazioni di umore delle masse e i loro repentini  voltafaccia.
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Sappiamo tutti che i 5 stalle si sono lentamente ma inesorabilmente avviati verso l’implosione che li condurrà all’estinzione totale, vittime della loro stessa indole e della loro spiccata ambiguità, e siamo consapevoli anche del fatto che il Popolo italiano ha smascherato l’ipocrisia che li contraddistingue.
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Non c’è quindi null’altro che possa indurre un italiano sano di mente a perseverare nell’approvazione accondiscendente di questi parassiti, nemmeno un piccolo baluardo ideologico o una prerogativa intellettuale di riferimento che ne possa connotare l’identità.
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La solidità ideologica, d’altra parte, risulta essere minata anche negli schieramenti delle destre, avvelenata da personaggi che, a causa di un malcelato carrierismo che muove le loro azioni, ne compromettono l’esistenza stessa.
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Appartengono a questo microcosmo di “franchi tiratori”, molto più dannosi che non il tiro incrociato dei loro antagonisti, tutti coloro che risultano essere riconoscibili per la disinvoltura con cui trasmigrano da un Partito all’altro senza alcuna remora e a seconda della opportunità di carriera, oltre a tutti coloro che ostentatamente rifiutano a priori una politica incentrata sull’approfondimento culturale e didattico degli eventi storici e delle analisi intellettuali delle varie parti in causa, primo fra tutti l’esperimento di macelleria sociale noto come comunismo.
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A causa dell’ottusità di coloro che possiamo considerare  come talebani, nonostante la loro dichiarata appartenenza all’universo delle destre, una rilevante percentuale del Popolo italiano è completamente all’oscuro sia dei crimini che dei nomi dei criminali che compongono il gotha internazionale del comunismo.
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Come sbugiardare le sinistre quando ci propongono come esempio e punto di riferimento da seguire il famigerato Palmiro Togliatti, denominato ancora oggi con il vezzeggiativo di “il Migliore” , se non ne conosciamo la biografia e i crimini commessi ?
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Come far sapere a tutti che il comunismo ha prodotto cento milioni di vittime nel secolo scorso, se non si conosce la storia russa dalla nascita del bolscevismo ai nostri giorni ?
Eppure ci sono molti personaggi di spicco delle destre che davanti a proposizioni letterarie che approfondiscono queste tematiche, non solo le rifiutano snobbandole, ma le boicottano con decisione.
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E’ esattamente ciò che accade a me, quando ciclicamente mi dedico a pubblicizzare i libri che ho finora scritto e pubblicato su Amazon, divulgandone gli opuscoli informativi e proponendoli sui vari social a partire da Facebook.
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Ho scritto varie volte ad alcuni di quei personaggi che poi ho dovuto riconoscere come talebani proprio per il loro atteggiamento ostile verso chi, come me, fa anticomunismo su base dialettica, culturale, e didattica.
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Innanzitutto vi propongo il depliant in questione, così come lo diffondo in rete, senza orpelli e propositivo :
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E’ giusto ora che gli elettori conoscano quali siano i personaggi che fino ad oggi hanno snobbato e boicottato la mia produzione letteraria, come se questa fosse contraria ai loro princìpi politici e come se il loro autore e l’anticomunismo fossero nemici da combattere.
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Il primo "talebano" che voglio segnalarvi è il mio concittadino Galeazzo Bignami, figlio di un volto storico della destra bolognese, Marcello, che ebbi il piacere di conoscere personalmente.
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Con Galeazzo ho intrattenuto una interazione collaborativa qualche anno addietro, quando intrapresi una personalissima battaglia contro il PD e il Sindaco che lo rappresentava nel Comune di Minerbio, il Paese in cui a quei tempi risiedevo.
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La mia attività politica di contrasto condotta insieme a mio figlio, uniche realtà effettive di opposizione al PD trovarono una proficua collaborazione in Galeazzo, desideroso di espandere la sua sfera di influenza in un territorio di cui condivideva l’elettorato con Alberto Vecchi, un suo antagonista “interno” al Partito cui allora apparteneva, e cioè il Pdl.
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Le dinamiche attraverso cui la nostra interazione raggiunse ottimi risultati passarono attraverso una incessante proposizione alla cittadinanza di letture che spaziavano dall’offerta di volantini a quella di un giornalino periodico, diffusi entrambi sul territorio da mio figlio e al sottoscritto in concomitanza di periodici banchetti informativi.
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Il risultato fu che, in occasione di una tornata elettorale, causammo al PD un “danno storico”,  riducendo il suo elettorato a valori di consenso mai così minimi dal dopoguerra a quei giorni.
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Venendo alla quotidianità odierna e a Bignami, che interpellai in merito alla mia produzione letteraria, va detto che dopo la mia proposta di collaborazione mirata alla diffusione dell’anticomunismo dovetti registrare una assoluta mancanza di interesse da parte sua, nonostante il fatto che nel frattempo fosse stato eletto Deputato alla Camera.
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Il suo successivo e disinvolto abbandono di Forza Italia per diventare membro di Fratelli d’Italia, coincise con una maggiore quanto immotivata ostilità nei miei riguardi, al punto che da quei giorni in poi si è sempre negato al telefono.
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Ho quindi provveduto a muovermi autonomamente per la pubblicazione dei miei scritti, trovando in Amazon un valido partner che mi ha consentito di realizzare il mio progetto.
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Successivamente, rifiutandomi di credere che il comportamento e l'inerzia di Galeazzo fossero dovute ad una sorta di appagamento per aver raggiunto l’agognato obiettivo parlamentare, ho riprovato a “postare” sulla sua pagina Facebook un depliant informativo con cui pubblicizzavo la mia produzione letteraria.
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Con mia grande sorpresa e con notevole disappunto ho dovuto però constatare che quasi contestualmente il mio post era stato cancellato, palesando apertamente un vero e proprio disprezzo rivolto da Bignami non tanto verso di me quanto verso ciò che i titoli dei miei libri rappresentavano, e cioè un impegno intellettuale nella lotta al comunismo.
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Bignami, evidentemente senza alcuna motivazione e nel silenzio arrogante più assoluto, ha talebanizzato il mio tentativo di diffusione letteraria, ribadendo così la sua decisa ostilità verso chi con il proprio impegno si batte da oltre quarant’anni per dare risalto e diffusione alla conoscenza dei crimini e dei criminali comunisti.
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Ho riprovato di nuovo a postare l’opuscolo informativo, ottenendo però il medesimo risultato : cancellato !
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Parallelamente mi sono rivolto al Popolo della rete, riscontrando un piacevole successo, tranne che per alcuni altri elementi del tutto simili, come modus operandi, a Bignami.
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Mi riferisco a Marco Lisei, politico di Fratelli d'Italia in regione Emilia-Romagna, che dopo avermi ringraziato per il suggerimento con cui lo incitavo a prodursi in un maggiore impegno in chiave anticomunista, ha poi pensato bene di ignorarmi, senza nemmeno rispondere ai miei successivi messaggi interlocutori.
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Fabio Schiuma di “Riva Destra”, nonostante gli abbia contestato il fatto che continui ad ignorare i miei suggerimenti culturali, proposti a più riprese, manifesta a tutt'oggi un totale disinteresse verso l’anticomunismo, a dispetto del suo roboante proclamarsi “di destra” .
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Dopo la vittoria del PD nelle elezioni regionali del 2019 ho scritto al Senatore Alberto Balboni di Fratelli d’Italia nel mese di dicembre, manifestandogli le mie perplessità per il modus operandi con cui le destre continuano ad incedere.
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Ecco lo screening del testo :
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Non avendo ricevuto nemmeno il più piccolo cenno di riscontro, segno di una assoluta indolenza del mio interlocutore e del suo categorico rifiuto di affrontare un qualsivoglia contraddittorio, sebbene costruttivo, ho riscritto nuovamente al Senatore Balboni nel mese di febbraio 2020.
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Ecco il testo :
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Anche in questa occasione il silenzio di tomba ha reso sterile una interazione fra un membro dell'elettorato e la classe dirigente, che in realtà non c’è mai stata.
I maggiori rappresentanti dei Partiti di destra non consentono di scrivere sulle loro pagine Facebook, relegando chiunque al ruolo di semplice lettore e inibendo qualsiasi interlocuzione o dialogo interattivo.
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In alcune Community, hanno accettato di postare l’opuscolo informativo ma esclusivamente e limitatamente al loro diario, tenendolo rigorosamente entro quei limiti, come a nasconderlo e manifestando così una palese mancanza di interesse verso la diffusione dei crimini e dei criminali comunisti, come nel caso di “A tutta destra” il cosiddetto “Giornale online di area” gestito dall’Avv. Stenio Bove.
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La maggior parte delle pagine aperte da Fratelli d’Italia in riferimento alle singole entità territoriali nazionali, fanno risalire gli ultimi aneliti esistenziali al 2014, anno delle elezioni amministrative, evidenziando così il fatto che l’unico motore che spinse il gruppo politico a interagire con il Popolo della rete non fu quello informativo e culturale, basato su una simbiosi di intenti dallo squisito sapore intellettuale, ma anzi una subdola quanto contestuale esigenza elettorale, dopodiché il nulla.
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La riprova di ciò è data dal fatto che ora, avvicinandosi di nuovo la data delle prossime elezioni amministrative, queste pagine si rianimano e riprendono vita.
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Cito solo alcune delle innumerevoli Pagine di Fratelli d’Italia che si ergono come spettrali fantasmi a testimoniare il disinteresse e l’inettitudine dei politici che guidano tale compagine politica, tralasciando quelle che sono appena resuscitate dopo anni di auto-ibernazione :
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Fratelli d’Italia  -  Non fa postare
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Fratelli d’Italia Agosta - Non fa postare
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Fratelli d’Italia An Cori -  Pagina scomparsa da Facebook
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Fratelli d’Italia An LatinaOvestmare  -Pagina scomparsa da Facebook
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Fratelli d’Italia Arcore - Non fa postare
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Fratelli d’Italia Bagheria - Non fa postare
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Fratelli d’Italia Bologna – Non fa postare
Ho scritto loro, manifestando il mio disappunto.
Ecco il testo, a cui non è mai stata data alcuna risposta :
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Fratelli d’Italia Bologna Città Metropolitana - Cancella immediatamente il mio opuscolo anticomunista, non appena lo posto sulla loro pagina.
Ho scritto loro, manifestando il mio disappunto.
Ecco il testo, a cui non è mai stata data alcuna risposta :
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Fratelli d’Italia Bologna Provincia  - Dimostrano un disinteresse assoluto per l’anticomunismo.
Ho scritto loro, manifestando il mio disappunto.
Ecco il testo, a cui non è mai stata data alcuna risposta :
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Fratelli d'Italia Bolzano - Pagina scomparsa
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Fratelli d'Italia Busto Arsizio - Non fa postare
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Fratelli d'Italia Campi Flegrei - Ferma al 2014
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L'elenco è lunghissimo ma queste indicazioni dovrebbero essere sufficienti per indicare lo stato di indolenza e di colpevole menefreghismo che avvelena l'apparato comunicativo delle destre, in particolare di Fratelli d'Italia e dei politici (o politicanti) che vi si annidano come parassiti.
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Proseguendo nell'elencare le pagine Facebook che pur sventolando bandiere tricolori e proclami dal sapore nostalgico evitano accuratamente di favorire l'anticomunismo da me proposto, eccone alcune :
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Fuori dall'Europa - Lascia gli articoli che vengono postati dai visitatori in sospeso, senza mai pubblicarli.
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Futura - Quasi tutte le pagine che fanno riferimento a questo gruppo sono inattive, mentre le altre sono comunque per nulla ricettive sull'argomento da me proposto.
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GIOVENTU' NAZIONALE BOLOGNA  -  Non ha mai risposto alle mie comunicazioni, che sono state le seguenti :
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Fortunatamente il Popolo delle Destre che affolla Facebook ha recepito con entusiasmo la mia proposta culturale, dandomi così, nel mio piccolo, la possibilità di diffondere l'anticomunismo al suo interno.
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Se i vertici delle destre estraessero la testa da sotto la sabbia e prendessero coscienza del fatto che il substrato ideologico del proprio elettorato non può prescindere da una appropriata cultura identitaria che passa attraverso la conoscenza del nemico comunista, forse si potrebbero consolidare le fondamenta, oggi compromesse, dell'intero apparato socio politico.
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Indico un'ultima pagina Facebook, intestata ad un personaggio che primo fra tutti dovrebbe avere a cuore i sentimenti politici e ideologici delle persone che simpatizzano per la destra.

Si tratta della Senatrice leghista Lucia Borgonzoni, che ha ricoperto incarichi di governo come Sottosegretario di Stato, alla quale ho inviato i seguenti messaggi:
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Come tutti possono vedere, non si tratta quindi di posizioni isolate, ma di un sistema diffuso, un malcostume intellettuale che è drammaticamente connotato come esempio di disinformazione, pernicioso e deleterio, che può produrre solo distacco anziché coesione, incertezza anzichè sicurezza, in un proseguo certamente letale per la sopravvivenza delle destre.
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In mancanza delle necessarie basi culturali, infatti, qualunque formazione politica si trova ad essere in balìa delle mutevoli trasformazioni geopolitiche e sociali che turbinosamente si affacciano nella quotidianità popolare ed é quindi sufficiente il verificarsi di alcuni fraintendimenti per rompere l'equilibrio che ha spostato i favori dell'elettorato in una direzione piuttosto che in un altra.
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I comunisti hanno capito molto bene questo meccanismo e si adoperano da decenni per fagocitare le coscienze, addomesticandone la preparazione culturale, scolarizzata e manipolata a proprio uso e consumo in maniera piuttosto efficace, al punto che nonostante i cento milioni di vittime prodotte dal comunismo nel secolo scorso, questo risulta essere ancora vivo e vegeto insieme ai suoi eredi poli-metamorfizzati.
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I personaggi sopra descritti quindi, svolgono un ruolo estremamente dannoso per lo sviluppo culturale delle destre, e la loro inerzia è prodromica ad una inevitabile implosione.
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Questo articolo non modificherà certamente il trend che le destre hanno adottato di fronte agli elettori, ma certamente costituisce una testimonianza a futura memoria da leggere quando il comunismo si approprierà definitivamente della Democrazia, e con la quale potremo puntare il dito verso chi lo ha permesso.
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Dissenso
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