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Con
questo breve articolo vorrei puntualizzare, stigmatizzandolo, l’atteggiamento
di quei politicanti, o mestieranti che dir si voglia, della politica italiana,
che fanno del trasformismo camaleontico un elemento caratteristico del loro
carrierismo in seno ai Partiti.
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In
particolare mi soffermo sull’esodo dei Parlamentari italiani, emigrati (non
clandestini) nelle accoglienti file di Fratelli d’Italia con elegante
disinvoltura, che pur nel totale rispetto delle norme vigenti interpretano un
ruolo trasformista quanto meno disarmante.
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Ne
cito solo alcuni :
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Francesco
SASSONE
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da
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Forza Italia
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a
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Fratelli
d’Italia
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Galeazzo
BIGNAMI
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da
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Forza Italia
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a
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Fratelli d’Italia
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Marco
LISEI
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da
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Forza Italia
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a
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Fratelli
d’Italia
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Riccardo
ERRA
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da
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Forza Italia
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a
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Fratelli
d’Italia
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Rita
SCHIEVANO
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da
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Movimento 5 stelle
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a
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Fratelli
d’Italia
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Salvatore
CAIATA
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da
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M5S - Gruppo Misto
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a
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Fratelli
d’Italia
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Appare
quanto meno imbarazzante il passaggio a Fratelli d’Italia degli ex appartenenti
al gruppo bolognese di Forza Italia, per il fatto che esso sia coinciso con il
calo al 6,8 per cento del partito di Berlusconi e il contemporaneo rialzo
alla percentuale dell’8,8 per cento del Partito di Giorgia Meloni.
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Di
sicuro rimane il fatto che Galeazzo Bignami, l’ex Capogruppo di Forza Italia
alla Regione Emilia-Romagna, NON abbia cambiato casacca quando Forza Italia lo
candidò alla Camera, dandogli la tanta agognata possibilità di diventare Deputato
della Repubblica, ma solo una volta che il suo obiettivo era stato raggiunto.
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Il
cambio di casacca è avvenuto infatti solamente dopo il concretizzarsi della
meta, ma soprattutto in conseguenza delle fluttuazioni elettorali che
successivamente modificarono gli assetti politici, incentivando evidentemente
la trasmigrazione di Bignami e dei suoi fedelissimi verso Fratelli d’Italia, oltre che di un folto
gruppo di Consiglieri di quartiere dell’hinterland bolognese a lui legati
(guarda caso!)
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Verrebbe
quindi da pensare al classico caso in cui “quando la nave affonda i topi
abbandonano la nave” !
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Mi
chiedo, rivolgendo la domanda anche a Giorgia Meloni, se siano questi i
politici a cui fare riferimento e di cui fidarsi per la programmazione politica
futura, e se siamo sicuri del fatto che questo allegro cambio di casacca non si
ripeterà a vantaggio (esclusivamente numerico) di altri Partiti.
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La
facilità con cui questi personaggi passano da un Partito all’altro rende
possibile il fatto che un partito diventi improvvisamente ostaggio di qualche
leader o di eventuali correnti al suo interno, prodromicamente alla formazione
di nuove realtà politiche che per costituirsi concorrono alla disgregazione del
vecchio gruppo di appartenenza.
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E’
esattamente ciò che è accaduto nel PD, quando Matteo Renzi ha dato vita a
Italia Viva, uscendo dal partito e portando con sé un folto numero di
Parlamentari piddini, come Maria Elena Boschi, Roberto Giachetti, Davide
Farone, Gennaro Migliore e molti altri.
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Il
cambio di casacca è indice quindi di aleatorietà e sinonimo di incertezza, due
elementi che di sicuro non producono un risultato che possa andare al di là di
un eventuale vantaggio della immediata contestualità, ma che anzi costituiscono
un pericoloso precedente per la stabilità del Partito stesso.
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Nel
caso di Fratelli d’italia occorre considerare se sia opportuno affidare la
gestione di prerogative culturali importanti, come la diffusione di argomenti
basilari per il consolidamento del substrato ideologico di Partito, come
l’anticomunismo, a personaggi che potrebbero essere interessati solo al
carrierismo, come del resto indicherebbe il loro modus operandi.
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Traggo
queste considerazioni anche sulla base della mia esperienza personale in
rapporto a trascorse interazioni proprio con il neo Deputato Galeazzo Bignami,
nel periodo in cui era un uomo di punta dei Forza Italia.
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Premetto
che come scrittore oggi ho al mio attivo una produzione letteraria di sei
libri, tutti impostati su una visione storica del fenomeno comunista, che ne
comprende i crimini e i criminali pressoché sconosciuti in Occidente, e uno a
carattere autobiografico sulla Bologna rossa degli anni ’70.
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Tutti
sono stati pubblicati grazie ad Amazon e disponibili in rete a prezzo modico.
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Proposi
a Bignami una collaborazione che ricercasse il modo per poter diffondere
tramite la macchina della politica l’anticomunismo espresso dalla mia produzione
letteraria.
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Il
mio scopo era quello di trovare il modo da contenere i prezzi per l’utente
finale molto vicini allo zero, per consentire una diffusione osmotica e
capillare che avrebbe arricchito culturalmente il Popolo delle destre.
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Evidentemente
però il progetto di Bignami differiva notevolmente dal mio, poiché da quel
momento in poi dovetti assistere ad un improvviso voltafaccia del politico di
Forza Italia, fatto di silenzi e di comportamenti ostili, come quello di
negarsi al telefono.
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L’evidenza
dei fatti, per quanto triste e disarmante, mi ha convinto del fatto che
l’anticomunismo non sia quindi nelle corde dell’odierno Deputato della
Repubblica, accolto con enfasi da Giorgia Meloni, la quale probabilmente non è
nemmeno a conoscenza di tutto ciò.
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Resta
il fatto che personalmente, visto il modus operandi che fino ad oggi ha segnato
l’incedere quotidiano di Bignami, non affiderei a personaggi come lui alcun
incarico dirigenziale, tanto meno di carattere culturale, intellettuale, o
didattico.
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Fratelli d’Italia purtroppo sta invece facendo
ponti d’oro a personaggi come lui, perdendo di vista il fatto che la base elettorale
si conquista con gli approfondimenti ideologici e non con questa forma di
clientelismo da cui ricavare un effimero vantaggio numerico …
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Dissenso
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