Articolo 21 della Costituzione Italiana

Articolo 21 della Costituzione Italiana:
"TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA, CON LO SCRITTO E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE. LA STAMPA NON PUO' ESSERE SOGGETTA AD AUTORIZZAZIONI O CENSURE"

martedì 28 gennaio 2014

AMIANTO, TUMORI IN AUMENTO IN EMILIA-ROMAGNA.

AMIANTO, IL REGISTRO REGIONALE NON ARRIVA. 
"VERGOGNA ASPETTIAMO DA 12 ANNI".
TUMORI IN AUMENTO IN EMILIA-ROMAGNA.
2334 TUMORI ACCERTATI.
 
In Friuli-Venezia Giulia esiste dal 2001, in Emilia Romagna la Regione sta prendendo tempo, e dichiara di stare valutando se creare o meno un registo degli ex esposti all’amianto, cioè di tutte quelle persone che sono entrate in contatto, per motivi lavorativi e non, con la polvere dell’amianto. Il consigliere regionale Roberto Sconciaforni della Federazione della Sinistra ha chiesto alla Giunta Errani quando sarà creato un registro simile a quello friulano.


Un ritardo, quello della regione emilia romagna, che Vito Totire dell’associazione esposti all’amianto definisce vergognoso. “E’ 12 anni che aspettiamo, non c’è nessuna difficoltà tecnica”.

“Da decenni chiediamo un registro che monitori gli ex esposti, vogliamo ragionare con le persone in vita e fare così prevenzione – spiega Totire – I costi economici sono un abbaglio se vengono considerati un ostacolo. E’ molto più dispendiosa la situazione attuale dal punto di vista sociale e da quello sanitario. Oggi come oggi il lavoratore è abbandonato a sé stesso, costretto ad una spirale di esami a volte inutili. Secondo noi l’istituzione di un registro degli ex esposti all’amianto rappresenterà anche un risparmio per il servizio sanitario in regione”. Totire fa anche notare l’esistenza di un registro regionale degli ex esposti al Cvm, sostanza tossica portata alla ribalta grazie al processo per le morti al Petrolchimico di Porto Marghera.

L’incidenza del mesotelioma pleurico, tumore legato all’esposizione all’amianto, sta salendo vertiginosamente. Nel 1996 se ne sono registrati 73, nel 2012 più del doppio, 152. In totale, anno dopo anno, a fine 2013 risultavano archiviati 2.334 tumori legati all’amianto. (LINK)

Alcuni dati (LINK):

In Emilia-Romagna sono in aumento i casi di mesotelioma, il tipico tumore causato dall'esposizione all'amianto. 
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Dal 1996 la regione ha istituito un registro regionale dei mesoteliomi, nel quale a fine 2013 risultano archiviati 2.334 tumori. 
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Il trend dal 1996 "è in aumento- fa sapere la giunta Errani- dai 73 casi del 1996 ai 152 del 2011 e del 2012". 
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In oltre mille casi l'esposizione è stata classificata come professionale, in 144 casi non professionale: 89 familiare, 34 ambientale, 21 legata ad attività extra-lavorative. 
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In altri 373 casi la maggior parte di mesoteliomi nati da cause non lavorative riguardano le donne (100, mentre gli uomini sono 44) e si tratta di esposizione soprattutto di natura familiare (79), "in quanto congiunte con persone professionalmente esposte". 
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Sono invece 15 i casi di mesoteliomi in donne che hanno "abitato in vicinanza di aziende con utilizzo di quantità rilevanti di amianti", mentre sei sono i tumori nati da esposizioni extra lavorative. 
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Per quanto riguarda gli uomini, dieci soggetti hanno subito un'esposizione familiare, 19 ambientali e 15 per aver "manipolato materiali contenenti amianto" non sul luogo di lavoro.
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Dal quadro fornito dalla regione emerge anche che l'Ausl di Bologna ha realizzato studi di mortalità in due aziende che usavano amianto e ha in programma di estendere queste indagini. 
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Alle ex officine Casaralta sono stati monitorati circa 2.000 lavoratori tra il 1960 e il 1986: al 31 dicembre 2008, data di conclusione dello studio, risultavano deceduti per cause correlate all'amianto 125 lavoratori. Un secondo studio è stato realizzato alle Ogr, in due tappe: la prima tra il 1957 e il 1990, la seconda ancora in corso. I dati, ancora incompleti, segnalano 168 decessi per patologie correlate all'amianto. 
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sabato 25 gennaio 2014

OBIETTIVO RAGGIUNTO. Eternit, qualcosa si muove.

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Sembra che, nonostante tutto, nonostante l'apparente disinteresse sul problema amianto a Minerbio, qualcosa si muova, in positivo.
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Le nostre attività di segnalazione e di informazione sui problemi che attanagliano il territorio, oltre alle proteste che tanto fastidio sembrano aver recato all’Amministrazione comunale, come dimostra la querela fatta dal Primo Cittadino nei confronti del blog, hanno comunque prodotto buoni risultati per Minerbio.
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Lo comprovano diversi lavori effettuati dall’Amministrazione comunale, iniziati solamente dopo le nostre ripetute segnalazioni e la nostra insistenza su quelle problematiche che, a nostro parere, dovevano essere affrontate e risolte.
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Abbiamo contraddistinto queste proteste, dividendole tra quelle che noi consideriamo "obiettivi raggiunti" e quelle che sono tuttora "battaglie in corso".
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Tra gli obiettivi raggiunti c'è la realizzazione, da parte dell'Amministrazione comunale, dell'isola spartitraffico davanti all'Istituto Comprensivo, dopo lunga insistenza da parte nostra e dopo che una mamma e i suoi tre bambini sono stati investiti sulle striscie pedonali.
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Alcune barriere architettoniche sono state abbattute, anche se molte altre sono ancora ben salde a testimoniare la ingloriosa differenza tra una Amministrazione civile (inesistente) e una di stampo “talebano” (quella minerbiese).
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La nostra incessante opera di segnalazione e di informazione si è svolta in direzione anche di  un problema a lungo ignorato : quello dell’amianto.
Finalmente, dopo aver inizialmente affermato che “il problema amianto a Minerbio non esiste”, l’Amministrazione comunale ha provveduto a rimuovere proprio quell’amianto da noi segnalato, presente nelle strutture pubbliche, come quello sugli spogliatoi del Campo sportivo di Cà de Fabbri.
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Le nostre segnalazioni hanno prodotto risultati positivi per l’ambiente e per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo.
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Ci riferiamo alla risoluzione del problema eternit sulle coperture di alcuni edifici della zona artigianale, da noi segnalati a più riprese, visibili dal parcheggio sopraelevato del Centro commerciale Cà Rossa.
Mostriamo le fotografie di quelle coperture, prima e dopo gli interventi di bonifica, compiacendoci del risultato.
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Purtroppo però è necessario tenere alta l’attenzione, visto che l’amianto è tuttora presente sui tetti del Consorzio agrario, che purtroppo è situato di fianco alla Scuola materna e all’Asilo nido.
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Ecco la foto scattata nel 2011 a testimoniare la presenza dell'eternit.
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Ecco le foto, scattate in questi giorni, che evidenziano la nuova copertura.
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Esistono però ancora realtà in cui l’amianto la fa da padrone, nonostante la Legge lo abbia posto FUORI LEGGE da svariati anni, come appunto accade sui tetti del Consorzio agrario o sui capannoni della zona artigianale, non ancora bonificata completamente, per cui è necessaria una continua e attenta vigilanza.
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Dissenso
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domenica 19 gennaio 2014

Esonda il Secchia. Centinaia di sfollati.


E' in corso dalle 17 una riunione straordinaria della giunta comunale di Modena al Comando della Polizia municipale in via Galilei. 
Si farà il punto della situazione in relazione all’emergenza e a quanto accaduto e si valuteranno le possibili evoluzioni della situazione.
I Servizi sociali del Comune di Modena sono impegnati nella ricerca di sistemazioni logistiche per poter ospitare un centinaio di cittadini di Bastiglia che hanno dovuto lasciare le loro abitazioni. 
Intanto giungono segnalazioni di traffico molto intenso e con rallentamenti sulla Nazionale per Carpi. 
L’invito che gli operatori impegnati nell’emergenza rivolgono ai cittadini è di non mettersi in movimento con le auto nelle zone interessate se non per necessità.
L’Aipo sta intervenendo per far fronte alla situazione critica verificatasi la notte scorsa a causa della rottura dell’argine destro del fiume Secchia in provincia di Modena, nel Comune di Bastiglia. 

I lavori per la riparazione della rottura dell’argine si protrarranno per le prossime ore e nel più breve tempo possibile, considerando l’evolversi della situazione vista la previsione di piogge per tutta la giornata. L’intervento è stato condiviso dal presidente della Regione Errani, questa mattina sul territorio con l’assessore alla protezione civile Paola Gazzolo, il presidente della Provincia Sabattini, il prefetto di Modena Michele Di Bari, i vigili del fuoco e le strutture tecniche competenti. 
Si è resa necessaria l’evacuazione di alcune centinaia di persone e della popolazione di Bastiglia e di Sorbara, frazione di Bomporto. 
D’intesa con la prefettura è stato attivato il controllo da parte di tutte le forze dell’ordine per la vigilanza delle abitazioni degli sfollati per evitare atti di sciacallaggio.
Gli enti locali stanno coordinando azioni per ridurre l’impatto degli allagamenti e le operazioni di assistenza alla popolazione, proponendo agli sfollati soluzioni abitative di emergenza. 
L’Agenzia di protezione civile ha attivato a tale scopo volontari e ha messo a disposizione mezzi dei coordinamenti del volontariato per il trasferimento delle famiglie evacuate. 

Rispetto alla situazione generale di criticità degli altri argini del Secchia, Panaro e gli altri fiumi della regione è stato rafforzato il monitoraggio. 
Il Cor, centro operativo regionale di protezione civile, che da venerdì sera ha il controllo della situazione, resterà attivo almeno fino a domani mattina in costante raccordo con il Dipartimento nazionale di protezione civile. 
Sul territorio sono attivi il Cup, centro unificato di protezione civile di Marzaglia e il centro operativo comunale di Bastiglia.
“In questa fase - dichiara il sindaco di Modena Giorgio Pighi - tutte le strutture disponibili dell’amministrazione comunale sono impegnate nella gestione dell’emergenza, come è avvenuto dalle prime ore del mattino, non appena si è appreso della falla apertasi nell’argine del Secchia in località San Matteo. Stiamo seguendo con grande attenzione l’intervento che l’Autorità di bacino per il Po e la Protezione civile regionale stanno attuando per tamponare la fuoriuscita dell’acqua e riparare l’arginatura. 
La Polizia municipale di Modena e la Protezione civile restano intanto impegnate anche nel monitoraggio costante della situazione di tutti i corsi d’acqua in prossimità della città: Secchia, Naviglio, Tiepido e Panaro. In relazione al Panaro, abbiamo chiesto e ottenuto dall’Autorità di bacino che venisse azionato il manufatto regolatore delle casse d’espansione, che sta funzionando e ha già ridotto la portata delle acque a valle. Stiamo prestando assistenza alle persone e alle famiglie evacuate che non hanno trovato sistemazione presso amici o famigliari. 

Le persone anziane provenienti da Villa Anna sono state ospitate presso l’Ospedale di Baggiovara e nelle strutture protette del Comune. 
Siamo naturalmente pronti a intervenire a sostegno delle comunità, che dovessero nelle prossime ore essere coinvolte. 
Ora l’attenzione di tutti è sull’emergenza e sugli interventi da attuare. 
Subito dopo, però, chiederemo all’Autorità di bacino per il Po quali siano state le cause di quanto si è verificato di fronte a una piena certamente significativa ma non eccezionale”.
La Protezione civile raccomanda a tutti gli abitanti di Bastiglia e Sorbara di recarsi ai piani alti delle abitazioni. La falla che si è aperta sull’argine destro del Secchia nei pressi del ponte dell’Uccellino a Modena, infatti, non è ancora stata chiusa, nonostante l’intervento dell’Aipo e le acque continuano a uscire. 
Ancora chiusi lungo le strade provinciali il ponte Motta a Cavezzo, il ponte vecchio di Navicello a Modena e il ponte di Bomporto, mentre il ponte di Strettara a Montecreto, chiuso nella notte tra sabato e domenica, è stato riaperto nella mattina di oggi.
Il governatore Errani si sta recando al Centro di coordinamento della Protezione Civile a Marzaglia, dove vengono coordinati gli interventi. In prefettura, intanto, è in corso una riunione del centro di coordinamento per l'emergenza: si sta procendendo all'evacuazione della popolazione nelle zone più a rischio (Bastiglia, Sorbara e Albareto). 
Le forze dell'ordine stanno provvedendo a recuperare i medicinali più urgenti nelle abitazioni evacuate. 
Al Ponte dell'Uccellino a rischio trecento tori in un allevamento minacciato dall'esondazione. 
La casa di riposo Villa Anna è stata evacuata come misura precauzionale. 
Rallentato il traffico ferroviario sulla linea Bologna-Modena, ritardi consistenti.
Per altri aggiornamenti CLICCARE QUI.

Quinta aggressione sessuale denunciata a Bologna, diffusi nuovi identikit del presunto responsabile.


Sono concentrati su due-tre sospetti gli approfondimenti che la squadra mobile della polizia sta conducendo a Bologna per individuare l'autore di almeno 5 aggressioni sessuali ai danni di ragazze, denunciate nei giorni scorsi in città. 
I sospettati sono stranieri: uno di questi viene ritenuto maggiormente compatibile con gli identikit realizzati grazie alle testimonianze delle vittime.

Gli investigatori hanno in mano almeno un solido elemento su cui lavorare, su cui c'è il comprensibile riserbo delle forze dell'ordine. Sono state acquisite le immagini di diverse telecamere del centro storico e si stanno continuando a sentire testimonianze sia delle vittime che di personaggi legati agli ambienti frequentati dai sospettati, come alcuni locali della zona universitaria.

Le indagini sono coordinate dal pm Laura Sola. Giovedì 16 gennaio in un paio di occasioni le ricerche avevano portato a persone che però poi sono state "scartate" perché non compatibili. 
Un giovane che era in una biblioteca pubblica è stato raggiunto e identificato da alcuni agenti dopo la segnalazione di altri utenti che pensavano di aver riconosciuto il maniaco: il ragazzo, però, è poi risultato completamente estraneo alla vicenda.

Anche da parte della polizia municipale di Bologna "rimane estremamente alto il livello di impegno per il reperimento e l'identificazione del soggetto" responsabile delle 5 aggressioni sessuali avvenute nei giorni scorsi in città. 
Lo ha detto l'assessore alla sicurezza di Palazzo D'Accursio Nadia Monti rispondendo in consiglio comunale al question time, ricordando che gli identikit del ricercato, diffusi da procura e questura, sono stati immediatamente inviati "ai singoli nuclei territoriali, ai reparti operativi e tutti gli uffici della polizia municipale".

La Monti ha assicurato che "si stanno attivando e utilizzando tutti gli strumenti a disposizione, utili al supporto delle attività di indagine, nell'ambito della consueta e sperimentata, ormai già avviata e consolidata collaborazione con le forze di polizia statale".

In circostanze analoghe "il comando della polizia municipale, in base alle specifiche richieste degli organi di polizia giudiziaria incaricati delle indagini dalla procura, mette a disposizione le immagini registrate dalle telecamere della video-sorveglianza. Naturalmente da parte del Comune vi è stata e vi sarà sempre totale e completa disponibilità a fornire quanto è stato e verrà richiesto per impianti di sua gestione e competenza".

"Lavoriamo incessantemente e alacremente, non escludendo nulla", ha spiegato il capo della squadra mobile della questura di Bologna Pietro Morelli: "Continuano ad arrivare molte segnalazioni e bisogna fare un lavoro di scrematura distinguendo i contributi inerenti a questa indagine e quelli che non lo sono".

Sulle tracce dell'uomo sono al lavoro polizia e carabinieri. Sarebbero almeno un paio i nomi dei sospettati su cui si stanno concentrando i controlli. Le ricerche vanno avanti ad ampio raggio e "in ogni direzione", si tratta di un lavoro "a 360 gradi" che potrebbe ampliarsi anche alla zona attorno alla città.

Le indagini della squadra mobile della questura di Bologna per individuare l'autore delle aggressioni sessuali denunciate nei giorni scorsi in città si stanno concentrando su alcuni individui ed ambienti, già passati al setaccio dagli investigatori. Intanto, l'identikit che è stato diffuso alcuni giorni fa ha creato in città aspettative e panico. Motivo per cui la procura ha deciso di concentrare su di sé tutte le informazioni che dovessero emergere dalle indagini in corso.

sabato 18 gennaio 2014

IL WI-FI NO E L’ETERNIT SI?

E così a Minerbio viene temporaneamente(?) sospeso il wi-fi installato nelle scuole medie del paese.
A volerlo sono delle mamme che attraverso una raccolta firme chiedono al Preside dell’istituto di disattivare il servizio.
E così ora nell’armadio blindato della scuola giacciono 27 palmari comprati dalla scuola che senza connessione wi-fi rimarranno inutilizzati.
Ora si attendono i pareri di tre esperti, richiesti appunto dal preside della scuola, sulla reale o meno pericolosità della connessione senza fili .
Inoltre il 20 gennaio Arpa e l’Istituto Ramazzini di Bentivoglio misureranno l’intensità delle radio frequenze, per poi consegnare i risultati alla scuola, genitori ed insegnanti. 
Probabilmente basterà una regolamentazione dell’utilizzo del servizio come avviene già in altri paesi, Germania e Canada ad esempio.
Inoltre, stando a quanto afferma l’agenzia europea per l’ambiente, sono comunque escluse gravi patologie associate all’utilizzo di queste radio frequenze.

Sopra vi riportiamo l’ articolo del Carlino che potrete leggere per approfondire l’argomento.

Noi ci uniamo all’ iniziativa intrapresa da queste mamme che per il bene dei nostri figli hanno deciso di chiedere il temporaneo blocco di un servizio utile alla scuola, in attesa di verifiche sulla reale o meno pericolosità del wi-fi.
Anche se ormai, da anni, si conoscono già le risposte. 
“Il wi-fi  è meno pericoloso di un telecomando di un cancello automatico“ (Clicca qui: LINK)

Riportiamo qui sotto un estratto di un’ intervista fatta al Professore Antonio Capone del Politecnico di Milano (Clicca qui: LINK)

Ma cosa si sa sui reali effetti negativi dell'esposizione alle microonde?
Intanto va detto che non c'è alcuna dimostrazione su effetti nocivi sulla salute del Wi-Fi. Gli unici dati fanno riferimento ai cellulari e in determinate condizioni, ovvero con un uso prolungato (di diverse ore al giorno), a diretto contatto con l'orecchio e il cranio, senza auricolare: tutto ciò produce un aumento della temperatura intorno al mezzo grado. Va poi tenuto presente che il Wi-Fi ha un uso discontinuo, che crea interferenze coi tessuti solo quando trasmette qualcosa, a differenza degli smartphone.
E cosa si può dire della "potenza" dei segnali?
La potenza è decisamente inferiore a quella dei cellulari, così come di altri apparecchi. Basti pensare che per il Wi-Fi si parla di qualche centianaio di mW, mentre quelle di un telefonino sono intorno a 1 watt.  Se poi si prendono in considerazione altri apparecchi comunemente presenti nelle nostre case, si scopre che le emissioni da Wi-Fi sono notevolmente inferiori a quelle di un televisore o di un ripetitore radio (estremamente maggiore) o di un forno a microonde. Quest'ultimo, ad esempio, ha una potenza di 800 watt rispetto a 0,1 watt di un Wi-Fi. È vero che le microonde sono all'interno del forno, ma una piccola quantità esce ugualmente. Persino il telecomando di un cancello ha una potenza maggiore.”


Oltre al fatto che non risultano esserci studi che certificano l’effettiva o meno pericolosità del wi-fi, come genitori/autori di questo blog ci chiediamo:
- non era forse auspicabile effettuare eventuali verifiche sull’intensità delle onde magnetiche create da questa tecnologia prima di acquistare 27 palmari?
- ora per quanto rimarranno chiusi dentro ad un armadio questi famosi 27 palmari pagati con i soldi delle nostre tasse?
- a fronte di una ricca documentazione scientifica che comprova la non correlazione di patologie gravi associate al wi-fi, perché dovremmo bloccare un servizio che sappiamo già non essere nocivo?
- quanto ci verrà a costare (in termini di tasse) questa verifica richiesta dai genitori e dirigenza scolastica?
- se le misurazioni delle radio frequanze risultassero elevate (ipotesi molto remota), basterebbe rimodulare la portata delle stesse o dovremmo considerare l’impianto wi-fi e i 27 palmari della scuola da cestinare?
- se le misurazioni delle radio frequanze risultassero elevate (ipotesi remota), la responsabilità dell’ installazione del wi-fi su chi ricadrebbe?
- e le spese già sostenute per tale impianto? Chi lo risarcirebbe ai cittadini?

Considerata l’attenzione riservata a questo (non)problema da parte della stampa locale, istituzioni e genitori, rimaniamo basiti di fronte a tanta battagliera ipocrisia, pur unendoci a coloro che in buona fede chiedono chiarimenti.

Detto ciò rivolgiamo però una domanda a tutti coloro che hanno voluto firmare e quindi partecipare a questa iniziativa.

IL WI-FI NO E L’ETERNIT SI?

Vi siete mai accorti che a pochi metri dalla scuola dei vostri figli ci sono centinaia di metri di coperture in eternit?
Noi del blog sono anni che lottiamo per un problema reale e purtroppo tangibile, nonchè potenzialmente pericoloso. 
Abbiamo fatto volantinaggi, raccolte firme, riunioni e assemblee pubbliche anche con l’amministrazione comunale. 
L’unica risposta che ricevemmo (alcuni anni fa) dall’amministazione comunale fu che la “copertura era ok”. 
Senza uno straccio di documento che comprovasse tale dichiarazione e senza nessun piano periodico di verifiche o progetto per la rimozione e messa in sicurezza. 
A fronte di svariati anni dalle nostre segnalazioni ancora oggi dopo il terremoto, intemperie, copiose nevicate e violente grandinate non sappiamo in quale stato versi tale copertura. 

E voi? “Care mamme” lo sapete?

No! Non crediamo, anzi siamo consapevoli del fatto che il nulla e il vostro disinteresse sino ad oggi è regnato sovrano.
Addirittura in corrispondenza di un nostro volantinaggio per sensibilizzare l’opinione pubblica verso questa potenziale pericolosa copertura in eternit davanti alla materna di Minerbio ci sentimmo rispondere da alcune mamme: “questo problema non mi interessa, tanto per mio figlio/a questo è l’ultimo anno!”.

Rivolgiamo lo stesso appello al Preside della scuola chiedendogli la stessa solerzia avuta con il “problema wi-fi” nel chiedere le stesse verifiche e la stessa attenzione sulla copertura in eternit del consorzio di Minerbio sito a pochissimi metri sia dalle medie, dalle elementari che dai due asili del paese (nido e materna).

All’amministrazione comunale non chiediamo più nulla…
Fiato sprecato!!
Evidentemente certi problemi in certi paesi non devono essere sollevati?

Noi non ci arrendiamo? E voi?

Di seguito pubblichiamo il link che raggruppa tutte le nostre battaglie contro l’eternit, auspicando che gli stessi genitori che si sono fatti promotori della battaglia contro il wi-fi decidano finalmente di unirsi a noi per eliminare una volta per tutte questo reale e pericoloso problema:


domenica 12 gennaio 2014

AMMINISTRAZIONE COMUNALE E BARRIERE ARCHITETTONICHE

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Continuano i lavori di ripristino dei locali nel Municipio minerbiese, resi necessari dall'evento sismico che tanti danni ha causato nei nostri territori.
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L'occasione, stante la presenza dei muratori, sarebbe ghiotta per poter risolvere un problema che da sempre ha un impatto notevole per il paese, e cioè quello della presenza di una barriera architettonica proprio di fronte al Comune, situata davanti all'attraversamento pedonale.
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Un gradino, oltre tutto abbastanza alto rispetto alla media, è posto proprio in corrispondenza delle suddette strisce, ed è insormontabile per chi è costretto a deambulare per mezzo di una carrozzella.
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Più volte abbiamo sollecitato l'Amministrazione a risolvere questa situazione davvero vergognosa, ma ci siamo sempre sentiti rispondere che il problema barriere a Minerbio non esiste, poichè è sufficiente che i disabili percorrano un itinerario ideato dal Sindaco, per non trovarsi in difficoltà !!
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Va da sè che qualunque portatore di handicap costretto su carrozzella dovrebbe conoscere tale itinerario, e sottostare a questo "itinerario" obbligato, di cui farnetica il Primo Cittadino, venendo però così privato della semplice libertà di spostarsi dove meglio vuole.
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Non sarebbe possibile per loro accedere per esempio al Comune, attraversando le strisce di fronte all'edificio municipale, poichè si troverebbero davanti ad un gradino insormontabile.
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Questo è il motivo per cui tali gradini si chiamano barriere architettoniche, ed è lo stesso per cui dovrebbero essere eliminati.
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Occorre esprimere una sensibilità oggettiva verso i Cittadini che devono convivere con un handicap tale da essere obbligati all'uso di una carrozzella per i loro spostamenti, e bisogna farlo preoccupandosi di alleviare almeno tutti quei disagi che situazioni paradossali procurano.
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Quella del gradino davanti al Comune è una di queste, e non si capisce come mai una Amministrazione che si definisce attenta ai bisogni di Cittadini, se ne sia fino ad oggi disinteressata.
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Chissà... forse adesso...in clima di rinnovo elettorale...
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Rinnoviamo l'appello a considerare come doveroso un approccio a questo problema, auspicando una sua risoluzione, come si conviene ad un Paese civile.
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Dissenso
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giovedì 9 gennaio 2014

TIBET : IL FUOCO SOTTO LA NEVE

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A tutt’oggi, quotidianamente, in Tibet prosegue l’opera cinese di annichilimento del popolo tibetano, iniziata nello stesso momento dell’aggressione armata della Cina a questo territorio, fino ad allora indipendente.
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Nel 1950 le truppe dei comunisti cinesi entrarono nel Paese, dilagando nel Tibet orientale con 40.000 uomini del cosiddetto esercito di liberazione popolare.
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L’indifferenza del mondo intero, di fronte a questa manifestazione di spavalda ferocia, si trincerò dietro al fatto che il Tibet non era ancora riconosciuto come Stato indipendente a livello diplomatico, ma come territorio interno alla Cina.
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La massima autorità riconosciuta dal popolo tibetano veniva identificata nella persona del Dalai Lama, Tenzin Gyatso, ma la potenza militare cinese obbligò tutti a riconoscere l’autorità imposta di Mao Tse Tung e del suo “secondo” Deng Xiaoping.
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La cosiddetta “Rivoluzione culturale” di Mao impose a chiunque non solo di esprimersi, ma anche di pensare, e di agire, solo nell’unico modo consentito da una nuova concezione socialista.
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Secondo i parametri cinesi, bisognava purificare le menti, e confessare i propri crimini, sottomettendosi al volere del popolo. 
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Fu istituita la pratica delle sessioni giornaliere di auto denuncia e di studio, in cui ognuno doveva emendarsi, mostrando rammarico, confessando i propri errori e denunciando quelli di altri.
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Nessuno era esente da questa pratica, a cui si doveva partecipare attivamente, e non era consentito non denunciare qualcuno, poiché ciò era dimostrazione di spirito reazionario e anti rivoluzionario.
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Si creò quindi un clima surreale di sfiducia e di terrore, in cui le sorelle denunciavano i fratelli, i figli puntavano il dito contro i padri, e in cui gli interpreti di attività come quella di “maestro elementare” venivano sottoposti a verifica e a sedute di studio, come sospetti di attività borghese e contraria al volere delle masse.
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In particolare al popolo tibetano venne proibito di manifestare qualsiasi richiamo alla religione, o al Dalai Lama, riconosciuto dai cinesi come massimo traditore e fulcro della ribellione anticinese.
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I monaci furono perseguitati, incarcerati, torturati,  uccisi,  e la loro repressione continua ancora oggi, nella quasi indifferenza della società cosiddetta “civile” internazionale.
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Centinaia di monaci si sono dati fuoco, trasformandosi in torce umane, per protestare contro la distruzione progressiva del mondo tibetano, fagocitato dal gigante cinese, e inglobato inesorabilmente.
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Palden Gyatso è uno dei monaci che la Cina ha costretto in catene per quasi tutta la sua esistenza.
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E’ stato tenuto prigioniero infatti per ben 33 anni, dal 1959 al 1992, e sottoposto ad ogni genere di sevizie.
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La sua liberazione, avvenuta grazie all’intervento di una sezione italiana di Amnesty International, ci ha permesso di conoscere tutti i particolari delle violenze che Palden è stato obbligato a subire.
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L’anziano monaco, sfinito e provato nel fisico, non ha mai cessato di amare il suo paese, e non appena ne ha avuto la possibilità ha scritto un libro in cui illustra gli abusi a cui i tibetani sono stati sottoposti dai comunisti cinesi.
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“ Tibet - Il fuoco sotto la neve “ è il titolo dell’opera con la quale denuncia la ferocia e il vero volto del comunismo cinese.
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Si tratta di un libro che tutti dovrebbero leggere per rendersi conto di cosa sia veramente il comunismo, e di come in suo nome si pratichi l’abuso come regola primaria di vita, di come in nome di Marx e di Stalin si vogliano “rieducare” forzatamente le coscienze di chiunque non sia perfettamente allineato ai suoi dogmi.
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La tortura e il terrore, insieme al disprezzo per la vita umana, sono i mezzi di persuasione usati dai comunisti per il raggiungimento del socialismo.
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La scusante ricorrente di dover rieducare le menti ostili al socialismo, è per i comunisti l’alibi ideale per poter ricorrere all’uso di mano d’opera gratuita, incarcerando nei Laogai gli oppositori del regime.
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Interi settori produttivi della Cina si reggono sull’uso di prigionieri, costretti a lavorare gratuitamente in fabbriche che in realtà sono lager a tutti gli effetti.
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Quando il detenuto muore, per le percosse o per il denutrimento, lo Stato Comunista Cinese provvede all’espianto e alla vendita dei suoi organi .
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La Cina è al primo posto nel mondo per il turpe commercio degli organi umani.
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Nonostante tutto ciò la comunità internazionale ed europea intrattiene normali rapporti di affari con il Governo cinese.
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All’Europa è stato addirittura riconosciuto il Premio Nobel, nel 2010, per il suo contributo a favore della pace, della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani.
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Nel 2008 a Pechino si sono tranquillamente svolte le Olimpiadi, senza che alcuna voce di protesta ufficiale si levasse dagli Stati partecipanti, tra cui l’Italia, contro l’assoluto dispregio dei diritti umani.
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I nostri governanti, anzi, in più occasioni hanno ricevuto i rappresentanti del Governo Cinese, con tutti gli onori, e con tanto di strette di mano e larghi sorrisi compiacenti.
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A questo rituale non si sono sottratti né Giorgio Napolitano, il nostro Presidente della Repubblica, né rappresentanti dei vari partiti politici, quali Berlusconi o Prodi, fotografati con i più grandi criminali della Storia contemporanea.
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Ecco una carrellata di “esempi” nei quali possiamo vedere :
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Napolitano che stringe la mano a Hu Jintao, Presidente cinese dal 2003 al 2013
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Napolitano che stringe la mano a Xi Jinping, l'attuale Presidente cinese
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Napolitano che stringe la mano a Omar el-Bashid, il dittatore sudanese condannato dalla
Corte di Giustizia  dell'Aja per crimini contro l'umanità, per gli eccidi compiuti in Darfur
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Berlusconi che stringe la mano a Hu Jintao, Presidente cinese dal 2003 al 2013
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Berlusconi che stringe la mano a Xi Jinping, l'attuale Presidente cinese
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Prodi che stringe la mano ad Ahmadinejad, il feroce dittatore iraniano
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I monaci tibetani, comunque, continuano a condurre una eroica resistenza contro l’oppressione comunista in Tibet, e il loro tributo in vite umane è altissimo.
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Sono ben 125 le auto-immolazioni  di coloro che hanno sacrificato la loro vita chiedendo a gran voce la libertà per il Tibet.
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L’invasione cinese ha oramai modificato la società tibetana, innestando sul loro territorio numerosissime famiglie cinesi di razza Han, che hanno sostituito le millenarie usanze e tradizioni tibetane con nuovi usi e costumi del “celeste impero”.

La lingua, la bandiera, i monasteri, le numerose forme d’arte come la pittura, gli strumenti di meditazione… tutto è stato annichilito e quasi totalmente distrutto e sostituito.
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L’avanzata cinese è inarrestabile e distruttiva, nella sua devastante corsa alla prevaricazione, e all’imposizione di un comunismo che sempre di più dimostra il suo vero volto.
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Il paradiso socialista si fonda in questo caso  sullo sterminio etnico sposando ferocia e violenza in un connubio devastante e immorale.
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Noi occidentali ne siamo correi ogni qualvolta giriamo lo sguardo per non vedere, oppure quando, come in occasione delle olimpiadi di Pechino, permettiamo che il Dio Denaro interceda benevolo al proseguo di interpretazioni subdole e ingannevoli.
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Come si possono festeggiare record olimpici mentre nei Laogai si torturano esseri umani ?
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Oggi le cose non sono cambiate.
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Da “Pechino 2008” sono trascorsi 5 anni ma i diritti umani rimangono in Cina un lontano irraggiungibile miraggio, anche per colpa nostra…

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Dissenso
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sabato 4 gennaio 2014

Il M5s di Bologna perde un altro pezzo: autosospeso consigliere di quartiere.

Michele Onofri, eletto al Navile, ha deciso di sospendersi dall'incarico. 

E' l'ennesima defezione a Grillo sotto le due torri.

BOLOGNA - La lettera inizia nella maniera più classica, "Caro Beppe", e prosegue con un lungo elenco di disillusioni a cinque stelle. 

A firmarla è Michele Onofri, consigliere di quartiere grillino, da tempo in polemica con la direzione ufficiale del m5s a Bologna, capitanata dal fedelissimo di Grillo Max Bugani.

"Il tuo ruolo - dice Onofri rivolgendosi a Grillo -  era quello di megafono dei cittadini". 

Una volta arrivati in Parlamento però, è cambiato tutto:

"Alcune posizioni controverse espresse sul nostro blog Beppegrillo.it, a volte anche con post non firmati, sono state attribuite a te e di conseguenza a tutti noi che abbiamo messo il cuore e la faccia in questo grande progetto politico". 

La defezione di Onofri è l'ennesima sotto le Due Torri, terra degli epurati Giovanni Favia e Federica Salsi, nonché della senatrice ribelle Adele Gambaro. 

Una spaccatura, quella del Movimento di Bologna, che dura da mesi e che si è cristallizzata anche nella creazione di un doppio meetup: uno ortodosso e uno ribelle. 

Onofri, che militava nel secondo, ha ora scelto di fare un passo indietro: resterà in quartiere ma rinuncerà al simbolo del m5s. 

"E' normale che in un movimento cosi' grande ci siano diverse sensibilità - scrive -  ma in ogni caso di fronte alle persone che mi hanno votato, ai cittadini del mio quartiere e agli attivisti dell'assembleadi Bologna del Movimento Cinque Stelle ho sottoscritto dei principi e degli impegni molto chiari.

Se qualcuno di questi princìpi non è più al centro del simbolo di cui sei il legittimo titolare, io sono pronto sin da subito ad autosospendermi dal mio ruolo di consigliere di quartiere rinunciando all'utilizzo del simbolo". 

Firmato: "Un caro saluto Michele Onofri, piccolo consigliere di Bologna". 

Come commentare l'ennesimo articolo che descrive le ormai consuete defezioni dal movimento 5 stelle a Bologna, se non appoggiando coloro che hanno avuto il coraggio di dire apertamente come stanno le cose sotto le due Torri? 

Anche noi, che scriviamo su questo blog, fummo vittime del  tentativo di censura per aver espresso un nostro libero pensiero. (LEGGI LA NOSTRA STORIA)



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