Articolo 21 della Costituzione Italiana

Articolo 21 della Costituzione Italiana:
"TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA, CON LO SCRITTO E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE. LA STAMPA NON PUO' ESSERE SOGGETTA AD AUTORIZZAZIONI O CENSURE"

sabato 30 maggio 2015

BANDIERE ROSSO SANGUE

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Il comunismo e le bandiere rosse che lo rappresentano, insieme ai simboli della falce e martello, costituiscono insieme un ossimoro, un paradosso impregnato nella sua stessa essenza di falsità e menzogna.
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La falce indica il mondo contadino, mentre il martello simboleggia la classe operaia, mentre la bandiera rossa ingloba questi due mondi accostandoli al comunismo.
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Nei primi anni del ‘900 le città russe, e l’intero universo sovietico, hanno potuto sperimentare direttamente questo infausto connubio e questa pseudo simbiosi, il cui risultato è stato la morte di milioni di persone a causa proprio del comunismo.
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La N.E.P. (Nuova Politica Economica) che fu instaurata da Stalin per risollevare le sorti economiche di una Russa disastrata e barcollante, premette con forza proprio sulle due classi, quella operaia e quella contadina, che pagarono un prezzo altissimo in termini di vite umane.
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Nelle fabbriche si impose una “norma” di produzione, al di sotto della quale gli operai rischiavano la deportazione nei gulag sovietici, per “sabotaggio”, e si impose loro una sorta di passaporto interno, che non permetteva di spostarsi da un luogo ad un altro, nemmeno all’interno della Russia stessa.
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La rivoluzione bolscevica non produsse alcuna “dittatura del proletariato” nella sua transizione verso una società senza classi, ma anzi si rivelò una vera e propria oppressione dittatoriale del potere comunista sul popolo stesso.
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Tutti i partiti furono dichiarati “fuori legge” e per meglio fagocitare le masse verso la direzione voluta dai comunisti al potere, fu istituita la pena di morte.
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Agli operai fu vietato lo sciopero e fu attuata la militarizzazione del lavoro, con l’istituzione di turni di lavoro forzato e mediante la soppressione della libertà d’opinione.
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Nei Paesi occidentali ed Europei questa realtà è sempre stata nascosta accuratamente, soprattutto al mondo operaio e produttivo, che ignaro manifestava le proprie rivendicazioni sindacali inneggiando alla falce e martello e alle bandiere rosse.
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Il sangue di cui però queste bandiere era intriso, fa parte di una realtà tragica che oramai gli Storici e gli studiosi di quel periodo ci hanno consegnato, dopo l’analisi degli incartamenti dell’epoca successivamente all’apertura degli archivi segreti sovietici.
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La penosa realtà storica ci ha trasmesso anche i dati di una immane tragedia che ha coinvolto milioni di contadini della Russia comunista, sacrificati in nome dell’arroganza con cui il regime ha stravolto l’esistenza di intere masse popolari.
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Il termine “holodomor” è pressochè sconosciuto  nei salotti europei frequentati dagli intellettualoidi della sinistra, o almeno viene da costoro tenuto segregato in un limbo di segretezza che impedisce alle persone di capirne il tragico significato.
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Questo termine, in lingua ucraina, significa tradotto :
Vittime della carestia in Ucraina

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 “infliggere la morte attraverso la fame”.
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Si tratta della più grande carestia indotta scientemente nella storia dell’umanità, che portò alla disperazione e alla morte ben 5 milioni di persone, in maggior parte contadini.
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Il contadino divenne infatti, negli anni ’30 della Russia comunista,  un vero e proprio nemico per il regime, in quanto l’agricoltore rappresentava lo stereotipo del proprietario terriero e del ricco allevatore (anche nel caso possedesse tre sole mucche).
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Gli appartenenti all’intero apparato agricolo russo furono quindi identificati ed etichettati con il termine dispregiativo di “kulaki”, ed entrarono a far parte delle misure coercitive approntate per loro dal regime comunista.
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Il Partito colpì in maniera particolarmente feroce in Ucraina, considerata il “granaio” della Russia.
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In questo vasto territorio (la cui superficie è doppia di quella italiana), iniziò una metodica collettivizzazione delle proprietà agricole, mediante un esproprio che sanciva la fine della proprietà privata.
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A macchia d’olio vennero espropriati i territori dei famigerati  “kulaki”, per affidarli a masse di lavoratori dell’industria, prelevati dalle città e inviati forzatamente dal regime in Ucraina, al fine di sostituire i contadini in una conduzione agricola collettiva.
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I contadini vennero deportati nei gulag, a milioni, e pagarono un altissimo tributo di sangue, sacrificati come furono dal regime sovietico in nome del comunismo.
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Il regime iniziò a requisire i raccolti di grano, per destinarli all’acquisto di materiali utili all’Industria e necessari per il proseguimento della N.E.P.
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La tragicità sta nel fatto che fu requisito dai comunisti anche il grano destinato alla risemina, indispensabile per potersi garantire  il raccolto l’anno successivo.
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In questo modo la criminale politica del regime impedì che ci fosse alcun raccolto, consegnando così milioni di persone ad una devastante carestia che produsse, appunto, milioni di morte per fame.
L’anno seguente in tutto il vasto territorio ucraino non ci fu più nulla da mangiare, a causa delle requisizioni del regime, comprese quelle degli animali delle fattorie dei “kulaki”.
Le persone in preda ai morsi della fame si lasciarono andare a fenomeni di cannibalismo, mentre le famiglie si scambiavano i figli, diventati merce alimentare di scambio, in un orrore senza fine.
La classe operaia e quella contadina dunque costituiscono le prime due realtà sociali contro cui si scatenò l’odio distruttivo e dilaniante di un comunismo affamato di potere e di sangue, ma l’immagine che fu trasmessa nel mondo occidentale fu molto diversa.
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Durante le manifestazioni di piazza nelle città della civile Europa, infatti, anche oggi, si è sempre identificata la simbologia relativa alle bandiere rosse come uno stereotipo di libertà e di equità sociale e non di orrore e di sangue.
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L’ignoranza e l’accuratezza con cui l’intellighenzia sinistroide ha occultato la verità nei Paesi occidentali, ha permesso che intere generazioni si rendessero complici dei misfatti perpetrati dai comunisti, avallandone con lo sventolio delle bandiere rosse i feroci misfatti.
Da anni sfido i comunisti che leggono i miei post a indicare un solo Paese al mondo in cui il comunismo non sia al potere grazie alla dittatura, o in cui libere elezioni appunto ne abbiano legittimato l’ascesa al potere.
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Li sfido a contestare la realtà contestuale, relativamente al fatto che si scappa e si è scappati per anni dai Paesi comunisti verso l’Occidente, e non il contrario.
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Gli unici comunisti scappati dalla propria Nazione per rifugiarsi nel “Paradiso Marxista” furono quelli italiani nel periodo fascista, esuli in terra di Russia per aver commesso crimini come l’omicidio o la strage nei confronti degli avversari politici.
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Anche in questo caso però, in cui qualcuno è scappato verso il Comunismo e non dal Comunismo, le cose andarono nel solito modo : anch’essi divennero vittime designate della tirannide marxista.
Molti comunisti italiani trovarono infatti la morte nei gulag staliniani, grazie anche alla complicità dei dirigenti dell’allora P.C.I., guidato dal criminale comunista Palmiro Togliatti.
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Le masse operaie europee, intanto continuavano a cantare “bandiera rossa” durante le manifestazioni popolari, e a vivere una illusione falsa ed effimera, destinata solo ad alimentare un falso mito : quello comunista.
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Si verificò infatti una vera e propria proliferazione dell’iconografia pubblicitaria legata a questi falsi miti e nacquero, ad esempio, le t-shirt con l’immagine di Che Guevara, indossate da generazioni di giovani ignoranti (nel senso che forse ignoravano i misfatti dei regimi comunisti).
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Le bandiere rosse con la falce e martello purtroppo non hanno mai smesso di sventolare, nonostante il fatto che oramai la Storia abbia tratto obiettivamente le sue conclusioni.

Il comunismo è stato ed è un male assoluto, come il nazismo.
Allora mi chiedo : 
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come mai nelle nostre città esistono vie intitolate a Lenin e a Stalin ?
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Tanto varrebbe intitolarne alcune anche a Hitler ; il principio di assegnazione non sarebbe forse il medesimo ?
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Cosa privilegia Lenin o Stalin rispetto al dittatore nazista ?
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Chi oserebbe negare che questi due criminali hanno prodotto consapevolmente e criminalmente milioni di morti innocenti ?
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L’unica spiegazione è che forse nei posti di potere che prendono queste decisioni ci siano proprio coloro che hanno sventolato per anni  le bandiere rosse…
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Quando dovrà ancora proseguire questo ennesimo oltraggio alle vittime del comunismo ?
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Dissenso
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domenica 17 maggio 2015

I VORACI PESCECANI DELLA POLITICA

Per interi decenni le comunità nazionali hanno cercato di migliorare i parametri e gli standard di riferimento del benessere sociale, per cercare di elevare la qualità di vita delle persone, per ottimizzare le risorse e deviarle verso un fine che ci consentisse di definirci società civile, e per consolidare una serie di traguardi raggiunti da lasciare ai nostri figli e nipoti.
Tutto ciò oggi è finito, fagocitato dalla voracità di politici che si sono occupati e continuano ad occuparsi di priorità che nulla hanno a che fare con la crescita “sociale”.
Il lungo percorso in cui si è inerpicata capillarmente la ricerca del meglio, in ogni anfratto della nostra penisola, si è interrotto o è franato sotto la spinta distruttiva delle schiere di centinaia e centinaia di politici corrotti, collusi col malaffare, il cui solo interesse è stato ed è quello di riempirsi le tasche, senza peraltro provare la minima vergogna.
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La vorace quanto insaziabile ricerca dell’arraffo da parte di questi politici ha condotto il nostro Paese sull’orlo dell’abisso, da cui difficilmente riusciremo a salvarci.
Tutti i partiti politici, nessuno escluso, sono colpevoli di ciò e lo comprovano le migliaia di indagini intraprese dalla Magistratura, dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri, così come i numerosi arresti, le condanne, i processi, in un lungo e triste elenco in cui i vari Assessori, Deputati, Onorevoli, Sindaci, rappresentano tanti anelli di una medesima catena di delinquenza seriale.
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Ecco, di seguito, alcuni esempi di come queste voraci bestie affamate di denaro ci abbiano fatto arretrare di 100 anni nella scala dei benefici raggiunti con sacrificio, costanza, e con il sudore della fronte di milioni di lavoratori.
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Fino a qualche decennio fa gli Italiani potevano andare in pensione, con 35 anni di contributi o a 55 anni di età, per godersi il meritato riposo dopo una vita di lavoro.
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Il contratto tra il lavoratore e lo Stato prevedeva che versando i contributi mensili agli Enti preposti, durante tutto il percorso lavorativo, si potesse raggiungere questo risultato, apprezzabile e giusto, segno di un indice di civiltà sociale.
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Elsa Fornero,
l'affamatrice
 degli "esodati" 
Tutto ciò è finito, a tappe ravvicinate, durante la devastazione che hanno provocato le Leggi proposte prima da Berlusconi, poi da Prodi, e infine dalla “spallata” della Fornero.
Ora l’età in cui ci permettono di fruire della pensione è quella di 67 anni, e poco importa se si svolge l’attività di facchino o di minatore, o di infermiera, o di maestra elementare, in quanto la legge vale per tutti noi, ad eccezione della casta dei politici.
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Loro NO, loro sono esenti da questo schifo sociale, poiché possono beneficiare di vitalizi, maturati anche solo dopo un breve periodo di legislatura.
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Recentemente, dopo che il marcio diffuso della classe politica è diventato palesemente imbarazzante, il “furor di popolo” ha costretto la classe politica a decidere per l’abolizione di questi privilegi, ma solo per i nuovi arrivati, mantenendo invece i “diritti acquisiti” per tutti coloro che li hanno “maturati” fino ad oggi .
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Un altro esempio di distruzione sociale, di cui sono colpevoli quei politici che inspiegabilmente sono ancora oggi votati a piene mani dagli Italiani stessi, è quello che riguarda i famigerati “tagli” .
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In nome infatti di una formula ampiamente adottata nelle enfasi oratorie di questi politici, che recita : “L’Europa ce lo chiede ! ”, si taglia non sulla marea di benefici in cui si strafogano le orde dei politici italiani, ma sul popolo, e sulle conquiste di servizi che tanto faticosamente gli Italiani hanno raggiunto.
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Uno fra tutti : la Sanità.
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Dimissionario nel 2014, mantiene l'incarico di Dirigente Equitalia
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Sono stati tagliati il numero dei letti negli ospedali, e i ticket sui medicinali e sulle prestazioni mediche sono aumentati, mentre ora il Governo di Renzi (che piace tanto a parecchi elettori !) sta dando l’assalto all’arma bianca all’istituzione del Medico di famiglia.
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Il progetto governativo è quello di istituire delle grandi Case della Salute in punti strategici delle Città metropolitane, in cui verranno dislocati con turnazioni casuali gli attuali medici di famiglia.
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In pratica nascerà un ennesimo carrozzone ad uso e consumo dei professionisti della concussione, del malaffare, dell’arbitrio, e poco importa se il rapporto medico-paziente, fino ad oggi alla base del rapporto umano tra le famiglie e il “dottore”, scomparirà per sempre.
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In questi “carrozzoni” tutto sarà spersonalizzato, ma per chi potrà gestirne le prerogative, ci sarà la possibilità di accedere ad appalti, di colludere con organizzazioni mafiose, di gestire indisturbati milioni di euro….
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Non sto facendo fanta-politica, infatti è sufficiente ricordare i vari scandali del recente passato, come ad esempio quello del Sindaco PD Ravaioli di Rimini, indagato per falso ideologico, come sospettato di aver compilato ricette false, (coinvolto in altri procedimenti, è stato indagato anche per associazione a delinquere in merito alle indagini sul fallimento dell’aeroporto di Rimini), così come quello legato ad Ottaviano del Turco in Abruzzo (PD), arrestato per associazione a delinquere e truffa.
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La lista è molto lunga e non fa distinzione tra i partiti coinvolti nel malaffare, anzi coinvolge ogni rappresentanza della politica in un unico sistema basato sulla corruzione, sulla compiacenza e sull’arroganza di chi, inspiegabilmente è stato votato dagli italiani.
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Il PD è tra i partiti in cui il numero degli indagati è elevatissimo, ma schiere di pervicaci sostenitori degli ex comunisti continuano a votarli e a chiudere gli occhi, avvallando così il loro “modus operandi”.
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La sinistra, che da sempre si pone come difensore degli operai e delle classi deboli, è in realtà tra i maggior artefici del disastro italiano, coprendo omertosamente i responsabili corrotti, spesso semplici ingranaggi e strumenti in mano dei dirigenti.
Ne è un esempio ecclatante lo scandalo della Banca Monte dei Paschi di Siena, il cui CDA era asservito ai voleri del PD, completamente consapevole delle scandalose operazioni finanziarie condotte sulla pelle dei cittadini.
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Continuando la carrellata di situazioni in cui si riscontrano disagi di proporzioni epiche, rispetto al passato, troviamo i costi che le famiglie devono subire per poter mettere i propri figli negli asili d’infanzia.
Spesso le mamme rinunciano al posto di lavoro, poiché risulta più conveniente piuttosto che pagare le rette astronomiche (specie se i figli sono piu di uno) verso cui il sistema del malaffare ci ha condotti.
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Tutto ciò accade, naturalmente, se non si appartiene all’etnia Rom, nel cui caso si ha invece diritto ad un posto riservato e gratuito, con aggiunta di sovvenzione ad hoc, alla faccia di chi lavora e paga le tasse.
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Sembra un paradosso se non fosse che esiste una ragione ben precisa coincidente con la gestione, esercitata da sempre dalle organizzazioni di sinistra (le famigerate cooperative), dei flussi migratori degli extracomunitari, e non solo.
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Ingenti risorse statali vengono messe in gioco per dipanare la matassa delle emergenze, sia nei confronti dei Rom che dei barconi di disperati provenienti dall’Africa, ma ben pochi di quei soldi arrivano ai destinatari, poiché schiere di politici corrotti provvedono a deviarne il percorso.
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Nel frattempo la crisi, di cui gli stessi politici sono artefici, attanaglia le famiglie e le aziende, trascinando molte persone nel baratro della disperazione, come si evince dai molti suicidi di imprenditori disperati.
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Assistiamo quindi alla trasformazione dello Stato, che è quindi diventato nemico della gente, così com’è gestito da delinquenti senza scrupoli, i quali poi tuonano nei programmi di intrattenimento televisivi contro l’antipolitica, come a dire che la responsabilità è di coloro che protestano contro di loro.
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Il fisco è tornato ad essere, non uno strumento di gestione del rapporto economico che intercorre tra Stato e Cittadini, ma un odioso ed arcaico mezzo di tipo medioevale attraverso cui le imposizioni di tasse sempre più esose attanagliano i lavoratori.
La stretta fiscale, assolutamente iniqua e arbitraria, assume i connotati di sistema dittatoriale, attraverso cui personaggi come Napolitano, Renzi, Berlusconi, Prodi, D’Alema, e tutta la schiera di politicanti italiani, mantengono il potere.
Se vuoi vivere devi pagare !
Se vuoi che i tuoi figli abbiano un futuro, per quanto aleatorio possa essere, devi subire e chinare la testa, senza protestare.
Se andrai in pensione a 67 anni (sempre che ci arrivi e sempre che non modifichino la Legge, aggiungendo ancora altri anni) devi rassegnarti, e accettare la miseria che ti sarà riconosciuta, anche se schiere di politici ladri e mafiosi, otterranno vitalizi e pensioni da nababbo.
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Devi accettare i 600 euro che ti daranno dopo 45 anni di lavoro, anche se i politici ne prenderanno 2500 0 3000 dopo soli 5 anni di legislatura.
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Questi sono i percorsi che stanno portando l’italia verso l’abisso, e che hanno invertito forse irreversibilmente il cammino di civiltà iniziato dai nostri nonni, dai nostri padri e che non troverà purtroppo riscontro nei nostri nipoti.
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Le sanguisughe che sono attaccate al portafoglio degli italiani e che fanno parte del mondo della politica dovrebbero essere considerate nemici dell’umanità e trattate alla stregua di scarafaggi da schiacciare, senza alcuna pietà.
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Non so se vi ricordate Duilio Poggiolini, il Re Mida della Sanità, il funzionario pubblico massone che permise la commercializzazione di sangue infetto, inducendo l’epidemia di infezioni da HIV ed epatite C negli anni ’90 sotto il Ministero di Francesco De Lorenzo del Partito Liberale.
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Personaggi come questo hanno evidentemente fatto da “Nave Scuola” per quei politici che sono venuti dopo di loro, e che imperturbabilmente compiono le loro nefandezze con l’unica accortezza di non farsi scoprire.
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Intanto molti pensionati italiani mangiano pane e latte per poter sopravvivere mese dopo mese.
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L’escamotage e l’inganno che i politici si inventano per arraffare soldi sono all’ordine del giorno.
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Un esempio ?
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Il popolo vota contro il finanziamento pubblico dei partiti, e la politica instaura un nuovo sistema, che è quello dei rimborsi elettorali, aggirando l’ostacolo in spregio alla volontà dei loro stessi elettori.
I cittadini assistono alle nefandezze di personaggi di spicco che sono alla guida dei maggiori partiti ma continuano ad osannarli, a riempire le Piazze ogni qualvolta è presente un comizio dei vari D’Alema, Bersani, Vendola, Berlusconi, ecc, ecc.
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Mi viene quindi da considerare che forse abbiamo ciò che meritiamo !
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Ci stanno sodomizzando da lungo tempo e noi continuiamo a votarli …
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Mi viene il sospetto che a molti piaccia…
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Dissenso
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