Articolo 21 della Costituzione Italiana

Articolo 21 della Costituzione Italiana:
"TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA, CON LO SCRITTO E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE. LA STAMPA NON PUO' ESSERE SOGGETTA AD AUTORIZZAZIONI O CENSURE"

domenica 25 agosto 2013

Lo sport per i nostri bambini è diventato un’attività elitaria?


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Lo sport è sinonimo di salute, divertimento, socializzazione.
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E’ uno strumento per far imparare un’attività fisica ai nostri bambini, utile ad impegnarli al di fuori dello studio, che potrà tenerli lontano dalla “strada” e dalle, diciamo così, cattive compagnie.
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Lo sport aiuta i nostri bambini a rapportarsi con gli altri, serve per imparare il valore delle vittorie ma anche delle sconfitte.
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Insegna il valore del rispetto reciproco e l’autorità verso le regole e il proprio insegnante.
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Aiuta a comprendere attraverso il gioco, regole che potranno essere rapportate anche alla vita reale.
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E’ occasione per conoscere nuovi amici e per avvicinare famiglie ad altre famiglie, rendendo così una comunità sempre più compatta e affiatata.
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Lo sport è come una sorta di metafora della vita che aiuterà ogni bambino che lo pratica ad affrontare i futuri problemi che gli si prospetteranno davanti, con grinta e dignità, consentendogli di risolverli con il  sorriso nel cuore e moralmente preparati.
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Partiamo dal presupposto che lo sport per i nostri figli, per tutti i bambini, dovrebbe essere in ogni modo garantito. 
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Dovrebbe essere materia scolastica  trattata con la stessa serietà e metodicità che la matematica o l’italiano hanno.
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Detto questo e considerato che, il più delle volte, così non è, dovrebbe sopperire a questa evidente carenza il Comune (come istituzione) che attraverso servizi, concessioni di spazi, e attività ludiche e ricreative concede la possibilità a tutti i bambini, e ripeto A TUTTI, di praticare sport in piena libertà, ma soprattutto senza nessun tipo di costo.
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Purtroppo sempre più spesso invece accade  che il comune diventi parte di un sistema che ha come unico scopo quello di fare da intermediario tra le proprie strutture e i propri spazi con organizzazioni esterne che ne usufruiscono attraverso canoni mensili, semestrali o annuali da corrispondergli.
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Accade quindi che queste organizzazioni sportive applichino delle rette per le iscrizioni ai propri corsi, che sempre più spesso diventano troppo elevate, e quindi non più accessibili a tutti, dando il via così ad una sorta di nascosta discriminazione.
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Queste stesse organizzazioni o società sportive riescono a sopravvivere solo grazie alle rette e con l’aiuto di tanti volontari che attraverso la loro opera garantiscono la fattibilità dei corsi.
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Quindi verrebbe spontaneo domandarsi: “oltre il danno, anche la beffa?”
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Già, perché se per poter fare giocare un figlio, il genitore deve sborsare cifre sempre più onerose ad una società che oltretutto è costretta ad avvalersi dell’aiuto di volontari, viene quindi spontaneo porsi un’altra domanda: “chi è colui che alla fine di tutto il giro ci guadagna veramente..?!”
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Il comune? 
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Attraverso l’affitto dei propri spazi?
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I diretti responsabili delle società sportive? Che però devono districarsi nel difficile compito di fare quadrare i conti?
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Inoltre, il Comune non potrebbe offrire i propri spazi e le proprie strutture (che poi sarebbero le nostre!!) a tutti i bambini in forma completamente gratuita, o per lo meno con prezzi fortemente scontati, attraverso rette agevolate e coperte in parte dalle nostre già esose tasse? 
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Domande che sempre più spesso molti genitori si pongono quando un anno dopo l’altro si ripresenta la solita occasione di iscrivere il proprio figlio a un qualche corso sportivo.
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Questa dannata crisi economica non ci sta di certo aiutando, leggiamo infatti ogni giorno, sui quotidiani locali e nazionali, di centinaia e centinaia di aziende che chiudono, artigiani e commercianti che falliscono, industrie che licenziano in massa, portando così le tristi statistiche sulla disoccupazione a livelli che definire allarmanti è un eufemismo.
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Nonostante tutto ognuno di noi vuole e cerca con ogni forza di garantire ai propri figli una vita lontana da ogni triste pensiero legato a questa maledetta crisi economica.
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E alla solita, rituale, annuale domanda dei nostri bambini: “posso giocare anche quest’anno?” rispondiamo con toni sempre più timidi e a volte imbarazzati, cercando di accontentarli attraverso sacrifici che oggi non sono più possibili.
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Nonostante tutto ci presentiamo alle riunioni delle varie società sportive per apprendere orari, giorni, MA SOPRATTUTTO I COSTI.
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E con estremo rammarico, questi ultimi AUMENTANO SEMPRE.
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Non basta che dietro a qualche società sportiva ci sia un qualche benedetto marchio o sponsor famoso, che a rigor di logica dovrebbe alleggerire il peso delle rette che i genitori dovranno pagare, infatti in barba a qualsiasi sano pensiero i costi continuano ad aumentare, di anno in anno.
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Perchè?
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Per fortuna tutto ciò non accade ovunque.
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Basta infatti allontanarsi dai confini del proprio paese che subito si apre un mondo che ai più sembra sconosciuto. 
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Facendo qualche chilometro in più verso i paesi vicini, pochi minuti di macchina, ci si accorge subito che le cose funzionano diversamente.
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Sembra infatti che alcuni comuni e società sportive applichino prezzi che in alcuni casi arrivano ad essere più bassi di oltre la metà. Già, avete capito bene, una differenza di costi di OLTRE LA META’ dei prezzi che ci vengono prospettati a casa nostra.
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Come se questi comuni applicassero i concetti da me fin’ora espressi.
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Detto ciò voglio precisare che questo mio post non vuole essere polemico, infatti ho evitato volutamente di fare nomi di qualsiasi tipo, bensì vuole spingervi a guardare oltre i vostri piccoli confini di paese, vuole aiutarvi  a non rinunciare rassegnati a far praticare attività sportive ai vostri figli.
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Non fermatevi alle uniche e a volte offensive soluzioni che alcune società sportive vi prospettano, quasi a volervi “concedere” di pagare rette, secondo me, ingiustamente esose, e in qualsiasi modo.
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Accade infatti che, in alcuni casi, certe società sportive, quasi a voler giustificare le proprie elevate rette, propongano ai genitori di rivolgersi alle banche, aprendo una sorta di debito che vi consenta di coprire i costi delle rette per l’ iscrizione. 
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Non è giusto. 
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Né etico né umanamente dignitoso.
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False soluzioni a problemi che potrebbero essere risolti in altro modo, e che vi pongono davanti a situazioni direi in oltre modo oltraggiose.
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Evidentemente vogliono passarvi come umana concessione, una prassi bancaria che a mio avviso potrebbe essere evitata se solo qualcuno cambiasse modo di concepire lo sport per i nostri figli.
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Credo infatti che tutti coloro che orbitano intorno all’ambiente sportivo dei nostri bambini e che usufruiscono di spazi comunali, dovrebbero impegnarsi a fornire un servizio che sia accessibile a TUTTI, senza pesare in oltre modo, sulle già svuotate tasche dei Cittadini/Genitori.
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Christian B.
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sabato 24 agosto 2013

SCUOLA PUBBLICA : SIAMO ANCORA AL MEDIO EVO

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da : "Il Resto del Carlino" del 24/08/2013
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Minerbio, come sempre, è il fanalino di coda.
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Lo è per parecchie cose che interessano i Cittadini, come l’ambiente, il territorio, la sicurezza, la democrazia, ed ora si conferma ostinatamente retrograda anche per quanto riguarda le modalità dell’insegnamento scolastico.
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Ogni anno le famiglie degli alunni che frequentano le Scuole Medie devono affrontare una spesa importante per quanto riguarda l’acquisto dei testi scolastici, e ciò, specialmente in periodo di crisi, si potrebbe facilmente evitare.
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Sarebbe sufficiente allargare l’orizzonte miope e inconcludente di chi dovrebbe invece spaziare con lo sguardo alla ricerca di valide alternative, come quella, ad esempio, riportata sulle pagine del “Resto del Carlino” di oggi.
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L’inerzia di chi, evidentemente, non ha a cuore tutto ciò, si palesa periodicamente, ad un ritmo costante, che finisce per danneggiare non solo l’immagine di Minerbio, ma soprattutto le tasche dei Cittadini.
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Forse chi gestisce il ricorso annuale ai libri di testo non ha ancora capito che siamo proiettati verso il futuro, verso un millennio che ha a portata di mano le soluzioni che occorrono.
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Sarebbe sufficiente dismettere per un momento i panni di una indolenza cronica, indossati con superbia e auto-referenzialismo, e permettere ai Cittadini di esprimere il proprio dissenso e la propria critica costruttiva.
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Un esempio ?
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In primis, proprio quello dei testi scolastici (sostituendoli con i tablets) e delle lavagne elettroniche, che permetterebbero un più fluido ed economico rapporto tra esigenze didattiche e crisi economica delle famiglie.
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Il Medioevo, il Re, i feudatari, i servi della gleba ... non appartengono al panorama sociale in cui viviamo, o almeno, così dovrebbe essere.
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Come mai, allora, facciamo di tutto per apparire come un feudo medioevale ?
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Ai Cittadini l'ardua risposta...
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Dissenso
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