La stagione primaverile ci porta,
oltre al suo carico di straordinari colori e profumi, anche alcuni pericoli che
vanno tenuti nella debita considerazione.
Uno di questi è rappresentato
dalla comparsa della “Processionaria del Pino” e dalla “Processionaria della
Quercia”
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Si tratta in entrambi i casi di
un piccolo bruco, nato dalla deposizione delle uova di una farfalla, che
proprio in questo periodo si schiudono.
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Le larve appena nate si
incamminano in “fila indiana”, insieme, unendosi in lunghe file, da cui trae
origine il loro stesso nome : Processionaria.
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Ciò accade nei boschi, ma anche
nei parchi pubblici e nei giardini delle abitazioni in cui c’è la presenza di
alberi.
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Le uova infatti vengono deposte dalle farfalle sui rami più assolati, quelli più esterni e lontani dal tronco, per poi, ai primi caldi, assorbire il calore del sole e dischiudersi.
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Le uova infatti vengono deposte dalle farfalle sui rami più assolati, quelli più esterni e lontani dal tronco, per poi, ai primi caldi, assorbire il calore del sole e dischiudersi.
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La processionaria del pino, il cui nome scientifico è “Thaumetopoea pityocampa (Denis & Schiffermuller)”, è un lepidottero appartenente alla famiglia Notodontidae, ed è un insetto purtroppo molto nocivo per le pinete, poiché sviluppa un’azione distruttiva del fogliame, attaccando soprattutto il Pinus nigra, il Pinus sylvestris, il Pinus pinea, il Pinus mugo, il Pinus pinaster, il Pinus strobus, i cedri, il Picea abies, e il Larix decidua.
La processionaria del pino, il cui nome scientifico è “Thaumetopoea pityocampa (Denis & Schiffermuller)”, è un lepidottero appartenente alla famiglia Notodontidae, ed è un insetto purtroppo molto nocivo per le pinete, poiché sviluppa un’azione distruttiva del fogliame, attaccando soprattutto il Pinus nigra, il Pinus sylvestris, il Pinus pinea, il Pinus mugo, il Pinus pinaster, il Pinus strobus, i cedri, il Picea abies, e il Larix decidua.
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La processionaria della quercia,
il cui nome scientifico è “Thaumetopoea processionea (Linnaeus, 1758), è
anch’esso un lepidottero della stessa famiglia di quella del pino, ma con la
differenza che le sue larve si nutrono di foglie di quercia, soprattutto di
Quercus robur e Quercus peduncolata.
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Occasionalmente può colpire anche faggi, noccioli, castagni, carpini,
betulle e cedri.
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Nel loro percorso le larve, della
misura di circa 3-4 cm., si nutrono del fogliame delle piante che incontrano
lungo la loro lenta ma costante processione, spogliando completamente gli
alberi.
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La farfalla |
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Questa però non è l’unica
prerogativa per cui la larva è da considerare dannosa, ma anche per il fatto
che i suoi peli possono causare irritazioni epidermiche.
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I peli urticanti sono simili a
piccoli arpioni provvisti di punte laterali dirette verso l‘apice, e la loro
pericolosità si compone del risultato di una duplice azione, una fisica e
una chimica.
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La loro particolare conformazione
permette ai peli urticanti non solo di ancorarsi alla cute dell’uomo, o agli
occhi, oppure ai polmoni se inalati, ma anche di penetrare in profondità e di
permanervi per lungo tempo.
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Possibili conseguenze in caso di contatto con i peli urticanti di larve di processionarie. |
L’azione chimica consiste nel
liberare una particolare proteina solubile a seguito della rottura del pelo.
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Gli effetti sulla pelle, dopo il
contatto con i peli urticanti sono immediati e si manifestano con la presenza
di un eritema papuloso fortemente pruriginoso.
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In caso di contatto con gli occhi
si sviluppa una rapida congiuntivite (con rossore e dolore agli occhi), mentre
se il pelo del bruco penetra in profondità nel bulbo oculare si verificano
gravi reazioni infiammatorie che possono progredire fino alla cecità.
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Nel caso di peli profondamente
infissi e integrati nel tessuto oculare, questi dovranno essere rimossi
chirurgicamente.
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L’inalazione provoca invece
starnuti, mal di gola, difficoltà nella deglutizione e difficoltà respiratoria
come nel caso di un broncospasmo simile a quello dell’asma (restringimento
delle vie respiratorie).
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processionaria del pino |
In caso di ingestione dei peli
urticanti si ha l’infiammazione delle mucose della bocca e dell’intestino,
accompagnata da sintomi come : salivazione, vomito, e dolore addominale.
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I consigli generici (è sempre meglio rivolgersi ad un
medico) suggeriscono di non grattare mai la parte irritata, e di mettersi sotto
una doccia calda.
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Non usare ammoniaca, ma usare
(previa valutazione del medico) creme a base di cortisone.
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Il prurito permane comunque per 5 giorni o più, mentre le vescicole per
due settimane circa.
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In caso di reazione allergica
sarà necessario, previa prescrizione medica, l’assunzione di antistaminici per
via orale.
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La processionaria risulta essere
molto pericolosa anche per i nostri amici animali, come i cani e i cavalli, i
quali brucando l’erba o annusando il terreno possono ingerire i peli urticanti
dei piccoli bruchi .
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nido di processionaria |
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Il contatto della lingua del
cane, ad esempio, con i peli urticanti, provoca la distruzione del tessuto
cellulare, e il danno può essere talmente serio da innescare un processo di
necrosi tale da compromettere porzioni di lingua.
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L’animale perde vivacità e
presenta sintomi come : febbre, rifiuto del cibo, vomito e diarrea, anche
emorragica.
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Il rimedio di primo intervento,
prima di ricorrere al veterinario, è quello di lavare abbondantemente la bocca
dell’animale con una soluzione di acqua e bicarbonato, magari con l’ausilio di
una siringa senza ago con la quale spruzzarvi ripetute volte la soluzione di
lavaggio.
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I parchi pubblici cittadini non
sono esenti dalla presenza della processionaria, per cui è bene che le persone
conoscano quanto descritto sopra, al
fine di poter ugualmente approfittare e
disporre della bellezza che la natura ci offre nel periodo primaverile, con i
suoi colori e i suoi profumi, ma evitando al contempo di fare incontri spiacevoli.
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Esistono precise disposizioni di Legge sulla lotta obbligatoria contro la Processonaria del Pino (Traumatocampa
pythiocampa) - D.M. 17 Aprile 1998 che impongono di porre la dovuta attenzione, anche istituzionale, a questo problema.
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B.E.
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