Ancora una volta, caso mai ce ne fosse bisogno, la
sinistra ha mostrato il suo vero volto, evidenziando a Napoli quale
effettivamente sia la vera essenza che la contraddistingue : non quella
metamorfizzata e nascosta sotto il nome di “democratico” ma quella che si è
vista in occasione della visita di Matteo Salvini nella città partenopea.
Una cieca violenza, irrazionale e finalizzata a
distruggere, a demolire, ad affermare che solo i Centri sociali possono
arrogarsi il diritto di decidere chi può parlare oppure no, costituisce il
“modus operandi” con cui gli pseudo rivoluzionari della domenica, che si
ritrovano appunto nei cosiddetti “Centri sociali”, impongono la loro volontà.
Succede spesso, in ogni città italiana, ogni volta che
Matteo Salvini interviene pubblicamente per esporre il suo pensiero e per
incontrare il suo elettorato, che frange violente appartenenti all’estrema
sinistra di radice comunista mettano a ferro e fuoco il territorio, per
impedirgli di parlare alla popolazione.
Tutto ciò avviene perché Salvini fa paura alla sinistra,
grazie al crescente consenso popolare che lo accompagna, e all’esposizione
delle sue idee, opposte e contrarie a quelle dei cosiddetti “democratici” (che
democratici non sono).
Ecco che quindi la sinistra attua un singolare “gioco di
ruolo” che consiste nel dare “via libera” agli esagitati dei “Centri sociali”
da sempre coccolati, finanziati, e autorizzati tacitamente ad operare per loro
conto.
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Non è un caso che a Bologna, le organizzzazioni comuniste
come Hua, Hobo, Fuoriluogo, C.U.A., e altre sigle inglobate e appartenenti all’universo marxista (e
idiota) abbiano potuto occupare indisturbate le aule universitarie per ben 26
lunghi anni, senza che alcuna autorità costituita facesse nulla, nelle Bologna
comunista appunto, per impedire che ciò avvenisse, o per interromperne il percorso.
La Prefettura, i Sindaci, e le Istituzioni, silenti e
defilate, si sono rese complici di un atto continuato di barbarie, permettendo
che l’illegalità dilagasse nell’Università più antica d’Europa, ramificandosi
ed estendendosi, al punto che ora gli attivisti dei Centri sociali, consci
dell’impunità che li aspetta, fanno il “bello e cattivo tempo” in città.
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Per tutte le azioni violente e i danni arrecati dai
cosiddetti “compagni” non è mai stata pronunciata nemmeno una sentenza di
condanna, lasciando scadere i termini entro i quali si potevano promulgare
condanne, segno evidente del fatto che anche una branchia della Magistratura,
evidentemente, copre e giustifica il loro operato.
I Centri sociali e le organizzazioni che assumono le
caratteristiche di bande paramilitari si organizzano per dimostrare che non
indietreggiano neppure davanti alla Polizia schierata, che anzi diviene per
loro un ottimo bersaglio per esercitarsi nella guerriglia.
La benevolenza dimostrata nei confronti di questi delinquenti
che si definiscono “antifa” dimostra la collusione della classe politica
sinistroide, che grazie a loro realizza il progetto principe che li
contraddistingue : impedire alle opposizioni di parlare, chiudere loro la
bocca, in un modo o nell’altro, con le buone o con le cattive.
La presa di posizione del Sindaco napoletano De Magistris
dimostra esattamente che il percorso intrapreso, oramai da lungo tempo, dalla
sinistra “istituzionale” va proprio in questa direzione.
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Non ci sono dubbi, i pupilli PREFERITI della sinistra NON sono i
bravi ragazzi che hanno voglia di studiare all’università, così come NON sono
coloro che scelgono di assistere ad un comizio piuttosto che ad un altro,
democraticamente, ma sono i facinorosi delinquenti, armati e pericolosi, attraverso
cui possono compiere le loro nefandezze antidemocratiche, in perfetta linea con
le retrospettive socio cuilturali cui appartengono e in linea col retaggio
politico da cui discendono.
La metamorfosi con cui la sinistra si ammanta
dell’aggettivo “democratico” è subdolamente fuorviante, e appositamente
adattata a stereotipi che le hanno permesso di sopravvivere, ma non può
eliminare l’anima marxista e violenta da cui traggono origine i seguaci e gli
eredi di Togliatti e del comunismo.
I Sindaci come De Magistris (Napoli) o come Merola
(Bologna), che permettono ai Centri
sociali di agire indisturbati, con la condiscendenza nemmeno troppo nascosta
della Magistratura (è verificabile nelle pagine scritte della Storia recente)
sono le testimonianze palesi, loro malgrado, della simbiosi esistente tra
sinistra, “toghe rosse”, e Centri sociali.
Nelle violente dimostrazioni di ieri a Napoli è stata
assaltata anche una camionetta dei Carabinieri che dopo essere stata bloccata è
stata fatta oggetto del lancio di bottiglie incendiarie e di una fitta
sassaiola.
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Alcuni delinquenti comunisti, partecipando a vere e
proprie sommosse popolari mediante il ricorso alla guerriglia urbana
organizzata, si sono scontrati con la legittima reazione delle Forze
dell’ordine, rimanendo vittime del meccanismo da loro stessi innescato.
La sinistra, invece di condannarli come estremisti e
delinquenti ne ha fatto dei martiri e ha intitolato loro vie o piazze.
La responsabilità diretta di coloro che appartengono ai
vertici della politica orbitante intorno alla sfera “sinistroide” nazionale (ma
non solo, essendo un fenomeno diffuso ad arte a livello planetario) è
incontrovertibile e suffragato da decenni di nefandezze.
La disinformazione e la mistificazione operata dai media
controllati capillarmente dagli intellettuali (o meglio, pseudo intellettuali)
della sinistra, hanno fatto il resto.
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Nel frattempo costoro, grazie quindi anche ai centri
sociali, correi e complici, collusi e protagonisti, attuano il loro programma
politico preferito : l’appropriazione indebita, il malaffare, il privilegio, il
parassitismo, l’inciucio, la corruzione, e quant’altro possa portare a loro
qualunque beneficio, sulla pelle del popolo italiano sempre più stremato e
disperato.
Per quanto riguarda la definizione di “Centri sociali”
visto e considerato che di sociale NON hanno proprio nulla, ma che anzi
contrastano violentemente le libertà altrui, impedendole o tentanto di
sopraffarle, bisognerebbe modificare la dicitura in : “Centri antisociali”.
Il Centro antisociale sarebbe quindi ciò che
effettivamente è adesso : un punto di ritrovo di facinorosi e delinquenti che
usano la violenza per sopraffare chiunque NON la pensi come loro, in nome di un
comunismo becero e devastante.
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Gli arroganti e patetici rappresentanti e appartenenti a
queste “formazioni” anarco-marxiste professano l’ignoranza come dogma, poiché ignorano
anche il piu’ piccolo ABC di ciò che significa “democrazia” popolare, e si
crogiolano in etichette stereotipate come quella di “antifa” che va tanto di
moda, senza peraltro sapere di cosa parlano.
Arroganza, stupidità, violenza, ottusità, e ignoranza sono
quindi il fardello intellettuale su cui poggia la loro identità culturale,
coadiuvata dagli immancabili passamontagna (sono troppo vigliacchi per
mostrarsi a viso aperto) e da una visione molto limitata e approssimativa delle
realtà storico sociali in cui sono inseriti.
Costoro credono forse di rappresentare una identità
comunista popolare, ma in realtà sono disgiunti da qualsiasi riferimento
diretto che li unisca al mondo del lavoro, dello studio, e della vita sociale.
Il parassitismo sembra essere invece il loro assioma
identificativo, che li colloca entro i ristretti limiti di un universo in fase
di involuzione, tenuto in vita solo dalla benevolenza dei loro padrini, a cui
per ora fanno comodo…
Quando tutto ciò volgerà al termine, forse, chissà, subiranno le stesse metamorfosi che portarono “Lotta Continua” e “Potere Operaio” a costituire le “Brigate Rosse”, innescando nuovi scenari di violenza politica, di cui potremo incolpare, come in passato, la sinistra italiana.
… et qui
vivunt, videbis …
Dissenso