Articolo 21 della Costituzione Italiana

Articolo 21 della Costituzione Italiana:
"TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA, CON LO SCRITTO E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE. LA STAMPA NON PUO' ESSERE SOGGETTA AD AUTORIZZAZIONI O CENSURE"

domenica 12 marzo 2017

I CENTRI SOCIALI


Ancora una volta, caso mai ce ne fosse bisogno, la sinistra ha mostrato il suo vero volto, evidenziando a Napoli quale effettivamente sia la vera essenza che la contraddistingue : non quella metamorfizzata e nascosta sotto il nome di “democratico” ma quella che si è vista in occasione della visita di Matteo Salvini nella città partenopea.
 
Una cieca violenza, irrazionale e finalizzata a distruggere, a demolire, ad affermare che solo i Centri sociali possono arrogarsi il diritto di decidere chi può parlare oppure no, costituisce il “modus operandi” con cui gli pseudo rivoluzionari della domenica, che si ritrovano appunto nei cosiddetti “Centri sociali”, impongono la loro volontà.

Succede spesso, in ogni città italiana, ogni volta che Matteo Salvini interviene pubblicamente per esporre il suo pensiero e per incontrare il suo elettorato, che frange violente appartenenti all’estrema sinistra di radice comunista mettano a ferro e fuoco il territorio, per impedirgli di parlare alla popolazione.
 
Tutto ciò avviene perché Salvini fa paura alla sinistra, grazie al crescente consenso popolare che lo accompagna, e all’esposizione delle sue idee, opposte e contrarie a quelle dei cosiddetti “democratici” (che democratici non sono).
 
Ecco che quindi la sinistra attua un singolare “gioco di ruolo” che consiste nel dare “via libera” agli esagitati dei “Centri sociali” da sempre coccolati, finanziati, e autorizzati tacitamente ad operare per loro conto.
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In pratica costoro fanno il cosiddetto “lavoro sporco” a favore della sinistra, che così può impedire al suo più pericoloso antagonista di esprimere liberamente e democraticamente il suo pensiero.
 
Non è un caso che a Bologna, le organizzzazioni comuniste come Hua, Hobo, Fuoriluogo, C.U.A., e altre sigle inglobate e appartenenti all’universo marxista (e idiota) abbiano potuto occupare indisturbate le aule universitarie per ben 26 lunghi anni, senza che alcuna autorità costituita facesse nulla, nelle Bologna comunista appunto, per impedire che ciò avvenisse, o per interromperne il percorso.
 
La Prefettura, i Sindaci, e le Istituzioni, silenti e defilate, si sono rese complici di un atto continuato di barbarie, permettendo che l’illegalità dilagasse nell’Università più antica d’Europa, ramificandosi ed estendendosi, al punto che ora gli attivisti dei Centri sociali, consci dell’impunità che li aspetta, fanno il “bello e cattivo tempo” in città.
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Per tutte le azioni violente e i danni arrecati dai cosiddetti “compagni” non è mai stata pronunciata nemmeno una sentenza di condanna, lasciando scadere i termini entro i quali si potevano promulgare condanne, segno evidente del fatto che anche una branchia della Magistratura, evidentemente, copre e giustifica il loro operato.
 
I Centri sociali e le organizzazioni che assumono le caratteristiche di bande paramilitari si organizzano per dimostrare che non indietreggiano neppure davanti alla Polizia schierata, che anzi diviene per loro un ottimo bersaglio per esercitarsi nella guerriglia.
 
La benevolenza dimostrata nei confronti di questi delinquenti che si definiscono “antifa” dimostra la collusione della classe politica sinistroide, che grazie a loro realizza il progetto principe che li contraddistingue : impedire alle opposizioni di parlare, chiudere loro la bocca, in un modo o nell’altro, con le buone o con le cattive.
 
La presa di posizione del Sindaco napoletano De Magistris dimostra esattamente che il percorso intrapreso, oramai da lungo tempo, dalla sinistra “istituzionale” va proprio in questa direzione.
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Non ci sono dubbi, i pupilli PREFERITI della sinistra NON sono i bravi ragazzi che hanno voglia di studiare all’università, così come NON sono coloro che scelgono di assistere ad un comizio piuttosto che ad un altro, democraticamente, ma sono i facinorosi delinquenti, armati e pericolosi, attraverso cui possono compiere le loro nefandezze antidemocratiche, in perfetta linea con le retrospettive socio cuilturali cui appartengono e in linea col retaggio politico da cui discendono.
 
La metamorfosi con cui la sinistra si ammanta dell’aggettivo “democratico” è subdolamente fuorviante, e appositamente adattata a stereotipi che le hanno permesso di sopravvivere, ma non può eliminare l’anima marxista e violenta da cui traggono origine i seguaci e gli eredi di Togliatti e del comunismo.
 
I Sindaci come De Magistris (Napoli) o come Merola (Bologna), che permettono  ai Centri sociali di agire indisturbati, con la condiscendenza nemmeno troppo nascosta della Magistratura (è verificabile nelle pagine scritte della Storia recente) sono le testimonianze palesi, loro malgrado, della simbiosi esistente tra sinistra, “toghe rosse”, e Centri sociali.
 
Nelle violente dimostrazioni di ieri a Napoli è stata assaltata anche una camionetta dei Carabinieri che dopo essere stata bloccata è stata fatta oggetto del lancio di bottiglie incendiarie e di una fitta sassaiola.
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Una rappresentazione cui abbiamo già assistito varie volte, collaudata in ogni suo aspetto da questi professionisti della violenza, della prevaricazione e dell’imposizione comunista, e di cui sono rimasti vittima in passato proprio alcuni degli stessi delinquenti autori del disordine pubblico.
 
Alcuni delinquenti comunisti, partecipando a vere e proprie sommosse popolari mediante il ricorso alla guerriglia urbana organizzata, si sono scontrati con la legittima reazione delle Forze dell’ordine, rimanendo vittime del meccanismo da loro stessi innescato.
 
La sinistra, invece di condannarli come estremisti e delinquenti ne ha fatto dei martiri e ha intitolato loro vie o piazze.
 
La responsabilità diretta di coloro che appartengono ai vertici della politica orbitante intorno alla sfera “sinistroide” nazionale (ma non solo, essendo un fenomeno diffuso ad arte a livello planetario) è incontrovertibile e suffragato da decenni di nefandezze.
 
La disinformazione e la mistificazione operata dai media controllati capillarmente dagli intellettuali (o meglio, pseudo intellettuali) della sinistra, hanno fatto il resto.
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Tutto ciò rappresenta un crimine e una violazione delle libertà individuali, una forma nascosta e subdola di dittatura che condiziona la libertà del popolo italiano, soggiogato da personaggi ambigui e menzogneri professionisti dell’inganno.
 
Nel frattempo costoro, grazie quindi anche ai centri sociali, correi e complici, collusi e protagonisti, attuano il loro programma politico preferito : l’appropriazione indebita, il malaffare, il privilegio, il parassitismo, l’inciucio, la corruzione, e quant’altro possa portare a loro qualunque beneficio, sulla pelle del popolo italiano sempre più stremato e disperato.
 
Per quanto riguarda la definizione di “Centri sociali” visto e considerato che di sociale NON hanno proprio nulla, ma che anzi contrastano violentemente le libertà altrui, impedendole o tentanto di sopraffarle, bisognerebbe modificare la dicitura in : “Centri antisociali”.
 
Il Centro antisociale sarebbe quindi ciò che effettivamente è adesso : un punto di ritrovo di facinorosi e delinquenti che usano la violenza per sopraffare chiunque NON la pensi come loro, in nome di un comunismo becero e devastante.
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Gli arroganti e patetici rappresentanti e appartenenti a queste “formazioni” anarco-marxiste professano l’ignoranza come dogma, poiché ignorano anche il piu’ piccolo ABC di ciò che significa “democrazia” popolare, e si crogiolano in etichette stereotipate come quella di “antifa” che va tanto di moda, senza peraltro sapere di cosa parlano.
 
Arroganza, stupidità, violenza, ottusità, e ignoranza sono quindi il fardello intellettuale su cui poggia la loro identità culturale, coadiuvata dagli immancabili passamontagna (sono troppo vigliacchi per mostrarsi a viso aperto) e da una visione molto limitata e approssimativa delle realtà storico sociali in cui sono inseriti.
 
Costoro credono forse di rappresentare una identità comunista popolare, ma in realtà sono disgiunti da qualsiasi riferimento diretto che li unisca al mondo del lavoro, dello studio, e della vita sociale.
 
Il parassitismo sembra essere invece il loro assioma identificativo, che li colloca entro i ristretti limiti di un universo in fase di involuzione, tenuto in vita solo dalla benevolenza dei loro padrini, a cui per ora fanno comodo…
 



Quando tutto ciò volgerà al termine, forse, chissà, subiranno le stesse metamorfosi che portarono “Lotta Continua” e “Potere Operaio” a costituire le “Brigate Rosse”, innescando nuovi scenari di violenza politica, di cui potremo incolpare, come in passato, la sinistra italiana.
 
et qui vivunt, videbis


Dissenso

 

Speech by ReadSpeaker