sottotitolo : IL NUOVO STALINISMO
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La diffusione delle opere letterarie concernenti qualsiasi
aspetto societario, e la conseguente visione di stereotipi pianificiati dalle
differenti correnti di pensiero, è attentamente gestita e manipolata dagli
pseudo-intellettualoidi della sinistra.
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Tale gestione comprende la subdola imposizione di ciò che
può produrre vantaggio all’incedere del sistema politico di riferimento, a
discapito di ogni voce fuori dal coro che possa confutare e dissentire su
argomenti di ogni tipo.
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In particolare, la produzione letteraria di quegli autori
che hanno operato una seria ricerca storica sul “male assoluto” rappresentato
dal comunimo è osteggiata e boicottata con ogni mezzo.
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Da decenni l’intellighenzia europea legata al mondo delle
sinistre cerca di dissimulare, falsare, e nascondere tutte quelle verità
scomode, che comunque il corso della Storia ha portato e porterà alla luce.
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Perfino
in terra sovietica tutto ciò portò al rigurgito spontaneo e naturale verso le
forme di sottomissione culturale forzata imposta dal regime, dando origine al fenomeno di samizdat.
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Intere
categorie di lettori, precedentemete pilotate da un sistema di controllo che
imponeva loro dei piani preordinati di lettura, secondo schemi collaudati da un
regime opprimente e asfissiante, portò
al rifiuto di proseguire in un passivo asservimento intellettuale.
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In
pratica il regime comunista sovietico manipolava le coscienze, catalogandone le
prerogative, stigmatizzandone le peculiarità, e pilotandone l’incedere
quotidiano nella loro ricerca di cultura, di informazione, di letteratura.
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In
questo modo la lettura diventava strumento attraverso cui i burattinai di
regime condizionavano e plagiavano le menti dei loro stessi connazionali,
convergendo gli esiti di una psicologia corrotta ma determinata verso un
risultato pianificato e quasi mai disatteso.
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Occorre
specificare il termine “quasi”, poiché coloro che non si lasciavano manipolare
intellettualmente parteciparono attivamente al fenomeno del samizdat, divenendo
lettori e autori allo stesso tempo, contribuendo alla diffusione di scritti e
pubblicazioni non conformi allo standard socio politico imposto dal comunismo.
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I manoscritti venivano ricopiati a mano da ogni lettore,
amplificando così il numero di produzioni che venivano diffuse, contenenti
notizie non sottoposte a censura sulle questioni politiche, economiche,
filosofiche, e letterarie.
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Il
samizdat passò poi alla fase dattiloscritta e proseguì il suo cammino
informativo, dando notizie sulle violazioni dei diritti umani, sulle
deportazioni, come nel caso di Daniel Siniavskj, ma anche come espressione del
genio artistico di autori come Boris Pasternak che scrisse “il Dottor Zivago”.
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Il
regime comunista bollò subito i samizdat come nemico dello Stato, perseguendolo
con accanimento avendo constatato l’enorme importanza che questo assumeva come
fonte alternativa allo schivismo intellettuale di regime.
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Ancora
oggi, qui nella “civile” Italia (e in Europa non è diverso), la manipolazione
delle coscienze attraverso lo strumento dell’indirizzamento della lettura, è
una prassi abituale e consolidata, ad opera delle sinistre.
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Astutamente
e subdolamente l’intellighenzia sinistroide si è insinuata nel substrato
culturale della società, manipolandolo, fagocitando le biblioteche pubbliche e
i centri di diffusione delle notizie, oltre che gli organismi mediatici e della
carta stampata.
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I
testi relativi al dissenso anticomunista, forti di ricerche storiche che
documentano l’efferatezza distruttiva e dilaniante del marxismo leninismo, sono
pressochè introvabili, sostituiti da altri, sempre presenti, come ad esempio
“il diario di Anna Frank”, presentato in tutte le salse ad ogni piè sospinto.
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La
canzonetta partigiana “bella ciao”… chiude il ciclo di una disinformazione
creata ad arte, scientemente e colpevolmente, partigianamente, omissivamente e
pervicacemente.
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Sfido
chiunque a recarsi presso la bibilioteca comunale di riferimentp per chiedere
le seguenti letture, che esprimono un dissenso anticomunista, e perciò invise
alle sinistra :
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1 -
ALAGIANI PIETRO – Le mie prigioni nel paradiso sovietico
2 -
BIGAZZI FRANCESCO - Carnefici e vittime. I crimini del PCI in
Unione Sovietica.
3 -
CONQUEST ROBERT - Il grande Terrore : gli anni in cui lo
stalinismo sterminò milioni di persone.
4 -
GINZBURG EVGENIA - Viaggio nella vertigine
5 -
HERLING GUSTAW - Un mondo a parte
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Rimarrei
molto sorprese se potessi constatare che in biblioteca ve ne fornissero almeno
uno di questi, ma probabilmente vi diranno invece che i titoli non sono
presenti nel loro database, e che ve li procureranno al più presto.
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Chiedete
invece questi altri titoli :
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1 -
DIARIO DI ANNA FRANK
2 - IL
CAPITALE
3 -
CESARE PAVESE (una qualunque sua opera)
4 -
PRIMO LEVI (una qualunque delle sue opere)
5 -
BEPPE FENOGLIO (una qualunque delle sue opere)
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Sarei
altrettanto sorpreso se vi dicessero che sono sprovvisti anche solo di uno di
questi testi, poichè rappresentano l’espressione del gotha stesso della
letteratura sinistroide e comunista.
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Questa
politica di falsificazione della realtà, di mistificazione, di osteggiamento di
qualsivoglia forma di dissenso al comunismo, è prassi abituale in Italia fino
dal dopoguerra, grazie a Togliatti e alla sua accolita di delinquenti e criminali
comunisti.
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Gli
stessi comunisti esuli in terra di Russia per contrasti con il Fascismo, furono
travolti dall’ira paranoica e comunista di Stalin, che li deportò nei lager
siberiani.
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Alcuni
di loro sopravvissero e riuscirono a tornare in Italia, decisi a raccontare la
reale ed effettiva verità sul comunismo russo, tanto idolatrato dalle masse
operaie e contadine europee.
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Uno
di questi, Dante Corneli, emigrato a Mosca perché condannato a vent’anni di
reclusione in Italia per aver sparato al segretario del fascio di Tivoli, fu
arrestato dalla NKVD sovietica come sospettato di essere trotskista.
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Dal
1936 al 1946 fu imprigionato e deportato nel lager di Vorkuta, oltre il circolo
polare artico.
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Subì
la mutilazione di una mano, e ciò gli evitò i lavori pesanti, fatto questo che
gli permise di sopravvivere.
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Dal
1946 al 1960 fu confinato in Siberia, prima solo poi con la famiglia, per poi stabilirsi in Ucraina.
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Nel
1965 Corneli riesce a tornare in Italia, così come nel 1967 e infine nel 1970
per rimanervi definitivamente.
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Decide
di far sapere a tutti come il regime comunista si accanisca non solo contro il
suo stesso popolo, ma anche contro i comunisti di altri Paesi, e di come si sia
sviluppata la carestia indotta da Stalin, oppure della NEP e dei gulag.
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Il
Partito Comunista Italiano, Togliatti in testa, si oppone al suo progetto di
verità, osteggiandolo in ogni modo, anche perché corresponsabile di Stalin
insieme al gruppo dirigente italiano del Partito, come Paolo Robotti, Antonio
Roasio, Vittorio Vidali.
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Corneli
fu costretto a editare in proprio la sua opera, dal titolo “il redivivo
tiburtino”, che naturalmente non è reperibile, ancora oggi, nelle biblioteche
pubbliche italiane, fagocitate dalla disinformazione sinistroide.
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Democrazia
? Pluralismo ? Confronto ?
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Tutti
termini con cui il PD, erede del retaggio politico di Togliattiana memoria, si
riempie la bocca, ostentatamente ma altrettanto falsamente, disattendendone con
i fatti il significato stesso e l’intrinseca etimologia.
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Poltrona,
malaffare, disinformazione, inciucio, corruzione, concussione, collusione,
parassitismo, sono invece i veri valori cui fanno riferimento il PD e i suoi
massimi dirigenti nella conduzione di una Italia sempre più massacrata e
prossima al baratro.
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La
galera dovrebbe essere il rimedio da applicare verso questi nemici dell’umanità,
per arginare le nefandezze di cui continuano a macchiarsi, grazie anche alla
manipolazione delle coscienze e della verità.
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Concludo allegando il Link ad un database che ho realizzato, contenente i nomi di autori (che io chiamo del dissenso) operanti nel campo della corretta divulgazione storica scientifica, o nella narrativa anticomunista.
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Il sito offre la loro biografia, la bibliografia e le relative recensioni, ed è perennemente in aggiornamento, a causa della vastità dei dati da introdurre.