Dopo
sei anni di indagini il Giudice per l’udienza preliminare di Bologna, Gianluca
Patregnani Gelosi, ha rinviato a giudizio per associazione a delinquere e frode
in commercio i responsabili di un sistema che truffava i consumatori italiani.
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Su
dieci soci del Consorzio Patata italiana di Qualità, con sede a Bologna, ben
sette sono stati indagati per associazione a delinquere finalizzata alla frode
commerciale ai danni della grande distribuzione.
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Il “patata gate”, così è stato definita questa nuova
truffa alimentare, immetteva sul mercato italiano patate con etichette
attestanti dati falsi, e commercializzate con documenti di accompagnamento che
recavano false indicazioni sul luogo di provenienza, di coltivazione, e sulla
qualità stessa del prodotto.
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Patate
provenienti da paesi europei o extra-europei venivano etichettate come “made in
Italy”, con indicazione di qualità superiore a quella effettiva, compresa
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Camion carichi di patate andavano e venivano da Paesi come Egitto, Cipro, Israele, oppure Francia e Inghilterra e certificati come prodotto nazionale.
Camion carichi di patate andavano e venivano da Paesi come Egitto, Cipro, Israele, oppure Francia e Inghilterra e certificati come prodotto nazionale.
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Le
patate commercializzate provenivano dagli scarti della produzione, in quanto
infestate con la tignola (l’insetto che perfora le patate) e con la scabbia,
oppure venivano vendute come patate al selenio pur essendo patate normali.
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Phtorimaea operculella (Zell.) - Tignola della patata |
Inoltre i tuberi provenienti dai Paesi africani erano trattati con antiparassitari, anti-germoglianti, e fitofarmaci non consentiti in Italia, così come le patate francesi che vengono ancora oggi irrorate con fungicidi e insetticidi proibiti nel nostro Paese.
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La
truffa, cui hanno partecipato sia gli importatori che gli intermediari, oltre
che gli stessi produttori italiani e i consorzi che li rappresentavano, facevano
parte di un modus operandi ben collaudato, con la complicità, secondo gli
inquirenti, degli allora responsabili di Conad, capitanati da Claudio
Gamberini, e di imprenditori come l’ex Patron della Fortitudo basket Giulio
Romagnoli, leader di un settore appartenente ai Consorzi Patata Dop e
Patata italiana di Qualità.
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I truffatori di Conad sono stati indagati e quindi sostituiti con altri che però sono poi stati a loro volta indagati per non aver interrotto questo ciclo truffaldino, avendo perseverato nel malaffare.
I truffatori di Conad sono stati indagati e quindi sostituiti con altri che però sono poi stati a loro volta indagati per non aver interrotto questo ciclo truffaldino, avendo perseverato nel malaffare.
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Per
chiudere il cerchio, va detto che Coldiretti e Conad si sono costituite parte
civile, mentre l’elenco degli indagati si è allargato anche ad Antonio
Covone (fornitore), a Roberto Chiesa (responsabile gruppo
Romagnoli), ad Andrea Galli (Direttore Consorzio delle patate di Assopa,
oggi Agripat) e ad altre decine di persone, oltre che a cinque società del
settore.
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Giulio Romagnoli |
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Il
codice etico di Conad prevede che non ci debbano essere contatti fra il suo Direttore acquisti e i
fornitori, mentre dalle indagini (compiute dalla Forestale) risulta che Gamberini
(Conad) avrebbe avuto in regalo dalla ditta Romagnoli una automobile
(una Opel corsa) e un abbonamento al Bologna FC per la stagione 2013/14.
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Le
due aziende si difendono fornendo diverse spiegazioni.
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Secondo La Romagnoli ciò rientrerebbe nelle normali
relazioni private, mentre per Conad si sarebbe trattato solamente di un
prestito, poi restituito.
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E’
lecito quindi porsi dei dubbi sull’operato di Conad, che attraverso i suoi
uomini di punta è coinvolta in un malaffare da cui ora prende le distanze.
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Personalmente
noto una fastidiosa ambiguità quotidiana nel comportamento di Conad,
ravvisabile nel fatto che, attraverso gli spot commerciali, pubblicizzi
l’intento aziendale di privilegiare i prodotti italiani, soprattutto quelli a
“chilometro zero”, mentre nella realtà vedo sui banchi dei reparti frutta e
verdura vari prodotti provenienti da Spagna e Brasile.
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Addirittura
Conad ci vuole vendere pomodori provenienti dalla Spagna, così come i
clementini e i mandarini, nonostante il fatto che proprio questi due prodotti
rappresentino una eccellenza alimentare del nostro Paese.
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L’assenza
di prodotti nostrani e la presenza di prodotti contraffatti e pericolosi per la
salute (vedi “patata gate”) nei supermercati hanno dunque costituito a lungo il
modus operandi di Conad, anche se ora, giocoforza, l’Azienda si dissocia da
tutto ciò.
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Per
lunghi anni i consumatori sono stati turlupinati e disprezzati, allo scopo di
trarre maggiori profitti, anche se illeciti, da personaggi indagati oggi dalla
Magistratura.
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Le
Ditte della Grande Distribuzioe che si sono costituite come parte lesa sono,
oltre a Conad, anche Pam, Esselunga, a cui si sono aggiunte
Coldiretti, il ministero delle Politiche Agricole, e l’UE.
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I
consumatori sono dunque in balìa di modus operandi che producono malaffare e
inganno sulla propria pelle, anche quando si raffrontano con realtà commerciali
importanti come Conad ?
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Altro
che filiera di qualità !
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Patate
di scarto, infestate di tignola o scabbia arrivavano tranquillamente sulla
nostra tavola, commercializzate da Conad e dai nomi sopra citati della GDO
(Grande Distribuzione Organizzata).
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Le
associazioni dei produttori emiliano-romagnoli, come Assopa e Appe, che
indignate parlano di “operazioni speculative” e di informazione mediatica
scorretta, non avrebbero dovuto invece controllare che la qualità delle patate
fosse come doveva essere ?
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Se
in Italia vengono consumati 21 milioni di quintali di patate all’anno, mentre
se ne producono “solo” 17 milioni di quintali, è ovvio che la differenza è di
importazione estera.
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Il
consorzio di tutela della patata di Bologna Dop, che per nome del suo
Presidente Alberto Zambon afferma di non avere alcun legame con le vicende
denunciate, vorrebbe evitare spettacolarizzazioni che a suo parere non
gioverebbero alla filiera del settore.
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Scabbia delle patate |
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Perché
dovremmo passare sotto silenzio e minimizzare una truffa alimentare che, oltre
che a colpire i consumatori, va contro coloro che lavorano onestamente ogni
giorno ?
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Perché
dovremmo sottostare a mistificazioni reiterate e a sistemi speculativi che
privilegiano il malaffare e il guadagno ad ogni costo da parte di chi manifesta
con i fatti un vero e proprio disprezzo per i consumatori ?
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Con
quale faccia Conad vende i pomodori spagnoli nei suoi reparti di vendita,
quando l’Italia è il secondo produttore mondiale di pomodoro fresco ?
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La
stessa domanda vale anche per i mandarini, le arance e le clementine o le
fragole spagnole, oppure per i limoni che provengono dalla Turchia, e ci si
domanda per quale perverso motivo ci si rivolga a fornitori stranieri anziché
privilegiare il mercato nazionale.
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Il
quadro di insieme, che comprende il malaffare, la pubblicità ingannevole e non
suffragata dai fatti, la realtà quotidiana, gli indagati, le prese di posizione
delle Aziende, il danno subìto dai consumatori, il disprezzo palesato verso di
loro, pone dei seri interrogativi sull’etica stessa dei protagonisti, primo fra
tutti Conad.
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La domanda che viene spontanea, al di là delle
responsabilità degli imputati, riguarda il ruolo della grande distribuzione :
vittima o complice silenzioso della frode ?
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Dissenso
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