Con le elezioni Regionali di Gennaio 2020 abbiamo
assistito alla sconfitta delle destre in Emilia Romagna, ma ciò che a mio
parere ha prodotto questo risultato non è da ascrivere a meriti particolari
nell’operato delle sinistre, bensì a precisi demeriti nelle politiche con cui
le destre si sono rapportate ai Cittadini.
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Mentre
le sinistre continuano da decenni a martellare e ad insistere sulla demonizzazione
dell’avversario, dipingendolo, chiunque esso sia, come fascista, e
identificandolo nell’affiancare ad esso il ricordo dei lager e delle atrocità
commesse contro gli ebrei, le destre tacciono.
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Non
importa il fatto che i Partiti riconducibili all’area politica delle destre non
abbiano a che fare con il fascismo, poiché vengono comunque associati ad esso
con termini nuovi, come quelli di sovranisti o nazionalisti.
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Le
sinistre, in questo tam tam ossessionante e quotidiano, a cui ricorrono dal
dopoguerra ad oggi, mantengono una supremazia intellettuale che li eleva al di
sopra di interlocuzioni o di raffronti da cui possono rifuggire in qualità di
paladini dell’antifascismo.
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Il
condizionamento sociale è endemico e capillare, e viene instillato
nell’immaginario collettivo della popolazione attraverso diversi meccanismi di
coercizione emotiva e intellettuale, con l’ausilio di strumenti quali le
neonate “sardine” o il ricorso a canzonette come “bella ciao”, o manifestando
un antifascismo di comodo, rabbioso e distruttivo come quello dei “centri
sociali”.
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Al
contrario, le destre tacciono, complice l’ignavia espressa dai dirigenti che
dovrebbero invece reagire e produrre cultura e anticomunismo.
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Probabilmente
sono più occupati a rimanere attaccati alle proprie poltrone, sperando che il
carisma di Matteo Salvini supplisca alle loro carenze e alla loro incapacità.
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Ho
assistito personalmente al completo disinteressamento dei quadri direttivi
delle destre verso qualsiasi problematica che intendesse sottoporre
all’attenzione dell’elettorato una informazione corretta e storica sul
fenomeno comunista, da cui ancora oggi i suoi eredi traggono linfa vitale.
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Mi
sono dedicato alla scrittura di saggi e di libri (5 in tutto) nei quali porto a
conoscenza del lettore la vera essenza e la dimensione criminale del comunismo
e dei soggetti che ne hanno fatto parte, spaziando attraverso le dittature che
hanno soggiogato i Paesi non solo europei, ed evidenziando il ruolo dei
criminali assassini comunisti italiani.
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Ho
spiegato perché oggi possiamo definire i partigiani comunisti come volgari
delinquenti e assassini, e come si siano trasformati nel dopoguerra in apparati
criminali come quello della Volante rossa o nelle famigerate Brigate Rosse.
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Ho
spiegato come il vecchio PCI da cui deriva il retaggio pseudo culturale
dell’attuale PD, abbia sempre protetto i criminali comunisti che si macchiarono
di fatti di sangue e di come li abbiano addirittura fatti eleggere in
Parlamento, palesando così un totale disprezzo verso le loro vittime.
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La
conoscenza del “modus operandi” tipico delle sinistre, imperniato sull’odio e
sulla demonizzazione dell’avversario, sulla mistificazione pianificata e sullo
stravolgimento dei fatti storici è sicuramente prodromica all’evoluzione intellettuale
delle masse popolari a cui finora tutto ciò è stato tenuto nascosto.
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Proposi
i miei scritti all’editore Roberto Mugavero, titolare della casa editrice
Minerva, nel bolognese, ma fui sbrigativamente “liquidato” con la motivazione
che i contenuti si potevano reperire attraverso ricerche su internet.
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Feci
presente che non avevo alcuno scopo di lucro, ma solamente il desiderio di
diffondere l’anticomunismo, obiettando anche che le persone possono cercare un
argomento in rete solo se vengono a sapere che tale argomento esiste.
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Poiché la disinformazione comunista, dal dopoguerra ad
oggi, ha accuratamente celato o mistificato tutto ciò che riguarda l’universo
marxista, tocca a noi dare una giusta informazione, libera da vincoli e
imposizioni.
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L’editore,
che era anche impegnato politicamente come Consigliere Comunale di centrodestra
a San Giorgio di Piano, decise di non proseguire tale discorso con i miei
lavori, chiudendomi la porta in faccia.
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Oggi
i miei libri, che ho pubblicato attraverso Amazon, sono apprezzati e letti con
una certa regolarità e riesco così a fare, nel mio piccolo, ciò che mi ero
prefissato : diffondere l’anticomunismo.
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Voglio
anche ribadire il concetto che i capi di Partito, gli assessori, i senatori, e
coloro che spaziano nell’orbita dirigenziale degli apparati politici, dovrebbero
occuparsi di ciò, patrocinando, affiancando, aiutando, pubblicizzando le opere
di quegli autori che contribuiscono a squarciare il velo di omertà che fino a
oggi ha coperto i crimini comunisti.
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Purtroppo
ho invece potuto constatare l’assoluta indifferenza della dirigenza di Partiti
quali, ad esempio, Lega, Fratelli d’Italia, e Forza Italia.
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Anni
addietro ero in stretto contatto con un assessore regionale di Forza Italia, Galeazzo
Bignami, a causa del fatto che conducevo una battaglia politica contro il PD
nel paese di Minerbio, in cui lui
voleva allargare la sua sfera di influenza.
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Insieme
a mio figlio, da soli, dopo due anni di attività politica che comprendeva la
divulgazione di materiale scritto da me e distribuito attraverso “banchetti
informativi” sul territorio, portammo il PD al suo minimo storico nelle
elezioni politiche di quegli anni.
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Dopo
qualche tempo proposi a lui, a Bigami (allora in Forza Italia), di sostenere il
progetto editoriale (gratuito) chiedendogli di intervenire presso i canali
adeguati per la diffusione dei libri, ma non solo ottenni un netto rifiuto, ma
anzi da allora questo personaggio mi si è negato anche al telefono ogni
qualvolta l’ho chiamato.
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Costui,
dopo essere stato eletto alla Camera dei Deputati nelle file berlusconiane,
occupando così uno scranno parlamentare, ha potuto toccare con mano il declino
di Forza Italia e si è quindi precipitato a migrare verso l’astro nascente di Fratelli
d’Italia, procurandosi così nuove certezze (di non dover lasciare la poltrona).
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Con
personaggi come quelli descritti risulta evidente come la destra sia destinata
a soccombere di fronte ad una “macchina da guerra” ben collaudata e funzionante
come quella dei cosiddetti “progressisti” .
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Una
delle attività principali con cui detengono le leve del potere è proprio quella
che pone in evidenza le ortodossie di riferimento, a cui tutti devono
adeguarsi, allineandosi all’ideologia e ai dictat emanati dal ghota di
turno.
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Manipolazione
delle coscienze, suggestione finalizzata ad imposizioni ideologiche, stravolgimenti
della realtà che diventano assiomi di riferimento, elaborazioni della struttura
storica e dei fatti, rifiuto dell’evidenza, asservita a verità preconfezionate,
costituiscono l’incedere quotidiano delle politiche delle sinistre, PD in
testa.
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Il
PD pubblicizza e porta all’attenzione delle persone qualunque cosa possa
ostacolare l’avanzata delle destre, e ricorre a sistemi che ricordano da vicino
la sudditanza psicologica descritta dal libro di Orwell “1984” orchestrando una
società sotto controllo del “Grande Fratello”.
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Le
destre, o meglio i personaggi di spicco che evidentemente sono più impegnati a
“paracularsi” piuttosto che ad impegnarsi nell’anticomunismo, tacciono e non
reagiscono, diventando loro stessi complici della disfatta.
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La
cultura è, e sarà sempre, il motore che consente di spaziare attraverso la dimensione temporale traendo insegnamento e monito dalle vicende del passato.
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La mancanza di cultura provoca la rottura di
equilibri sociali e l’insorgenza di dittature, quale è oggi, ad esempio, quella
del PD.
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Dissenso
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