Attraverso i social media circolano in rete alcune “fake
news” che hanno catalizzato un certo consenso fra coloro che interpretano il
ruolo di confusi ideologicamente oltre a quello di utili idioti, e cioè le
frange estreme della sinistra, parte della destra e dei pentastellati, tutti
accomunati dallo stesso sentimento di odio verso l’Ucraina.
Le
notizie che vengoni veicolate in Europa direttamente dall’apparato
disinformatore russo, impegnato nella creazione di falsi stereotipi e di teorie
complottiste, a favore di Putin, sono le seguenti:
1)
La guerra in Ucraina
è stata causata dall’espansione della Nato verso Est.
2)
Il territorio Ucraino
ha sempre fatto parte della Russia.
3)
Gli Stati Uniti
intendono coinvolgere l’Europa nella guerra contro Putin.
4)
Le democrazie europee
non vogliono dialogare con Putin.
5) Non è pensabile di
poter sconfiggere Putin poiché siamo ricattabili per la dipendenza dal gas
russo.
6)
L’Ucraina è un covo
di neonazisti.
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1) Occorre
risalire al 2013, quando il Presidente ucraino Viktor Janukovyc, in carica dal
2010 e saldamente legato alla Russia decise di non firmare accordi di
associazione fra Ucraina e Unione Europea, privilegiando invece un prestito
concesso da Putin di circa 15 miliardi di dollari finalizzato a legare ancora
di più il Paese alla Russia.
Mentre
Janukovyc, la sua famiglia, e tutta la sua parentela si arricchivano a
dismisura, divenendo miliardari, la popolazione ucraina divenne sempre più
povera.
Molte
aziende furono delocalizzate in Russia e grandi appezzamenti di territori
agricoli furono venduti ala Cina, la quale anzichè utilizzare mano d’opera
ucraina inviò i propri coloni, i quali aggravarono ancora di più la situazione
occupazionale già molto pesante.
A
Novembre 2013 iniziarono le proteste popolari contro il Governo filorusso, che
incontrarono subito una feroce repressione.
La
protesta popolare raggiunse il suo apice nel gennaio 2014, con scontri sempre
più violenti tra manifestanti e forze governative, dilagando in varie città del
Paese.
Il
Presidente usò la repressione come mezzo per fermare le proteste dei
manifestanti che chiedendo le sue dimissioni assaltarono il Palazzo del Governo
e il Parlamento.
Sul
terreno rimasero decine di vittime, oltre a centinaia di feriti, provocando la
reazione sdegnata da parte dell’Onu, dell’Unione Europea e degli Stati Uniti.
Il
22 febbraio le manifestazioni pro-euopeiste, denominate Euromaidan, assunsero i
toni di una vera e proria rivoluzione ucraina, che indusse il Presidente e i
parlamentari a lui legati a scappare.
Con
un ultimo colpo di coda Viktor Janukovyc apparve in televisione, ma invece di
riconoscere i propri errori e la legittimità della rivoluzione espressa dalla
volontà popolare, dichirò che nel Paese era in atto un colpo di Stato con metodi
nazisti.
Il
Parlamento e diversi reparti della Polizia si schierarono invece dalla parte
dei manifestanti, votando una legittima richiesta di impeachment del Presidente
presentata dalle opposizioni, la quale fu approvata all’unanimità.
Janukovyc
fu quindi destituito, ma la sua arroganza si palesò nuovamente nell’affermare
che si era trattato di un colpo di Stato.
Venne
emesso un mandato di cattura, a causa della strage di manifestanti avvenuta
sotto il suo comando, ma a questo punto iniziarono le subdole manovre russe per
destabilizzare il nuovo Governo ucraino, non più legato a Putin.
Mosca
finanziò una serie di atti terroristici in Crimea che condussero all’assalto
armato del parlamento regionale, operato da forze russofone insediate
sapientemente da Putin sul territorio.
Mentre
Janukovyc fu accolto in Russia, a dimostrazione della sua sudditanza a Putin e
del suo tradimento verso il Popolo ucraino, i mercenario tatari pagati da Mosca
occuparono gli aeroporti di Belbek e di Simferopoli in Crimea.
La
Russia mosse la sua flotta nel Mar Nero a scopo intimidatorio.
Il
24 gennaio 2019 Janukovyc è stato condannato dal Tribunale di Kiev a 13 anni di
carcere per alto tradimento, e la sentenza ha stabilito che “ suoi atti
illegittimi e premeditati costituiscono un crimine che mina la sicurezza
nazionale ucraina” e di aver scritto una lettera al Presidente russo Vladimir
Putin, il 1° marzo 2014, in cui sollecitava un intervento armato dell’esercito
russo sul suolo ucraino per ristabilire l’ordine e far cessare le manifestazioni
di protesta popolari.
Come
si vede dalla Storia, quella vera e non quella manipolata dal regime moscovita,
la smania di espansione territoriale a ovest è stata ampiamente palesata dalla
Russia, che arriva ad usare la forza delle armi per imporre le sue decisioni.
2) La Storia
ci racconta che anche questa fake news poggia sulla falsità e sulla menzogna.
Ecco di seguito il link che punta ad un mio vecchio
articolo che feci proprio per tracciare la Storia del Popolo ucraino:
http://www.italian-samizdat.com/2016/10/ucraina-terra-di-confine.html
Risulta
quindi evidente la malafede di chi asserisce che l’Ucraina è sempre stata
Russa, in particolar modo se si considera il fatto che il 91% della popolazione
nel 1991 votò per l’ìindipendenza da Mosca, anche nelle regioni di Luganks e
Donetsk, oggi reclamate arrogantemente da Mosca.
3) Putin ha
dislocato ben centocinquantamila soldati russi al confine con l’Ucraina, palesando la
volontà, negata fino all’ultimo, di attaccare militarmente l’Ucraina.
Considerando il fatto che una eventuale vittoria di Putin
significherebbe non solo che la Russia potrebbe poi spingere il suo insaziabile
appetito verso altri territori sovrani, come la Moldavia, le regioni della
Transnistria, oppure le Repubbliche baltiche, ma anche che tale espansione, per
altro pubblicizzata e propagandata a gran voce come legittima, secondo un piano
politico denominato “Eurasiatismo” diffuso con la collaborazione dell’ideologo
di Putin, Aleksander Dugin, fornirebbe un comodo alibi alla Cina per sfidare
gli Stati Uniti sulla questione di Taiwan.
L’America
ha quindi interesse a frenare l’escalation genocida di Putin, non solo in nome
della libertà dei Popoli e della loro sovranità, ma per tutelare eventuali
concatenazioni di eventi che sarebbero pericolosi per le democrazie
occidentali.
In questa ottica Biden auspica l’applicazione, da parte
dell’Europa, di sanzioni contro Mosca che indeboliscano il suo potere economico
e militare.
4) Da
molto tempo le democrazie occidentali tentano di instaurare un rapporto
interlocutorio con Putin, che tenga conto del rispetto dei diritti umani,
assenti in terra di Russia.
In
questa ottica sono stati sospesi l’allargamento della Nato sia all’Ucraina che
alla Georgia, con grande delusione dei cittadini di quegli stessi Paesi.
La
Nato e le democrazie europee non sono intervenute nemmeno nel 2020 quando Mosca
si è proposta come garante del mantenimento della pace alla conclusione del
conflitto tra Armenia e Azerbaigian.
Tale conflitto ha sancito la vittoria dell’Azerbaigian,
grazie al sostegno dell’Iran, ed ora controlla tutti i territori occupati che
circondano l’autoproclamata Repubblica indipendente del Nagorno Karabakh, ad
eccezione di un corridoio di 5 chilometri che mantiene un collegamento
territoriale fra Armenia e Stepanakert, la capitale del Nagorno.
E’
proprio lungo questa linea di contatto che Putin, negoziatore dell’accordo, in
qualità di peacekeeper, ha poi dispiegato un contingente d quasi 2.000
soldati russi, 90 mezzi corazzati da trasporto, 380 veicoli e materiali
speciali della 15° Brigata di Fanteria motorizzata, per una durata di cinque
anni, prorogabili ad altri cinque.
Tutto
ciò spinge l’Armenia verso un baratro, per precisa volontà di Putin che voleva
vendicarsi del fatto che dopo la “rivoluzione di velluto” del 2018 il nuovo
governo armeno instaurò una dura lotta contro la corruzione, arrestando
importanti oligarchi russi affiliati all’ex Presidente filo russo.
5) Sono
presenti in Europa importanti interdipendenze economiche che ci legano alla
Russia, soprattutto per quanto riguarda le forniture di gas, ma va detto anche
che la diversificazione energetica che appartiene alle strategie occidentali,
prevede una flessibilità che ci mette al sicuro da scenari catastrofisti.
Inoltre, la Russia è dipendente dalla necessità di
vendere il suo gas, proporzionalmente al fatto che la chiusura delle
esportazioni avrebbe in Russia forti contraccolpi economico sociali.
6) Accusare
l’Ucraina di essere nazista è uno dei modi con cui la propaganda post sovietica
del sociopatico Vladimir Putin tenta di manipolare la realtà storica suo
esclusivo vantaggio.
Considerando
che il gruppo politico Pravyj Sektor considerato nazista è compreso tra i 5.000
e i 10.000 aderenti, su una popolazione di 44 persone di abitanti, appare
ridicolo pensare che per questo l’Ucraina sia un covo di nazisti.
Inoltre
la propaganda russa spinge a confondere il nazismo con il nazionalismo, con cui
gli ucraini difendono il proprio Popolo da colui che, come ex colonnello
comunista del kgb, esprime ora perverse politiche di vero nazismo.
Va
detto che i comunisti violenti e rivoluzionari dei centri sociali in Italia che
mettono a ferro e fuoco le città, scontrandosi con le forze di Polizia, sono
diluiti in oltrre 250 strutture nelle quali organizzano piani delinquenziali
come le devastazioni , le scorribande armate, il lancio di pietre e di bombe
carta contro le forze dell’ordine, la guerriglia cittadina, ma non per questo
si può affermare che l’Italia sia un Paese comunista.
I
due paralleli indicano come sia facile manipolare la realtà dei fatti
costruendo fake news ad hoc.
Per
quanto riguarda il battaglione Azov, definito come un gruppo di neonazisti e
drogati dallo stesso Putin, è accertato che solamente una minoranza dell’intera
compagine militare abbia sentimenti politici vicini al nazismo, cos’ come
accade in qualunque Paese del mondo.
Sarebbe
ben più grave se il Battaglione Azon covasse al suo interno elementi di fede
marxista, visto che il comunismo ha prodotto oltre 100 milioni di morti nel
secolo scorso, oltre a quelli che continua a mietere oggi in vari Paesi, primo
fra tutti la Cina.
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Dedico
queste righe a tutti i complottisti, agli ammalati di fake news, a coloro che
interpretano il ruolo di utili idioti, alle destre in crisi di identità, agli ignoranti
che a causa della loro stessa indolenza sono in preda ad una confusione
mentale, ai supponenti che ambiguamente rivestono i panni del saccente
depositario della verità.
Nel
frattempo nelle città ucraine i bambini continuano a morire…
Dissenso