Articolo 21 della Costituzione Italiana

Articolo 21 della Costituzione Italiana:
"TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA, CON LO SCRITTO E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE. LA STAMPA NON PUO' ESSERE SOGGETTA AD AUTORIZZAZIONI O CENSURE"

mercoledì 27 aprile 2022

AGGRESSIONE RUSSA DELL’UCRAINA

Attraverso i social media circolano in rete alcune “fake news” che hanno catalizzato un certo consenso fra coloro che interpretano il ruolo di confusi ideologicamente oltre a quello di utili idioti, e cioè le frange estreme della sinistra, parte della destra e dei pentastellati, tutti accomunati dallo stesso sentimento di odio verso l’Ucraina.


Le notizie che vengoni veicolate in Europa direttamente dall’apparato disinformatore russo, impegnato nella creazione di falsi stereotipi e di teorie complottiste, a favore di Putin, sono le seguenti:

1)               La guerra in Ucraina è stata causata dall’espansione della Nato verso Est.

2)               Il territorio Ucraino ha sempre fatto parte della Russia.

3)               Gli Stati Uniti intendono coinvolgere l’Europa nella guerra contro Putin.

4)               Le democrazie europee non vogliono dialogare con Putin.

5)       Non è pensabile di poter sconfiggere Putin poiché siamo ricattabili per la dipendenza dal gas russo.

6)               L’Ucraina è un covo di neonazisti.

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1)  Occorre risalire al 2013, quando il Presidente ucraino Viktor Janukovyc, in carica dal 2010 e saldamente legato alla Russia decise di non firmare accordi di associazione fra Ucraina e Unione Europea, privilegiando invece un prestito concesso da Putin di circa 15 miliardi di dollari finalizzato a legare ancora di più il Paese alla Russia.

Mentre Janukovyc, la sua famiglia, e tutta la sua parentela si arricchivano a dismisura, divenendo miliardari, la popolazione ucraina divenne sempre più povera.

Molte aziende furono delocalizzate in Russia e grandi appezzamenti di territori agricoli furono venduti ala Cina, la quale anzichè utilizzare mano d’opera ucraina inviò i propri coloni, i quali aggravarono ancora di più la situazione occupazionale già molto pesante.

A Novembre 2013 iniziarono le proteste popolari contro il Governo filorusso, che incontrarono subito una feroce repressione.

La protesta popolare raggiunse il suo apice nel gennaio 2014, con scontri sempre più violenti tra manifestanti e forze governative, dilagando in varie città del Paese.

Il Presidente usò la repressione come mezzo per fermare le proteste dei manifestanti che chiedendo le sue dimissioni assaltarono il Palazzo del Governo e il Parlamento.

Sul terreno rimasero decine di vittime, oltre a centinaia di feriti, provocando la reazione sdegnata da parte dell’Onu, dell’Unione Europea e degli Stati Uniti.

Il 22 febbraio le manifestazioni pro-euopeiste, denominate Euromaidan, assunsero i toni di una vera e proria rivoluzione ucraina, che indusse il Presidente e i parlamentari a lui legati a scappare.


Con un ultimo colpo di coda Viktor Janukovyc apparve in televisione, ma invece di riconoscere i propri errori e la legittimità della rivoluzione espressa dalla volontà popolare, dichirò che nel Paese era in atto un colpo di Stato con metodi nazisti.

Il Parlamento e diversi reparti della Polizia si schierarono invece dalla parte dei manifestanti, votando una legittima richiesta di impeachment del Presidente presentata dalle opposizioni, la quale fu approvata all’unanimità.

Janukovyc fu quindi destituito, ma la sua arroganza si palesò nuovamente nell’affermare che si era trattato di un colpo di Stato.

Venne emesso un mandato di cattura, a causa della strage di manifestanti avvenuta sotto il suo comando, ma a questo punto iniziarono le subdole manovre russe per destabilizzare il nuovo Governo ucraino, non più legato a Putin.

Mosca finanziò una serie di atti terroristici in Crimea che condussero all’assalto armato del parlamento regionale, operato da forze russofone insediate sapientemente da Putin sul territorio.

Mentre Janukovyc fu accolto in Russia, a dimostrazione della sua sudditanza a Putin e del suo tradimento verso il Popolo ucraino, i mercenario tatari pagati da Mosca occuparono gli aeroporti di Belbek e di Simferopoli in Crimea.

La Russia mosse la sua flotta nel Mar Nero a scopo intimidatorio.

Il 24 gennaio 2019 Janukovyc è stato condannato dal Tribunale di Kiev a 13 anni di carcere per alto tradimento, e la sentenza ha stabilito che “ suoi atti illegittimi e premeditati costituiscono un crimine che mina la sicurezza nazionale ucraina” e di aver scritto una lettera al Presidente russo Vladimir Putin, il 1° marzo 2014, in cui sollecitava un intervento armato dell’esercito russo sul suolo ucraino per ristabilire l’ordine e far cessare le manifestazioni di protesta popolari.

Come si vede dalla Storia, quella vera e non quella manipolata dal regime moscovita, la smania di espansione territoriale a ovest è stata ampiamente palesata dalla Russia, che arriva ad usare la forza delle armi per imporre le sue decisioni.

2)  La Storia ci racconta che anche questa fake news poggia sulla falsità e sulla menzogna.

Ecco di seguito il link che punta ad un mio vecchio articolo che feci proprio per tracciare la Storia del Popolo ucraino:

http://www.italian-samizdat.com/2016/10/ucraina-terra-di-confine.html

Risulta quindi evidente la malafede di chi asserisce che l’Ucraina è sempre stata Russa, in particolar modo se si considera il fatto che il 91% della popolazione nel 1991 votò per l’ìindipendenza da Mosca, anche nelle regioni di Luganks e Donetsk, oggi reclamate arrogantemente da Mosca.

3)  Putin ha dislocato ben centocinquantamila soldati russi al confine con l’Ucraina, palesando la volontà, negata fino all’ultimo, di attaccare militarmente l’Ucraina.

Considerando il fatto che una eventuale vittoria di Putin significherebbe non solo che la Russia potrebbe poi spingere il suo insaziabile appetito verso altri territori sovrani, come la Moldavia, le regioni della Transnistria, oppure le Repubbliche baltiche, ma anche che tale espansione, per altro pubblicizzata e propagandata a gran voce come legittima, secondo un piano politico denominato “Eurasiatismo” diffuso con la collaborazione dell’ideologo di Putin, Aleksander Dugin, fornirebbe un comodo alibi alla Cina per sfidare gli Stati Uniti sulla questione di Taiwan.


L’America ha quindi interesse a frenare l’escalation genocida di Putin, non solo in nome della libertà dei Popoli e della loro sovranità, ma per tutelare eventuali concatenazioni di eventi che sarebbero pericolosi per le democrazie occidentali.

In questa ottica Biden auspica l’applicazione, da parte dell’Europa, di sanzioni contro Mosca che indeboliscano il suo potere economico e militare.

4)  Da molto tempo le democrazie occidentali tentano di instaurare un rapporto interlocutorio con Putin, che tenga conto del rispetto dei diritti umani, assenti in terra di Russia.

In questa ottica sono stati sospesi l’allargamento della Nato sia all’Ucraina che alla Georgia, con grande delusione dei cittadini di quegli stessi Paesi.

La Nato e le democrazie europee non sono intervenute nemmeno nel 2020 quando Mosca si è proposta come garante del mantenimento della pace alla conclusione del conflitto tra Armenia e Azerbaigian.

Tale conflitto ha sancito la vittoria dell’Azerbaigian, grazie al sostegno dell’Iran, ed ora controlla tutti i territori occupati che circondano l’autoproclamata Repubblica indipendente del Nagorno Karabakh, ad eccezione di un corridoio di 5 chilometri che mantiene un collegamento territoriale fra Armenia e Stepanakert, la capitale del Nagorno.

E’ proprio lungo questa linea di contatto che Putin, negoziatore dell’accordo, in qualità di peacekeeper, ha poi dispiegato un contingente d quasi 2.000 soldati russi, 90 mezzi corazzati da trasporto, 380 veicoli e materiali speciali della 15° Brigata di Fanteria motorizzata, per una durata di cinque anni, prorogabili ad altri cinque.

Tutto ciò spinge l’Armenia verso un baratro, per precisa volontà di Putin che voleva vendicarsi del fatto che dopo la “rivoluzione di velluto” del 2018 il nuovo governo armeno instaurò una dura lotta contro la corruzione, arrestando importanti oligarchi russi affiliati all’ex Presidente filo russo.

5)  Sono presenti in Europa importanti interdipendenze economiche che ci legano alla Russia, soprattutto per quanto riguarda le forniture di gas, ma va detto anche che la diversificazione energetica che appartiene alle strategie occidentali, prevede una flessibilità che ci mette al sicuro da scenari catastrofisti.

Inoltre, la Russia è dipendente dalla necessità di vendere il suo gas, proporzionalmente al fatto che la chiusura delle esportazioni avrebbe in Russia forti contraccolpi economico sociali.

6)  Accusare l’Ucraina di essere nazista è uno dei modi con cui la propaganda post sovietica del sociopatico Vladimir Putin tenta di manipolare la realtà storica suo esclusivo vantaggio.

Considerando che il gruppo politico Pravyj Sektor considerato nazista è compreso tra i 5.000 e i 10.000 aderenti, su una popolazione di 44 persone di abitanti, appare ridicolo pensare che per questo l’Ucraina sia un covo di nazisti.

Inoltre la propaganda russa spinge a confondere il nazismo con il nazionalismo, con cui gli ucraini difendono il proprio Popolo da colui che, come ex colonnello comunista del kgb, esprime ora perverse politiche di vero nazismo.

Va detto che i comunisti violenti e rivoluzionari dei centri sociali in Italia che mettono a ferro e fuoco le città, scontrandosi con le forze di Polizia, sono diluiti in oltrre 250 strutture nelle quali organizzano piani delinquenziali come le devastazioni , le scorribande armate, il lancio di pietre e di bombe carta contro le forze dell’ordine, la guerriglia cittadina, ma non per questo si può affermare che l’Italia sia un Paese comunista.

I due paralleli indicano come sia facile manipolare la realtà dei fatti costruendo fake news ad hoc.

Per quanto riguarda il battaglione Azov, definito come un gruppo di neonazisti e drogati dallo stesso Putin, è accertato che solamente una minoranza dell’intera compagine militare abbia sentimenti politici vicini al nazismo, cos’ come accade in qualunque Paese del mondo.

Sarebbe ben più grave se il Battaglione Azon covasse al suo interno elementi di fede marxista, visto che il comunismo ha prodotto oltre 100 milioni di morti nel secolo scorso, oltre a quelli che continua a mietere oggi in vari Paesi, primo fra tutti la Cina.

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Dedico queste righe a tutti i complottisti, agli ammalati di fake news, a coloro che interpretano il ruolo di utili idioti, alle destre in crisi di identità, agli ignoranti che a causa della loro stessa indolenza sono in preda ad una confusione mentale, ai supponenti che ambiguamente rivestono i panni del saccente depositario della verità.




Nel frattempo nelle città ucraine i bambini continuano a morire


Dissenso

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