Ancora
una volta la violenza comunista trionfa a Bologna.
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Lo fa usando le oramai consuete armi della violenza, del ricatto e della sopraffazione, negando a chi non si allinea ai suoi dictat l’accesso al più elementare diritto costituzionale, quello della libertà di parola.
Lo fa usando le oramai consuete armi della violenza, del ricatto e della sopraffazione, negando a chi non si allinea ai suoi dictat l’accesso al più elementare diritto costituzionale, quello della libertà di parola.
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E’ proprio ciò che sta succedendo sotto i nostri
occhi in questi giorni.
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I collettivi comunisti bolognesi, capitanati dai
gruppi cosiddetti “antagonisti”, hanno ribadito a più riprese che se Matteo
Salvini si fosse presentato a parlare in Piazza Verdi, loro avrebbero messo a
ferro e fuoco la città.
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La violenza quindi come mezzo di scambio, di
contrattazione :
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o fate come vogliamo noi o bruciamo tutto.
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o fate come vogliamo noi o bruciamo tutto.
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Un sistema molto simile, se non uguale, a quello
messo in atto da camorra, mafie, cartelli della droga colombiani, dittatori
cambogiani, partigiani comunisti dell’immediato dopoguerra, o da qualunque
altro prevaricatore che voglia imporre la sua volontà con ogni mezzo,
soprattutto con quello illegittimo della violenza.
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Lo Stato, nella figura del Questore di Bologna
Ignazio Coccia, anziché tutelare la lbertà di quei cittadini che avrebbero
voluto ascoltare quanto Salvini avrebbe detto, ha pensato bene di chinare la
testa e di negare a Salvini stesso il permesso di tenere il suo legittimo e
democratico comizio elettorale.
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Ciò equivale dire che le istituzioni che dovrebbero
garantire la democrazia nel nostro paese, sono invece in balia totale delle
frange più estreme e violente dei comunisti felsinei, e delle bande di
criminali che essi stessi rappresentano.
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Nel giorno della Repubblica, mentre a Roma i vari
personaggi politici celebrano l’anniversario di ciò che viene dipinto come un
Paese libero e migliore, riempendosi la bocca con frasi stereotipate e
demagogiche, qui a Bologna invece si assiste a ciò che veramente è l’Italia di
oggi :
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una sottomissione totale al risultato di un
sottoprodotto “culturale” nato e cresciuto all’ombra e sotto la tutela del
Partito Comunista, rappresentato dalle frange violente della sinistra
extraparlamentare.
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Ribadisco ancora una volta che tutto ciò fa
estremamente comodo al PD poiché permette di impedire alle opposizioni di
esprimere pubblicamente un leggittimo dissenso, permettendo cioè che si ricorra
alla guerriglia urbana come arma di ricatto.
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Gruppi organizzati di violenti dei centri sociali
(manovrati da qualcuno che ne ha tutto l’interesse), si arrogano il diritto di
decidere chi può parlare e chi invece non può nemmeno esistere.
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Costoro si riempiono la bocca con i soliti slogan
che si rifanno ad un antifascismo che nemmeno conoscono, interpretando un ruolo
che, nei metodi, appare molto simile a quello delle squadracce comuniste e
partigiane del dopoguerra.
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La verità storica però, che trapela sempre di più
con l’incalzare del tempo che passa, si ripropone di riscrivere in chiave
obiettiva molte delle nefandezze nascoste compiute dalle bande assassine e
partigiane in passato, e proprio per bocca di alcuni di coloro che ne fecero
parte.
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Questo purtroppo non impedisce ancora però che la
Democrazia a Bologna sia solo una utopia, e che l’intera città debba soggiacere
alla ferocia di un centinaio di balordi e facinorosi comunisti, liberi di
imperversare a loro piacimento, con la tacita tolleranza espressa dai
politicanti della sinistra da oltre sessant’anni.
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D’altronde siamo abituati al modus operandi della
sinistra :
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Hitler uccise sei milioni di ebrei, mentre Stalin
sterminò varie decine di milioni di innocenti, ma le due cose sono viste con
occhio differente, come se le atrocità comuniste fossero identificate con
benevolenza, così come quelle di Pol Pot, altro leader comunista che in
Cambogia sterminò metà della polazione dell’intero paese : due milioni di
vittime.
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E che dire di Mao, chiamato “il Grande Timoniere”
dalle masse esultanti dei comunisti occidentali, che nelle manifestazioni di
Piazza inneggiavano a lui come guida politica e faro del comunismo ?
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Ottanta milioni di morti costituiscono il bilancio
del suo regime comunista.
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Potrei andare avanti così per molto, ma ciò che
comunque balza all’evidenza odierna dei fatti è quanto viene ancora permesso
oggi agli eredi del comunismo.
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Bologna ne è il caposaldo, ed è il territorio in cui
tutto è loro permesso, come occupare impunemente un’aula universitaria per più
di vent’anni, e come occupare una piazza senza che il Questore si opponga,
oltre a decidere chi e dove possa parlare in un comizio politico, tutto nel
disprezzo più totale della democrazia.
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La democrazia a Bologna è morta e sepolta, e i fatti
lo comprovano.
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L’arroganza del Sindaco e delle istituzioni sono
pari solo alla loro incapacità e inettitudine di fronte ad un dissenso sempre
più crescente, e si difendono impedendo di parlare a chi, alla fine, li manderà
comunque tutti a casa.
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Allora forse si faranno i conti con questi gruppi di
delinquenti, che privati del protezionismo di cui godono oggi e di cui hanno
goduto per decine di anni, saranno processati e condannati, come è giusto che
sia.
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Il Governo Renzi si arrampica su montagne di falsità
e di menzogne, come quelle paradossali recitate spesso in televisione, per
nascondere il fatto che l’Italia è sul ciglio di un baratro, preda di banchieri
e di massoni che speculano sull’intera popolazione, come dimostra il caso della
Banca dell’Etruria.
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La disoccupazione è alle stelle, mentre la pensione
è divenatata un miraggio iraggiungibile, a causa della politica di ladrocinio
continuato perpetrata dalla classe politica da svariati decenni fino ad oggi.
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Piazza Verdi oggi è il simbolo di una Italia che non
funziona, in cui le regole non contano, e in cui il degrado e la violenza la
fanno da padroni.
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Lo Stato è assente, mentre il Sindaco e il Questore
se ne lavano le mani.
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Il risultato è che una forza politica democratica e
di popolo come quella della Lega di Salvini oggi non può parlare in Piazza
Verdi.
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Come se non bastasse, il diffuso degrado si propone
sotto altre forme :
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lo spaccio di ogni genere di droghe, l’impossibilità
di vivere una vita da studente normale, a causa delle occupazioni che
impediscono ai docenti universitari di tenere le loro lezioni, la Piazza che
appare ogni mattina completamente ricoperta di bottiglie vuote e di cocci di
vetro, la cosiddetta movida selvaggia incontrollata e incontrollabile, con
l’alcol che scorre a fiumi.
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Tutto ciò sembra accadere in un’area del terzo
mondo, oppure in qualche remota area del territorio colombiano, in cui le
regole non esistono perché appannaggio delle decisioni dei cartelli della
droga, mentre invece succede nella “civile” Bologna.
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l’Amministrazione comunale non manca però di
accanirsi contro chi non può sfuggire ai dictat emessi dai vari Assessori di
turno, come in occasione della vicenda “dehors”, elaborata con tanto di regole
e balzelli di tipo medioevale.
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L’imposizione di pagare un balzello ogni qualvolta
si parheggia l’automobile entro le famigerate “righe blu”, indicando così che
il territorio non è del popolo ma di un Comune che se arroga la proprietà,
sguinzagliando i suoi gabellieri per esigere il tributo richiesto.
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la Democrazia, e cioè il sistema di governo in cui
la sovranità è esercitata dai cittadini, è scomparsa ed è stata sostituita
dall’asservimento ai gruppi violenti e comunisti che regolano l’incedere
quotidiano.
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Una Amministrazione comunale senza ritegno, senza
nerbo, e senza la minima volontà di tutelare i diritti dei cittadini è ciò che
i Bolognesi hanno oggi.
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Chiunque abbia il coraggio e la determinazione di
opporsi a tutto ciò rappresenta un valore aggiunto indispensabile per
riappropriarsi della democrazia perduta, ed è per questo motivo che il mio
grazie va a colui che in prima persona si è esposto proprio per queste
motivazioni :
Matteo Salvini
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Dissenso
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