Ci
sono voluti cinque anni di indagini per scoprire i responsabili degli attentati
compiuti a Bologna dal 2010 al 2011, ma poi tutti gli imputati, ventidue
anarco-ambientalisti, accusati di associazione a delinquere, di danneggiamento
seguito a incendio, e di fabbricazione e accensione di materiale esplodente,
sono stati assolti dal gup Aberto Ziroldi al termine dell’udienza preliminare.
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Non
si andrà quindi nemmeno a processo, non ci sono gli estremi per farlo, secondo
il parere del gup, e così i terroristi responsabili degli attentati la faranno franca.
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Il
12 dicembre del 2010 ci fu l’attentato ai locali del Roadhouse Grill, mentre il 26 marzo 2011 furono presi di
mira gli uffici dell’IBM, così come la
Facoltà di Agraria il 21 luglio 2011.
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Il
29 marzo 2011 furono posti quattro ordigni rudimentali anche vicino agli
uffici dell’Eni per i quali fu fermato il 24 enne ferrarese Francesco
Magnani.
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Questi roghi fecero molto scalpore e provocarono un grande
allarme sociale a Bologna.
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L’inchiesta e le indagini sono state gestite dai pm Enrico Cieri
e Antonella Scandellari che, nel corso di
cinque anni hanno effettuato perquisizioni durante le quali furono trovati
materiali compromettenti come petardi, acceleranti per incendi, maschere
antigas, documenti su Eni, Ibm, e McDonalds.
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Da
tutto ciò erano emerse responsabilità che avevano indotto i pm a rinviare a
giudizio 22 anarchici, tra i quali spiccano i nomi di Roberto
Nadalini, Giuseppe Valerio Caprioli,
ed Elena Riva, già coinvolti in altri
procedimenti.
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I
pm avevano anche vagliato la posizione degli indagati al momento degli
attentati, mediante l’analisi dei tabulati telefonici, ma tutto ciò secondo il
Giudice Ziroldi non è stato sufficiente per istruire un processo.
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Tutti
liberi dunque ! In barba alla legge !
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E
guarda caso ciò avviene a Bologna, la città in cui, più di ogni altra, i
facinorosi dei centri sociali, gli anarchici, e le frange estreme della
sinistra godono di una sorta di impunità che li vede quindi, da decenni,
perseguire le loro attività criminose impunemente.
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La
Giustizia è stata per l’ennesima volta vilipesa e infamata, mentre per contro
sono stati premiati i “pupilli” delle sinistre, quei “rivoluzionari della
domenica” che fanno tanto comodo al PD per impedire ai suoi oppositori
politici, come ad esempio Salvini, possano parlare in un pubblico comizio ai
cittadini bolognesi.
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Da
notare che è lunga la scia criminosa che caratterizza il modus operandi di
questi rivoluzionari da strapazzo, attivi solo nei periodi feriali poichè in
estate si squagliano al sole in qualche località di villeggiatura come fanno
gli appartenenti alla tanto odiata borghesia.
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Ecco
un breve estratto della loro attività criminosa in quel di Bologna, svolta negli
anni scorsi dai demenziali circoli cosiddetti "alternativi" dell’anarchia
felsinea.
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Nella
notte fra il 30 giugno e il 1° luglio 2014 due anarchici hanno piazzato
un ordigno in via Malvolta nella serranda della sede di Casa Pound, a Bologna.
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Nella
notte fra il 7 e l’8 novembre 2015 sono stati incendiati i fasci di
fibre ottiche che corrono nelle canaline a lato dei binari della Linea
ferroviaria Alta Velocità Bologna Milano, causando notevoli ritardi al traffico
dei treni.
L’attentato
è stato rivendicato in un sito di area anarchica con uno stile che ricorda
quello delle Brigate rosse.
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Il
9 agosto 2016 è stato arrestato un anarchico nigeriano che aveva in casa
diversi prodotti chimici che, se opportunamente miscelati, potevano dare vita
ad un ordigno esplosivo.
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Sono
state trovate anche indicazioni esatte su diverse cabine dell’Enel e su zone di
distribuzione del gas, entrambe a Bologna
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Il 27 novembre 2016 tre individui piazzarono una
bomba che fece saltare il portone blindato di una Caserma dei Carabinieri nel
quartiere Corticella, a Bologna.
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L’attentato è stato poi rivendicato dagli anarchici sul
sito “informa-azione.info”
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A
fine febbraio 2018, nel cuore della notte, sono state lanciate due
bottiglie molotov contro la sede di
Azione universitaria in zona Saragozza,
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Nella
notte del 21 marzo 2018 è stato compiuto un atto di sabotaggio presso la
ditta Dab sistemi integrati, in via Niccolò dell’Arca, alla Bolognina, in cui
sono stati effettuati vandalismi e scritte anarchiche.
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Alle
4 del mattino del giorno 11 aprile 2018 è stato fatto deflagrare un
ordigno rudimentale di matrice anarchica davanti alla vetrata di una filiale
della Banca Unicredit in via della Barca, a Bologna.
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Alcune
bombole di gas da campeggio sono state assemblate per l’esplosione, mentre nel
muro a lato della vetrata è apparsa la scritta “Erdogan boia”.
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Il
nome del circolo “Fuoriluogo” ricorre ciclicamente in occasione degli attentati
anarchici, a dimostrazione del fatto che al suo interno si trovano i
responsabili dei fatti criminali.
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L’associazione
eversiva degli anarco-insurrezionalisti costituisce la finalità perseguita
attraverso il modus operandi dei frequentatori del circolo “Fuoriluogo”,
contraddistinto da violenza e intolleranza.
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Evidentemente
ad alcune delle “toghe rosse” che inquinano l’ambiente della Magistratura tutto
ciò non appare come un pericolo per l’intera società, ma come l’espressione di
un marxismo che anche loro condividono a livello ideale, stupidamente e
cinicamente, poiché consapevoli della violenza insita nella sua essenza.
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Le
“toghe rosse” fingono di non sapere che il marxismo è impregnato di violenza, e
che negli scritti di Marx ricorre ciclicamente un aperto auspicio all’uso della
forza e della coercizione per imporre “ad ogni costo” il comunismo.
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Questa
è la malafede inaccettabile che contraddistingue le “toghe rosse”, che
tradiscono in questo modo il giuramento di fedeltà ai valori di Giustizia, di
Libertà e Democrazia che caratterizzano la nostra civiltà.
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A
Bologna i gruppuscoli anarchici terroristi godono di una impunità che permette loro di
continuare a seminare terrore e odio, nonché un tangibile disprezzo per le
persone oneste e i Cittadini che lavorano, mascherando la loro violenza con il
facile e comodo alibi di un becero antifascismo, trito e ritrito, anacronistico
e stupido.
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Ma
più stupido ancora è colui o coloro che permettono che tutto ciò avvenga, e in
particolare chi è a capo di quelle istituzioni che dovrebbero garantire un
incedere democratico della gens bolognese.
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Prima
o poi questo comportamento, assolutamente criminale, sia di parte della
Magistratura che delle istituzioni cittadine, dovrà pagare un conto salato alla
collettività verso cui si è espresso.
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Coloro
che fino ad oggi hanno interpretato un ruolo dissacrante nei confronti dei valori democratici, come i
rappresentanti del PD, pagheranno cara la loro infinita arroganza, ne sono più
che certo, e allora sarò in prima fila a deriderli e a sputare su di loro il
MIO disprezzo.
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Dissenso
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