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Comportamento che oramai sembra essere diventato la regola di vita, in assoluto, in una società che sempre più spesso sembra essersi arresa davanti alla catalogazione delle masse.
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Questo comportamento si presenta ovunque, sui posti di lavoro, nei luoghi pubblici, nelle scuole, nella politica.
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Accade infatti che il comportamento estroverso di una persona venga interpretato come forma di “pazzia”, come se costui fosse colpito da una malattia incurabile dalla quale bisogna tenersi ben lontani.
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L’ individuo non esiste più, e sempre più persone si sono arrese alla conformità delle masse, senza provare, nemmeno per sbaglio, a comportarsi in maniera autonoma, senza avere più il coraggio di dissociarsi da ciò che gli schemi ormai lo hanno, per propria volontà, obbligato ad accettare.
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Schemi che impongono una sorta di automatismo, trasformando gli individui in robot, capaci solo ad eseguire ordini.
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E proprio per questi motivi che l’estroversità della persona viene oggi considerata come una sorta di malattia, come un male da debellare.
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Coloro che purtroppo tendono a soffrire di più per questo giudizio sono proprio quelle persone che non hanno ancora tutte le risposte di cui avrebbero invece bisogno, e che cercano in noi “adulti” degli esempi da seguire, a cui fare riferimento.
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I bambini, esseri di una fragilità impressionante, e di una sensibilità disarmante.
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Pagine bianche che devono essere ancora riempite da nuove sensazioni, delicate emozioni, colorate da infinite sfumature di gioia che la vita gli riserverà.
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Esseri deboli e manipolabili, quindi pronti ad essere inseriti in quella forma di classificazione che si chiama massa, proprio da coloro che dovrebbero invece rappresentare la loro strada maestra attraverso l’insegnamento, la scuola, lo sport, la chiesa.
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Accade infatti che i bambini, gli uomini e le donne del futuro, vengano etichettati come diversi o non adatti, solo per il loro semplice fatto di vedere le cose a modo loro, in una maniera non convenzionale, non catalogata.
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Sembra infatti che esista un modo di vivere la PROPRIA ESISTENZA in una maniera preconfezionata e precostituita.
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Un sistema creato e condiviso da qualcuno, o meglio da una massa, che probabilmente non sa neppure il motivo di questo schematismo forzato.
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Un sistema che ha portato sempre più persone ad essere inconsapevoli vittime di un classismo cinico e crudele che tende sempre più ad isolare l’ individuo, come essere unico in mezzo agli altri, e a premiare la massa, ormai sempre più stolta ed insensibile.
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Può accadere infatti che un bambino abbia un modo di vedere le cose che lo circondano in una maniera tutta sua, che abbia voglia di vestire in un modo non convenzionale (ad esempio con una bandana, o con colori vivaci o al contrario di nero, ecc…), che abbia voglia di praticare sport o musica, secondo schemi non preconfezionati, diversi dagli standard del maschilismo o del femminismo umano classico, che abbia la carnagione delle pelle molto particolare (ad esempio troppo chiara), che abbia semplicemente una sensibilità più spiccata di altri, o che abbia un sistema di comunicare la propria inconsapevole gioia di vivere in una maniera non convenzionale.
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Ebbene quando tutto ciò accade, la massa, composta anche da coloro che dovrebbero rappresentare i pilastri dell’educazione per i nostri figli, come gli insegnanti, cadono in quello schematismo che li rendono complici di atteggiamenti discriminatori.
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Atteggiamenti che hanno una doppia disastrosa conseguenza, quella dell’ irreversibile paura di essere continuamente derisi e giudicati, portando quindi “l’individuo bambino” a nascondersi e ad isolarsi, oppure quella di essere costretti ad uniformarsi alla massa per poter sopravvivere.
Infatti, coloro che invece dovrebbero occuparsi dell’educazione dei nostri figli attraverso la scuola, la chiesa o lo sport, si arrendono sempre più spesso alla massa, auto convincendosi del fatto che sia più giusto e…
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…PIU’ FACILE BLOCCARE IL SINGOLO PIUTTOSTO CHE EDUCARE LA MASSA.
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E’ più facile riprendere il singolo per il proprio particolare atteggiamento, piuttosto che iniziare un percorso condiviso che porti l’intera massa a cercare di ragionare con la propria testa, creando così tanti piccoli individui, che indirizzati nella giusta maniera, possano finalmente capire il valore dell’ educazione e del rispetto.
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La famiglia diventa così l’ unico rifugio per quei “bambini individui” che si trovano isolati da una società non ancora pronta ad accettarli.
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Ma non sempre è così, infatti accade che purtroppo anche la stessa famiglia non sia pronta ad accettare il proprio “figlio individuo”, ignorando sempre più spesso, per paura o per incapacità, le caratteristiche uniche che fanno invece del proprio bambino un individuo unico ed eccezionale.
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Le famiglie decidono così di uniformarsi ad un sistema che impone anche agli adulti genitori una sorta di regolamento comportamentale che li spinge ad agire e ad educare secondo schemi unidirezionali.
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Arrendendosi ad un sistema che vuole che la massa sia per assurdo, “unica” e obbediente.
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Famiglie fatte di persone che una volta erano anch’ esse bambini.
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Si forma così una spirale infinita.
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Spirale che solo i nostri bambini, attraverso la forza e il coraggio di noi genitori, potranno spezzare ed interrompere, creando così un nuovo e diverso percorso, basato sul rispetto reciproco e sull’accettazione “dell’essere unico” così per com’è fatto.
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Interrompendo così quel modo di pensare e di essere che porta a considerarci come una sorta di giudici insindacabili verso le diverse altrui espressioni.
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Abbandonando una volta per tutte quegli atteggiamenti e quei modi di pensare che tanto male hanno fatto e che ancora producono nelle persone, come le discriminazioni, le incomprensioni, la cattiveria, la paura, l’ignoranza.
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Christian B.
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