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Whatsapp, facebook, twitter, line, wechat, sono tutti social network che hanno lo scopo di accorciare le distanze tra le persone.
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App per i nostri “eleganti” telefonini che quotidianamente, ad ogni ora e continuamente ci tengono aggiornati sulle novità che ci accadono attorno, sia che riguardino amici, sia che riguardino eventi di ogni sorta.
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Fino a qui tutto normale, anzi utile direi.
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Ma siamo sicuri che sia veramente così?
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E soprattutto che lo sia per tutti coloro che li utilizzano?
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Attraverso la rete passano milioni anzi miliardi di informazioni e controllarle tutte è praticamente impossibile.
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Definire, catalogare e scegliere le informazioni giuste è quasi come un lavoro che come adulto è già abbastanza complicato svolgere, cercando di svincolarsi tra ciò che è lecito, vero e moralmente accettabile.
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Si presuppone però che il fatto di essere già “adulti” ci aiuti nello scegliere senza commettere errori.
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Decisioni che prendiamo in frazioni di secondi e attraverso un click vogliamo condividere e divulgare ad altre persone ciò che a nostra volta abbiamo deciso di apprendere, leggendo un allegato, un’ immagine, un testo inviatoci dai ‘cosi detti’ nostri “amici“.
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Il touch di un nostro dito, deciso in brevissimi istanti che vengono elaborati ad una velocità così elevata che solo attraverso la presunta maturità dovuta all’età, può essere probabilmente un gesto vagliato e valutato come giusto.
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Come dire, l’esperienza in questo caso è l’unica difesa che abbiamo per difenderci dalla velocità a cui viaggiano le informazioni attraverso il web.
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Ma quando tutto ciò passa attraverso gli occhi di un bambino?
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Quali decisioni prenderanno i nostri figli, quando impatteranno contro informazioni che la loro giovane età non sarà in grado di permettergli di elaborarle con il giusto e necessario senso critico?
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Non esistono filtri parent-control che tengano.
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I bambini sono come spugne e assorbono informazioni ad una velocità forse maggiore rispetto a quella a cui viaggiano sul web.
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E nonostante il controllo che un qualsiasi genitore possa fare, qualcosa sfugge, sempre.
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Accade quindi che alcune informazioni, immagini o video possano sfuggire alla necessaria supervisione, facendo così entrare nel mondo del bambino ciò che probabilmente non doveva farlo.
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Spesso, troppo spesso, attraverso il web circolano informazioni che se non giustamente elaborate, rischiano di dipingere una realtà che così non è.
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Falsificando, contorcendo, mistificando immagini, azioni e pensieri che potrebbero fare molto male.
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Creando così un mondo virtuale che potrebbe irrompere irrimediabilmente nella vita reale.
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Il rischio è quello che le giovani menti dei nostri bambini non riescano più a distinguere tra ciò che vero e ciò che è finzione, tra ciò che è giusto o ciò che è sbagliato.
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Il touch di condivisione fatto in brevissimi instanti ed eseguito sicuramente per gioco, diventa così una sorta di bomba che potrebbe esplodere e creare danni ad altre giovani menti non ancora abbastanza formate e forti da riuscire ad elaborare un’informazione passata per scherzo.
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Il reale e la finzione, il vero e il falso, il giusto e lo sbagliato, tutto viene raccolto in quell’enorme contenitore del social network, e nonostante i divieti imposti dagli sviluppatori di queste famose app, purtroppo sempre più bambini ne diventano i maggior utilizzatori ed “esperti navigatori“.
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Ad ogni età dovrebbe corrispondere un giusto percorso di crescita, associato ad esperienze che dovrebbero aiutare a formare il bambino per trasformarlo nell’adulto del futuro.
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Ogni esperienza ha bisogno di essere vissuta ed elaborata, senza interferenze e senza quella drammatica frenesia e contaminazione che i social network purtroppo creano, alterando così la normale costruzione e formazione del futuro individuo.
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Rischiando di trasformarlo nella probabile e futura vittima del qualunquismo forzato e della classificazione di massa, per non parlare del rischio di diventare l’involontaria preda o attore del prossimo branco di turno, pronto a condividere l’incondivisibile attraverso un click.
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Il giusto percorso di crescita credo si debba svolgere il più lontano possibile da ogni forma di social network, consentendo così ai nostri bambini di apprendere e acquisire esperienze che non vengano influenzate da una massa incapace di superare schemi preconfezionati e pronta a giudicarti pubblicamente al primo pensiero o gesto “diverso”.
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I nostri bambini tutti i giorni, vivono un “real social network“, che si chiama scuola, già abbastanza duro e difficile da affrontare, dove i comportamenti sopra descritti - quelli dei social network appunto - si manifestano nel reale e nel quotidiano.
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Dove se non sono uniformi alla massa rischiano di essere isolati, dove se non si vestono come tutti diventano emarginati, dove se non parlano e si atteggiano come i tanti diventano “degli sfigati“, se non si conformano al “gruppo” diventano dei diversi.
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Bè, credo che questo possa già bastare, senza aggiungere per forza un ulteriore carico pesante da sopportare e soprattutto capire, senza aggiungere appunto la social app del momento.
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App che se non scaricata sul telefonino regalato a natale, rischiano di farli sembrare degli emarginati e che allo stesso tempo quindi, li obbligano a diventare come la massa, come il branco.
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Non è concesso tempo alla riflessione, all’ individuale pensiero, non lasciano libertà di crescere “normalmente”.
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Le esperienze utili alla crescita e la socializzazione sono tutta un’altra cosa.
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Chiacchierare con gli amici, lo sguardo dolce della fidanzatina/o, il prendersi per mano, ridere, parlare, guardarsi, passeggiare, sono tutte azioni che aiutano i nostri figli ad apprendere il significato VERO della parola socializzazione.
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Significato che non corrisponde assolutamente a quello che invece vorrebbero farci credere appunto i social network.
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Il chattare frenetico delle giovani dita che incessantemente cliccano l’elegante video del telefonino creano una sorta di barriera che credo invece contribuisca ad isolare piuttosto che avvicinare.
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Allontanando in realtà i nostri fragili ed indifesi bambini da ciò che invece rappresenta il vero termine socialità.
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Teniamoli lontani da ciò che in verità non appartiene al loro mondo, lasciamogli vivere un’infanzia lontana da contaminazioni forzate e sbagliate, aiutiamoli ad abbattere quelle barriere che rischiano di trasformarli nel prossimo futuro qualunquista di turno, accompagniamoli in un percorso che consenta loro di allontanarsi dal pensiero unico e conforme di una massa stolta e fintamente social, facciamo in modo che imparino a pensare con la propria testa, non facciamogli usare i social network. Non ne hanno bisogno.
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I nostri bambini saranno la generazione del futuro, noi oggi dobbiamo educarli ed abituarli a questa importante responsabilità.
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Christian B.
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