AMIANTO, IL REGISTRO REGIONALE NON ARRIVA.
"VERGOGNA ASPETTIAMO DA 12 ANNI".
TUMORI IN AUMENTO IN EMILIA-ROMAGNA.
2334 TUMORI ACCERTATI.
La risposta è arrivata dal sottosegretario Bertelli, “stiamo valutando la fattibilità tecnica e l’efficacia di un sistema simile”.
Un ritardo, quello della regione emilia romagna, che Vito Totire dell’associazione esposti all’amianto definisce vergognoso. “E’ 12 anni che aspettiamo, non c’è nessuna difficoltà tecnica”.
“Da decenni chiediamo un registro che monitori gli ex esposti, vogliamo ragionare con le persone in vita e fare così prevenzione – spiega Totire – I costi economici sono un abbaglio se vengono considerati un ostacolo. E’ molto più dispendiosa la situazione attuale dal punto di vista sociale e da quello sanitario. Oggi come oggi il lavoratore è abbandonato a sé stesso, costretto ad una spirale di esami a volte inutili. Secondo noi l’istituzione di un registro degli ex esposti all’amianto rappresenterà anche un risparmio per il servizio sanitario in regione”. Totire fa anche notare l’esistenza di un registro regionale degli ex esposti al Cvm, sostanza tossica portata alla ribalta grazie al processo per le morti al Petrolchimico di Porto Marghera.
L’incidenza del mesotelioma pleurico, tumore legato all’esposizione all’amianto, sta salendo vertiginosamente. Nel 1996 se ne sono registrati 73, nel 2012 più del doppio, 152. In totale, anno dopo anno, a fine 2013 risultavano archiviati 2.334 tumori legati all’amianto. (LINK)
In Emilia-Romagna sono in aumento i casi di mesotelioma, il tipico tumore causato dall'esposizione all'amianto.
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Dal 1996 la regione ha istituito un registro regionale dei mesoteliomi, nel quale a fine 2013 risultano archiviati 2.334 tumori.
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Il trend dal 1996 "è in aumento- fa sapere la giunta Errani- dai 73 casi del 1996 ai 152 del 2011 e del 2012".
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In oltre mille casi l'esposizione è stata classificata come professionale, in 144 casi non professionale: 89 familiare, 34 ambientale, 21 legata ad attività extra-lavorative.
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In altri 373 casi la maggior parte di mesoteliomi nati da cause non lavorative riguardano le donne (100, mentre gli uomini sono 44) e si tratta di esposizione soprattutto di natura familiare (79), "in quanto congiunte con persone professionalmente esposte".
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Sono invece 15 i casi di mesoteliomi in donne che hanno "abitato in vicinanza di aziende con utilizzo di quantità rilevanti di amianti", mentre sei sono i tumori nati da esposizioni extra lavorative.
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Per quanto riguarda gli uomini, dieci soggetti hanno subito un'esposizione familiare, 19 ambientali e 15 per aver "manipolato materiali contenenti amianto" non sul luogo di lavoro.
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Dal quadro fornito dalla regione emerge anche che l'Ausl di Bologna ha realizzato studi di mortalità in due aziende che usavano amianto e ha in programma di estendere queste indagini.
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Alle ex officine Casaralta sono stati monitorati circa 2.000 lavoratori tra il 1960 e il 1986: al 31 dicembre 2008, data di conclusione dello studio, risultavano deceduti per cause correlate all'amianto 125 lavoratori. Un secondo studio è stato realizzato alle Ogr, in due tappe: la prima tra il 1957 e il 1990, la seconda ancora in corso. I dati, ancora incompleti, segnalano 168 decessi per patologie correlate all'amianto.
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