Articolo 21 della Costituzione Italiana

Articolo 21 della Costituzione Italiana:
"TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA, CON LO SCRITTO E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE. LA STAMPA NON PUO' ESSERE SOGGETTA AD AUTORIZZAZIONI O CENSURE"

lunedì 2 giugno 2014

Il marxista Dario Fo

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Il premio Nobel per la letteratura Dario Fo ha partecipato in qualità di ospite allo spettacolo “Arena di Verona 2014” , in diretta su Rai 1 ieri sera.
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In questa occasione Fo ha recitato una anteprima del suo spettacolo “Papa Francesco” in cui difende il Pontefice dalle accuse di coloro che lo definiscono come un “furbacchione” che nasconde una precisa strategia pubblicitaria dietro ogni suo gesto.
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Peccato però che l’arringa sia stata preceduta da una dichiarazione cui Fo pare essere oramai assuefatto e cioè quella di essere ateo, marxista e leninista.
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Questo assioma lo contraddistingue da sempre, ed è stato ribadito con forza davanti alle telecamere, prodromico ad un divenire che lo classifica come nemico della democrazia e della libertà, nonostante le sue ventilate prerogative di paladino dei valori di giustizia universali.
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Come si può abbracciare la causa marxista, quando questa si basa sulla violenza come elemento fondante della sua intera filosofia ?
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Quando Marx auspicò vivacemente l’uso della forza e della coercizione per raggiungere il fine preposto,  il suo teorema fu subito recepito da Stalin e da Lenin che ne fecero proprio il “modus operandi”, iniziando la lunga scia di sangue che ha caratterizzato il comunismo fin dalle origini.
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Il Premio Nobel,  da anni combatte a colpi di querela tutti coloro che cercano di sconfessarlo, portando alla ribalta della cronaca il suo passato da Repubblichino, e nasconde la sua precedente militanza fascista esorcizzandola a dispetto di una sentenza del Tribunale che recita :
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Non è certo, o meglio è discutibile, ma la milizia repubblichina di Fo in un battaglione che di sicuro ha effettuato qualche rastrellamento, lo rende in certo qual modo moralmente corresponsabile “.
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Gli scheletri nell’armadio assediano dunque la sua esistenza, interpretando ruoli diversi, passando da quello di camerata fascista a quello di fervente partigiano e compagno comunista, attraversando anche un ruolo che lo vede come fruitore di un Nobel per la letteratura, mentre interpreta un copione che lo vede fustigatore della borghesia e vendicatore dei diseredati.
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Durante i tristemente famosi “anni di piombo” che hanno caratterizzato il clima politico italiano negli anni ‘60/’70, Dario Fo è stato uno dei maggiori finanziatori di “Soccorso Rosso”, l’organizzazione comunista che fu indagata dalla Magistratura con l’accusa di associazione sovversiva e sostegno al terrorismo.
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La moglie Franca Rame, dedita con la medesima se non maggiore enfasi all’appoggio incondizionato a “Soccorso Rosso Militante”, combattè vere e proprie battaglie in difesa di assassini comunisti, mentre per contro si distinse nel creare una vera e propria “gogna pubblica” rivolta contro magistrati e funzionari di polizia, durante un periodo in cui puntare il dito contro costoro significava metterne a repentaglio la vita stessa.
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Il 16 aprile 1973 furono uccisi a Roma, nel quartiere Primavalle, i fratelli Mattei, Virgilio e Stefano (22 e 10 anni), che rimasero carbonizzati in un incendio appiccato volontariamente da Achille Lollo, attivista di Potere Operaio.
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Franca Rame si adoperò per svolgere una vera e propria campagna innocentista, completamente ideologica, che diede poi modo e tempo agli assassini di rifugiare all’estero.
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Soccorso Rosso Militante, coadiuvato dai suoi finanziatori, Dario Fo e Franca Rame, si dedicò in quegli anni alla difesa di assassini e di ricercati in fuga, giustificando eccessi che sfociarono in derive terroristiche.
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Alcuni esempi :
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L’avvocato Sergio Spazzali di anni 42, e Giuseppe Salvati, operaio di anni 28, furono arrestati per aver introdotto clandestinamente in Italia dalla Svizzera un quantitativo di esplosivi.
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Soccorso Rosso milanese promosse dei comitati in loro difesa, patrocinati da Dario Fo, suo fratello Jacopo, e dalla moglie Franca Rame.
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Nel 1971 Fo e la moglie si schierarono contro il Commissario Calabresi, alimentando un clima di delegittimazione e di odio che  sfociò nell’assassinio del Commissario stesso, ad opera di ignoti sicari.
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Calabresi indagando sulla strage a Piazza Fontana, a Milano, aveva arrestato l’anarchico Giuseppe Pinelli, che precipitò poi dalla finestra dell’ufficio del Commissario al quarto piano della Questura, suicidandosi.
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Le formazioni della sinistra non solo extraparlamentare accusarono Calabresi di aver gettato Pinelli dalla finestra e iniziarono una lunga campagna di odio a cui parteciparono, appunto, anche Dario Fo e Franca Rame.
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Tutto in linea, quindi, con gli assiomi e le ideologie di un marxismo leninismo deliranti e pervicaci, fautori della violenza pura, della prevaricazione e dell’odio, cui Fo, per sua dichiarazione appartiene.
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Mi chiedo quindi come abbia potuto la Rai, in quanto servizio pubblico, riservare a costui la possibilità di enfatizzare il suo sperticato comunismo durante la manifestazione canora presentata da Antonella Clerici.
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L’intera serata, iniziata sotto gli auspici di un amore universale, filo conduttore di una musicalità e di una assonanza di intenti, è stata così rovinata dall’interpretazione di colui che si è esibito in una non richiesta offerta di simbiotica ed essenziale particolarità: l’essere ateo, marxista e leninista.
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Allora mi chiedo, visto che il comunismo ha prodotto e continua a produrre centinaia di milioni di morti nel mondo, come mai la Rai abbia permesso a Fo di sublimare la sua presenza con tali affermazioni.
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Tanto valeva allora invitare gruppi neo nazisti che inneggiassero alla svastica, oppure qualche imam che giustificasse mediante una delirante interpretazione della sharia l’odio verso l’Occidente….
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I simboli di morte come la falce e martello e la svastica, rappresentano un filo conduttore che unifica e identifica i diversi aspetti di un male assoluto che non è mai domo, ma sembra assopito nell’attesa che qualche pseudo intellettuale, come ad esempio Fo, ne riesumino e ne riportino in auge le prerogative.
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Come si può essere tanto ciechi da insignire Dario Fo dell’onorificenza che il comitato per il premio Nobel gli ha assegnato ?
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Come può un servizio pubblico come la Rai, dare spazio a chiunque si definisca marxista leninista ?
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Forse l’ignoranza dei vertici Rai è tale da non sapere cosa significa dichiararsi tali ?
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Oppure, la disinformazione pubblica ha raggiunto dei livelli di manipolazione che poco si discostano dalla menzogna ?
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Gli intellettualoidi della sinistra si sperticano in lodi verso Fo e Franca Rame, senza però minimamente accostarli alle loro pesanti responsabilità, ma spero che la verità storica e l’obiettività emergano e dispongano in futuro gli eventi e i personaggi nella loro giusta posizione.
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Concludo ricordando che ancora oggi in Cambogia, in Cina, in Russia, a Cuba, e in ogni altro Paese in cui il marxismo leninismo impera, le popolazioni sono soggette a violenza, ad arbitrio, a tortura, a sopraffazione, alla privazione della libertà, alla spersonalizzazione dell’individuo…
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Ricordo anche che Dario Fo sembra essere orgoglioso del suo essere marxista leninista…
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Dissenso
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