Articolo 21 della Costituzione Italiana

Articolo 21 della Costituzione Italiana:
"TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA, CON LO SCRITTO E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE. LA STAMPA NON PUO' ESSERE SOGGETTA AD AUTORIZZAZIONI O CENSURE"

sabato 2 agosto 2014

Una archiviazione ridicola.

E' di ieri la notizia della richiesta di archiviazione delle indagini iniziate nel 2005 sulla pista palestinese e la strage di Bologna. 
Quando l'ho saputo dai giornalisti ci sono rimasto male, oggi l'ho letta e ho capito che il nostro Paese non vuole fare i conti con la propria storia. Stavo andando alla stazione il 2 agosto 1980 dovevo vedere l'orario del treno per Torino che avrei preso nel pomeriggio per iniziare il car nei carabinieri. 
E' scoppiata mentre io ero a metà di via Indipendenza, pochi minuti e sarei stato travolto anch'io da quella maledetta bomba.
Da li nasce la mia ossessione per sapere la verità su quel tragico evento.

La sentenza che condanno' Mambro, Fioravanti e Ciavardini non mi ha mai convinto. 
Un processo indiziario che condanno' i tre, all'epoca uno minorenne e gli altri due ventenni, non per aver collocato la bomba, ma per aver partecipato all'organizzazione dell'attentato. 
Infatti nessuno ha mai dimostrato che fossero presenti quel giorno a Bologna. Con loro vennero condannati i vertici del Sismi per depistaggio, la cosa comica e' che avevano depistato le indagini portando gli inquirenti ad indagare proprio sui NAR e su Fioravanti. 
Tra l'altro i Nar, colpevoli di numerosi omicidi e reati, non hanno mai usato le bombe nella loro attività criminale. 

Quando arrivo' la sentenza definitiva mi sentii impotente, capivo che eravamo lontani dalla verità, ma non avevo nulla in mano per poter dire che ci fosse un'altra pista da seguire. 
Poi la svolta. Nel 2005 ero parlamentare e vengo informato che in commissione Mitrokhin erano arrivate delle carte dalla Francia, mandate dal giudice Bruguiere, che contenevano grandi novità sulla strage di Bologna. 

Immediatamente chiesi di farne parte e incominciai insieme a due consulenti, il giornalista Gian Paolo Pelizzaro e il magistrato Lorenzo Matassa, già componente del pool di Falcone, a visionarle. 
In primo luogo scoprimmo che quel giorno un terrorista c'era a Bologna era Tomas Krham e che per anni ci avevano occultato la notizia. 
Dalle carte scoprimmo che Krham era un militante del gruppo Separat, un'organizzazione terroristica composta da palestinesi e tedeschi comandata dal Carlos. 
Nella medesima organizzazione militava la Froelich , una terrorista arrestata a Fiumicino nel 1982 con un carico di esplosivi e riconosciuta da un portiere dell'hotel Jolly che dichiarò di averla vista all'hotel Jolly l'1 e il 2 agosto 1980. Il gruppo Separat, controllato dalla Stasi, erano alleati dell'Fplp, organizzazione terroristica palestinese federata all'Olp.

Tutto qui? 

No da documenti provenienti dai vari archivi dei paesi dell'est ricostruimmo le attività del gruppo e da documenti italiani scoprimmo il Lodo Moro, il patto dichiarato e ovviamente non scritto tra lo Stato Italiano e i palestinesi grazie al quale si consentiva ai palestinesi di trasportare e tenere in Italia armi ed esplosivi usati nei vari attentati in Europa a patto che i palestinesi non facessero attentati in Italia ad eccezione di proprietà o persone americane o ebree. 
I depositi erano custoditi insieme alle Br, i migliori alleati dell'Fplp come hanno dichiarato i vertici stessi dell'organizzazione palestinese. 
Ma qualcosa si inceppò e i carabinieri nel novembre del 1979 arrestarono tre militanti del collettivo di Via dei Volsci mentre trasportavano dei lanciarazzi appartenenti all'Fplp e il giorno successivo venne arrestato anche il responsabile dell'Fplp in Italia Abu Saleh. 

Probabilmente l'arresto fu voluto dai carabinieri che, Dalla Chiesa in testa, vedevano negativamente l'accordo fatto con i palestinesi perché quelle armi erano usate anche dalle Br.
Ovviamente la vicenda porta ad una reazione molto dura da parte dei vertici dell'Fplp che già durante il processo che si svolse a l'Aquila nel gennaio del 1980, mandano una missiva contenente esplicite minacce nel caso non venissero liberati i quattro arrestati e restituiti i loro missili, ricordando gli accordi presi dallo Stato italiano. 
Nulla da fare i quattro vengono condannati e incomincia il conto alla rovescia della ritorsione. Probabilmente non doveva accadere a Bologna, ma sicuramente quella bomba che scoppio' il 2 agosto 1980 doveva servire con ogni probabilità proprio alla ritorsione annunciata il 2 luglio 1980 con una circolare dal prefetto De Francisci che dichiara esplicitamente che era partito l'ultimatum da parte dei palestinesi e di vigilare su alcune città probabili oggetto dell'attentato fra cui anche Bologna.

Questi in sintesi i fatti che ho raccontato più ampiamente nel libro che ho scritto su questa vicenda "Bomba o non bomba alla ricerca ossessiva della verità" che contiene un cd con quasi mille pagine di documenti per la maggior parte secretati all'epoca della pubblicazione del libro. 
Ma torniamo alla richiesta di archiviazione che poggia su due questioni più importanti: non c'è prova dell'esistenza del Lodo Moro e non e' certo che Krham facesse parte dell'organizzazione Separat.

Sul lodo Moro c'è una sentenza emessa dal tribunale di Venezia alla fine degli anni ottanta sul traffico di armi palestinesi / Br che ne certifica l'esistenza peraltro confermato da un alto ufficiale del Sismi proprio in quel processo. 
Cossiga e' uno di quelli che confermo' l'esistenza del Lodo Moro ma i giudici di Bologna dicono che hanno udito Cossiga che avrebbe dichiarato loro che e' solo una sua congettura. Peccato che ci siano almeno sei o sette libri scritti da Cossiga in cui spiega cos'è il Lodo Moro e come ne scoprì l'esistenza. 
Non solo c'è una sua lettera autografa inviata all'on Fragala', in occasione di una conferenza stampa tenuta nel 2005 e alla quale Cossiga non poté partecipare, in cui il defunto ex Presidente della Repubblica dichiara nero su bianco l'esistenza del Lodo Moro. 

Di questo patto ne parlano e ne ammettono l'esistenza anche i vertici dell'Olp e dell Fplp in diverse interviste. Ma per i giudici di Bologna non e' sufficiente, forse cercavano il documento ufficiale come se un patto del genere possa essere scritto. 
Non ci sono prove che Krham facesse parte del gruppo Separat? 
C'è un documento della Stasi, il servizio segreto che controllava per conto del KGB, il gruppo di Carlos agli atti della commissione Mitrokhin e inviatoci dal giudice Bruguiere con l'elenco degli appartenenti a Separat. 
C'è ovviamente Krham e anche la Froelich nome di battaglia Heidi. 
Non solo. 
C'è un altro documento dei servizi segreti ungheresi che testimonia che Krham, la Frolich e Carlos si incontrarono a Budapest poche settimane dopo l'attentato a Bologna. Niente, per i giudici di Bologna tutto ciò non e' sufficiente.

Quasi 10 anni di inchiesta non per cercare la verità, ma per giustificare una archiviazione. 
Li paghiamo anche troppo questi magistrati, per quello che fanno. 

Di E. Raisi 

Tratto da: LINK

1 commento:

  1. E' palese il fallimento di una magistratura rossa, che maschera i suoi insuccessi perseguendo a oltranza i vari capri espiatori di turno, focalizzando sempre la persecuzione verso la destra. La Giustizia NON è uguale per tutti, evidentemente, e questa feccia di magistrati ce l'ha ampiamente dimostrato.
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