Articolo 21 della Costituzione Italiana

Articolo 21 della Costituzione Italiana:
"TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA, CON LO SCRITTO E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE. LA STAMPA NON PUO' ESSERE SOGGETTA AD AUTORIZZAZIONI O CENSURE"

domenica 10 giugno 2018

IL PARADISO COMUNISTA NORD COREANO : Rapporto ONU sugli abusi contro i diritti umani

Propongo un articolo tratto da "Tempi.it", scritto da Leone Grotti in data 19 febbraio 2014
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L'Occidente finge di non sapere, ma in realtà tutti conoscono le atrocità commesse in nome del comunismo.  Le tanto enfatizzate "bandiere multicolori della Pace" che tanto piacciono alle sinistre, come mai NON protestano contro tutto ciò ?
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Queste bandiere, in realtà tinte di rosso, manifestano per i gay, per le lesbiche, scendono in Piazza contro Berlusconi, ma non muovono nemmeno un dito per protestare a favore delle vittime dell'orrore comunista.
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Il rapporto Onu sugli abusi contro i diritti umani in Corea del Nord è un inventario mostruoso di crimini e orrori.
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Nessuno potrà dire : “Se solo avessimo saputo”.
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«Alla fine della Seconda guerra mondiale molte persone dissero:
Se solo avessimo saputo i mali che venivano compiuti nei paesi delle forze ostili. Se solo avessimo saputo”.
Bene, ora la comunità internazionale sa».
Ha parlato così Michael Kirby presentando l’inchiesta dell’Onu sulle violazioni dei diritti umani in Corea del Nord. Il rapporto di 372 pagine è uno dei migliori mai stilati dall’Onu e paragona gli orrori perpetrati dagli anni Cinquanta ad oggi nei gulag comunisti nordcoreani a quelli dei lager nazisti tedeschi. I testimoni che hanno parlato alle Nazioni Unite hanno reso centinaia di testimonianze degli orrori perpetrati dal regime della famiglia Kim.
Di seguito ne riportiamo alcuni.
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INDOTTRINAMENTO DEI BAMBINI.
Studenti selezionati in tutta la Corea del Nord, dai bambini delle elementari agli universitari, sono da sempre obbligati a realizzare coreografie per le parate più importanti che si tengono a Pyongyang. L’evento principale è l’annuale edizione dei “Mass Games”, dove 100 mila giovani si muovono all’unisono davanti al leader realizzando spettacolari coreografie. Per allenarsi, gli atleti devono provare le coreografie per 10 ore al giorno per circa 4/6 mesi, durante i quali non possono né studiare né distrarsi in altro modo.
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Gli autori del genocidio Nord Coreano
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MORTO PER KIM JONG-IL.
A. riporta di essere stata costretta ad allenarsi per 10 ore al giorno per sei mesi al fine di preparare i Mass Games e racconta dell’istruttore che le portava ad esempio un bambino di sette anni, che anni prima era stato obbligato ad allenarsi nonostante soffrisse di un’appendicite acuta. Il bambino è morto per non essere stato curato in tempo e il governo nordcoreano lo tratta da allora come un eroe perché ha dedicato la sua vita a uno spettacolo al quale doveva assistere il Caro leader Kim Jong-il.
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CRISTIANI PERSEGUITATI.
Il rapporto conferma che l’unico dio ammesso e venerato in Corea del Nord è Kim Il-sung e nessun’altra religione può contrastare il credo della Juche. Tutti gli intervistati affermano che «chi pratica la religione viene perseguito come un criminale». Il cristianesimo in particolare è paragonato «alla droga, ai narcotici, al peccato e all’invasione capitalista». I missionari sono paragonati in pubblico a «vampiri che succhiano il sangue».
Di tre cose vengono accusati i cristiani una volta arrestati:

1) Non adorare il leader ma un’altra ideologia;
2) essere spie di Stati cristiani come Usa e Corea del Sud;
3) essere responsabili del crollo del comunismo nell’Europa dell’Est e in Unione Sovietica.
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MORTA DI FAME PERCHÉ CRISTIANA.
Piccola coreana vittima della carestia
B., scappata in Cina e rimpatriata, è stata interrogata sulla sua partecipazione a riti cristiani, torturata e imprigionata per un anno. Dopo aver confessato di essere cristiana è stata inviata nel gulag numero 11.
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Timothy a 14 anni è stato arrestato e mandato in un campo di lavoro perché figlio di un cristiano. Nonostante la detenzione, si è convertito e di nascosto ha diffuso il credo nel paese.
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Le sorelle di A. sono state arrestate perché cristiane: la prima è stata mandata in un gulag per 13 anni perché trovata in possesso di una Bibbia mentre spiegava il cristianesimo a un amico. La seconda è stata mandata nel campo di Yodok perché aveva professato il cristianesimo in Cina. Non è più uscita.
La madre di Kim Song-ju è stata condannata a tre anni di campo di lavoro perché cristiana nel 2006. Era troppo debole per finire nel gulag e quindi l’hanno portata all’ospedale e legata al letto con delle corde. È morta di fame legata al letto.
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Una donna della provincia di Ryanggang è stata arrestata perché cristiana dopo che un suo amico, sotto tortura, l’ha denunciata rivelando che era credente. Lei e altri compagni di cella sono stati torturati. La colpa di molti di loro era possedere una Bibbia e sono stati giustiziati immediatamente senza neanche essere portati nel gulag.
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ARRESTI E TORTURE.
Chiunque può essere arrestato senza neanche sapere perché in Corea del Nord. Solo al 18 per cento degli arrestati viene presentato un mandato di cattura. Secondo Ahn Myong-chol, ex guardia in un gulag, «la maggior parte degli internati con cui parlavo non aveva la minima idea del perché fosse stato rinchiuso». Durante gli interrogatori, gli ufficiali usano la tortura regolarmente.
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«SEI UN ANIMALE, NON UN UOMO».
Kim Song-ju racconta che dopo l’arresto è stato prima portato in una prigione sotterranea simile a una grotta, poi trasferito in una cella con altre 40 persone, la cui porta era alta appena 80 centimetri, per cui bisognava «entrare a quattro zampe» come un cane. Le guardie gli dicevano: «Quando entri in prigione non sei più umano, sei un animale e quindi devi andare a quattro zampe come gli animali».
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STRUMENTI DI TORTURA.
Una guardia che torturava i detenuti per gli interrogatori ha testimoniato: « Avevamo una vasca d’acqua per affogare i detenuti, ganci attaccati al muro per appenderli a testa in giù, ogni tipo di strumenti di tortura, tra cui bastoni di legno con cui picchiare in testa i prigionieri e lunghissimi aghi da infilare sotto le loro unghie, oltre a un miscuglio di acqua e peperoncini fortissimi da mandare giù per il naso. I detenuti venivano anche tenuti senza cibo e acqua e in posizioni particolari per ore, come quella dell’aeroplano o del motociclista, per aumentare a dismisura il dolore fisico. In cella era vietato parlare, muoversi e guardarsi intorno».
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LA TORTURA DEL PICCIONE.
Secondo Jeong Kwang-il, niente è peggio della “tortura del piccione” (disegno a fianco), che lui ha subìto a più riprese anche per tre giorni di fila: «Ti ammanettano le mani dietro la schiena e ti appendono al muro. Non puoi sederti né stare in piedi. Nessuno ti guarda, non c’è nessuno, non puoi dormire: pisci, caghi, vomiti, sei completamente disidratato. È così doloroso che ho desiderato ripetutamente di morire piuttosto che restare lì». Una volta confessato il falso, secondo il desiderio degli aguzzini, è stato torturato ancora.
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GULAG.
I gulag formalmente non esistono in Corea del Nord ma la gente vi viene rinchiusa fin dagli anni Cinquanta. Secondo le stime dell’Onu, vi sono imprigionate ancora tra le 120 mila e le 200 mila persone. La guardia Ahn Myong-chol ha testimoniato che alle guardie viene detto di prepararsi «a eliminare tutti gli internati in caso di guerra per cancellare le tracce dei gulag». Vengono fatte esercitazioni per riuscire a uccidere più persone possibile alla volta. In passato c’erano più di 12 gulag, oggi quelli attivi dovrebbero essere quattro: il campo numero 14 di Kaechon, il campo numero 15 di Yodok, il campo numero 16 di Myonggan e il campo numero 25 di Chongjin. Il campo 22 è stato chiuso nel 2009-2010, c’erano circa 50 mila detenuti. Nessuno sa che fine abbiano fatto, è probabile che siano stati eliminati in massa.
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ADDESTRAMENTO DEI CANI.
Secondo Ahn nei gulag, dove sono inviate famiglie intere, vengono addestrati cani famelici per catturare chi cerca di scappare. Un giorno, racconta, i cani lasciati liberi per sbaglio hanno divorato tre bambini prigionieri. Il capo del campo di lavoro ha criticato l’addestratore di cani per averli lasciati liberi, poi, però, gli ha fatto i complimenti per averli addestrati bene a uccidere i prigionieri politici.
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PARTO AI LAVORI FORZATI.
Nessuno nei campi di lavoro può avere figli senza autorizzazione. Una donna ha testimoniato di essere stata inviata nel campo 18 già incinta. Verso la fine della gravidanza è stata presa a calci e ha partorito prematuramente. Il figlio le è stato strappato dopo il parto, ucciso e gettato in una fossa comune. Il giorno dopo è stata costretta ad andare a lavorare, sanguinava ancora, ed è stata picchiata perché lavorava male e troppo lentamente.
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NEONATI IN PASTO AI CANI.
Agli alti ufficiali è permesso fare sesso con le prigioniere, che però non devono restare incinta. Ahn racconta che una volta il suo comandante ha stuprato una donna. Lei è rimasta incinta e per questo è stata punita e imprigionata nell’edificio delle torture insieme al neonato. Qui, davanti ai suoi occhi, il neonato è stato gettato nella ciotola dei cani e divorato. Lei è stata torturata.
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Dissenso
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