Definizione
di POLITICA :
Secondo la definizione data dall'enciclopedia Treccani la Politica rappresenta il binomio fra la
scienza e l’arte di governare, cioè la teoria e la pratica che hanno per
oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello Stato e la
direzione della vita pubblica.
Etimologia, dal greco :
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Πόλις = Polis = Città = Stato
Πολίτης = Polites =
Cittadino (sostantivo)
Πολιτικός = Politikos
= Politico (Aggettivo)
Nel XX° secolo l’Arte della politica è diventata il
laboratorio pratico delle cosiddette teorie politiche, con cui si
contrappongono fra i vari partiti le rispettive linee di pensiero.
Va da sé che i contenuti ideologici che caratterizzano
l’essenza dei Partiti ne costituiscano gli elementi prodromici al loro stesso
incedere quotidiano.
Ecco
perché i contrapposti schieramenti dei Partiti che si affrontano nella
dialettica Parlamentare del panorama costituzionale insistono per
l’affermazione di determinati paradigmi piuttosto che di altri, riproponendo
ciclicamente quegli archetipi da cui trae origine il proprio retaggio socio
culturale e politico.
Va
da sé che destra e sinistra, in un eterno e strumentale gioco delle parti, si
misurino in un confronto che tende a evidenziare e a riproporre schematismi
collaudati, dogmi e assiomi di riferimento, correlazioni univoche e
interpretazioni che vanno al di là dell’oggettività imparziale, determinando un
carattere di riferimento a cui le masse possono attingere a seconda delle
rispettive impostazioni ideologiche.
Senza
dubbio le sinistre sono maestre nel diffondere capillarmente i capisaldi delle loro
linee guida principali, manovrando con grande destrezza per adattarne i
neologismi alle variazioni contestuali che l’incedere del tempo e le variazioni
strutturali della società richiedono.
Le
sinistre seguono esattamente questo modus operandi da decenni, a partire dal
1917, anno in cui Lenin iniziò un percorso che avrebbe condotto il comunismo ad
affermarsi in tutto il pianeta.
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Oggi sappiamo che l’intero costrutto su cui l’evoluzione comunista ha fondato la sua evoluzione è frutto di una politica di odio e prevaricazione, in cui l’essenza stessa che lo compone rivela i tratti di un mostruoso apparato burocratico e ostile alle masse operaie e contadine.
Oggi sappiamo che l’intero costrutto su cui l’evoluzione comunista ha fondato la sua evoluzione è frutto di una politica di odio e prevaricazione, in cui l’essenza stessa che lo compone rivela i tratti di un mostruoso apparato burocratico e ostile alle masse operaie e contadine.
In
pratica è l’esatto opposto di ciò che invece viene propagandato dalla linea
politica comunista che si erge, addirittura, come baluardo a difesa delle
classi sociali più disagiate.
Da
questo tragico ossimoro possiamo evincere l’importanza della politica e del suo
laboratorio intellettuale, attraverso cui risulta evidente la possibilità di
mistificare la verità e la realtà dei fatti, addomesticandole a proprio uso e
consumo.
La
politica espressa dalle sinistre dal dopoguerra ad oggi ha permesso loro di
spaziare attraverso una didattica, frutto di un apparato intellettuale e
disinformatore, che ha prodotto stereotipi di riferimento e falsi idoli,
offerti alle masse come assiomi indiscutibili.
Attraverso
questa manipolazione costante delle coscienze, la politica delle sinistre ha
potuto elevare al rango di eroi alcuni dei personaggi comunisti più sanguinari
della Storia dell’umanità, come ad esempio Lenin, Tito, Togliatti, Che Guevara,
e Mao Tse Tung.
Per
contro la destra, tranne alcune rare eccezioni, si astiene dal proporre
l’anticomunismo così come di incentivare una consapevolezza culturale che fortifichi l’identità
intellettuale del proprio substrato elettorale.
Molti
dei politici cui la Destra oggi si appoggia per raggiungere un consenso
popolare significativo, sono impegnati solo nel raggiungimento di obiettivi
prefissati che prevedono l’avanzamento della propria carriera in seno alle
strutture che la politica stessa offre loro.
Questi
politicanti (è il termine giusto) ottengono l’agognato consenso solamente a
causa del fatto che, cavalcando il malcontento
diffuso, si propongono come alternativi ad una classe dirigente incapace
e parassitaria.
E’
esattamente ciò che fece il Movimento 5 stelle (poi declassato a 5 stalle),
fagocitando un numero sempre crescente di elettorato che permise loro di
arrivare ai vertici di Governo.
Nei
programmi politici dei pentastellati però, così come in quelli delle destre,
mancano i necessari riferimenti culturali e ideologici, sempre presenti negli
schematismi intellettuali delle sinistre, che consentono ai Partiti di
mantenersi in vita nonostante le variazioni di umore delle masse e i loro
repentini voltafaccia.
Sappiamo
tutti che i 5 stalle si sono lentamente ma inesorabilmente avviati verso
l’implosione che li condurrà all’estinzione totale, vittime della loro stessa
indole e della loro spiccata ambiguità, e siamo consapevoli anche del fatto che
il Popolo italiano ha smascherato l’ipocrisia che li contraddistingue.
Non
c’è quindi null’altro che possa indurre un italiano sano di mente a perseverare
nell’approvazione accondiscendente di questi parassiti, nemmeno un piccolo baluardo
ideologico o una prerogativa intellettuale di riferimento che ne possa connotare
l’identità.
La
solidità ideologica, d’altra parte, risulta essere minata anche negli
schieramenti delle destre, avvelenata da personaggi che, a causa di un
malcelato carrierismo che muove le loro azioni, ne compromettono l’esistenza
stessa.
Appartengono
a questo microcosmo di “franchi tiratori”, molto più dannosi che non il
tiro incrociato dei loro antagonisti, tutti coloro che risultano essere riconoscibili per la disinvoltura con cui
trasmigrano da un Partito all’altro senza alcuna remora e a seconda della
opportunità di carriera, oltre a tutti coloro che ostentatamente rifiutano a priori una
politica incentrata sull’approfondimento culturale e didattico degli eventi
storici e delle analisi intellettuali delle varie parti in causa, primo fra
tutti l’esperimento di macelleria sociale noto come comunismo.
A
causa dell’ottusità di coloro che possiamo considerare come talebani, nonostante la loro dichiarata
appartenenza all’universo delle destre, una rilevante percentuale del Popolo
italiano è completamente all’oscuro sia dei crimini che dei nomi dei criminali
che compongono il gotha internazionale del comunismo.
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Come
sbugiardare le sinistre quando ci propongono come esempio e punto di
riferimento da seguire il famigerato Palmiro Togliatti, denominato ancora oggi
con il vezzeggiativo di “il Migliore” , se non ne conosciamo la biografia e i crimini commessi ?
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Come
far sapere a tutti che il comunismo ha prodotto cento milioni di vittime nel
secolo scorso, se non si conosce la storia russa dalla nascita del bolscevismo
ai nostri giorni ?
Eppure
ci sono molti personaggi di spicco delle destre che davanti a
proposizioni letterarie che approfondiscono queste tematiche, non solo le
rifiutano snobbandole, ma le boicottano con decisione.
E’
esattamente ciò che accade a me, quando ciclicamente mi dedico a pubblicizzare
i libri che ho finora scritto e pubblicato su Amazon, divulgandone gli opuscoli
informativi e proponendoli sui vari social a partire da Facebook.
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Ho
scritto varie volte ad alcuni di quei personaggi che poi ho dovuto riconoscere
come talebani proprio per il loro atteggiamento ostile verso chi, come me, fa
anticomunismo su base dialettica, culturale, e didattica.
Innanzitutto
vi propongo il depliant in questione, così come lo diffondo in rete, senza orpelli e propositivo :
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E’ giusto ora che gli elettori conoscano quali siano i personaggi che fino ad oggi hanno snobbato e boicottato la mia produzione
letteraria, come se questa fosse contraria ai loro princìpi politici e come se
il loro autore e l’anticomunismo fossero nemici da combattere.
Il
primo "talebano" che voglio segnalarvi è il mio concittadino Galeazzo Bignami, figlio di un volto storico
della destra bolognese, Marcello, che ebbi il piacere di conoscere
personalmente.
Con
Galeazzo ho intrattenuto una interazione collaborativa qualche anno addietro,
quando intrapresi una personalissima battaglia contro il PD e il Sindaco che lo
rappresentava nel Comune di Minerbio, il Paese in cui a quei tempi risiedevo.
La
mia attività politica di contrasto condotta insieme a mio figlio, uniche realtà
effettive di opposizione al PD trovarono una proficua collaborazione in
Galeazzo, desideroso di espandere la sua sfera di influenza in un territorio di
cui condivideva l’elettorato con Alberto Vecchi, un suo antagonista “interno” al Partito cui
allora apparteneva, e cioè il Pdl.
Le
dinamiche attraverso cui la nostra interazione raggiunse ottimi risultati
passarono attraverso una incessante proposizione alla cittadinanza di
letture che spaziavano dall’offerta di volantini a quella di un giornalino
periodico, diffusi entrambi sul territorio da mio figlio e al sottoscritto in concomitanza di periodici banchetti informativi.
Il risultato fu che, in
occasione di una tornata elettorale, causammo al PD un “danno storico”, riducendo il suo elettorato a valori di consenso mai
così minimi dal dopoguerra a quei giorni.
Venendo
alla quotidianità odierna e a Bignami, che interpellai in merito alla mia produzione letteraria, va detto che dopo la mia proposta di collaborazione mirata alla diffusione
dell’anticomunismo dovetti registrare una assoluta mancanza di interesse da
parte sua, nonostante il fatto che nel frattempo fosse stato eletto Deputato
alla Camera.
Il
suo successivo e disinvolto abbandono di Forza Italia per diventare membro di
Fratelli d’Italia, coincise con una maggiore quanto immotivata ostilità nei
miei riguardi, al punto che da quei giorni in poi si è sempre negato al
telefono.
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Ho
quindi provveduto a muovermi autonomamente per la pubblicazione dei miei
scritti, trovando in Amazon un valido partner che mi ha consentito di
realizzare il mio progetto.
Successivamente,
rifiutandomi di credere che il comportamento e l'inerzia di Galeazzo fossero dovute ad una sorta di appagamento per aver raggiunto l’agognato obiettivo parlamentare, ho riprovato a
“postare” sulla sua pagina Facebook un depliant informativo con cui
pubblicizzavo la mia produzione letteraria.
Con
mia grande sorpresa e con notevole disappunto ho dovuto però constatare che quasi contestualmente il
mio post era stato cancellato, palesando apertamente un vero e proprio
disprezzo rivolto da Bignami non tanto verso di me quanto verso ciò che i titoli dei miei libri
rappresentavano, e cioè un impegno intellettuale nella lotta al comunismo.
Bignami,
evidentemente senza alcuna motivazione e nel silenzio arrogante più assoluto,
ha talebanizzato il mio tentativo di diffusione letteraria, ribadendo così la
sua decisa ostilità verso chi con il proprio impegno si batte da oltre
quarant’anni per dare risalto e diffusione alla conoscenza dei crimini e dei criminali comunisti.
Ho
riprovato di nuovo a postare l’opuscolo informativo, ottenendo però il medesimo
risultato : cancellato !
Parallelamente
mi sono rivolto al Popolo della rete, riscontrando un piacevole successo,
tranne che per alcuni altri elementi del tutto simili, come modus operandi, a
Bignami.
Mi
riferisco a Marco Lisei, politico di Fratelli d'Italia in regione Emilia-Romagna, che dopo avermi ringraziato per il suggerimento
con cui lo incitavo a prodursi in un maggiore impegno in chiave anticomunista,
ha poi pensato bene di ignorarmi, senza nemmeno rispondere ai miei successivi messaggi
interlocutori.
Fabio
Schiuma di “Riva
Destra”, nonostante gli abbia contestato il fatto che continui ad ignorare i
miei suggerimenti culturali, proposti a più riprese, manifesta a tutt'oggi un totale
disinteresse verso l’anticomunismo, a dispetto del suo roboante proclamarsi “di
destra” .
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Dopo
la vittoria del PD nelle elezioni regionali del 2019 ho scritto al Senatore Alberto
Balboni di Fratelli d’Italia nel mese di dicembre, manifestandogli le mie
perplessità per il modus operandi con cui le destre continuano ad incedere.
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Ecco lo screening del testo :
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Non
avendo ricevuto nemmeno il più piccolo cenno di riscontro, segno di una assoluta
indolenza del mio interlocutore e del suo categorico rifiuto di affrontare un qualsivoglia
contraddittorio, sebbene costruttivo, ho riscritto nuovamente al Senatore
Balboni nel mese di febbraio 2020.
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Ecco
il testo :
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Anche
in questa occasione il silenzio di tomba ha reso sterile una interazione fra un membro dell'elettorato e la classe dirigente, che in realtà non c’è mai stata.
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In
alcune Community, hanno accettato di postare l’opuscolo
informativo ma esclusivamente e limitatamente al loro diario, tenendolo rigorosamente entro quei limiti, come a nasconderlo e manifestando così una
palese mancanza di interesse verso la
diffusione dei crimini e dei criminali comunisti, come nel caso di “A tutta
destra” il cosiddetto “Giornale online di area” gestito dall’Avv. Stenio
Bove.
La maggior parte delle pagine aperte da Fratelli d’Italia
in riferimento alle singole entità territoriali nazionali, fanno risalire gli
ultimi aneliti esistenziali al 2014, anno delle elezioni amministrative, evidenziando
così il fatto che l’unico motore che spinse il gruppo politico a interagire con
il Popolo della rete non fu quello informativo e culturale, basato su una
simbiosi di intenti dallo squisito sapore intellettuale, ma anzi una subdola
quanto contestuale esigenza elettorale, dopodiché il nulla.
La riprova di ciò è data dal fatto che ora, avvicinandosi di nuovo la data
delle prossime elezioni amministrative, queste pagine si rianimano e riprendono
vita.
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Cito solo alcune delle innumerevoli Pagine di Fratelli d’Italia
che si ergono come spettrali fantasmi a testimoniare il disinteresse e l’inettitudine
dei politici che guidano tale compagine politica, tralasciando quelle che sono
appena resuscitate dopo anni di auto-ibernazione :
Fratelli d’Italia - Non fa postare
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Fratelli d’Italia
Agosta
-
Non
fa postare
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Fratelli d’Italia
An Cori
- Pagina scomparsa da Facebook
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Fratelli d’Italia An LatinaOvestmare -Pagina scomparsa da Facebook
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Fratelli d’Italia
Arcore - Non
fa postare
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Fratelli d’Italia Bagheria - Non fa postare
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Fratelli d’Italia Bagheria - Non fa postare
Fratelli d’Italia Bologna – Non fa postare
Ho scritto loro, manifestando il mio disappunto.
Ecco il testo, a cui non è mai stata data alcuna risposta :
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Fratelli d’Italia Bologna Città Metropolitana - Cancella immediatamente il
mio opuscolo anticomunista, non appena lo posto sulla loro pagina.
Ho scritto loro, manifestando il mio disappunto.
Ecco il testo, a cui non è mai stata data alcuna risposta :
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Fratelli
d’Italia Bologna Provincia - Dimostrano un disinteresse assoluto per l’anticomunismo.
Ho scritto loro, manifestando il mio disappunto.
Ecco il testo, a cui non è mai stata data alcuna risposta :
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Fratelli d'Italia Bolzano - Pagina scomparsa
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Fratelli d'Italia Busto Arsizio - Non fa postare
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Fratelli d'Italia Campi Flegrei - Ferma al 2014
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L'elenco è lunghissimo ma queste indicazioni dovrebbero essere sufficienti per indicare lo stato di indolenza e di colpevole menefreghismo che avvelena l'apparato comunicativo delle destre, in particolare di Fratelli d'Italia e dei politici (o politicanti) che vi si annidano come parassiti.
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Proseguendo nell'elencare le pagine Facebook che pur sventolando bandiere tricolori e proclami dal sapore nostalgico evitano accuratamente di favorire l'anticomunismo da me proposto, eccone alcune :
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Fuori dall'Europa - Lascia gli articoli che vengono postati dai visitatori in sospeso, senza mai pubblicarli.
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Futura - Quasi tutte le pagine che fanno riferimento a questo gruppo sono inattive, mentre le altre sono comunque per nulla ricettive sull'argomento da me proposto.
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GIOVENTU' NAZIONALE BOLOGNA - Non ha mai risposto alle mie comunicazioni, che sono state le seguenti :
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Fortunatamente il Popolo delle Destre che affolla Facebook ha recepito con entusiasmo la mia proposta culturale, dandomi così, nel mio piccolo, la possibilità di diffondere l'anticomunismo al suo interno.
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Se i vertici delle destre estraessero la testa da sotto la sabbia e prendessero coscienza del fatto che il substrato ideologico del proprio elettorato non può prescindere da una appropriata cultura identitaria che passa attraverso la conoscenza del nemico comunista, forse si potrebbero consolidare le fondamenta, oggi compromesse, dell'intero apparato socio politico.
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Indico un'ultima pagina Facebook, intestata ad un personaggio che primo fra tutti dovrebbe avere a cuore i sentimenti politici e ideologici delle persone che simpatizzano per la destra.
Si tratta della Senatrice leghista Lucia Borgonzoni, che ha ricoperto incarichi di governo come Sottosegretario di Stato, alla quale ho inviato i seguenti messaggi:
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Come tutti possono vedere, non si tratta quindi di posizioni isolate, ma di un sistema diffuso, un malcostume intellettuale che è drammaticamente connotato come esempio di disinformazione, pernicioso e deleterio, che può produrre solo distacco anziché coesione, incertezza anzichè sicurezza, in un proseguo certamente letale per la sopravvivenza delle destre.
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In mancanza delle necessarie basi culturali, infatti, qualunque formazione politica si trova ad essere in balìa delle mutevoli trasformazioni geopolitiche e sociali che turbinosamente si affacciano nella quotidianità popolare ed é quindi sufficiente il verificarsi di alcuni fraintendimenti per rompere l'equilibrio che ha spostato i favori dell'elettorato in una direzione piuttosto che in un altra.
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I comunisti hanno capito molto bene questo meccanismo e si adoperano da decenni per fagocitare le coscienze, addomesticandone la preparazione culturale, scolarizzata e manipolata a proprio uso e consumo in maniera piuttosto efficace, al punto che nonostante i cento milioni di vittime prodotte dal comunismo nel secolo scorso, questo risulta essere ancora vivo e vegeto insieme ai suoi eredi poli-metamorfizzati.
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I personaggi sopra descritti quindi, svolgono un ruolo estremamente dannoso per lo sviluppo culturale delle destre, e la loro inerzia è prodromica ad una inevitabile implosione.
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Questo articolo non modificherà certamente il trend che le destre hanno adottato di fronte agli elettori, ma certamente costituisce una testimonianza a futura memoria da leggere quando il comunismo si approprierà definitivamente della Democrazia, e con la quale potremo puntare il dito verso chi lo ha permesso.
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Dissenso
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