Articolo 21 della Costituzione Italiana

Articolo 21 della Costituzione Italiana:
"TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA, CON LO SCRITTO E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE. LA STAMPA NON PUO' ESSERE SOGGETTA AD AUTORIZZAZIONI O CENSURE"

domenica 30 gennaio 2011

TRAPPOLE PER TOPI IN SALA MENSA, NELLA SCUOLA ELEMENTARE A MINERBIO

Minerbio, 23 gennaio 2011
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Spett.le Dirigente Scolastico
Prof. Enio Cerè
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 e p.c. Sindaco del Comune di Minerbio
 Sig. Lorenzo Minganti
e p.c. AUSL Bologna
Direttore Luigi Quadri
e p.c.Comitato Genitori Minerbio (CGM)
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Con la presente intendo informarLa in merito ad un increscioso episodio accaduto a Minerbio martedì 19 gennaio (ore 16,30 circa).
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All'interno dell'Istituto Comprensivo, nella sala che ospita i bambini del "pre-post" della scuola elementare di Minerbio, mio figlio è stato interprete di un fatto che lo ha reso inconsapevole "vittima", fortunatamente senza conseguenze.
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Infatti mio figlio, insieme ad altri bambini, ha giocato con una scatola nera (le scatole erano però due), che evidentemente era alla loro portata, estraendo con un pennarello l'oggetto che era al suo interno.
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Mia moglie ed io abbiamo appreso questa notizia quando nostro figlio ce l'ha raccontata all'uscita dal post scuola.
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Abbiamo quindi chiesto informazioni alle ragazze addette alla sorveglianza dei nostri figli, le quali hanno risposto affermando di non sapere nulla di quelle scatole.
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Si sono anzi doverosamente impegnate a chiedere informazioni alle "bidelle" (e non a Lei), le quali avrebbero risposto "che non era nulla di che"!
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Abbiamo quindi provveduto a controllare in prima persona cosa fossero quelle "scatole", e con grande sorpresa e preoccupazione abbiamo potuto constatare che si trattava di trappole per topi, con tanto di veleno, BROCUM per l'esattezza.
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Le faccio notare che Lei, nella nostra conversazione telefonica in cui la informavamo, non ha saputo dirmi cosa ci fosse all'interno delle trappole, affermando anzi di non conoscere neppure l'eventuale tossicità di quel prodotto che le avrebbe dovuto evidenziare il suo ufficio tecnico.
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Provvedo io a informarla su questo aspetto, dicendole che la scheda tecnica del "Brocum" identifica un veleno che non e' proprio da sottovalutare, a causa della sua elevata tossicità e pericolosità !
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La scatola, o meglio, la trappola, presentava sul coperchio la scritta "attenzione veleno" e al suo interno c'era il disegno di un topo.
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Mia moglie ed io ci siamo domandati come sia possibile che nessuno sapesse niente, fino al momento in cui siamo interventuti, e come mai le bidelle hanno minimizzato l'accaduto.
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Questa nostra prima domanda la giriamo a Lei, che è il Responsabile dell'Istituto Comprensivo, sperando in una esauriente risposta.
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Nella telefonata che Le ho fatto io Giovedì, (visto che nessuno del personale interno alla struttura si è preoccupato di avvertirLa), Le ho chiesto spiegazioni sull'accaduto, e Lei mi ha risposto che quelle trappole fanno parte di un campagna di disinfestazione obbligatoria che va ripetuta ciclicamente.
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Le domando quindi se questa campagna di disinfestazione è preventiva, oppure se serve ad eliminare uno scomodo problema come quello, appunto, della presenza dei topi.
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Vorrei sapere se per effettuare questa disinfestazione non sia necessario informare l'Ausl, visto che tali trappole si trovano in luoghi frequentati generalmente dai bambini, e in particolare nella Sala mensa.
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Inoltre vorremmo esaminare la documentazione comprovante e certificante la campagna di disinfestazione, oltre a sapere quale sia l'Impresa demandata ad occuparsi di questo intervento.
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Nel frattempo ci informeremo direttemente dall'Ausl stessa per avere maggiori chiarimenti.
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Le chiedo inoltre se non sia necessario, come prevede  la  legge, segnalare vistosamente le zone interessate dalla presenza delle trappole contenenti VELENO, installando appositi cartelli, considerando   che  i  bambini   ne sono venuti a contatto con estrema facilità.
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Le chiedo, infine, perche' noi genitori non siamo stati avvertiti su questa campagna obbligatoria di disinfestazione.
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Ringraziandola anticipatamente per la sua solerte risposta,
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Le porgo
Distinti saluti
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Christian Bartoli.
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Allego foto trappole per topi e del veleno Brocum.
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C.
Christian B.
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INCREDIBILE! ETERNIT ANCHE IN COMUNE.

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Pubblichiamo una foto che testimonia 
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la presenza dell' ETERNIT nell' edificio comunale.
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Foto che mette in evidenza il totale disinteresse 
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dell'attuale amministrazione verso questo grave problema.
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Christian B.
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sabato 29 gennaio 2011

STOGIT, ESPLOSIONI SOTTERRANEE, E IMMOBILISMO PD

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Ancora una volta Minerbio assiste attonita e impotente alla sola cosa che riesce a fare Lorenzo Minganti, il Sindaco impostoci senza primarie, davanti alle prepotenze della Stogit, e cioè rimanere immobile e passivo di fronte alle conseguenze devastanti di una arroganza senza limiti.

Avevamo già denunciato il fatto che Minerbio sia ostaggio di una situazione imbarazzante, che riguarda l’invasività del nostro territorio da parte della Stogit, la società di stoccaggio di gas metano dell’Eni.

Grazie all’incapacità e all’inettitudine del Sindaco Minganti, questa azienda non offre le contropartite adeguate che dovrebbe dare a Minerbio, a parziale risarcimento per i danni non solo ecologici che ci causa.

Il Ministero delle Attività Produttive, ha autorizzato la Stogit a mettere in atto un’opera di rilevazione del sottosuolo, attraverso le detonazioni di cariche esplosive e di macchinari che attraverso la produzione di vibrazioni riescono, con l’onda di ritorno, a leggere la conformazione del sottosuolo stesso.

Il risultato delle esplosioni è che i cittadini di San Martino in Soverzano, di San Giovanni in Triario, e tutta una serie di edifici, tra cui la ex Scuola, lo storico Castello, e il Comune stesso di Minerbio, si ritrovano con crepe, calcinacci, e crolli.


Il Sindaco, quindi, è doppiamente responsabile del crollo del tetto della ex Scuola di San Martino in Soverzano,  poiché ha permesso che la struttura si deteriorasse in lunghi anni di abbandono a sé stessa.

Poiché, inoltre, la Geotec non si è mai premurata di avvisare sulle date e sugli orari delle esplosioni, come avrebbe invece dovuto fare, gli abitanti hanno dovuto fare i conti con la paura ed il disagio provocati dal sentire la terra tremare sotto i piedi e nel vedere la casa vibrare, e riempirsi di crepe.

L’Assessore Riccardo Rivani e il Suo Sindaco, naturalmente affermano di non avere responsabilità nei confronti dei Cittadini, come se fossero due scolaretti innocenti scoperti con le mani nella marmellata !

Il danno causato alle mura di cinta del Castello, e a molte delle stanze della struttura medioevale, è inaccettabile !

Il Sindaco si deve dimettere… se non è capace di fare il Sindaco può benissimo andarsene a zappare la terra, o almeno quella rimasta, dopo la Sua politica di fotovoltaico su terreno agricolo.

L’azione dissennata di questa Amministrazione sta devastando il territorio.

Non è possibile che si permetta a Stogit di spadroneggiare sul territorio, con il silenzio-assenso di uno pseudo-Sindaco che dobbiamo mandare a casa.

Il PD, invece di dare fiato a sproloquiatori di professione, come Maria Genovese, o Nicola Poluzzi, che falsano la realtà locale con i loro scritti sul “giornalino” di Partito, dovrebbe occuparsi di problematiche vere, che interessano i cittadini, come, appunto, la Stogit e l’inettitudine del Sindaco.

Maria Genovese nel suo articolo dimostra di non avere capito nulla del Movimento 5 stelle, o forse di aver capito, ma di non voler riferire la verità a questo proposito, probabilmente perché ha capito che Lei fa parte proprio di uno di quei Partiti che i Grillini vogliono mandare a casa.


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Si lancia in invettive che sviliscono la decenza stessa, e interpreta un ruolo che la rende unica depositaria della verità (la Sua), decidendo che tutto e tutti sono passibili di denuncia, in un delirio di stupidaggini che offendono l’intelligenza di chi legge.

Maria Genovese, forse è giunta l’ora che ti dedichi a fare la calzetta, e che ti faccia una ragione della nostra esistenza e delle tante persone che hanno capito, finalmente, di che pasta siete fatti voi del PD, con le vostre falsità, i vostri sporchi interessi di Partito (vedi processi vari, indagati, collusi, ecc ) e le vostre manipolazioni della verità.

Per quanto riguarda Nicola Poluzzi, l’unico aggettivo che riesco a trovargli, è quello disarmante e imbarazzante di patetico personaggio, di strumento che a sua volta strumentalizza, scontato e stereotipato nella sua quintessenza di ex comunista, dannoso, pernicioso, e inutile.
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Questi due “figuranti” di Partito dovrebbero, anziché sproloquiare ed esprimere veleni, dedicarsi invece alle loro sagre dei ranocchi, alla ricerca dei loro compagni paganti da inglobare nelle manifestazioni culinarie che oramai contraddistinguono il PD, offrire crescentine e prosciutto, impastare tigelle e politica, insieme a lambrusco e a marxismo, così da dare di sé una immagine migliore di quella che invece offrono ora.
I risultati della politica locale sono sotto gli occhi di tutti : la situazione Stogit è palese, così come sono evidenti l’amianto, le barriere architettoniche, l’insufficiente illuminazione pubblica, il degrado ambientale, la raccolta differenziata inesistente, ecc, ecc.

La politica locale è frutto delle Vostre elucubrazioni mentali, evidentemente disagiate, consumate da una radicalismo politico che nulla lascia alle opposizioni e a chi non la pensa come voi.

Noi ci battiamo per cambiare questo stato di cose, insieme a tutti quei Cittadini che non siete riusciti a soggiogare.

Il Blog
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GRANDE IMPRESA DEI CARABINIERI DI MINERBIO


Epilogo imprevisto per i rapinatori che hanno assaltato, armati di pistola, la ditta minerbiese Sofarma Morra, di via Ronchi Inferiore, che si occupa di distribuzione di farmaci.

Il tempestivo intervento dei Carabinieri della locale stazione ha infatti mandato all’aria i loro piani criminali.

I delinquenti, che secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, erano in numero maggiore di quattro, avevano già preparato diversi bancali di farmaci, dopo aver rinchiuso gli otto dipendenti della ditta in uno stanzino insieme ad uno di loro che li teneva sotto tiro.

Il fatto è successo giovedì sera verso le 20 e si sarebbe concluso con l’arrivo di un camion, atteso dai rapinatori, che avrebbe caricato i bancali preparati, appunto, dai malfattori.

I Carabinieri sono stati avvisati da un Istituto di vigilanza privata, dopo che era scattato l’allarme al loro centro di comando.

La banda, che per non essere sorpresa aveva messo delle sentinelle di vedetta, si è resa conto dell’arrivo dei Carabinieri, e si è data alla fuga attraverso i campi, sul retro dell’azienda.

Il Maresciallo Capo Alfredo Pulcini, scavalcando una recinzione, è riuscito, dopo una colluttazione, a immobilizzare uno dei fuggitivi.

Si tratta di un catanese di 55 anni, già conosciuto alle Forze dell’Ordine a causa dei suoi precedenti.

Per lui sono scattate le manette, infatti è stato arrestato e condotto in carcere.

Dobbiamo rivolgere ai Carabinieri un gigantesco grazie, per la loro lotta alla criminalità in genere, e per il loro tempestivo intervento nel caso specifico, nonché per il coraggio dimostrato nell’azione diretta di contrasto e di vanificazione di un piano delittuoso che si stava consumando sul nostro territorio.
Questa loro impresa ha una valenza molto importante, poiché servirà da monito a chi abbia intenzione di mettere in atto propositi delittuosi a Minerbio.

In pratica, costoro, sapendo che i Carabinieri di Minerbio non ci pensano due volte a intervenire in fretta e a rincorrere i delinquenti, fino ad arrestarli, ci penseranno due volte prima di rivolgere le loro attenzioni criminali al nostro territorio.

Tutti dobbiamo considerare anche che i Carabinieri sono uomini come noi, nel senso che sono di carne ed ossa, che hanno famiglia, mogli e figli, fratelli e sorelle, e quindi quando pensiamo a loro e agli atti eroici che compiono, dobbiamo tenere ben presente i rischi che sono connessi al loro lavoro.

La nostra tranquilla esistenza non può prescindere dalla presenza di uomini e donne dell’Arma dei Carabinieri, che vivendo accanto a noi, sacrificano spesso la vita in nome di quegli ideali di Giustizia che Li contraddistinguono.

I Carabinieri hanno, per tradizione, un forte senso dello Stato, e sono una vera garanzia di Democrazia per noi tutti.

Il Blog di Minerbio rivolge a tutti Loro, e in particolare ai Militi di Minerbio, guidati dal Maresciallo Capo Alfredo Pulcini, un caloroso ringraziamento per la loro costante opera sul territorio.
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Il Blog
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LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DI MINGANTI.

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QUESTE FOTO  TESTIMONIANO UNA
SITUAZIONE ALQUANTO DEGRADATA 
NELLA ZONA INDUSTRIALE DI CA' DE FABBRI 
(MINERBIO).
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COME POTETE NOTARE 
MANCANO I BIDONI DELLA DIFFERENZIATA.
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 CARTONE TRABOCCANTE
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 BATTERIE AL POSTO DEL VETRO
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 CASSONETTI ALL'INTERNO DELLE DITTE,
FERRO BUTTATO A TERRA
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 ROTTAMI
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 CARTA E CARTONE TRABOCCANTE
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 PLASTICA TRABOCCANTE E ANCORA FERRO
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INVECE DOVE I BIDONI DELLA DIFFERENZIATA 
CI SONO, IL PROBLEMA E' LO STESSO.
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SANITARI, TELEVISORI, CARTONE BUTTATO A TERRA,
LASCIATI LI PER SVARIATI GIORNI
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 SFALCI TRABOCCANTI DAL CONTENITORE 
E SFALCI LASCIATI PER GIORNI E GIORNI
A TERRA ASSIEME A SACCHI DI PLASTICA NERI
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LE TELECAMERE DI MINGANTI 
PER VIGILARE I CASSONETTI DEL RUSCO 
(E NON PER TUTELARE LA NOSTRA SICUREZZA)
HANNO PRODOTTO I RISULTATI CHE AVETE VISTO. 
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CHISSA' SE I DATI SULLA RACCOLTA DIFFERENZIATA
CI VEDRANNO ALL'ULTIMO POSTO ANCHE QUEST'ANNO?
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Christian B.
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SEGNALAZIONE CITTADINO, N° 29 - LA DISCARICA DI SAN MARTINO DI SOVERZANO

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LA POVERA EX SCUOLA DI SAN MARTINO DI SOVERZANO:
DOPO LA CADUTA DEL TETTO,
ORA E' RIDOTTA ANCHE AD UNA DISCARICA...
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QUESTA E' L'ATTENZIONE CHE L'ATTUALE AMMINISTRAZIONE
DEDICA ALLE NOSTRE PROPRIETA' COMUNALI.
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Christian B.
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domenica 23 gennaio 2011

ACCADE A MINERBIO

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Può accadere che un giorno come tanti altri, sfogliando le pagine di un quotidiano, nella sezione “Provincia”, ci si trovi di fronte ad una immagine sempre più ricorrente e ciclicamente presente.

L’insistenza con cui tale immagine si ripresenta appare disgiunta da attribuzioni di carattere casuale, come se esistesse un disegno precostituito che elevi alla massima potenza la visibilità mediatica del soggetto in questione, vuoi per amicizia con i giornalisti di turno, vuoi per sudditanze di carattere politico di chi lascia proliferare l’immagine stessa, come una lunghissima ifa che estende le sue propaggini a dismisura.

Può accadere quindi, come si può facilmente constatare, che appaia su “Il Resto del Carlino” e sull’”Informazione” il viso del Primo Cittadino di Minerbio, spesso ritratto in pose che lo presentano sorridente, quasi beffardo, o in atteggiamenti plastici, come quando è apparso a torso nudo nei panni dell’atletico e prestante arrampicatore.

Tutto si può dire, tranne che il Sindaco non sia evidentemente calamitato da un eccesso di personalismo mediatico, che parossisticamente assorbe la sua esuberanza autoreferenziale.

La perseveranza con cui, metodicamente, impone la sua immagine, è comprovata anche dalle centinaia di fotografie che lo ritraggono, e che ha messo in bella evidenza sulle sue pagine di Facebook.

Accade che, spesso, in concomitanza della sua immagine, impostaci da una disgustosa deferenza mediatica, appaiano anche proclami e comunicati, spesso roboanti, che ricalcando uno stereotipo collaudato e ritrito, tentano di falsare la realtà, o per lo meno di plagiarla, modificandola a proprio uso e consumo.

I Cittadini oramai sono al corrente di questo stato di cose, e i commenti a tale proposito si sprecano… è sufficiente entrare in un bar e raccogliere le impressioni spontanee della gente.

L’ultima kermesse in cui si è lanciato il caro (si fa per dire) Lorenzo, è proprio di questi giorni.

Autoproponendosi come novello prototipo di tipo imprenditorial-comunista, il biondo Amministratore cerca di procurarsi consensi pubblicizzando il suo ultimo progetto, a nostro parere non proprio brillante.

Secondo ciò che ha dichiarato, avrebbe compiuto una operazione economica quasi unica al mondo, che solo pochissimi altri hanno osato fare, e cioè lanciarsi in avventure imprenditoriali con soldi pubblici.


Vediamo di spiegare di cosa si tratta …

La Coop, affittuaria del Comune, aveva diritto di rimanere nella sua attuale ubicazione per altri vent’anni, ma a causa della crescente inadeguatezza dei locali, oramai insufficienti ad evadere necessità richieste da una popolazione in crescita, stava cercando una diversa opportunità logistica.

Le sue attenzioni avrebbero potuto focalizzarsi verso la struttura del Consorzio Agrario, già dotato di celle frigorifere, ma sembra che la mancata convergenza di intenti abbia vanificato eventuali prospettive in tal senso.

Improvvisamente il nostro Sindaco, ex Assessore all’Urbanistica, è stato folgorato da una inspiegabile bramosia imprenditoriale.

Ha ceduto alla Coop un terreno di proprietà Comunale, gratuitamente, mediante una permuta, in cambio dei locali ora occupati dal noto distributore alimentare.
Secondi i parametri e le valutazioni tecniche di Minganti, il valore dello spazio commerciale che la Coop avrebbe potuto occupare per i prossimi vent’anni è stato valutato in circa 1 milione di euro.

Il valore del terreno offerto dal Comune, valutato come già urbanizzato, compenserebbe la rinuncia di Coop alla locazione attuale, che anzi lascerebbe libera entro pochi anni.

La mia domanda è : il Comune cosa ci guadagna ?

Risposta : ci guadagna l’uso dei locali lasciati liberi dalla Coop … quegli stessi locali già di proprietà Comunale, di cui percepiva un affitto.

Allora mi domando di nuovo : e la Coop ?

La Coop si trova ad avere un appezzamento di terreno, che avrebbe comunque dovuto cercare di ottenere per riuscire a rimanere in corsa nell’offerta di quei servizi alimentari che le stavano sfuggendo di mano, soprattutto in considerazione del fatto che è nato anche un nuovo supermercato CRAI a Minerbio !

Il costo di questo terreno è sufficiente compensato dal valore espresso dal fatto che Coop lascerà liberi i locali comunali anticipatamente ?

La cooperatica alimentare ottiene un notevole risultato, migliorando la sua immagine a livello locale, e in logistica, considerando che le lottizzazioni e l’insieme dei progetti porteranno, oltre che la cementificazione, un insieme di insediamenti abitativi che la collocheranno in una posizione commerciale privilegiata.

Il Comune avrebbe potuto proporre alla Coop di accollarsi gli oneri economici necessari a ristrutturare il complesso lasciato libero, nel quale il Sindaco vorrebbe realizzare la nuova biblioteca.

Invece no.

Cosa si è inventato allora il Sindaco, per superare l’ostacolo della mancanza dei fondi ?

E’ presto detto…

Ha deciso di cementificare.

Con i soldi dei cittadini ha formato una Società, chiamata Slim (io l’avrei chiamata Flop), per lottizzare dei terreni comunali, i quali, dopo l’opportuna urbanizzazione, verranno venduti.

Con i guadagni realizzati dovrebbe coprire varie spese (almeno questo è il proposito sulla carta), quali, appunto, la nuova biblioteca, la restaurazione del Municipio, e l’allargamento di Via Marconi.

Questa machiavellica invenzione, non è però senza rischi…

Il sistema immobiliare odierno è in profona crisi, e le vendite degli immobili sono calate fino a minimi storici…

E’ tutto fermo !

Non ci sono soldi, poiché la “crisi” che imperversa oggi in Italia, e non solo, ha fagocitato le ultime risorse disponibili.

Le banche hanno “stretto la cinghia” e i crediti precedentemente erogati sono oramai un lontano ricordo…

Il Sindaco si è preoccupato di svolgere una indagine di mercato nel settore immobiliare, per verificare quante probabilità di vendita ci possano essere ?

A Minerbio ci sono svariati palazzi in costruzione (via Casaroli, edificio ex Dal Monte, via Savena vecchia) senza contare che all’ex comparto Zagnoni molti campanelli sono ancora in bianco.

Esiste una valutazione delle case vuote, o invendute ?

Ricordiamo che la cifra da raggiungere per realizzare le promesse del Sindaco è di circa 2 milioni di euro, a cui vanno sommati i costi sostenuti per le opere di urbanizzazione.

Come può, anche solo ipotizzare, il nostro lungimirante Primo Cittadino, che si possano fare operazioni di tipo speculativo proprio nel settore immobiliare, al giorno d’oggi ?

L’esito finale è molto incerto, e ci potremmo trovare con la seguente situazione :

Avremo i locali della Coop vuoti prima del termine contrattuale, ma inutilizzabili allo stato della consegna, in quanto necessitanti di una ristrutturazione, per la quale però non ci sono fondi.

Subiremo la perdita di quei terreni comunali messi in vendita, dopo l’intervento di urbanizzazione (e i costi dell’operazione ?).

Ci mancherà l’introito annuale dell’affitto dei locali a Coop.

La cementificazione selvaggia di un altro settore del nostro territorio, che è una prassi a cui ci ha ormai abituati Lorenzo Minganti (è sufficiente osservare in che modo ha fatto costruire la ciclabile d’oro Minerbio Tintoria, erigendo muri di cemento armato (forse ha nostalgia del Muro di Berlino ? ) e asfaltando, alla faccia del principio per il quale si dovrebbero realizzare le piste ciclabili.

Chissà se in questo progetto era prevista la reperibilità di fondi anche per bonificare l’amianto che ancora oggi, vergognosamente, imperversa proprio sul retro degli uffici comunali , oppure per smantellare l’eternit che svetta imperioso sugli spogliatoi del campo sportivo di Cà de Fabbri, e che tutt’ora incombe sui bambini che lo frequentano…

Sindaco, quale sarà la tua prossima mossa…?…pensi di riscoprirti capace di dedicarti ad altre mansioni, diverse da quelle che ti competono ?

L’opinione corrente dei Cittadini te lo sconsiglia vivamente, poiché sarebbe sufficiente che facessi bene quello che ti si chiede di fare insistentemente, e che andiamo ora a rammentarti :

~ Abbattimento delle barriere architettoniche.
~ Emanazione di una ordinanza finalizzata al censimento completo dell’amianto sul territorio.
~ Occuparsi di tutta la problematica inerente…da cui sembri invece infastidito.
~ Raccolta differenziata con riferimento al modello “Vedelago”.
~ Illuminazione pubblica a LED
~ Sicurezza stradale.
~ Degrado cittadino.
~ Gasdotto Stogit, e sue problematiche.
~ Fotovoltaico sui tetti.
~ Fotovoltaico su terreno agricolo, una aberrazione ambientale.
~ Dialogo con i Cittadini (assenza di democrazia e di confronto)
~ Manipolazione dell’Informazione.

Se ti occupassi bene di questi argomenti (ce ne sarebbero anche altri), non avresti il tempo di studiare le pose e gli atteggiamenti migliori per le tue proposizioni mediatiche.

Smetti di fare proclami e rimboccati le maniche, visto che ti paghiamo per risolvere i nostri problemi e quelli del territorio in cui viviamo.
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Il Blog
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mercoledì 19 gennaio 2011

PIANO ENERGETICO REGIONALE E AGRICOLTURA

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Il piano energetico della Regione Emilia Romagna intende allargare gli usi che si fanno del terreno agricolo, convertendo parte del sistema dedicato alla coltivazione in produzione di colture da biomassa, e in impianti fotovoltaici, trasformando il ruolo tradizionale dell’agricoltore in quello di rifornitore di energia alternativa e sostenibile.

Peccato però che il concetto etico di base su cui poggia l’intero pilastro del nuovo progetto dell’Assessore Provinciale all’agricoltura si scontri con il devastante impatto che queste tipologie di speculazione economica camuffate da impianti di produzione di energia hanno sull’ambiente, sull’ecosistema e sul futuro delle nostre campagne.

Sarebbe meglio che l’Assessore preposto all’agricoltura pensasse a come uscire da un sistema di sudditanze a cui sono costretti i contadini da pochi oligarchi del settore.

La nostra agricoltura è estremamente in affanno, poiché i contadini, i veri produttori grazie ai quali resiste ancora una tradizione che identifica le nostre prerogative alimentari con quelle delle varie eccellenze riconosciute a livello planetario, sono purtroppo diventati ostaggio di manipolazioni economiche di chi guida il mercato globale di compra vendita.

Non esiste praticamente più la libera contrattazione, che permetteva ai contadini di strappare prezzi diversificati a seconda della qualità delle merci prodotte, o della quantità offerta, o delle primizie.
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In un passato non molto lontano moltissimi agricoltori si sono riuniti a formare cooperative, sperando così di potersi proporre con una maggiore incisività nelle scelte economiche dei mercati, e nelle scelte strategiche di produzione, per non essere strozzati da mediatori che pensavano solo ad arricchirsi.

Ora però le grosse cooperative sono diventate un sistema industriale di settore, cui spetta elaborare il prezzo di vendita dei prodotti per il consumatore, di calcolare i costi di gestione, di trasporto, di rappresentanza, di pubblicità, di controllo santitario, ecc, per arrivare in ultima analisi al produttore, e cioè il contadino.

L’agricoltore ora si trova ad essere il risultato finale di questa catena di calcoli “all’indietro” ed è proprio a lui che spettano gli spiccioli rimasti da questo sistema di distribuzione di profitti.

Se il prezzo delle arance è stabilito in 1 euro al kg, quanto potrà mai arrivare al contadino ?

Questi sono i problemi a cui dovrebbero dedicarsi i nostri politici, sapendo tra l’altro che molti dei prodotti pubblicizzati come risorsa locale, come ad esempio “l’asparago di Altedo”, sono in realtà già da molto tempo scomparsi dalla scena di appartenenza.

I prodromi di uno sfacelo senza precedenti stanno incombendo impietosamente sull’agricoltura, senza che i politici si preoccupino di cambiare le strategie che regolano i mercati, o che cerchino di individuare risorse o incentivi per aiutare il settore che da sempre ci offre il sostentamento alimentare.

Per contro i nostri illuminati uomini politici hanno pensato bene di affondare il coltello nella piaga, approfittando dell’indigenza di chi ha a sua disposizione una sola risorsa : la terra da coltivare.

Si offre al contadino un guadagno supplementare, facendogli usare proprio quel terreno che da sempre rappresenta le tradizioni millenarie da cui deriva, e grazie al quale i nostri avi hanno compartecipato alla crescita dell’Italia insieme alle generazioni che fino a qui ci hanno accompagnato.

Il disinteresse della politica è stato finora colpevole, se non colluso con gli interessi delle lobbies del settore, che ora ha individuato il nuovo businness di moda : guadagnare sulla pelle dei contadini.

Sì perché è di ciò che si tratta : il paradosso è proprio questo.

Anche se nell’immediato l’agricoltore avrà un tornaconto economico vantaggioso, per contro si troverà in futuro immerso in una situazione che non solo forse diverrà irreversibile, ma che avrà snaturato per sempre quello che è oggi il substrato sociale e tradizionale del settore agricolo.

I media riportano i dati sull’argomento, sia degli impianti a biomasse che delle installazioni fotovoltaiche, entrambe su terreno agricolo, e snocciolano parole come :
" budget, impianti, euro, tecniche, energia, filiera, sostenibile " … in una ridda di considerazioni che trascendono dall’aspetto fondamentale del problema.

Si evidenzia infatti, enfatizzando, che si produca energia da fonti rinnovabili, e che quindi si vada in una direzione che privilegia le scelte ambientali, ma in realtà è esattamente il contrario, poiché il primo soggetto ad essere devastato e depauperato dalle sue caratteristiche e prerogative è proprio l’ambiente stesso.

Nel frattempo la quantità di suolo coltivabile è sempre meno, sia a causa della cementificazione progressiva e inarrestabile, che di iniziative irresponsabili come queste, che sottraggono ulteriore superficie coltivabile alle nostre campagne.

Nel frattempo i “signori” del marketing, le eminenze grigie della “borsa” , pianificano gli acquisti e gli accordi commerciali con la Cina, o il Sud America, per cui ci troviamo a dover comprare al supermercato gli agrumi cileni, o i pomodorini cinesi.

Non ultimo, ci sarebbe anche da considerare il fatto che è semplicemente criminale pensare di coltivare mais (per esempio) per poterlo utilizzare in toto per produrre energia in impianti a biomassa…
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E’ sufficiente andare con il pensiero a tutti i bambini, e non solo, che muoiono di fame per mancanza di generi alimentari, per sentire un moto di ripulsa verso questo sistema di produzione di energia.

Il suolo agricolo deve essere destinato a scopi esclusivamente agricoli e alimentari, e lo ribadiamo energicamente.

Noi diciamo basta con le speculazioni effettuate in agricoltura da persone che hanno a cuore solo il profitto, e che grazie alle dissennate scelte di mestieranti politici ora sottraggono suolo coltivabile per convertirlo a strumento di guadagno alternativo.

Invitiamo i cittadini a far sentire il loro dissenso, protestando con l’Assessorato Regionale all’ambiente, e unendosi a noi in questa battaglia di libertà.
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Il Blog

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martedì 18 gennaio 2011

IL BLOG INFORMA: ETERNIT/AMIANTO E FOTOVOLTAICO

PRONTI CONTRIBUTI PER RIMUOVERE L'AMIANTO E INSTALLARE IMPIANTI FOTOVOLTAICI.

La Regione ha aperto un bando con contributi per nove milioni di euro rivolto alle piccole e medie imprese dell'Emilia-Romagna. Le domande entro il 15 aprile

IN SINTESI.
La Regione ha stanziato nove milioni di euro per la rimozione dell’amianto e l’installazione di impianti fotovoltaici attraverso un bando rivolto alle piccole e medie imprese emiliano-romagnole. Tra gli obiettivi c'è quello di favorire e promuovere la qualificazione ambientale ed energetica del sistema produttivo regionale.
Le domande di contributodovranno essere presentate entro il 15 aprile. Il bando e la modulistica per presentare la richiesta di contributo (in via cartacea oppure o congiuntamente on-line) è disponile sui siti regionali http://emiliaromagna.si-impresa.it, http//fesr.regione.emilia-romagna.it e www.ermesambiente.it.
Gli interventi finanziati vanno dalla rimozione e smaltimento dei manufatti contenenti cemento-amianto alla oibentazione degli edifici climatizzati all'installazione di impianti fotovoltaici di nuova fabbricazione.
(18 gennaio 2011) 
Nove milioni di euro per favorire la rimozione dell’amianto dagli edifici, la coibentazione delle coperture e l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti, più un milione per la sola sostituzione dei tetti di amianto.
Le risorse – sotto forma di contributo rivolto alle piccole e medie imprese emiliano-romagnole – sono state stanziate dalla Regione attraverso un bando pubblico varato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale.

Tra gli obiettivi del bando quello di favorire e promuovere la qualificazione ambientale ed energetica del sistema produttivo regionale. Ciò attraverso il sostegno alla realizzazione di interventi finalizzati alla qualificazione ambientale dei luoghi adibiti a sedi di lavoro, promuovendo la rimozione e lo smaltimento dei manufatti contenenti cemento-amianto dove presenti ma anche sostenendo la realizzazione di interventi finalizzati a promuovere il risparmio energetico nella climatizzazione degli edifici adibiti a sedi di lavoro nonché l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia prodotta tramite la fonte solare con l’installazione di impianti fotovoltaici.
"Si tratta di un progetto atteso che ha già suscitato l’interesse di tanti imprenditori. In coerenza con le politiche di corretta gestione del territorio e lo sviluppo delle Aree produttive ecologicamente attrezzate, abbiamo scelto di sostenere la riqualificazione delle imprese innestando nuove scelte energetico-ambientali al fine di migliorare le performance dell’impresa stessa, e contribuire a rilanciare una crescita sostenibile ed intelligente", ha spiegato l’assessore alle attività produttive.
"Un beneficio per migliorare la qualità dell’ambiente di lavoro e la creazione di opportunità energetiche. Questo bando - ha rilevato l’assessore all’ambiente  - è fondamentale proprio perché si inserisce pienamente nelle politiche della sostenibilità. Oltre all’eliminazione dell’amianto, infatti, prevede l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti: un segnale chiaro sull’ubicazione degli impianti che devono essere posizionati sui tetti e non su suolo agricolo per contenere il più possibile il consumo di territorio".

Come chiedere i contributi
Le domande di contributo - indirizzate alla Direzione generale attività produttive, commercio e turismo – dovranno essere presentate entro il 15 aprile. Il bando e la modulistica per presentare la richiesta di contributo (in via cartacea oppure o congiuntamente on-line) è disponile sui siti regionali 
Il contributo - rivolto esclusivamente alle piccole e medie imprese emiliano-romagnole aventi sede legale e/o operativa nel territorio dell’Emilia-Romagna - che può essere concesso per ciascun beneficiario non potrà essere superiore per l’intero complesso di interventi ammessi, a 150 mila euro. La valutazione tecnica delle domande di contributo provvederà un nucleo di valutazione composto da collaboratori appartenenti all’Assessorato Attività produttive e dell’assessorato Ambiente.

Gli interventi che possono beneficiare del contributo sono: quelli finalizzati alla rimozione e allo smaltimento dei manufatti contenenti cemento-amianto anche di matrice resinosa presenti in edifici, immobili e/o stabilimenti in cui si svolgono attività lavorative; quelli di coibentazione degli edifici climatizzati; quelli finalizzati alla installazione e messa in esercizio di impianti fotovoltaici di nuova fabbricazione.

domenica 16 gennaio 2011

UN ALTRO GASDOTTO IN ARRIVO A MINERBIO !

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Apprendiamo dai media che è in progetto l’arrivo, sul nostro territorio, di un nuovo gasdotto che partendo da Taranto confluirà nei depositi di stoccaggio sotterranei della Stogit a Minerbio.

Ci rammarichiamo che, ancora una volta, il Sindaco non si sia minimamente preoccupato di informare i cittadini su questa importante novità che coinvolge in pieno la realtà locale.

Le problematiche inerenti, infatti, sono molteplici e degne di attenzione e non si capisce come mai il Sindaco non abbia chiesto ai cittadini una opinione sull’argomento.

Fors non tutti sanno che la zona prospiciente la Stogit, in cui vivono parecchie famiglie Minerbiesi, non è a tutt’oggi servita dal metano, e gli abitanti devono ancora ricorrere all’uso del bombolone.

Il paradosso è quindi che in un paese che vanta il più grosso sito di stoccaggio europeo, immagazzinando infatti una quantità di gas impressionante, si lamenti la carenza di gas tra le famiglie immediatamente a contatto territoriale con il deposito stesso.

Le altre famiglie minerbiesi, per contro, non ricavano il minimo vantaggio, in termini economici, dalla presenza invasiva di questo sito di stoccaggio.

Sarebbe logico che dato l’enorme impatto ambientale conseguente all’immagazzinamento del gas, si pensasse a forme compensative di risarcimento per i cittadini di Minerbio, quali, ad esempio, un sostanzioso sconto tariffario sulla bolletta del gas.

Anche la comunità, intesa come gruppo globalmente costitutivo della società locale, dovrebbe fruire di risarcimenti annuali, regolarmente e periodicamente corrisposti dalla Stogit al Comune di Minerbio.

Fino ad oggi, invece, ci si è accontentati di indennizzi “una tantum”, come quello di 662.000 euro introitato dalle casse comunali per il gasdotto proveniente da Rovigo.

C’è anche un problema riguardo al nuovo gasdotto, al quale non possiamo non rivolgere la nostra attenzione.

Sembra che per il tragitto da Taranto a Minerbio, sia stato individuato un percorso di interramento dei tubi che attraverserà la dorsale appenninica per tutta la sua lunghezza, anziché raddoppiare il gasdotto già presente sulla dorsale adriatica.

Se il progetto non cambierà itinerario, assisteremo all’ennesimo scempio delle nostre montagne, dopo quello che si è già effettuato per realizzare i nuovi percorsi dell’”alta velocità”.

Gli effetti e l’impatto causati dalla realizzazione del gasdotto saranno il disboscamento di fasce di territorio che ospitano fauna e flora importantissime per l’ecosistema nazionale.

L’impatto sarà devastante per un ambiente già troppo depauperato dalle sue prerogative essenziali, e i danni causati saranno irreversibili.

E’ di importanza primaria opporci a questo progetto, che ci priverà dei doni che la natura e l’ambiente sono riuscite a regalarci, e per cui sono occorsi milioni di anni di evoluzione.

Ora si vuole distruggere questo patrimonio con un’opera invasiva altamente distruttiva, senza che ci si preoccupi di valutare le alternative, come appunto quella di una diversa logistica.

Le opere come queste sono senza dubbio importanti per i cittadini, ma vanno gestite con estrema attenzione, poiché toccano ognuno di noi, oltre che l’ambiente in cui viviamo e in cui dovrebbero prosperare i nostri figli e nipoti.

Inoltre i Minerbiesi non hanno riscontri di carattere sistematico che comportino rientri di carattere economico per l’economia locale, da questo impatto non indifferente.

La sicurezza è uno dei problemi che gravano sui Minerbiesi come una spada di Damocle.

Basti pensare che nelle immediatezze dell’impianto Stogit si ergono imponenti i cartelloni di avvertimento quali :

ATTENZIONE GAS INFIAMMABILE
PERICOLO DI INCENDIO
SPEGNERE IL TELEFONO CELLULARE
VIETATO FUMARE E USARE FIAMME LIBERE

Se fossimo in assenza di pericolo, non ci sarebbero questi cartelli, che quindi ci danno la giusta dimensione di un fenomeno che pur rispettando i parametri di sicurezza e di attenzione, potrebbe incorrere in imprevedibili casi limite per la stessa sicurezza.

Pensiamo ad un terremoto !

Quale sarebbero le conseguenza di eventuali crepe sulle tubature, oppure di crolli e compressioni nelle sacche di stoccaggio del sottosuolo, causate da un sisma ?

Come mai in tanti anni di attività è stato concesso solamente una volta ai Minerbiesi di visitare gli impianti ?

Come mai non vengono indicati ai cittadini i quantitativi di CO2 e di ossido di azoto immessi nell’atmosfera a Minerbio da Stogit ?

Esiste un monitoraggio costante di Arpa sulle emissioni inquinanti ?

Sarebbe indispensabile che si costituisse un Comitato di controllo che, vigilando sulle attività della Stogit, permettesse ai cittadini di conoscerne il funzionamento, gli standard di sicurezza, le quantità di gas stoccate, le caratteristiche tecniche e le criticità riscontrabili, in un contesto globale che dia una visione contestuale di questa grande ipotetica mina sul nostro territorio.

Chiediamo quindi al primo Cittadino e alla Amministrazione Comunale di accettare l’arrivo di questo nuovo gasdotto, a condizione che :

1 - Il percorso attraverso cui si svilupperà la costruzione del gasdotto stesso si snodi lungo la dorsale adriatica, a lato di quello già esistente, evitando così uno scempio ambientale devastante.

2 - Sia costituito un comitato locale di controllo sulla Stogit e sulle attività di stoccaggio, rappresentato da abitanti di Minerbio, supportati da eventuali studiosi e tecnici che compensino eventuali carenze cognitive della commissione stessa.

3 - Si provveda a realizzare gli allacciamenti di tutte le famiglie del circondario tutt’ora prive di metano.

4 - Si raggiunga un accordo con la Stogit per individuare forme di indenizzo che compensino l’impatto ambientale e l’uso del territorio a così alto rischio intrinseco dell’attività stessa.

5 - Si raggiunga, nell’insieme degli accordi miranti alle forme di indenizzo, una precisa convergenza di intenti per quanto riguarda la tutela dei residenti sul territorio minerbiese, che individui forme di compensazione economica riscontrabili nella bolletta del gas.

Solamente se queste proposte saranno prese in considerazione e accettate, potremo guardare alla Stogit e al nuovo progetto di gasdotto come ad una risorsa, e non come ad una nuova invasiva presenza, impostaci senza chiedere il nostro parere.

Auspicando che l’Amministrazione minerbiese non si dimostri cieca e sorda ai bisogni della popolazione, come invece spesso purtroppo è accaduto in passato, ci aspettiamo una sollecita risposta costruttiva propositiva sull’argomento.

E’ necessario che il Sindaco, invece di glorificarsi con decine e decine di fotografie sulle sue pagine di Faceebook, teatro di uno stomachevole autoincensamento, si dedichi invece ad ascoltare quei cittadini che su Facebbok stesso lo bacchettano, richiamandolo a comportamenti meno stereotipati e più sinceri.

Da molte parti vedo infatti arrivargli segnali di dissenso e di contestuali puntualizzazioni, che contrastano con i Suoi proclami farneticanti e la sua continua vanagloria.
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Il Blog
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Propongo, di seguito, testo di un articolo tratto da Virgilio notizie, molto interessante ed esaustivo sull’impatto devastante di questo progetto :
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L'autostrada del metano taglierà in due l'Appennino. Il gas accende la polemica .
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Il tracciato solca parchi naturali, zone sismiche, aree a vincolo idrogeologico.
Il nuovo gasdotto vuole fare dell'Italia l'hub del metano, ma l'impatto ambientale rende il progetto controverso.

Sarà lungo quasi 700 chilometri e condurrà metano da Massafra, in provincia di Taranto, a Minerbio, cittadina a una ventina di chilometri da Bologna.

Il gasdotto "Rete Adriatica", progettato dalla Snam, ha un diametro di 1,2 metri e va interrato in una trincea profonda 5 metri, ai lati della quale viene riservata una fetta di territorio di 20 metri per parte, come "servitù di pertinenza".

L'operazione, inoltre, rende necessaria la costruzione numerose vie di accesso per permettere il transito ai mezzi impegnati nelle operazioni di scavo e di sbancamento.

Un'opera importante, che tuttavia non manca di suscitare polemiche :
il percorso della nuova via del gas passa lungo il crinale appenninico centrosettentrionale e presenta un elevato impatto ambientale.

Il tracciato del gasdotto infatti interessa numerose aree naturali protette, come i parchi nazionali della Maiella, dei monti Sibillini e del Gran Sasso, oltre al parco regionale del Velino - Sirente e 21 Siti di importanza comunitaria e/o zone di protezione speciale, ritenute strategiche per la conservazione degli habitat naturali della flora e della fauna selvatiche.

Inoltre il percorso si estende in zone a elevato rischio sismico, come fa notare Stefania Pezzopane intervistata in merito da Repubblica :
segue infatti la faglia del terremoto in Abruzzo ed entra poi in Umbria, sulla faglia del sisma del settembre 1997.

Enti locali territoriali, alcune associazioni ecologiste e diversi comitati civici hanno inoltrato un ricorso alla Commissione europea affinché valuti la rispondenza alle normative comunitarie in materia di valutazione ambientale strategica e di valutazione di impatto ambientale.

Ma gli interessi in gioco sono alti.

Da un articolo pubblicato su Altreconomia lo scorso marzo si apprende che Snam ha ottenuto un finanziamento pubblico di 300 milioni di euro garantito dalla Banca europea d'investimenti (Bei) nel dicembre 2009.

Serviranno a coprire quasi il 50% del costo di realizzazione del metanodotto tra Massafra e Biccari (Fg), il primo dei tratti previsti fino a Minerbio.

L'obiettivo è fare sì che l'Italia controlli le reti di trasporto del metano in transito per l'Europa.

Scrive Luca Martinelli sul mensile Ae :
" Oggi ci arriva il metano importato dall’Algeria e dalla Russia ;
un domani, se davvero verranno costruiti 9 nuovi impianti di rigassificazione del gas naturale liquido previsti nel nostro Paese (due sono già attivi), il progetto farà del nostro Paese l'hub del metano, il baricentro europeo, come non perde l'occasione di ripetere il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola.
Anche se non produciamo direttamente gas naturale, controlleremo tutte le reti di trasporto ".

Ma l'Unione Europea ha recentemente inferto un duro colpo al progetto.

La Commissione di Bruxelles ha infatti imposto a Eni, per evitare un abuso di posizione dominante, di cedere il controllo di tre gasdotti (Transigas, Tenp e Tag) che portano il metano nel nostro Paese dalla Russia e dal Nord Europa.

La guerra del gas si gioca sull'accesso alle infrastrutture.

Le ferite all'ambiente passeranno per danni collaterali ?

(LF)
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sabato 15 gennaio 2011

AMIANTO - Andiamo al passo del gambero

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"Inspiegabilmente, quest'anno la Regione ha preferito far passare solo sette mesi prima di replicare il censimento (solitamente annuale) dei siti con materiali in amianto presenti in Emilia-Romagna. E considerato che, da maggio a dicembre, gli immobili a rischio per la salute dei cittadini son passati da 757 a 771, non possiamo che plaudire all'operato dell'assessorato alla Salute per l'utilità della mappatura".
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È quanto rileva il Capogruppo in Regione del Movimento 5 Stelle, Andrea Defranceschi, in merito al nuovo elenco (aggiornato al 23 dicembre 2010) degli stabili da bonificare dalla presenza di amianto, che la Regione ha inv iato al ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
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Su questo, annuncia il Capogruppo, "abbiamo presentato un'interrogazione. 
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Ci chiediamo se non sia ora che viale Aldo Moro rifletta su altri, più incisivi, strumenti per bonificare la nostra regione dalla presenza dell'amianto. 
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A partire dall'inserimento dell'eternit e del vinil-amianto nei materiali pericolosi, fino alla promozione di iniziative sul territorio come i censimenti Comune per Comune".
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I numeri del censimento
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"Nelle 38 pagine di lista di parrocchie, palestre e ospedali - sottolinea Defranceschi - sono scomparsi o sono stati declassati (a seguito d migliorie, ci auguriamo) i 13 siti che, nel censimento di maggio, comparivano nella classe di rischio 1, che identifica quegli edifici non confinati, accessibili e di uso pubblico nei quali sia presente materiale friabile - e quindi estremamente pericoloso". 
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Al tempo stesso, però, dice ancora il Consigliere regionale, "gli altri siti sono aumentati". 
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In testa alla preoccupante classifica, la provincia di Modena con 129 immobili da sanare, poi Reggio-Emilia (107), Bologna (97), Ferrara (89), Parma (82), Forlì-Cesena (76), Piacenza (73), Ravenna (63) e Rimini (33)
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E, come nelle precedenti mappature, rileva Defranceschi, "si va dagli ospedali alle scuole, dalle palestre alle parrocchie". 
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Alcuni esempi? 
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"Diversi capannoni del Centergross di Argelato, magazzini all'ingrosso nel Bolognese, l'asilo nido comunale di Portomaggiore (FE), classificato nella categoria "2" quindi ad alto rischio per la salute dei bimbi, l'ospedale Maggiore di Fiorenzuola d'Arda (PC), passato da categoria 1 a 2".
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Christian B.
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mercoledì 12 gennaio 2011

AMIANTO IN VIA CANALETTO

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Dopo la scoperta di uno smaltimento abusivo di amianto a Minerbio, individuato ieri in Via Canaletto da Vito Totire (Associazione Esposti Amianto) ed Emanuele Bartoli (referente territoriale del Movimento 5 stelle Minerbio), e la conseguente segnalazione al Sindaco, all’Ausl, ad A.r.p.a., e ai media, oggi L’Informazione di Bologna dà risalto alla vicenda, con un articolo, che potete vedere in calce al post.

E’ perfettamente normale che ogni qualvolta si identifichi un sito in cui c’è amianto si cerchi di darne massima risonanza, poiché gli effetti di questo materiale, quando è in un cattivo stato di conservazione, possono essere micidiali.

Non a caso, il più grosso processo a livello europeo (sia per le cifre delle richieste di risarcimento che per la dimensione della tragedia amianto) è stato quello intentato alla Ditta Eternit per la morte di 2889 persone a causa dell’amianto.

Purtroppo la tragedia ( di cui l’amianto è responsabile ) non si fermerà, poiché l’amianto è ancora molto diffuso, e moltossime persone lo hanno respirato per anni.

Gli effetti nocivi dell’inalazione delle fibre di amianto (o asbesto) sono dovuti all’instaurazione di meccanismi patogenetici di natura irritativa, degenerativa, cancerogena.

Evidenzio di seguito le malattie principali, che secondo quanto scritto dal Prof. Dellabianca dell’Università di Pavia sono rappresentate da :

Asbestosi, mesotelioma pleurico-peritoneale, carcinoma polmonare e altre neoplasie.

L’asbestosi è un processo degenerativo polmonare, costituito dalla formazione di cicatrici fibrose sempre più estese che provocano un ispessimento e indurimento del tessuto polmonare (fibrosi interstiziale progressiva), con conseguente difficile scambio di ossigeno fra aria inspirata e sangue ; questo può portare, col tempo, a insufficienza respiratoria.
L’asbestosi si manifesta per esposizioni medio-alte di 10-15 anni (effetto dose-dipendente)

Il mesotelioma pleurico-peritoneale è un tumore maligno che può colpire le membrane sierose di rivestimento dei polmoni (pleura) e degli organi addominali (peritoneo).

E’considerato “patognomonico”, in quanto insorge solo per esposizione all’amianto.

L’intervallo tra esposizione e comparsa del tumore è molto lungo ;
si manifesta, infatti, se esposti anche a basse dosi, dopo 25-40 anni.

Non è possibile stabilire una soglia di rischio, ossia un livello di esposizione all’amianto, al di sotto del quale risulti innocuo.

Il decorso della malattia è molto rapido.

La sopravvivenza è in genere inferiore a un anno dalla scoperta del tumore.

Non sono state individuate terapie efficaci.

Il carcinoma polmonare si verifica per esposizioni non specifiche, in cui l’abitudine al fumo è determinante per l’effetto sinergico.

Nei non fumatori esposti ad asbesto il rischio relativo è risultato circa 5 volte superiore alla popolazione generale, mentre è 50 volte superiore nei fumatori esposti ad asbesto.

E’ quindi chiaro che l’esposizione all’asbesto gioca un ruolo devastante nel rischio di contrarre un carcinoma polmonare.

E’ stato anche dimostrato che la mortalità per tumori in genere, è più alta nei lavoratori esposti alle fibre di asbesto che nella popolazione generale, con maggiore frequenza per i tumori del tratto gastro-intestinale.
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Non riesco quindi a capire, il perché, ottusamente, il Sindaco Lorenzo Minganti si sia lasciato andare a farneticanti dichiarazioni quale quella secondo cui a Minerbio, sul privato non esiste il problema amianto.

Il fatto è che gli stiamo dimostrando il contrario, mediante segnalazioni quotidiane inoltrate a Lui, all’Ausl, e ad Arpa, ma finora siamo praticamente ignorati.

Bel modo di fare di colui che è preposto alla tutela della salute dei cittadini !

Bel modo di fare di chi dice di voler dialogare con i cittadini !

Ribadiamo ancora una volta che è necessario e imperativo fare una ordinanza comunale finalizzata ad un censimento capillare di tutto l’amianto presente.

Sindaco, devi adottare misure che vadano nella direzione di una propositività organizzativa, grazie a cui si possa identificare la struttura preposta agli smaltimenti da parte dei cittadini, unitamente a forme di sostegno economico, quali incentivi e sgravi fiscali.

Minerbio non può più prescindere dalla tua inettitudine e dalla tua arroganza !

L’amianto è una priorità, e non la pista ciclabile che hai realizzato creando un mostro di cemento armato e asfalto, alla faccia dell’ambiente !

Dovresti avere come minimo la compiacenza di chiedere scusa per i danni che stai causando alla collettività, in nome forse del tuo smisurato autoreferenzialismo.

La cosa migliore che potresti fare è rassegnare le dimissioni e lasciare spazio a chi, diversamente da te, ha a cuore i veri problemi del territorio e della cittadinanza.

E.B.
C.B.
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Ecco l'articolo odierno de : l’Informazione

(cliccare sull'immagine per ingrandirla)

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Ecco il materiale da noi segnalato ieri : (Fotografie di C.B.)
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Ed ecco l’intervento del Sindaco, che sembra stia facendo gli opportuni accertamenti ...
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Speech by ReadSpeaker