Questo post trae spunto dalle riflessioni scaturite dopo la lettura di un libro scritto da Davide Celli, dal titolo “Confessione di un nemico del popolo”, che potete visionare al seguente Link :
La pubblicazione su carta non si trova in vendita, ed è stata realizzata in un numero limitato di 500 copie.
Ciò che maggiormente ha catalizzato la mia attenzione, oltre che ad un insieme di esplicitazioni sulle metodiche degli apparati politici, e di come si possano constatare le uniformità di intenti tra alcuni poteri forti e coloro che ne sponsorizzano gli itinerari di percorso, è stata anche una emblematica quanto realistica visione dell'intero sistema politico, definito come creatura pensante, indipendente dagli individui che ne formano il suo corpo.
Secondo Celli, il corpo della creatura è formato da un agglomerato di individui autonomi, e costituisce una struttura complessa che punta ad essere percepita come una forma compatta in cui ciascun individuo che accetta di rientrare nel corpo deve per forza rinunciare a se stesso.
Chi rivendica la propria individualità diventa un antagonista dell'entità collettiva che lo ospita, trasformandosi così in un nemico.
Celli fa riferimento, come esempio, alla spersonalizzazione coatta subìta dal marine “palla di lardo” del film “full metal Jacket” evidenziando il fatto che l'adesione ad un partito non è poi così diversa, poiché le differenti organizzazioni mirano entrambe ad uniformare i loro membri attraverso un processo che li trasforma nei pezzi identici e intercambiabili di una macchina.
Esistono differenze tra l'addestramento militare dei marines e le scuole di Partito, soprattutto per quanto riguarda i metodi e i diversi tempi, ma sicuramente simili sono gli obiettivi da raggiungere per entrambi.
L'annullamento della personalità, l'autocostrizione del “corpo unità” e il suo assoggettamento all'”istituzione corporea”, e il reciproco controllo che nasce tra i membri del gruppo, costituiscono infatti i target di riferimento.
Non è un caso, se la prima regola che ti viene impartita non appena indossi i panni del dirigente politico afferma che tutti (gli individui) sono utili, ma nessuno è indispensabile.
Anzi, continua Celli, il tuo compito sarà proprio quello di far sì che nessuno diventi insostituibile perchè a quel punto sarà lui, e non il Partito, a stabilire il “prezzo” della sua utilità.
In questo modo, si trova in vantaggio chi riesce a dimostrare di rientrare nella media, mentre chi eccelle è malvisto, talora perseguitato.
Ogni critica è bandita e l'analisi dell'esistente deve procedere sul codice binario della linea dettata dal Partito :
se approvi fai parte del Partito, se non approvi sei contro il Partito.
Chi discute su come si possa migliorare il Partito minaccia la “già faticosa stabilità interna”.
L'analisi di Celli sulla omologazione dei singoli, che condivido pienamente, è un tratto caratteristico di tutte le aggregazioni umane moderne, e lo dimostrano i percorsi e le dinamiche che hanno portato grandi colossi economici al collasso.
E' sufficiente pensare al caso Parmalat, oppure a Enron (il colosso dell'energia), o al settore dei megaprogetti immobiliari di Dubai, per capire che le catastrofi prodotte dalle organizzazioni sono state generate sia dalla mancanza di sentinelle che avrebbero potuto riscontrarne i prodromi, che dall'assenza di critici esiliati, e dai riformatori ridotti al silenzio.
Lo sforzo principale è stato quello di indottrinare il talento, di farlo rientrare nei ranghi e nei meccanismi oliati dell'organizzazione, per permettere ai dirigenti di nascondere le malefatte, e di metamorfizzare i loro progetti di trasformazione e di manipolazione, a partire dai bilanci societari e dalle forsennate corse all'arraffo.
La creatura impone quindi necessariamente uno stop immediato a chiunque voglia emergere, a meno che non ci si annulli e si paghi un prezzo che permetta di sdebitarsi adeguatamente.
Diversamente da ciò, tutto è collettivizzato, perfino i meriti, di cui la creatura reclama la paternità, come riconoscimento politico per sé stessa.
Questa sindrome da organismo globale, che fagocita i suoi componenti, è riconoscibile anche in strutture politiche come quella del PD, in cui, anzi, è ben evidente come il gruppo, l'insieme, la corrente, o la creatura che dir si voglia, siano gli unici artefici della regola comportamentale.
Il modus operandi è infatti stereotipato, secondo un inquadramento che non lascia spazio alcuno, se non all'organismo psichico autoreferenziale che ne caratterizza l'archetipo.
Se un politico si ritrova nelle condizioni di essere ben visto dal popolo, attira su di sé tutti i malumori della creatura, che si sente scavalcata.
Nel Partito Democratico di Bologna, vi sono esempi significativi (come per esempio la storia di Maurizio Cevenini).
Troppo amato e conosciuto, sia per le sue celebrazioni matrimoniali, che per le frequentazioni calcistiche, è stato classificato dalla creatura come un catalizzatore di preferenze, non confacente però ai bisogni espansionistici di un Partito che deve riscuotere i favori della massa, non per i meriti personali, ma come organismo svincolato da evidenze meritocratiche
A Minerbio, è evidente come la stessa creatura si sia mossa nella direzione a lei più confacente, imponendo un candidato Sindaco senza ricorrere all'uso delle primarie.
Infatti è stato elevato agli onori di Sindaco e glorificato in pompa magna un certo Lorenzo Minganti, al posto di Erika Ferranti (amata e voluta dalla popolazione locale).
La creatura ha spedito la Ferrante a svolgere il ruolo di Assessore in un altro Comune, e ha collocato al posto di Sindaco una persona che potesse interpretare un ruolo confacente all'organismo politico diverso da quello di una troppo amata individualità emergente.
Comunque, il modus operandi attraverso cui si implementano le dinamiche di partito costituisce l'elemento chiave che condurrà, giocoforza, ad una implosione strutturale, dall'interno stesso della creatura.
Lo provano i reiterati tentativi di personaggi dai nomi altisonanti che hanno tentato di apporre varianti al sistema già collaudato della spersonalizzazione, mettendosi in evidenza.
Veltroni, ad esempio, pur ricorrendo all'uso del materiale costitutivo della creatura stessa, e cioè all'insieme degli individui come forza coesiva, nella sua perseverante e subdola strategia, tramite lo strumento del ricorso alle primarie, ha incrinato alcuni meccanismi precedentemente più che rodati, che si sono trasformati in vere e proprie crepe strutturali.
Ciò ha reso possibile l'elezione di Niki Vendola, al posto del prescelto dalla creatura...
Il concetto di “creatura” come insieme dei costituenti l'organismo stesso, che ragiona indipendentemente da ogni singolo spunto velleitario di qualsiasi componente, è stato per un certo periodo anche lo stereotipo cui non assuefarsi del Movimento 5 stelle, che si era dato, almeno ufficialmente, una struttura da non creatura.
In realtà si è visto, con il trascorrere del tempo, che anche questo Movimento altro non è che una identica creatura, con le medesime caratteristiche, in cui prevalgono interessi politici e legami con partiti da cui ufficialmente prendono le distanze.
I singoli “grillini” devono sottostare alle variabili decise da un ristrettissimo gruppo di oligarchi della politica, che decidono chi e come deve continuare a rappresentare il Movimento, a seconda non dell'impegno o delle battaglie svolte dagli attivisti stessi, ma a prescindere da una ben precisa collocazione politica.
Il blog di Minerbio, per esempio, dopo aver postato un articolo a ricordo dei Martiri delle Foibe, in cui si attaccavano i sistemi totalitari comunisti e il sangue da loro versato (è Storia) si è visto attaccare duramente dal candidato Sindaco Massimo Bugani, inviperito e letteralmente angosciato dalle immagini allegate al post : la falce e martello insanguinate !
La creatura ha reagito immediatamente, tentando di censurarci, e non riuscendovi (il Dominio del Blog è di nostra proprietà) ha cercato il modo di toglierci visibilità nei vari siti di Beppe Grillo e del Movimento 5 stelle.
Se avessimo ubbidito alla creatura, avremmo permesso ai “soliti noti” che la tengono in vita di mantenere sia lo status vivendi che la protervia operativa attraverso cui si giustificano la messa al bando dei cervelli pensanti.
La contropartita della creatura, se ci avesse fagocitato, sarebbe stata quella di offrirci una sorta di elisir di lunga vita, durante la quale si sarebbe potuto collettivizzare sia le vittorie che i meriti, annullando le nostre personalità e le nostre anime.
La contropartita della creatura, se ci avesse fagocitato, sarebbe stata quella di offrirci una sorta di elisir di lunga vita, durante la quale si sarebbe potuto collettivizzare sia le vittorie che i meriti, annullando le nostre personalità e le nostre anime.
Tornando a Celli, a proposito di massificazione coatta, e di spersonalizzazione indotta, è da rilevare nella sua chiave di lettura, che la costumanza quotidiana permette alla creatura di premiare i singoli individui che la compongono, allorquando si raggiunga il target prefissato.
Ecco che infatti qualcuno riceverà una poltrona di un consiglio di amministrazione, di una comunità montana, di una partecipata, o di un ente di secondo grado.
I famigerati enti inutili, come le contestate “comunità montane senza montagne” sono popolate dagli esponenti della casta di intoccabili e servono come ricovero per tutti quei politici investiti dell'immortalità dalla creatura di turno.
Un lettore del blog ha recentemente commentato :
“Criticate pure il Sindaco, ma smettete di parlare di comunismo e di Stalin, come se foste accaniti su questo argomento. Il Sindaco ha le sue responsabilità, ma i comunisti non c'entrano “
A questo commento non posso fare a meno di rispondere che è esattamente il contrario, e che non si possono trarre considerazioni obiettive se non si considera il contesto politico che catalizza entrambe le componenti.
Non si può separare il Sindaco dalla creatura cui Lui stesso appartiene, con la quale è cresciuta, e che lo ha posto a Minerbio al posto di Erika Ferranti !
E la creatura, guarda caso, attinge ad un retaggio pseudo culturale, basato sulla menzogna, sul sangue innocente e sull'odio, identificandosi in un archetipo storico sociale che prende il nome di Comunismo !
La creatura, guarda caso, si rivolge ancora oggi al criminale comunista Palmiro Togliatti, definendolo “il Migliore”.
La creatura, in perfetta simbiosi con l'altra creatura, quella dei grillini, si agita e smania quando qualcuno agita lo spauracchio della falce e martello insanguinate, anche in occasioni di ricorrenze come quella dei martiri delle Foibe.
Ricordo quindi al lettore del Blog che si è indispettito perchè abbiamo parlato del comunismo (in toni reali e storicamente oramai accettati a livello universale), che forse non si rende conto che la creatura sta fagocitando anche lui, e forse non se n'è accorto !
Io, da parte mia, ringrazio Davide Celli, per la Sua apertura mentale, e per averci regalato, illustrandocela, la sua visione globale del contesto in cui siamo inseriti, nostro malgrado.
Lo ringrazio anche perchè poche persone si ergono a difesa della verità, accettando i rischi e i pericoli a cui vanno incontro durante il loro itinerario.
Da parte mia, nel mio piccolo, spero solo che prima o poi questo sistema di spersonalizzazioni intensive imploda e riveli a tutti non solo la punta dell'iceberg che rappresenta, ma anche tutta la parte sottostante, enorme e ingestibile, malvagia e corrotta, merce di scambio tra poteri forti della politica e organizzazioni malavitose.
Nell'attesa... auguro a tutti Buona Fortuna... ne abbiamo veramente bisogno !
E.B.
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