Non vorrei cadere in sterili polemiche stigmatizzando l’operato di coloro che, votati da noi, hanno promesso di occuparsi del bene di noi cittadini, e del mantenimento entro standard accettabili della dignità dei luoghi in cui viviamo, e delle infrastrutture necessarie a che ciò sia realizzabile, quindi farò una semplice evidenziazione della palese e oggettiva realtà quotidiana, limitatamente ad un argomento: le fermate dell’autobus. .
Uscendo da Granarolo in direzione Minerbio, oggi insieme alla mia dolce metà, osservavo con soddisfazione la presenza, in prossimità della famosa pasticceria Principe, nel centro del paese, di una fermata per l’autobus dotata di pensilina e di panchina.
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Forse si dirà, dando per scontato che non c’è nulla di strano in ciò, che è normale ci sia questa struttura, frutto evidente della considerazione che l’ azienda trasporti pubblica, insieme all’amministrazione comunale, hanno avuto nei riguardi del pendolarismo locale.
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La mia prima considerazione, pensando alle persone anziane, è quella di soddisfazione, e di contentezza : sono felice che il vecchietto o la nonna, stanchi di camminare possano stare seduti in attesa dell’autobus, anziché in piedi, e che, se dovesse anche piovere, non sarebbero esposti totalmente alle intemperie, riparati da una copertura, appositamente pensata all’uopo.
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Bene…pensavo tra me e me, coinvolgendo mia moglie in questi pensieri… la civiltà è arrivata anche qui…
Ma la mia compagna, inaspettatamente, ha purtroppo, e a ragione, frustrato subito il mio entusiasmo…
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Si, certo…mi ha sussurrato all’orecchio, con grazia, per non infierire troppo…fino a Granarolo tutto bene, ma ora vedrai…a Minerbio…la considerazione per le persone, per la numerosa utenza, i giovani studenti, le donne, gli anziani, o i disabili…non esiste proprio…chissà, forse è solo una parafrasi necessaria alla enfatizzazione delle fandonie elettorali che vengono sempre riproposte in occasione delle elezioni, e successivamente disattese con puntualità.
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Infatti…ho voluto personalmente controllare la situazione delle fermate degli autobus, da Armarolo, fino a Minerbio, e…udite, udite…neanche in Congo sono messi così male…! .
Ma, andiamo con ordine…proporrò di seguito le foto esplicative, che comprovano quello che ho appena evidenziato.
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Le prime due fermate che incontro, disposte rispettivamente nelle due opposte direzioni, mi obbligano ad una constatazione: sono posizionate entrambe sul ciglio della strada, tra l’erba alta, davanti al nastro asfaltato, su cui sfrecciano i veicoli, mentre alle spalle indovinate cosa c’è…?
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Non ci potreste mai credere…un fosso…!…un fosso non tanto profondo, ma sufficiente a produrre spiacevoli conseguenze, nel malaugurato caso che qualche utente, magari spaventato dalla vicinanza delle auto al ciglio della strada, facesse un passo indietro. .
L’imperativo è quindi quello di stare immobili e impassibili, soffrendo in silenzio, senza profferire bestemmia alcuna…e sperando nella provvidenza.
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La mia ironia deve però lasciare il posto ad una serietà doverosa nei riguardi di coloro che, costretti dalle circostanze, subiscono loro malgrado questo disagio, questa mancanza di considerazione da parte di chi detiene le leve del potere a Minerbio.
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Mettiamoci nei panni delle persone più deboli per antonomasia, gli anziani, i cari vecchi nonnini, che rappresentano il nostro patrimonio affettivo, culturale, sociale, depositari di un retaggio di esperienze pregresse, testimoni del passato, oltre che interpreti del presente, e ora indeboliti dall’impietoso trascorrere del tempo…
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Pensiamoli a una di queste fermate dell’autobus, in un giorno di pioggia, sul ciglio della strada, con la visibilità compromessa dalla nebbia, e i veicoli che transitano a ritmo incessante, e consideriamo la loro impossibilità ad arretrare, a causa del fosso retrostante.
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Secondo me, anche una persona giovane e in salute, nel pieno delle forze, si troverebbe in seria difficoltà.
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Ho usato il condizionale…ma il verbo giusto è l’imperativo, perché ci troviamo di fronte ad una realtà quotidiana.
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Entrando in Minerbio, vediamo poi la sagoma di una pensilina.
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Finalmente…ma allora la civiltà…
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La contentezza è tanta, e ci fermiamo per controllare.
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L’entusiasmo, ancora una volta si spegne…costretto dall’evidenza…dal degrado…ancora….sta diventando quasi uno stereotipo…la nostra bella Minerbio vilipesa da questi oltraggi al vivere civile.
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La pensilina è infatti un gabinetto a cielo aperto, sporca com’è, e imbrattata, coperta di polvere e di terra…oggetto sicuramente di desiderio e di attrattiva per acari, insetti, e organismi di vario tipo… che schifo… c’è da prendere delle malattie…
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Le coperture hanno addirittura un altro colore diverso da quello originale, causato non dall’esposizione al calore del sole, ma dalla sovrapposizione di vari strati di sporcizia….risultato del fatto che, nessuno, sicuramente, ha mai pensato alla manutenzione e alla disinfezione di questo bene pubblico.
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Cari Minerbiesi, affratellati da questo medesimo destino… .
Possibile che non ci siano mai state rimostranze dei cittadini rivolte alle istituzioni… ?… che non sia mai giunta all’orecchio del Sindaco la voce di protesta che giustamente si leva da quel popolo che fiduciosamente lo ha posto al comando…?
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Continuando verso il centro del paese, devo constatare che la situazione rientra negli standard precedenti, e cioè vicina ai parametri di sussistenza congolesi.
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Infatti non c’è traccia alcuna di pensiline, anche dove la logistica lo permetterebbe senza particolari problematiche, come davanti alla salumeria Bondi.
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Divulgo questa triste realtà, peraltro molto sentita a Minerbio da coloro che usano i mezzi pubblici quotidianamente, senza inviare alcuna mail al primo cittadino.
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Nell’ultima corrispondenza intercorsa, infatti, mi ha fatto chiaramente capire che ha altre cose a cui pensare, e che le risposte avrebbero comportato, come conseguenza, tempi di attesa inevitabilmente molto lunghi.
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D’altronde si sa…ormai siamo abituati, quasi assuefatti al modo di comportarsi dei vari Primi Cittadini, all’arroganza che esprimono, come se stessero interpretando un ruolo divino, in un’apoteosi di onnipotenza.
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La verità è, invece, che costoro sono e rimangono nostri dipendenti diretti, pagati da noi, eletti proprio da quegli stessi cittadini che prendono l’ autobus, a quelle stesse fermate senza riparo alcuno.
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Gli amministratori pubblici sono stati messi lì dove sono per tutelare i nostri interessi, e non per bearsi di una posizione di privilegio.
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Devono rimboccarsi le maniche, e guadagnarsi lo stipendio… lavorare sodo, come facciamo tutti noi, e occuparsi dei nostri problemi e di quelli legati al territorio.
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Queste sono le prerogative inerenti al ruolo del Sindaco e degli Assessori, compresa quella di dialogare con tutti noi, che, alle prossime elezioni, di sicuro, ne terremo conto.
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Emanuele B.
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