Articolo 21 della Costituzione Italiana

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sabato 19 settembre 2009

La Storia : Rocca Isolani


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La campagna minerbiese fu sicuramente popolata fin dall’epoca romana, presenza testimoniata non solo dall’origine del nome di questo Comune (Minerbio infatti sembra derivare da un antico tempio pagano dedicato alla dea Minerva) ma soprattutto dalle persistenze di tracce della centuriazione romana ancora oggi leggibili nelle aree circostanti.
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La bonifica di queste aree, cominciata già nelle prime fasi della romanizzazione, fu premessa essenziale per la centuriazione dell’agro e la validità dell’organizzazione romana è rilevabile nella continuità che ha caratterizzato l’abitato anche in epoca alto-medievale.
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Uno dei più antichi documenti che riguardano il territorio di Minerbio è datato 2 novembre 1186, tuttavia il documento considerato l’atto di fondazione del Comune di Minerbio è contenuto nel “De Pactis Altedi" datato 1231.
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Nella Piazza Maggiore di Bologna alla presenza di tutto il popolo, il podestà di Bologna Federico da Lavellolungo bresciano cedette a 150 famiglie mantovane il territorio di Altedo e Minerbio.
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Non è chiaro il motivo per cui queste famiglie del mantovano si spostarono nella zona bolognese, forse per fuggire dalle lotte che opponevano guelfi e ghibellini o forse a causa di mutamenti di condizioni ambientali e dunque economiche che avrebbero peggiorato le condizioni di vita nel mantovano.
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Questo primo nucleo di abitanti si stanziò probabilmente nell’attuale zona del borgo antico che mantiene le tipiche forme dell'antico castrum medievale con il particolare impianto ortogonale con strade che si incrociano ad angolo retto.
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L’arrivo in questo territorio della nobile famiglia degli Isolani, portò importanti cambiamenti nell’aspetto dell’abitato.
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Provenienti dall’isola di Cipro (da qui probabilmente il nome di Isolani) arrivarono a Bologna nei primi anni del 1300 e qui divennero facoltosi mercanti di sete.
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A Minerbio cominciarono ad acquistare terreni fino ad avere amplissimi possedimenti.
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Nel 1369 Domenico isolani lasciò come disposizione testamentaria l'ordine di erigere una chiesa ad uso della popolazione, gesto che dà la misura del rapporto che intercorreva fra la nobile famiglia e la gente del luogo.
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La chiesa, poi ricostruita nel XVIII secolo su progetto e direzione di Carlo Francesco Dotti, è stata definita una delle "più belle del forese di Bologna".
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Tuttavia le vicende che portarono la famiglia Isolani a trasformarsi da semplici ricchi possidenti di terre a veri e propri feudatari di tali territori, si svolsero nel corso dei secoli e videro come protagonisti alcuni dei più importanti personaggi del tempo.
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L’evento decisivo fu l’aiuto dato in occasione della battaglia combattuta alla fine del giugno 1402 nei pressi di Casalecchio di Reno, fuori Porta Saragozza durante la quale Iacopo Isolani armò i Minerbiesi e prese parte alla guerra.
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Con le altre famiglie nobiliari alleate si avviò a Porta S. Donato nella notte di S. Pietro.
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Le loro truppe affiancate da quelle viscontee presero possesso della città e spodestarono il governo dei Bentivoglio sulla città di Bologna.
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Nel 1403 i Visconti, come riconoscimento per il valore che la famiglia Isolani aveva dimostrato in tale occasione, vollero allargare i loro domini nel territorio di Minerbio precedentemente limitati alla zona del castello.
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Il diploma visconteo è il primo documento che attesta l’investitura feudale degli Isolani a Minerbio.
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Fu da questo momento che il borgo, che aveva avuto origine probabilmente fin dal primo insediamento dei mantovani, si consolidò assumendo la propria forma definitiva, completato dalla costruzione del complesso di grande pregio storico e artistico che si snoda attorno all’imponente Rocca la cui edificazione originale risale al 1403.
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Distrutta in seguito al passaggio dei Lanzichenecchi nel 1527, fu ricostruita a metà del ‘500 e conserva all’interno un ricco ciclo di affreschi, i cui cartoni preparativi sono conservati al British Museum di Londra, autografi di uno dei più noti pittori di quel tempo : Amico Aspertini.
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Del complesso fanno parte anche la bella villa seicentesca attribuita a Bartolomeo Triachini e l’elegantissima torre Colombaia.
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Risalente al 1536, la sua struttura con scala lignea interna elicoidale attribuita a Jacopo Barozzi, detto il Vignola, la rendono un gioiello architettonico per tutto il territorio.
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Con l’investitura papale di Clemente VII del 1524, Minerbio divenne una contea di proprietà di Giovanni Francesco Isolani e dei suoi eredi in perpetuo, con un’estensione del territorio ben maggiore di quanto non fosse avvenuto con l’investitura feudale viscontea.
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Il Senato bolognese, però, non si rassegnò mai alla presenza di questi territori franchi all’interno della propria giurisdizione.
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Così i contrasti si riaccesero nel 1712 fino a che una serie di episodi portarono gli Isolani alla definitiva perdita dei propri antichi diritti nel 1734 quando anche i loro territori furono uniti ai restanti sottoposti alla Comunità di Minerbio.
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Con la caduta della giurisdizione della famiglia Isolani, l’abitato cominciò a subire una forte espansione anche al di fuori del borgo, sul percorso dell’antico alveo del fiume Savena, che attraversava l’attuale centro del paese.
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La sua antica presenza è testimoniata dal toponimo Savena Vecchia che si conserva attualmente nei due tratti di strada comunale appena fuori dal centro abitato verso Ferrara (Via Savena Inferiore) e verso Bologna (Via Savena Superiore) e che alimentava le fosse del borgo fortificato.
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Un altro e splendido esempio di architettura fortificata presente sul territorio è il castello dei Manzoli nella frazione di San Martino in Soverzano.
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Costruito nella prima metà del XV secolo e fortemente ristrutturato nel XIX sotto la direzione di Alfonso Rubbiani, è uno splendido esempio di edificio neogotico bolognese.
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Con la venuta di Napoleone, il territorio fu ricompreso in un distretto che raggruppava più di sedici paesi nei pressi di Minerbio.
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Deposto Napoleone, dopo il 1815 Minerbio venne assegnato in un primo tempo al comune di Budrio per poi ritrovarsi tre anni dopo comune esso stesso con aggregate le frazioni di Ca’ de Fabbri e San Giovanni in Triario.
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Sempre nel XIX secolo vennero attuate non poche opere di edilizia pubblica.
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Sorsero le prime attività industriali e verso la fine del secolo si andarono costituendo le prime associazioni operaie come la Società Operaia di Mutuo Soccorso nel 1884.
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All’inizio del XX secolo i socialisti conquistarono il potere. Il territorio conobbe un notevole impulso con l’attivazione della tranvia a vapore Bologna - Malalbergo e poi arrivarono le due guerre, che costarono molte vittime.
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Fonte : LINK
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